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DIARIO DI BORDO

Il gruppo di progetto si è riunito per redigere la dichiarazione d’intenti del progetto Tracozip. Dopo la scelta di una frase

che descrivesse efficacemente la nostra idea, sono stati fissati i nostri obiettivi. Si tratta, a nostro avviso, di un prodotto che

implica un’elevata personalizzazione, rappresentando una forma di collegamento tra l’artista e il suo strumento; bisogna

considerare inoltre che il mercato delle tracolle è uno dei più svariati, e che quindi è di rilevante importanza fornire al

cliente qualcosa in più. Per questi motivi il nostro primo obiettivo è: “Differenziazione e focalizzazione sul cliente”.

Naturalmente abbiamo anche fissato degli obiettivi circa la tempistica di introduzione e la quota di mercato da

conquistare. Non trattandosi di un prodotto ad alto livello tecnologico, l’unico criterio su cui ci si è basati per scegliere

l’anno di introduzione sul mercato è quello di introdurlo il prima possibile. Il segmento di mercato selezionato è

naturalmente “chitarristi e bassisti”, essendo questo il tipo di utente predestinato all’uso di una tracolla. Nella sezione

“ipotesi e vincoli” è stato annoverato solamente “materiali non tossici per l’uomo”, pensando che, essendo un prodotto

strettamente a contatto con l’utente che lo utilizza, fosse necessario che questo non sia dannoso per l’uomo.

In seguito si è pensato di realizzare una piccola introduzione sulle tracolle in generale, focalizzandosi sugli aspetti

fondamentali che un oggetto di questo tipo deve possedere. Nello specifico abbiamo mostrato delle immagini con alcune

didascalie riguardo la componentistica di una chitarra generica, sul fissaggio allo strumento, e due foto che mostrassero

come, in certi casi, è necessario suonare lo strumento ad altezze diverse a seconda dei toni più frequenti della canzone che

si è in procinto di suonare. Sono stati inseriti inoltre 3 video, il primo dei quali mostra l’allievo Mattia Di Maio nell’atto di

agganciare la tracolla al suo basso e regolarla alla giusta altezza. Negli altri 2 sono mostrati esempi che mostrano quanto

disagio può creare il fatto che una tracolla si stacchi dallo strumento.

Il gruppo di progetto si è riunito per stilare un questionario ad hoc da sottoporre agli utenti intervistati. Oltre ai diretti

utilizzatori del prodotto, sono stati individuati quali possibili utenti da intervistare anche rivenditori di prodotti musicali

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e insegnanti di musica. Allora è stato creato un questionario di 13 domande (eventualmente integrabili durante

l’intervista) più un’aggiunta di altre 3 domande da sottoporre a rivenditori e insegnanti. Si è proposto di andare in futuro

ad assistere ad esibizioni live, per monitorare gli utenti durante l’uso del prodotto.

Il gruppo si è opportunamente diviso in sottogruppi random con l’intento di andare ad intervistare alcuni utenti,

individuati tra colleghi universitari e persone vicine ai vari membri del team. Talvolta sono stati cambiati i sottogruppi,

talvolta le interviste sono state eseguite individualmente, talvolta tutto il gruppo si è dedicato alla stessa intervista. Tutte

le interviste sono state trascritte in un prototipo stampato, al fine di facilitare la raccolta delle informazioni. Sono stati

intervistati anche rivenditori e insegnanti. Inoltre per due volte l’intero gruppo ha aderito alla visione di un live eseguito

dalla band “12 Bars Blues Revolution” cui appartiene l’allievo ingegnere Mattia Di Maio. Ogni intervistatore ha fatto una

prima interpretazione delle proprie interviste, al fine di avere già una bozza su cui lavorare alla prossima riunione.

Il project team si è riunito per l’analisi finale delle interviste. Da queste si sono cercati di individuare i più svariati

customer needs. Sono stati trascritti tutti i bisogni via via identificati riportando per ognuno la dichiarazione da cui sono

stati estrapolati. Nella presentazione del progetto si è scelto di riportare solo alcuni esempi di traduzione da dichiarazione

a bisogno, ma rimangono comunque tutte disponibili in un file digitale docx opportunamente scritto per l’occasione.

Riguardando le bozze create precedentemente si è cercato di migliorare ciò che si era scritto, ed eliminare tutte le

espressioni ridondanti. Alcuni bisogni sono stati individuati attraverso l’osservazione dei live. Si è visto ad esempio come

un bisogno espresso un’unica volta dall’utente G.Provenzani (“TZ permette di avere a portata di mano piccoli oggetti”),

possibile lead – user, fosse in realtà un problema non trascurabile, in quanto il chitarrista A.Caruso e il loro cantante-

chitarrista cercavano continuamente un posto dove poggiare il plettro.

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DIARIO DI BORDO

Individuati i bisogni nei precedenti incontri, si è pensato ad un semplice algoritmo per l’assegnazione dei pesi a ciascun

singolo bisogno. Si è scelto il seguente: ,

j j

P n

è il peso del –esimo bisogno, è il parametro che esprime la valutazione del gruppo sul –esimo bisogno, è il

ω

j j j

numero di volte che si è presentato il bisogno durante le interviste. Per dare un peso alla frequenza, e allo stesso tempo

ρ

tenere in considerazione il fatto che i pareri espressi dagli utenti non sempre hanno lo stesso valore, abbiamo scelto ji

come “contatore”. Esso è dunque il peso attribuito alla singola manifestazione del bisogno in base alla qualità dell’utente

ρ

intervistato. Pertanto ogni utente avrà un specifico assegnatogli dal gruppo, che si ripercuoterà sul peso dei bisogni

k

estrapolati dalle sue dichiarazioni. Se ad esempio l’utente è per noi un utente di “scarsa qualità” possiamo attribuirgli

j

un valore di ρ pari a 0.5, cosicché, se il –esimo bisogno venisse identificato in una sua dichiarazione, all’interno della

sommatoria andrà a sommarsi un valore di 0.5, anziché di un’unità. Il parametro μ, che può assumere unicamente i

j

valori 0 e 1, serve ad annullare del tutto il peso del –esimo bisogno nell’eventualità che questo violi il Mission Statement.

Per coadiuvare l’attribuzione dei pesi si è stilata una tabella contenente tutti gli intervistati e il relativo valore di ρ,

inserendo una opportuna colonna ove segnare una stellina nel caso in cui il soggetto è valutato come lead – user dal

project team. Tra i file disponibili trovasi una tabella che elenca tutti i bisogni individuati, numerandoli. A ciascuno è

affiancata la sua frequenza e il parametro ω che il gruppo di progetto ha scelto di assegnargli. Tuttavia il metodo

utilizzato per l’attribuzione dei pesi, non essendo in alcun modo normalizzato, implica che si debbano creare delle fasce

per stabilire delle “classi”. Ci siamo dunque proposti di individuare tali fasce in un successivo incontro. Si era pensato di

rapportare tutti i valori di P ad N, essendo N la frequenza del bisogno che si è presentato più volte. Ma un siffatto

algoritmo è risultato poco efficace poiché solo un piccolo numero di bisogni presentava una frequenza pari a 16 – 17,

mentre la maggior parte degli altri bisogni avevano una frequenza che andava da 3 a 7. Questo implicava che si

sarebbero avuti pochi pesi alti, tantissimi molto bassi, e pochissimi di un valore medio.

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Si è scelta quale valutazione finale dell’importanza dei bisogni una scala di tipo Likert, con peso attribuito in stelline, da 1

a 5. Per avere più chiara la distribuzione dei valori di P, si è inserito nella presentazione un grafico avente per ascissa il

numero del bisogno, per ordinata il valore di P. Sono stati così ottenuti 37 punti (poiché tale è il numero dei bisogni

trovati). Sullo stesso grafico sono state inserite delle linee orizzontali che individuano 5 fasce, in modo tale da rendere più

omogenea la distribuzione del peso finale. Trovate le fasce e assegnata l’importanza finale di ciascun bisogno, i risultati

ottenuti sono stati trascritti in una tabella. Ai bisogni espressi anche da lead user (ne sono stati individuati 2) è stata

aggiunta una stellina, che nella tabella di cui sopra è evidenziata in rosso.

Dopo l’attribuzione dei pesi, si è cercato di gerarchizzare i bisogni in bisogni primari e secondari. Talvolta i bisogni

primari coincidevano con alcuni trovati precedentemente, per poi racchiuderne altri secondari; talvolta un certo numero

di bisogni è stato opportunamente racchiuso all’interno di un nuovo bisogno primario nominato per l’occasione.

L’importanza dei bisogni primari è stata valutata semplicemente facendo una media approssimativa dei bisogni

secondari coinvolti, e poi rappresentata su un istogramma. Per ciascuno si è dunque individuato un valore da 1 a 5.

Il gruppo si è riunito per la scelta delle metriche del progetto Tracozip. Si è principalmente cercato di non trascurare

alcun bisogno primario, ma in molti casi, si è scesi nello specifico (bisogni secondari) per cercare di soddisfare

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efficacemente tutti i customer needs. Sono state create 2 scale (A e B) per dare una misura ad alcune specifiche metriche,

inerenti ad esempio a bisogni quali comodità, sicurezza, estetica. Alle metriche si è assegnata un’importanza (in stelle)

che è, generalmente, la media approssimativa dei pesi dei bisogni primari coinvolti. In taluni casi però, quando la metrica

è risultata essere particolarmente specifica, ad essa è stato attribuito un peso pari a quello del bisogno specifico che

intende soddisfare. Sono qui mostrati due esempi:

1. Metrica: “Tenacità sistema di regolazione” ; Bis. primario: “TZ rende sicuri (****)” ; Bis. Secondario: “TZ ha un

tenace sistema di regolazione (*)” Peso attribuito: *

2. Metrica: “Peso tracolla” ; Bis. primario: “TZ è ergonomica (****)” ; Bis. Secondario: “TZ è leggera (*)” Peso

attribuito: * *

Gli stessi sono presenti anche nella presentazione principale. Come sappiamo le metriche dovrebbero essere variabili

dipendenti, tuttavia abbiamo scelto di inserire le metriche “lunghezza della fascia” e “spessore della fascia” anche se

queste sono le variabili indipendenti di cui è funzione la metrica del “volume della fascia” (da noi chiamata “Ingombro”).

Questo perché nel nostro

Dettagli
A.A. 2015-2016
99 pagine
SSD Ingegneria industriale e dell'informazione ING-IND/15 Disegno e metodi dell'ingegneria industriale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher RiccardoScimeca di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ingegnerizzazione e sviluppo prodotto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Di Lorenzo Rosanna.