Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
(ANALISI DEGLI OBIETTIVI)
La definizione delle finalità e degli OBIETTIVI è una parte importantissima del
progetto. Porre degli obiettivi significa esplicitare cosa si desidera cambiare. Gli
obiettivi che si perseguono attraverso il progetto devono essere congruenti e coerenti
con l’analisi del problema; infatti, una volta individuati i problemi, si stabiliscono gli
obiettivi del progetto.
Gli obiettivi, in quanto ribaltamento dei problemi individuati, sono organizzati
anch’essi in un diagramma ad albero che segue una logica di mezzo-fine:
“l’ALBERO DEGLI OBIETTIVI”.
Va specificato che gli obiettivi identificati nell’albero non rappresentano ancora gli
obiettivi effettivi del progetto, in quanto non sarebbe possibile intervenire su tutti i
problemi individuati. Ne consegue che bisogna eliminare gli obiettivi che non
rientrano nell’ambito del progetto ed operare delle scelte sugli ambiti di intervento.
Gli obiettivi di un progetto devono essere:
- chiari e comprensibili
- misurabili
- realizzabili in un tempo determinato
- verificabili
- definiti.
Gli obiettivi si dividono in GENERALI e SPECIFICI:
Es. OBIETTIVO GENERALE: prevenire l’abuso dell’alcool
OBIETTIVO SPECIFICO: diminuire il numero di ragazzi che beve.
Sulla base degli obiettivi specifici poi vengono definiti gli INDICATORI di un
progetto:
ES. in questo caso un INDICATORE potrebbe essere:
N. ragazzi che hanno consumato alcool nell’ultimo mese
EDUCATIONAL EVALUATION RESEARCH
1. EDUCATIONAL EVALUATION : un esempio
La valutazione è utile sia a fini pratici che teorici e di ricerca, per avere un feedback
sull’impatto di un qualsiasi evento rivolto al pubblico, in questo caso in ambito
educativo.
Una valutazione ben strutturata consente di programmare, apportare variazioni
motivate, di migliorare attività educative e strategie comunicative, di selezionare
consapevolmente contenuti e tecniche di lavoro, ecc…
Il termine EDUCATIONAL EVALUATION è stato coniato negli anni ’30 da Tyler.
Egli:
- sosteneva la necessità di una valutazione scientifica finalizzata al miglioramento
della qualità dell'istruzione;
- considerava la valutazione come un processo per stabilire se e fino a quale punto
gli obiettivi perseguiti fossero stati raggiunti mediante le attività prefissate e
l'organizzazione predisposta.
Valutare in senso educativo, dunque, significa:
- usare strumenti scientificamente rigorosi per raccogliere informazioni su di un dato
evento
- interpretare i dati sulla base degli strumenti/orientamenti
- mirare a un impatto sulla situazione di partenza (un'azione, un cambiamento, un
miglioramento, una decisione innovativa).
Un esempio di EDUCATIONAL EVALUATION potrebbe essere:
- il modello CIPP (context, input, process, product) di Stufflebeam
si tratta di 4 differenti tipi di valutazione e di decisione, in interazione tra loro:
- valutazione del contesto : identificare i bisogni presenti nel contesto e
verificare se gli obiettivi consentono una risposta adeguata ai bisogni
analizzati;
- valutazione dell’input : individuare quali risorse utilizzare per raggiungere gli
obiettivi;
- valutazione di processo : esaminare adeguatezza delle strategie effettivamente
utilizzate;
- valutazione di prodotto : esaminare adeguatezza degli esiti in rapporto agli
obiettivi, al contesto, all’input, ecc…
2. LA VALUTAZIONE DELL’IMPATTO
Questo ambito costituisce la parte più complessa e impegnativa della valutazione, ma
anche quella in grado di sviluppare una conoscenza più completa e profonda dei
processi formativi, in vista di una conduzione delle attività future più efficace e
coerente con la finalità di migliorare la performance nell’organizzazione.
La valutazione di impatto può essere focalizzata su 3 grandi oggetti:
- competenze ed episodi vincenti o critici
- evidenze oggettive di performance
- percezione e significato delle esperienze formative.
Ora prendiamo in esame il termine IMPATTO in relazione ai modelli maggiormente
utilizzati per la valutazione in ambito educativo/formativo:
1. MODELLO DEI 4 LIVELLI di Kirkpatrick
K. non fa riferimento esplicitamente al termine IMPATTO per descrivere nessuno dei
suoi livelli di esiti della formazione, ma utilizza i termini di COMPORTAMENTO
e RISULTATI.
Per comportamento K. intende un CAMBIAMENTO nel comportamento della
persona dopo aver frequentato un programma di formazione, mentre per risultati
intende i RISULTATI FINALI che si verificano perché i partecipanti hanno
frequentato un programma.
2. MODELLO DI VALUTAZIONE CIPP (context, input, process, product) di
Stufflebeam
In questo modello il tema dell’IMPATTO viene presentato come una delle
dimensioni della valutazione del prodotto a lungo termine. La valutazione del
prodotto può essere divisa in VALUTAZIONE DI IMPATTO, di efficacia, di
sostenibilità e di trasferibilità.
3. APPROCCIO SISTEMATICO ALLA VALUTAZIONE DEI PROGRAMMI
di Rossi, Lipsey, Freeman
Definiscono l’IMPACT ASSESSMENT come uno studio valutativo che risponde
alle domande sui risultati (outcome) e sull’impatto (impact) di un programma, sulle
condizioni sociali che intende migliorare.
4. M. Q. Patton
Non parla di impatto, ma di SCOPO, OBIETTIVO e RISULTATO. Scopo e
obiettivo sono due termini che Patton non utilizza mai ad es. con chi intende
avviare una valutazione, perché avvertiti come minaccia; con loro preferisce
parlare di ESITI DA RAGGIUNGERE.
5. MODELLO “GOAL FREE EVALUATION” di Scriven
Scriven definisce la valutazione d’impatto come un “tipo di valutazione focalizzata
sugli esiti o sui risultati finali piuttosto che sulla valutazione del processo”.
Quello che emerge da questa analisi è che il termine IMPATTO non è un termine
molto diffuso tra gli autori, ma utilizzato con parsimonia.
3. MODELLO DI VALUTAZIONE SPERIMENTALE A CONFRONTO CON
QUELLI PIU’ RECENTI
Il MODELLO SPERIMENTALE è stato ideato e diffuso da Campbell e Stanley. Si
tratta di un modello caratterizzato da “SCIENTIFICITA’” e “PRECISIONE”, e
basato sul confronto dei dati relativi agli esiti degli studenti.
Esso prevede la scelta di DUE GRUPPI, tra loro il più possibile comparabili.
Dopo un iniziale test d’ingresso, nei confronti del GRUPPO SPERIMENTALE
viene operato il trattamento INNOVATIVO, mentre per il GRUPPO DI
CONTROLLO non vi è alcuna modifica nelle condizioni abituali.
Al termine della sperimentazione si misurano gli effetti dei due metodi usati e si
mettono a confronto per verificare se il trattamento sperimentale abbia dato dei
risultati superiori.
Questo modello è stato messo in discussione e si è cercato di individuare strade
diverse.
Tra i modelli più recenti abbiamo:
- Modello “ILLUMINATIVE” di Parlett e Hamilton
Stile di valutazione che illumina gli interessi su problemi e tratti significativi di un
programma. Tale valutazione si concentra maggiormente sulla componente relativa
alla raccolta di informazioni.
Gli autori sottolineano che un progetto può assumere una forma diversa in base
all’ambiente di apprendimento in cui si sviluppa, quindi pongono l’accento sul
paradigma antropologico.
Attraverso la valutazione illuminative, il problema viene osservato da diversi angoli
visuali, per questo è chiamato anche modello di “triangolazione” e il ricercatore
procede attraverso una “messa a fuoco progressiva” dell’evento.
Per illuminare i problemi, questioni e tratti significativi del programma, i dati
vengono raccolti da 4 aree: osservazione, interviste, questionari e test.
- Modello “RESPONSIVE” di Stake
Secondo Stake la valutazione è responsive se:
- si orienta più verso le attività
- se risponde alle esigenze di informazione del pubblico
- se tiene conto dei diversi sistemi di valore delle persone in caso di successo o
insuccesso.
In questo modello di valutazione vengono presi in esame: DATI ANTECEDENTI,
TRANSAZIONI e DATI FINALI o ESITI.
In questo tipo di valutazione il ricercatore considera come stimoli principali quelli
che capitano naturalmente nel corso del programma.
Per la raccolta dei dati Stake ha introdotto uno schema formato da 13 riquadri: in esso
compaiono un riquadro relativo alla giustificazione teorica del programma e due
matrici di cui una descrittiva e una relativa ai giudizi.
Dopodiché si procede con la realizzazione di uno schema sull’elaborazione dei dati
descrittivi dove: da un lato si mettono in relazione antecedenti, transazioni ed esiti,
dall’altro si determina la congruenza tra intenti e osservazioni.
Il modello responsive è un modello che enfatizza le persone, i luoghi e le attività, in
quanto secondo Stake è importante aiutare il destinatario a farsi una propria idea.
- Modello “ALLARGATO” di Cardinet
Secondo Cardinet la finalità della valutazione è al servizio dell’insegnamento, per
questo la valutazione allargata detta anche OLISTICA ha come scopo principale di
fornire ai diversi partener del sistema scolastico le informazioni di cui hanno bisogno
per migliorare il sistema stesso.
In questa prospettiva non è più il valutatore che valuta, ma egli semplicemente mette
a disposizione dei membri del sistema scolastico informazioni che da soli non
sarebbero stati in grado di procurarsi, il resto del lavoro è fatto dai membri stessi che
in questo modello quindi non sono più semplici spettatori ma attori attivi.
Gli strumenti da utilizzare sono molteplici: questionari standardizzati, schede di
osservazione, colloqui strutturati ecc.. per i ricercatori, sociogrammi, liste di
problemi, ecc… per gli insegnanti.
- Modello dei “QUATTRO LIVELLI” di Kirkpatrick
Questo modello è definito dei quattro livelli perché individua 4 ambiti di oggetti:
1. REAZIONE: il valutatore misura la “soddisfazione del cliente”
2. APPRENDIMENTO: cambiamento degli atteggiamenti, miglioramento delle
conoscenze e/o incremento delle abilità come risultato della frequenza del
corso di formazione.
3. COMPORTAMENTO : cambiamento nel comportamento in seguito alla
partecipazione al programma di formazione.
4. RISULTATI: incremento della produzione, miglioramento della qualità,
diminuzione dei costi, incremento delle vendite… ecc.. in seguito alla
partecipazione al programma di formazione.
- Modello “CIPP” di Stufflebeam
In questo modello la valutazione di un’entità complessa è vista come l’esito di un
processo di valutazione di 4 dimensioni:
- valutazione del contesto : identificare i bisogni presenti nel co