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Il ruolo dello Stato e delle istituzioni nella società
Lo Stato ha un ruolo fondamentale nella società, soprattutto a livello sociale ed economico. Il denaro e le tasse sono elementi centrali nel funzionamento dello Stato e delle istituzioni.
Il comune non ha la libertà di accordare o rifiutare il proprio contributo finanziario allo Stato. La tassa, ad esempio, viene votata dal legislatore ma è il comune che la ripartisce e la riscuote.
In Francia, l'esattore dello Stato riscuote anche le tasse comunali, mentre in America è l'esattore comunale che riscuote anche le tasse dello Stato.
Tutto ciò presuppone una maggior fiducia nelle istituzioni americane rispetto a quelle francesi. Il sistema americano è considerato più evoluto ma anche più esposto all'individualismo, che ha spezzato ogni sorta di legame tra gli uomini.
Per contrastare la tirannia della maggioranza, secondo Tocqueville, è importante che ci sia un forte associazionismo, che considera il miglior strumento per coinvolgere gli individui e renderli membri attivi della società.
America ha un forte accentramento politico e un forte decentramento amministrativo. Questo garantisce alle autonomie locali la possibilità di non applicare una legge proveniente dal potere centrale dannosa per il territorio. Ma Tocqueville sosteneva che ciò che vale per l'America non vale per l'Europa poiché c'è una differenza storica, culturale e filosofica tra le due democrazie. La seconda proviene dall'assolutismo e quindi tende ad avere mire accentratrici, la prima, invece, è "figlia" di emigrati che approdarono sulle rive del nuovo continente con ideali di amore e di libertà. Questa differenza culturale Tocqueville la incontrava anche nel diverso modo di approccio dei due popoli verso gli indiani; bastava vedere il diverso modo di comportamento che assumevano i conquistadores spagnoli e quello degli americani legalitari nei confronti dei "pellerossa". Altro fattore da associare al pericolo
politicoaccentratore è il potere economico che ha portato alla nascita di una nuova aristocrazia, che non ha più a cuore il suddito, ma che si basa solo sul mercato e sul profitto. Una volta gli aristocratici avevano a cuore i propri sudditi e ricorrevano al loro sostegno quando ne fosse bisogno. Oggi non c'è più nessun rapporto affettivo e questo fa della nascente aristocrazia una classe crudele. Per Tocqueville l'ideale di democrazia era fondato sulla divisione dei poteri sul lato istituzionale, dove la libertà era un valore che andava difeso, che andava paragonato alla dignità umana. Qualsiasi forma di governo ci sia, per essere considerata democratica, deve garantire e tutelare tale ideale. Dal punto di vista di Cattaneo, patriota, scrittore, politico "[...] I comuni sono la nazione; sono la nazione illuminista italiana: nel più intimo asilo della sua libertà [...]" (3), e così come lo era perfatto naturale. Tocqueville,Il comune era da considerare un “Infatti guarda alla Lombardia con ammirazione dove la sua forza vain riferimenti alle molteplicità dei comuni e al più libero uso dellaragione. Il suo pensiero eguaglia quello di Tocqueville: esseredecentramento.protesi per un Nelle sue parole possiamo trovar“[…Meglio vivere amici in dieci case, che vivereconferma di cio’:discordi in una sola…]” (4).Nell’Italia la suddivisione comunale avvenne automaticamente epoiché lo Statuto aveva riservato alla legge le circoscrizionicomunali, essa doveva tracciarle nel senso della maggior libertànaturale e della maggior convenienza economica. Chi va a pagarele imposte risulta essere imbrogliato se ad esempio la scuola èlontana dalla sua casa e non può raggiungerla facilmente. Quindi seuna legge non crea condizioni convenienti per i propri abitanti fasvanire l’enfasi e così facendo il diritto sembra essere legato ad unsoldo.
Si pensi che nell'antichità non era così, al di là della quantità d'imposta, un cittadino era uguale indifferentemente della classe sociale. Il federalismo nasce come lotta al centralismo e il federalismo sostenuto da Cattaneo è di tipo politico per la libertà. La confederazione è un'organizzazione dove la decentralizzazione, da lui sostenuta, è vista come un processo rivoluzionario che parte dall'interno. Quest'esigenza di vedere un decentramento si è avvertito in tutta Europa avendo come risultato "il manifesto di Ventotene". Per un'Europa libera e unita. Progetto avente titolo originale "d'un manifesto", scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Ursula Hirschmann tra il 1941 ed il 1944. Gli estensori del Manifesto sostenevano che era necessario creare una forza politica esterna ai partiti tradizionali, inevitabilmente legati alla lotta politica nazionale, e quindi incapaci di.rispondere efficacemente alle sfide della crescente internazionalizzazione. Questa forza politica nacque poco tempo dopo: il Movimento Federalista Europeo. Non era facile in quegli anni cogliere l'importanza di questa impostazione (che poneva nel campo della reazione anche i partiti più "di sinistra", nella misura in cui non riuscivano a porsi su un piano sovrannazionale) e vi fu chi, come Sandro Pertini, ritirò la firma dal documento. L'unica via per la pace è dare potere all'autonomia locale secondo un progetto federale in chiave di democrazia liberale e di governo, tra partecipazione e autonomia locale. Partendo da questa frase: "La via da percorrere non è facile né contenuta nel manifesto sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà" ancora oggi la volontà di attuare un percorso in chiave federale è attiva. Questo in principal modo perché in Italia stiamo mettendo in discussione la compattezza di un.sistema centralizzato che dura da decenni e che non regge più. Infatti le recenti riforme costituzionali hanno sconvolto l'assetto istituzionale italiano dando alle regioni un ampio potere legislativo. Prendiamo in considerazione l'art. 114 "Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni [cfr. 131] e dallo Stato. I Comuni, le