Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
CENTRO EDUCATIVO MINORI A RISCHIO, DEVIAN
Come è noto, l’ adolescenza è il periodo più critico e complesso della vita di ognuno; in questa fase
infatti, avviene una profonda ristrutturazione della personalità dell’ adolescente, dovuta a fattori di
natura biologica, psicologica e sociale.
Questa particolare fase del ciclo di vita spesso è accompagnata da comportamenti a rischio. Per
comportamenti a rischio s'intendono per lo più le attività che possono avere come diretta
conseguenza effetti letali o negativi sulla salute degli individui (bere, fumare, rapporti sessuali non
protetti, guida pericolosa, cattive abitudini alimentari) o comportamenti socialmente distruttivi
(vandalismo, crimine ed atti devianti in genere). In particolare, i risultati delle ricerche più recenti
evidenziano una preoccupante crescita del disagio e della devianza minorile e giovanile.
"Devianza" è un termine con il quale si indica un atto che si discosta dalle aspettative sociali,
dunque il deviante è colui che compie atti contrari alle norme della società e che per questo è
condannato dalla società stessa. Di fatto, però, la devianza è solo l’ultimo anello di un percorso:
dalla manifestazione di un disagio, al disadattamento e infine alla delinquenza. Di conseguenza, è
importante che i servizi sociali, pubblici e privati si impegnino a progettare e gestire una politica per
i minori centrata su responsabilizzazione e mobilitazione delle agenzie educative, in primis la
famiglia e la scuola. Da quanto sopra esposto, scaturisce l’esigenza di affrontare il problema della
devianza minorile attraverso un adeguato intervento, volto a prevenire e ridurre il rischio di
comportamenti devianti.
Destinatari:
Adolescenti tra i 12 e i 18 anni che risiedono in un quartiere ad alta densità di criminalità
Diretti:
della città di Catania.
Indiretti: Famiglie, Comunità.
Obiettivo generale: offrire agli adolescenti opportunità di socializzazione e aggregazione,
aiutandoli ad individuare e sviluppare le proprie risorse e potenzialità attraverso la scoperta di nuovi
interessi e abilità.
Obiettivi specifici:
• Stimolare la dimensione progettuale, promuovere atteggiamenti positivi rispetto alla corporeità e
alla sessualità, aiutare ad individuare e potenziare attività ed interessi;
• Favorire l’acquisizione di modelli comportamentali e relazionali alternativi a quelli aggressivi e
violenti;
• Stimolare l’interesse all’istruzione e al sapere sostenendo il recupero culturale;
• Educare alla legalità proponendo nuovi modelli comportamentali;
Modello teorico di riferimento: Psicologia di comunità.
La Psicologia di Comunità si può definire come un'area di ricerca e di intervento che mira a
promuovere il benessere individuale, gruppale e collettivo. Essa interviene stimolando la
partecipazione attiva dei destinatari, promuovendo la valorizzazione e l’attivazione delle risorse
(empowerment), costruendo una rete di relazione e di servizi e considerando il gruppo come
strumento privilegiato di intervento.
Metodologia
L’intervento su un fenomeno così rilevante, richiede l’uso di una metodologia esaustiva ed efficace
quale l’intervento di rete. La forza di questa metodologia, consiste nel produrre un cambiamento
nell’intero ambiente osservato. Si ritiene necessario un intervento integrato da parte dei servizi
coinvolti (Enti locali, referenti della Giustizia Minorile, scuola, …) al fine di effettuare una
programmazione il più possibile rispondente alla realtà territoriale, e per creare un "osservatorio"
sui fenomeni del disadattamento e della devianza minorile. Il presente progetto, inoltre trae spunto
dalla metodologia dell’educazione socio- affettiva, un metodo educativo che mira allo sviluppo
della conoscenza di sé e delle proprie emozioni promuovendo lo sviluppo di competenze relazionali
tramite tecniche specifiche quali, ad esempio, il circle time, il focus group o il role playing.
Fasi e attività
I Fase: Presentazione del progetto
Presentazione del progetto
- Somministrazione di un questionario appositamente costruito per indagare aspettative e
- bisogni dei destinatari dell’intervento in modo da adattarvi flessibilmente le successive fasi.
II Fase: Intervento/formazione
L’intervento predispone uno Spazio aggregativo e uno spazio educativo comprendenti le seguenti
attività:
1)SPAZIO AGGREGATIVO:
• Attività espressivo-corporea-sportiva (sport vari: balli di gruppo, danza…),
• Laboratori creativi (manualità oggettistica, pasta di sale, decoupage);
• Attività ricreative: gite e visite culturali.
2) SPAZIO EDUCATIVO:
• cineforum e focus group su temi quali l’affettività, sessualità, corporeità, droga, alcool, identità, e
legalità. I gruppi di riflessione verranno condotti attraverso tecniche quali: circle time, role
playing, etc.
• laboratorio di informatica corsi di base per l’acquisizione delle principali nozioni.
• laboratorio orientativo (stimolare la capacità introspettiva e autoconoscitiva dei partecipanti. Con
l’aiuto di esperti i soggetti cominceranno a valutare i più moderni e svariati percorsi professionali
che il mercato del lavoro offre).
III Fase: Conclusione del progetto
Incontro conclusivo.
- Somministrazione di un questionario per indagare l’acquisizione di conoscenze e
- competenze acquisite attraverso il percorso svolto.
Festa conclusiva, in cui i ragazzi saranno direttamente coinvolti nell’organizzazione, ed
- esporranno i lavori prodotti durante i laboratori svolti.
Spazi e tempi
Le attività verranno svolte presso locali concessi da Comune del territorio di riferimento.
La durata complessiva del progetto è di 3 mesi (da metà giugno a metà settembre), le attività
verranno svolte nelle ore pomeridiane dalle 15:00 alle 19:00, dal lunedì al venerdì.
Nello specifico i tempi previsti per le attività sono:
Attività espressivo-corporea-sportiva 60 ore. (1 ora al giorno)
- Laboratori creativi 120 ore (2 ore al giorno)
- Attività ricreative: gite e visite culturali 20 ore (1 gita(12 ore) e 2 visite culturali(4 ore per 2)
- Cineforum e focus group 24 ore (2 ore a settimana)
- Laboratorio orientativo 9 ore (3 ore al mese)
-
Risorse
R. materiali:Materiale di cancelleria, materiale per i vari laboratori, Computer, Video proiettore, etc
R. Umane: 2 psicologi (1 esperto nella conduzione dei gruppi), 3 animatori, 1esperto di pc, 1esperto
in orientamento professionale, 1autista.
Costi
Il progetto avrà un costo complessivo di 9500 euro
Rischi
Atteggiamento non collaborativo da parte dei destinatari dell’intervento, stereotipi e pregiudizi nei
confronti della figura dello psicologo, interruzione dei fondi durante lo svolgimento del progetto.
Valutazione
Ex-ante: Somministrazione di un questionario appositamente costruito per indagare le conoscenze
dei partecipanti relative al concetto di legalità, ai modelli comportamentali ritenuti idonei nella
società, alle aspettative sul futuro, alla consapevolezza delle proprie risorse e potenzialità.
In Itinere: si baserà sulla valutazione dei report compilati durante lo svolgimento delle varie
attività e dai dati emersi dalle riunioni d’equipe.
Ex Post:
Nuova somministrazione del questionario iniziale per confrontare i risultati ottenuti e gli obiettivi
conseguiti attraverso il progetto svolto. Premessa
Con la Legge 180 del 1978, conosciuta con il nome di Legge Basaglia, si è assistito ad un
cambiamento radicale dell’assistenza psichiatrica. La legislazione precedente era
fondamentalmente di tipo custodialistico, non faceva riferimento ad interventi terapeutici o
riabilitativi, quindi non riconosceva alla persona affetta da disturbo psichiatrico alcun diritto.
Successivamente comincia ad emergere una cultura riabilitativa finalizzata alla promozione
dell’integrazione del malato nel territorio.
Per “riabilitazione” si intende un processo che ha come obiettivi quelli di identificare,
prevenire e ridurre le cause dell’inabilità e di aiutare la persona a sviluppare ed usare le
proprie risorse e capacità in modo da migliorare la qualità della sua vita. In questo modo, le
azioni e gli interventi sono volti a ciò che vi è di sano nel soggetto e non alla patologia. La
riabilitazione non deve essere considerata in modo riduttivo come un aiuto che compensi
l’inabilità, ma come trattamento complesso ed integrato rivolto alla persona per lo sviluppo
delle risorse in lei presenti.
L’obiettivo prioritario non è la guarigione ma il raggiungimento di un adattamento e di una
integrazione nell’ambito sociale e, il miglioramento della qualità della vita del soggetto.
In applicazione alla Legge 180 si è cercato di riorganizzare i servizi di assistenza psichiatrica
per fronteggiare le diverse esigenze del malato psichiatrico, della sua famiglia e del suo
contesto. Per tale motivo, sono nate le strutture intermedie residenziali e non, dove possono
essere attuati dei veri e propri programmi riabilitativi.
Destinatari
Diretti: Soggetti psicotici, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, inviati dal DSM del territorio di
riferimento.
Famiglie, comunità.
Indiretti:
Obiettivo generale: Attivazione di una struttura semiresidenziale (centro diurno) con finalità psico-
riabilitative per pazienti psicotici.
Obiettivi specifici:
-Sviluppare la conoscenza e la consapevolezza di Sé e delle proprie emozioni
- Favorire lo sviluppo cognitivo, affettivo e delle competenze relazionali del soggetto.
-Sviluppare l’assunzione di responsabilità di ogni soggetto
-Promuovere il cambiamento dei comportamenti disfunzionali e disadattavi rafforzando le
risorse personali ed i nuclei sani di personalità.
-Favorire il futuro reinserimento ed adattamento sociale.
-Le attività saranno realizzate all’interno di un percorso laboratoriale con la formazione di
gruppi. I laboratori privilegeranno percorsi socio-relazionali, educativi, ludici, creativi. Si
cercherà di rendere protagonisti gli stessi pazienti, sviluppando le loro capacità creative,
l’armonia della loro personalità e il senso critico.
Modello teorico di riferimento
Si utilizzerà l’approccio della Psicologia di Comunità, definibile quale area di ricerca e di
intervento volta a promuovere il benessere individuale, gruppale e collettivo stimolando la
partecipazione attiva dei destinatari. La psicologia di comunità adotta un orientamento
sistemico-e