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INDIRETTI E DESCRIVERE DETTAGLIATAMENTE UN IMPIANTO A SCELTA.
Quando la sorgente di calore è acqua calda o vapore acqueo che è stato a sua volta precedentemente
riscaldato con metodi diretto, parliamo di scambiatori di calore indiiretti.
Gli scambiatori di calore indiretti comprendono:
-scambiatori a vasca ad intercapedine
-scambiatori a piastre
-scambiatori tubulari a loro volta distinti in:
a serpentino
a doppio e triplo tubo
a fascio tubiero
-scambiatori a film agitato
-scambiatori a spirale: sono costituiti da due lunghe strisce metalliche avvolte a spirale e saldate al centro
in modo da generare due percorsi distinti a spirale.
Lo spessore dello spazio fra due piastre è fissato con distanziatori fra i 5 e i 25 mm, in funzione delle
caratteristiche del fluido trattato, e può essere diverso per prodotto e fluido do servizio.
Lo scambiatore a spirale ha, in ragione dell’elevata superficie, una buona efficienza.
La distribuzione del fluido sulla superficie di scambio è in generale ottima, senza spazi morti.
Insieme allo scambiatore a piastre, è il più compatto, potendo assemblare in un unico apparecchio fino a
2
500 m e, a seconda della necessità, si impiegano diversi apparecchi.
La flessibilità è evidentemente nulla, essendo definiti per ogni impianto fin dalla costruzione, la superficie
di scambio ed il modo di funzionamento.
L’accessibilità della superficie di scambio ad ispezioni ed interventi diretti è modesta o buona a seconda
delle dimensioni.
Sezione di uno scambiatore a spirale funzionante in controcorrente. Disegno pag 51 libro.
In un unico apparecchio compatto si possono avere superfici di scambio molto elevate.
ILLUSTRARE GLI SCAMBIATORIA SUPERFICIE RASCHIATA E DESCRIVERNE LE MODALITà
DI FUNZIONAMENTO.
Questi scambiatori, detti anche Votator, sono costituiti da un tubo ad intercapedine nell’interno del quale
ruota un cilindro (rotore) portante delle lame raschianti.
Il prodotto viene pompato ad un’estremità del cilindro e fluisce verso l’altra estremità mentre è mantenuto
in agitazione e continuamente rinnovato alla superficie di scambio dal moto del rotore con le lame.
Il fluido di servizio scorre nell’intercapedine. Disegno pag 48.
Gli scambiatori di calore a film agitato sono stati messi a punto per riscaldare, raffreddare o congelare
prodotti ad elevata viscosità, anche contenenti materiali fibrosi in sospensione.
Possono operare da -35°C a 180°C ed utilizzare come fluido di servizio dal vapore all’acqua, al
“dowtherm” per il riscaldamento oppure acqua gelata, salamoia o sistemi ad espansione diretta per il
raffreddamento.
L’agitatore a lame svolge un ruolo fondamentale nel rinnovare continuamente il fluido a contatto della
parete favorendo il trasporto di calore minimizzando le incrostazioni e mantenendo omogenea la
temperatura del prodotto.
Il prodotto, che viene alimentato con una pompa positiva, può percorrere un solo o più cilindri, assemblati
in serie o in parallelo a seconda del trattamento da realizzare.
Esistono diverse varianti allo schema costruttivo fondamentale a seconda della ditta costruttrice e delle
esigenze di lavoro.
In alcuni apparecchi ad esempio il rotore è internamente cavo ed anche in esso circola il fluido di servizio
per favorire un più rapido scambio di calore.
In altri casi il rotore è montato eccentricamente rispetto al cilindro per migliorare il rimescolamento e
minimizzare gli effetti di spostamento in massa che spesso si verificano con prodotti pastosi o semi-solidi.
Le lame raschianti sono fissate rigidamente al rotore quando si devono trattare prodotti fortemente
abrasivi come miscele di grassi o zucchero: in questi casi si fissa una piccola distanza fra le lame ed il
cilindro.
Nella maggior parte dei casi le lame sono incernieriate sul rotore e mantenute in pressione elastica contro
la superficie di scambio.
Per prodotti estremamente viscosi la forma delle lame è a spirale.
Negli scambiatori a film agitato molto spesso la resistenza maggiore al trasporto di calore è quella offerta
dalla parete metallica che separa il fluido di servizio dal prodotto.
Si tende pertanto a ridurre lo spessore, compatibilmente con le esigenze di rigidità e di resistenza
meccanica ed a sostituire l’acciaio inossidabile con leghe di nichel e cromo, se non vi sono
controindicazioni con l’aggressività dei prodotti trattati.
Inizialmente impiegati nella produzione in continuo della margarina, gli scambiatori a film agitato hanno
ora una diffusione larghissima come impianti continui di cottura, raffreddamento, pastorizzazione,
congelamento in crioconcentrazione ecc.
Questi apparecchi consentono il trattamento dei più diversi materiali: da impasti di farine a concentrati di
latte e di succhi vegetali, puree di frutta, creme, gelati, budini ed altri prodotti gelificati.
In scambiatori di questi tipo vengono cotti e presterilizzati gli omogeneizzati per l’infanzia ed altri
impasti e miscele destinate al condizionamento o all’essiccamento.
Riassumendo, gli scambiatori a superficie raschiata sono molto efficienti, consentono valori elevati del
coefficiente globale si scambio ed avendo un’elevata superficie specifica di scambio
Essi hanno requisiti igienici ottimi.
Tra le limitazioni possiamo indicare la limitata capacità complessiva, la scarsa elasticità e, soprattutto il
costo elevato.
Ciò non toglie che questi scambiatori siano praticamente i soli a poter trattare prodotti semi-solidi e
pastosi aventi comportamento non-newtoniano.
Spiegare com'è fatta e come funziona la centrifuga orizzontale tipo decanter.
Il Decanter centrifugo sfrutta la differenza di densità tra l’acqua e i solidi in sospensione in un fango da
depurazione civile. Tale differenza viene aumentata esponenzialmente dalla forza centrifuga prodotta
dalla rotazione del tamburo tronco-conico del Decanter. All’interno del tamburo una vite senza fine
denominata coclea spinge il fango addensato verso una estremità lasciando uscire l’acqua con una
percentuale di solidi inferiore verso l’altra estremità. Agendo sulla velocità del tamburo e sulla differenza
di velocità tra tamburo e coclea è possibile ottenere in uscita un fango addensato (ispessito) in maniera
variabile. Questo risulta di notevole importanza in funzione del carico di fanghi da trattare. È quindi
l’operatore che sceglie il grado di ispessimento richiesto e non la macchina, che può dare sempre e solo il
massimo ispessimento per il determinato carico ricevuto.
L’utilizzo di un Decanter per l’ispessimento dei fanghi riduce di molto l’utilizzo dei flocculanti. Questo
perché la notevole forza centrifuga sviluppata agisce molto più rapidamente sui fiocchi che si formano e
quindi il prodotto deve permanere all’interno per un tempo inferiore rispetto ad un ispessitore dinamico.
Inoltre, in alcuni casi nei quali una non eccellente chiarificazione della fase liquida possa essere ritenuta
accettabile, il Decanter può lavorare anche in assenza di condizionamento chimico. Il decanter ha un
duplice utilizzo. La concezione del Decanter ed il suo impiego principale è la disidratazione dei fanghi.
Questo fa’ si che alla bisogna un Decanter che normalmente viene impiegato per l’ispessimento possa
essere utilizzato per la disidratazione, alleggerendo così il carico della sezione successiva dell’impianto.
Ovviamente per questo utilizzo si rende indispensabile l’aggiunta di un flocculante
Descrivere le pompe centrifughe e le pompe positive.
Illustrare gli scambiatori di calore a superficie raschiata e funzionamento.
Gli scambiatori di calore a superficie raschiata, nei quali un albero dotato di palette viene fatto ruotare per
rimuovere il prodotto dalle pareti di scambio termico, sono appropriati per il riscaldamento e il
raffreddamento di prodotti alimentari delicati.
Disegnare lo schema di un’autoclave statica con i sistemi di controllo e descrivere il suo
funzionamentoL’autoclave è un impianto discontinuo è semplice la sua costruzione, è facile il suo
mantenimento ed è poco costoso.Quella tradizionale è cilindrica e al suo interno vengono posti i prodotti
da sterilizzare in un cesto metallico. Il vapore viene insuflato dal basso mediante opportuni distributori e
la condensa, per gravità, viene scarica anchessa dal basso. Costituito anche da un manometro e da un
termometro per verificare le condizioni attuali di lavoro perché la pressione deve essere maggiore della
temperatura del vapore saturo; per migliorare questo parametro bisogna far uscire l’aria da una valvola. Al
termine si interrompe il vapore e si fa entrare acqua (o altro) per raffreddare i contenitori. Durante il
processo i contenitori si potrebbero aprire o rompere, per non far avvenire ciò oltre all’acqua si fa entrare
aria in pressione in modo da bilanciare le pressioni.
Spiegare i principi della liofilizzazione e descrivere il processo dei prodotti alimentari
La liofilizzazione è l’operazione di disidratazione che meglio minimizza il danno tecnologico sul
prodotto, preservandone la qualità sensoriale e nutrizionale. Il costo elevato dell’operazione ne ha però
spesso limitato l’utilizzo ad alimenti con elevato valore commerciale come le bevande nervine, gli
alimenti dietetici per l’infanzia e particolari prodotti della pesca. Nella liofilizzazione la disidratazione
avviene per sublimazione del ghiaccio, portando il sistema acquoso al di sotto del punto triplo. Il prodotto
viene prima raffreddato a temperature comprese tra –10 e –35 °C; l’acqua passa in tal modo dallo stato
liquido allo stato solido. Si fa quindi il vuoto raggiungendo pressioni residue corrispondenti alla pressione
di vapore del ghiaccio alla temperatura d’esercizio . Infine si disidrata il prodotto per sublimazione,
fornendo il necessario calore latente mediante conduzione o irraggiamento.
La distribuzione dei diversi componenti in un liofilizzato è la stessa che si ha nel prodotto di partenza.
Poiché la temperatura dell’intero trattamento è bassa, è anche possibile ridurre tutti i fenomeni di danno
termico. Si realizzano così prodotti ottimi dal punto di vista qualitativo e conservabili per tempi molto
lunghi; l’elevata porosità del materiale liofilizzato lo rende infine facilmente reidratabile. Data l’elevata
porosità e il basso livello di attività dell’acqua, i liofilizzati sono particolarmente suscettibili
all’ossidazione e devono pertanto essere protetti dall’ossigeno nel confezionamento e durante lo
stoccaggio.
Spiegare il principio della centrifugazione. Descrivere le centrifughe separatrici a calotte e a scarico
automatico dei sediment