Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
INTRODUZIONE
La seguente relazione tecnica tratta il dimensionamento e il progetto di massima di un ipotetico
impianto di trattamento delle acque reflue a fanghi attivi, situato nei pressi di un centro abitato di
considerevoli dimensioni del Nord Italia.
Nello specifico, l’impianto consente il trattamento degli scarichi civili ed industriali, che possono
essere assimilati a scarichi domestici, di una popolazione equivalente di 160.000 abitanti, con
l/ab∙giorno.
dotazione idrica giornaliera pro-capite di 250
in arrivo all’impianto
La rete fognaria esistente è di tipo misto. Bisogna anche considerare che
all’impianto di depurazione giungono sia i liquami di tempo asciutto e sia le acque di pioggia: in
particolare, le acque reflue sono quelle che vengono trattate con continuità, per poter essere sversate
nel corpo idrico ricettore di competenza con caratteristiche entro i limiti di legge ed arrivano per 365
giorni l’anno, in caso di pioggia all’impianto arrivano anche le acque meteoriche, che di norma hanno
delle portate ben superiori a quelle delle acque nere.
1. NORMATIVA DI RIFERIMENTO
La normativa di riferimento a livello nazionale è il Decreto Legislativo n. 152 del 3 Aprile 2006,
conosciuto come Testo Unico Ambientale.
I principali obiettivi che tale normativa si prefigge di raggiungere sono i seguenti:
▪ e l’attuazione del risanamento dei corpi idrici
La prevenzione e la riduzione dell’inquinamento
inquinati;
▪ Il miglioramento della qualità delle acque e l’adeguata protezione di quelle destinate al consumo
umano;
▪ Il perseguimento di obiettivi di qualità dei corpi idrici, che ne garantiscano il mantenimento della
capacità naturale di autodepurazione.
Trattandosi di una normativa molto corposa, il testo è stato suddiviso in parti, sezioni, titoli, capi e
articoli. La porzione di nostro interesse è quella in cui si parla di Tutela qualitativa della risorsa e di
Disciplina degli scarichi. Infatti, il dimensionamento degli impianti di trattamento delle acque reflue
presuppone la conoscenza dettagliata delle caratteristiche qualitative e quantitative dei liquami da
trattare e, a tal proposito, la Disciplina degli scarichi impone il rispetto di limiti di concentrazione
tabellati per tutte quelle acque, che prima vengono convogliate in fognatura sia in tempo secco che in
3
poi vengono trattate all’interno dell’impianto ed infine vengono
tempo di pioggia, scaricate nei corpi
idrici ricettori. all’uscita
Per quanto concerne i quantitativi di BOD , COD, solidi sospesi, azoto e fosforo totale
5
dall’impianto, sono definiti dei limiti di concentrazione contenuti all’interno dell’allegato 5 alla
stati
parte III del D.L. sopra citato. Di seguito, vengono riportate le Tabelle 1 e 2, che racchiudono i limiti
da rispettare per il seguente caso di progetto.
Tabella 1. Limiti di emissione per gli impianti di acque reflue urbane
Tabella 2.Limiti di emissione per gli impianti di acque reflue urbane recapitanti in aree sensibili
Sono definite aree sensibili quelle a rischio di eutrofizzazione, per le quali si deve prevedere un
trattamento più spinto per quanto riguarda i parametri di azoto e fosforo. 4
2. SCHEMA DI FUNZIONAMENTO DELL’IMPIANTO
All’interno dell’impianto si distinguono due linee funzionali:
• La linea acque
• La linea fanghi
La LINEA ACQUE è costituita delle seguenti componenti, che si suddividono tra i trattamenti
primari, secondari e terziari.
- TRATTAMENTI PRIMARI GRIGLIATURA GROSSOLANA
VASCA DI ARRIVO CON SFIORO
IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO
GRIGLIATURA FINE
DISSABBIATORE E DISOLEATORE
SEDIMENTATORE PRIMARIO
- TRATTAMENTI SECONDARI VASCA DI PRE-DENITRIFICAZIONE
VASCA DI OSSIDAZIONE E NITRIFICAZIONE
SEDIMENTATORE SECONDARIO
- TRATTAMENTI TERZIARI VASCA DI DISINFEZIONE
La LINEA FANGHI è costituita dai seguenti elementi:
PRE-ISPESSITORE
DIGESTORE ANAEROBICO
GASOMETRO
POST-ISPESSITORE
DISIDRATAZIONE MECCANICA 5
In particolare, a valle della grigliatura fine, cioè a partire dalla fase di dissabbiatura, si è deciso di
sdoppiare la linea acque in due percorsi funzionali: il primo percorso è costituito da uno dei due
sedimentatori primari e da un by-pass ad esso connesso, necessario per far uscire una portata pari a
2·Q , rispetto alla 4·Q in arrivo dalla grigliatura grossolana. In questo modo, alle due linee di
24 24
trattamento secondario giunge la portata rimanente, sempre pari a 2·Q . Il secondo percorso è
24
formato dall’altro sedimentatore primario e dalle due linee parallele dei trattamenti secondari.
Quest’ultimo percorso è stato progettato in maniera tale che i manufatti di trattamento secondario
siano sempre in funzione sia in tempo di secco che in tempo di pioggia, mentre il primo percorso si
attiva solamente in caso di intensi eventi pluviometrici. Infine, la portata prelevata dal by-pass viene
verso un’apposita
indirizzata vasca di disinfezione, come accade per la portata proveniente dalle linee
di trattamento secondario.
complesso all’interno dell’impianto
Nel sono presenti 2 manufatti per la fase di dissabbiatura e
disoleatura, 2 vasche per la fase di sedimentazione primaria, 2 vasche per la fase di ossidazione-
nitrificazione, 2 vasche per la fase di denitrificazione, 2 vasche per la fase di sedimentazione
secondaria e 2 vasche di disinfezione.
Il profilo idraulico è condizionato dalla quota del pelo libero della fognatura in arrivo e dalla quota
del pelo libero del corpo idrico ricettore. Poiché le varie apparecchiature indicate sopra comportano
una notevole perdita di carico (2-3 metri), è necessario disporre di uno o più sollevamenti. Infatti, le
perdite di carico sono provocate dalle dissipazioni di energia nelle tubazioni e dai salti necessari per
realizzare gli stramazzi, che impongono i livelli.
Tenendo conto di queste ragioni, nel caso di progetto si è deciso di disporre uno stramazzo prima
dell’impianto di sollevamento, inoltre, in virtù di quanto detto sopra, sarebbe bene posizionarne uno
anche dopo il sedimentatore primario ed uno dopo il sedimentatore secondario. Naturalmente, il
livello del pozzetto finale deve essere superiore al ricettore, per poter scaricare sempre.
all’interno dell’impianto
In linea generale, il percorso del liquame è il seguente:
❖ Le acque reflue vengono raccolte dalle singole reti fognarie e convogliate mediante collettori
all’impianto di depurazione.
❖ Il liquame proveniente dalla rete fognaria mista, appena entra nel centro di depurazione viene
convogliato verso una stazione di grigliatura grossolana, dove le parti solide ed ingombranti
che potrebbero altrimenti intasare tubazioni e pompe, vengono separate automaticamente,
lavate, pressate e portate in discarica. 6
❖ I liquami passano, quindi, dopo essere stati sollevati attraverso un idoneo impianto di
sollevamento a pompe, attraverso una successiva grigliatura fine, mediante la quale vengono
ulteriormente filtrati i liquami e inviati al dissabbiatore-disoleatore.
❖ Nella dissabbiatura-disoleatura avviene la separazione delle sabbie per sedimentazione
naturale, mentre la separazione e la risalita degli olii e dei grassi in superficie, viene favorita
mediante insufflazione di aria che, assicurando una limitata turbolenza impedisce anche la
sedimentazione di sostanze organiche.
❖ Dopo essere passato nel dissabbiatore-disoleatore, il liquame arriva nei bacini di
sedimentazione primaria, dove avviene la separazione per gravità dei solidi sedimentabili. I
fanghi che si accumulano sul fondo della vasca vengono sospinti dalla lama di fondo di un
carroponte raschiatore in apposite tramogge di raccolta, mentre le restanti acque di scarico
vengono inviate ai trattamenti successivi. A questo punto terminano i trattamenti fisici e
meccanici i quali hanno asportato circa 1/3 del carico organico dal refluo.
❖ Successivamente, il liquame viene convogliato nelle vasche di ossidazione, dove è sottoposto
ad intensa aerazione con conseguente abbattimento delle sostanze organiche. Questo processo
si basa sull’azione metabolica di microrganismi e batteri che utilizzano le sostanze organiche
e l’ossigeno disciolti nel liquame per la loro attività e riproduzione. In tal modo si formano
fiocchi costituiti da colonie di batteri facilmente eliminabili nella successiva fase di
sedimentazione. Per un ottimale assorbimento delle sostanze, è necessaria una sufficiente
presenza di ossigeno, che viene fornito mediante insufflazione di aria dal fondo.
❖ I liquami così depurati passano alla sedimentazione finale (sedimentazione secondaria) dove
avviene la separazione dei fanghi attivi. Un ponte raschiatore raccoglie il fango sedimentato.
Una parte del fango attivo viene fatta ricircolare nella vasca di aerazione e la parte in esubero
viene inviata al trattamento successivo. Le acque depurate entrano poi nella stazione di
clorazione dove vengono sterilizzate con un dosaggio di cloro.
❖ I fanghi depositatisi sul fondo delle vasche di sedimentazione secondaria vengono in parte
riciclati ai bacini di ossidazione (fanghi attivi di ricircolo) ed in parte inviati ai bacini di
stabilizzazione (fanghi di supero). Questi ultimi vengono infine pompati allo stadio di
ispessimento da dove, dopo essersi addensati ulteriormente, vengono inviati ai digestori,
successivamente ad una nastro-pressa e accumulati presso letti di essiccamento dai quali
periodicamente vengono rimossi ed utilizzati in agricoltura, compostaggio o smaltiti in
discarica 7
❖ Oltre ai processi meccanici e biologici, risultano necessari anche altri trattamenti, che hanno
lo scopo di limitare le sostanze nutritive come azoto e fosforo nello scarico finale, sostanze
avviene
che possono portare a problemi di ipertrofia nei fiumi e laghi. La rimozione dell’azoto
con processi biologici tramite batteri speciali nelle vasche di ossidazione, mentre per
l’eliminazione del fosforo si utilizza un processo chimico, che consiste nell’aggiunta di un
prodotto flocculante (come sali di ferro) durante il processo depurativo.
si riporta lo schema generale dell’impianto a fanghi attivi di progetto.
Di seguito, 8
3. DIMENSIONAMENTO DELL’IMPIANTO: PORTATE DI CALCOLO
La portata di calcolo rappresenta il più importante parametro progettuale d’impianto per i depuratori
e deve essere tale da garantire il funzionamento dell’impianto in tutte le fasi fisiche,
biologici urbani
chimiche e biologiche di trattamento anche duranti i picchi di carico e portata. Dunque, una volta
i rendimenti d’impianto, possono
fissata la portata di calcolo ed i carichi da essa veicolati, imposti
essere effettuati tutti i calcoli di progetto per la determinazione delle biomasse attive necessarie e dei
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
Per termini, condizioni e privacy, visita la relativa pagina.