Anteprima
Vedrai una selezione di 8 pagine su 31
Risposte alle domande del compito di marzo/giugno 2015 Pag. 1 Risposte alle domande del compito di marzo/giugno 2015 Pag. 2
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Risposte alle domande del compito di marzo/giugno 2015 Pag. 6
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Risposte alle domande del compito di marzo/giugno 2015 Pag. 11
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Risposte alle domande del compito di marzo/giugno 2015 Pag. 16
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Risposte alle domande del compito di marzo/giugno 2015 Pag. 21
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Risposte alle domande del compito di marzo/giugno 2015 Pag. 26
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Risposte alle domande del compito di marzo/giugno 2015 Pag. 31
1 su 31
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

(ANALISI DEGLI OBIETTIVI)

La definizione delle finalità e degli OBIETTIVI è una parte importantissima del

progetto. Porre degli obiettivi significa esplicitare cosa si desidera cambiare. Gli

obiettivi che si perseguono attraverso il progetto devono essere congruenti e coerenti

con l’analisi del problema; infatti, una volta individuati i problemi, si stabiliscono gli

obiettivi del progetto.

Gli obiettivi, in quanto ribaltamento dei problemi individuati, sono organizzati

anch’essi in un diagramma ad albero che segue una logica di mezzo-fine:

“l’ALBERO DEGLI OBIETTIVI”.

Va specificato che gli obiettivi identificati nell’albero non rappresentano ancora gli

obiettivi effettivi del progetto, in quanto non sarebbe possibile intervenire su tutti i

problemi individuati. Ne consegue che bisogna eliminare gli obiettivi che non

rientrano nell’ambito del progetto ed operare delle scelte sugli ambiti di intervento.

Gli obiettivi di un progetto devono essere:

- chiari e comprensibili

- misurabili

- realizzabili in un tempo determinato

- verificabili

- definiti.

Gli obiettivi si dividono in GENERALI e SPECIFICI:

Es. OBIETTIVO GENERALE: prevenire l’abuso dell’alcool

OBIETTIVO SPECIFICO: diminuire il numero di ragazzi che beve.

Sulla base degli obiettivi specifici poi vengono definiti gli INDICATORI di un

progetto:

ES. in questo caso un INDICATORE potrebbe essere:

N. ragazzi che hanno consumato alcool nell’ultimo mese

EDUCATIONAL EVALUATION RESEARCH

1. EDUCATIONAL EVALUATION : un esempio

La valutazione è utile sia a fini pratici che teorici e di ricerca, per avere un feedback

sull’impatto di un qualsiasi evento rivolto al pubblico, in questo caso in ambito

educativo.

Una valutazione ben strutturata consente di programmare, apportare variazioni

motivate, di migliorare attività educative e strategie comunicative, di selezionare

consapevolmente contenuti e tecniche di lavoro, ecc…

Il termine EDUCATIONAL EVALUATION è stato coniato negli anni ’30 da Tyler.

Egli:

- sosteneva la necessità di una valutazione scientifica finalizzata al miglioramento

della qualità dell'istruzione;

- considerava la valutazione come un processo per stabilire se e fino a quale punto

gli obiettivi perseguiti fossero stati raggiunti mediante le attività prefissate e

l'organizzazione predisposta.

Valutare in senso educativo, dunque, significa:

- usare strumenti scientificamente rigorosi per raccogliere informazioni su di un dato

evento

- interpretare i dati sulla base degli strumenti/orientamenti

- mirare a un impatto sulla situazione di partenza (un'azione, un cambiamento, un

miglioramento, una decisione innovativa).

Un esempio di EDUCATIONAL EVALUATION potrebbe essere:

- il modello CIPP (context, input, process, product) di Stufflebeam

si tratta di 4 differenti tipi di valutazione e di decisione, in interazione tra loro:

- valutazione del contesto : identificare i bisogni presenti nel contesto e

verificare se gli obiettivi consentono una risposta adeguata ai bisogni

analizzati;

- valutazione dell’input : individuare quali risorse utilizzare per raggiungere gli

obiettivi;

- valutazione di processo : esaminare adeguatezza delle strategie effettivamente

utilizzate;

- valutazione di prodotto : esaminare adeguatezza degli esiti in rapporto agli

obiettivi, al contesto, all’input, ecc…

2. LA VALUTAZIONE DELL’IMPATTO

Questo ambito costituisce la parte più complessa e impegnativa della valutazione, ma

anche quella in grado di sviluppare una conoscenza più completa e profonda dei

processi formativi, in vista di una conduzione delle attività future più efficace e

coerente con la finalità di migliorare la performance nell’organizzazione.

La valutazione di impatto può essere focalizzata su 3 grandi oggetti:

- competenze ed episodi vincenti o critici

- evidenze oggettive di performance

- percezione e significato delle esperienze formative.

Ora prendiamo in esame il termine IMPATTO in relazione ai modelli maggiormente

utilizzati per la valutazione in ambito educativo/formativo:

1. MODELLO DEI 4 LIVELLI di Kirkpatrick

K. non fa riferimento esplicitamente al termine IMPATTO per descrivere nessuno dei

suoi livelli di esiti della formazione, ma utilizza i termini di COMPORTAMENTO

e RISULTATI.

Per comportamento K. intende un CAMBIAMENTO nel comportamento della

persona dopo aver frequentato un programma di formazione, mentre per risultati

intende i RISULTATI FINALI che si verificano perché i partecipanti hanno

frequentato un programma.

2. MODELLO DI VALUTAZIONE CIPP (context, input, process, product) di

Stufflebeam

In questo modello il tema dell’IMPATTO viene presentato come una delle

dimensioni della valutazione del prodotto a lungo termine. La valutazione del

prodotto può essere divisa in VALUTAZIONE DI IMPATTO, di efficacia, di

sostenibilità e di trasferibilità.

3. APPROCCIO SISTEMATICO ALLA VALUTAZIONE DEI PROGRAMMI

di Rossi, Lipsey, Freeman

Definiscono l’IMPACT ASSESSMENT come uno studio valutativo che risponde

alle domande sui risultati (outcome) e sull’impatto (impact) di un programma, sulle

condizioni sociali che intende migliorare.

4. M. Q. Patton

Non parla di impatto, ma di SCOPO, OBIETTIVO e RISULTATO. Scopo e

obiettivo sono due termini che Patton non utilizza mai ad es. con chi intende

avviare una valutazione, perché avvertiti come minaccia; con loro preferisce

parlare di ESITI DA RAGGIUNGERE.

5. MODELLO “GOAL FREE EVALUATION” di Scriven

Scriven definisce la valutazione d’impatto come un “tipo di valutazione focalizzata

sugli esiti o sui risultati finali piuttosto che sulla valutazione del processo”.

Quello che emerge da questa analisi è che il termine IMPATTO non è un termine

molto diffuso tra gli autori, ma utilizzato con parsimonia.

3. MODELLO DI VALUTAZIONE SPERIMENTALE A CONFRONTO CON

QUELLI PIU’ RECENTI

Il MODELLO SPERIMENTALE è stato ideato e diffuso da Campbell e Stanley. Si

tratta di un modello caratterizzato da “SCIENTIFICITA’” e “PRECISIONE”, e

basato sul confronto dei dati relativi agli esiti degli studenti.

Esso prevede la scelta di DUE GRUPPI, tra loro il più possibile comparabili.

Dopo un iniziale test d’ingresso, nei confronti del GRUPPO SPERIMENTALE

viene operato il trattamento INNOVATIVO, mentre per il GRUPPO DI

CONTROLLO non vi è alcuna modifica nelle condizioni abituali.

Al termine della sperimentazione si misurano gli effetti dei due metodi usati e si

mettono a confronto per verificare se il trattamento sperimentale abbia dato dei

risultati superiori.

Questo modello è stato messo in discussione e si è cercato di individuare strade

diverse.

Tra i modelli più recenti abbiamo:

- Modello “ILLUMINATIVE” di Parlett e Hamilton

Stile di valutazione che illumina gli interessi su problemi e tratti significativi di un

programma. Tale valutazione si concentra maggiormente sulla componente relativa

alla raccolta di informazioni.

Gli autori sottolineano che un progetto può assumere una forma diversa in base

all’ambiente di apprendimento in cui si sviluppa, quindi pongono l’accento sul

paradigma antropologico.

Attraverso la valutazione illuminative, il problema viene osservato da diversi angoli

visuali, per questo è chiamato anche modello di “triangolazione” e il ricercatore

procede attraverso una “messa a fuoco progressiva” dell’evento.

Per illuminare i problemi, questioni e tratti significativi del programma, i dati

vengono raccolti da 4 aree: osservazione, interviste, questionari e test.

- Modello “RESPONSIVE” di Stake

Secondo Stake la valutazione è responsive se:

- si orienta più verso le attività

- se risponde alle esigenze di informazione del pubblico

- se tiene conto dei diversi sistemi di valore delle persone in caso di successo o

insuccesso.

In questo modello di valutazione vengono presi in esame: DATI ANTECEDENTI,

TRANSAZIONI e DATI FINALI o ESITI.

In questo tipo di valutazione il ricercatore considera come stimoli principali quelli

che capitano naturalmente nel corso del programma.

Per la raccolta dei dati Stake ha introdotto uno schema formato da 13 riquadri: in esso

compaiono un riquadro relativo alla giustificazione teorica del programma e due

matrici di cui una descrittiva e una relativa ai giudizi.

Dopodiché si procede con la realizzazione di uno schema sull’elaborazione dei dati

descrittivi dove: da un lato si mettono in relazione antecedenti, transazioni ed esiti,

dall’altro si determina la congruenza tra intenti e osservazioni.

Il modello responsive è un modello che enfatizza le persone, i luoghi e le attività, in

quanto secondo Stake è importante aiutare il destinatario a farsi una propria idea.

- Modello “ALLARGATO” di Cardinet

Secondo Cardinet la finalità della valutazione è al servizio dell’insegnamento, per

questo la valutazione allargata detta anche OLISTICA ha come scopo principale di

fornire ai diversi partener del sistema scolastico le informazioni di cui hanno bisogno

per migliorare il sistema stesso.

In questa prospettiva non è più il valutatore che valuta, ma egli semplicemente mette

a disposizione dei membri del sistema scolastico informazioni che da soli non

sarebbero stati in grado di procurarsi, il resto del lavoro è fatto dai membri stessi che

in questo modello quindi non sono più semplici spettatori ma attori attivi.

Gli strumenti da utilizzare sono molteplici: questionari standardizzati, schede di

osservazione, colloqui strutturati ecc.. per i ricercatori, sociogrammi, liste di

problemi, ecc… per gli insegnanti.

- Modello dei “QUATTRO LIVELLI” di Kirkpatrick

Questo modello è definito dei quattro livelli perché individua 4 ambiti di oggetti:

1. REAZIONE: il valutatore misura la “soddisfazione del cliente”

2. APPRENDIMENTO: cambiamento degli atteggiamenti, miglioramento delle

conoscenze e/o incremento delle abilità come risultato della frequenza del

corso di formazione.

3. COMPORTAMENTO : cambiamento nel comportamento in seguito alla

partecipazione al programma di formazione.

4. RISULTATI: incremento della produzione, miglioramento della qualità,

diminuzione dei costi, incremento delle vendite… ecc.. in seguito alla

partecipazione al programma di formazione.

- Modello “CIPP” di Stufflebeam

In questo modello la valutazione di un’entità complessa è vista come l’esito di un

processo di valutazione di 4 dimensioni:

- valutazione del contesto : identificare i bisogni presenti nel co

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
31 pagine
6 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tonia_la di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie e metodi di progettazione e valutazione dei processi educativi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Luppi Elena.