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Z Z
2 2 −
x cos(x) dx = x sen(x) 2 x sen(x) dx .
Integrando nuovamente per parti,
Z Z
−x −x
x sen(x) dx = cos(x) + cos(x) dx = cos(x) + sen(x) .
Pertanto, π
Z x=π
h i
2 2 − −4π
x cos(x) dx = (x 2) sen(x) + 2x cos(x) = .
x=−π
−π
3b) Data x
e + 1 ,
f (x) = 4x + x −
e 1
determinarne (in questo ordine) insieme di definizione, parità e disparità, limiti ed asin-
toti, intervalli di crescenza e decrescenza, massimi e minimi relativi ed assoluti, intervalli di
concavità e convessità, segno. Infine, disegnare un grafico approssimativo di f .
La funzione è definita per x diverso da zero. Dal momento che
−x x x
e + 1 e + 1 e + 1
−4x −4x − −f
= + = 4x + = (x) ,
f (−x) = + −x x x
− − −
e 1 1 e e 1
la funzione è dispari (ed è pertanto sufficiente studiarla per x > 0). Se x tende a zero da
destra, la funzione diverge positivamente, cosı̀ come diverge positivamente all’infinito. Dal
momento che x
f (x) e + 1
−
lim = 4 , lim [f (x) 4x] = lim = 1 ,
x −
x e 1
x→+∞ x→+∞ x→+∞
3 −
la funzione ha la retta y = 4x + 1 come asintoto obliquo a più infinito (e la retta y = 4x 1
come asintoto a meno infinito). Si ha poi 2x x
x −
2e 4e 10e + 4
0 −
f (x) = 4 = .
x 2 x 2
− −
(e 1) (e 1) 1
x
Sostituendo z = e , si trova che la derivata prima si annulla per z = 2 e z = , cui corrisponde
2
(nella regione x > 0), il punto x = ln(2). La derivata prima è negativa tra 0 e ln(2), positiva
−
da ln(2) in poi (e quindi x = ln(2) è un minimo relativo); simmetricamente, x = ln(2) è
un massimo realtivo. Minimi e massimi assoluti non esistono poiché f diverge. La derivata
seconda vale x x
2e (e + 1)
00
f (x) = ,
x 3
−
(e 1)
ed è quindi positiva per x > 0, negativa per x < 0. Per quanto riguarda lo studio del segno,
la f ha lo stesso segno di x dato che il minimo relativo in x = ln(2) è positivo. Il grafico è il
seguente: 4
Calcolo I — a.a. 2002–2003
Compito del 10 febbraio 2003
Prima parte
1a) Dimostrare per induzione che ≥ ∀n ≥
2
n
2 n , 4 .
4 2
Se n = 4, abbiamo 2 = 16 = 4 e quindi la disuguaglianza è vera. Supponiamola vera per
≥
un certo n 4. Allora · ≥ · ≥ ≥
2 2
n+1 n
2 = 2 2 2 n (?) (n + 1) .
L’ultima disuguaglianza è equivalente alla ≥
2
n 2n + 1 ;
≥
se n 4, allora · ≥ ≥
2
n = n n 4n = 2n + 2n 2n + 8 > 2n + 1 ,
che è quanto si voleva dimostrare.
2a) Calcolare (se esistono) i seguenti limiti: ³ ³ ´´
1
arc tg ln 1 +
n
n 3 2
n
³ ´
lim , lim .
−
n
n! + 2 1
n→+∞ n→+∞ 1 cos n
Il primo: n n n n−1
n 3 1
n 3 3 3 → · ·
³ ´ ³ ´
= = =3 3 0 1 = 0 .
− n
2
−
n n n
n! + 2 (n 1)! 1 +
2 2
n! 1 + (n 1)! 1 + n!
n! n!
Il secondo ³ ³ ´´ ³ ³ ´´ ³ ´
1 1 1 1
arc tg arc tg
ln 1 + ln 1 + ln 1 +
2 2 2
n n n → · ·
2
³ ´ ³ ´ ³ ´
n
= 1 1 2 = 2 .
1
− −
1 1 1
1 cos ln 1 + 1 cos
2
n
2
n n n
−|2x−1|
−
2
3a) Sia f (x) = x 2e . Dimostrare che l’equazione f (x) = 0 ha due soluzioni
nell’intervallo [−1, 1] e determinare due intervalli di ampiezza 1 che le contengano.
1
La funzione f è continua per ogni x (come somma di composizioni di funzioni continue).
Inoltre 2
2
2 −
−
− < 0 , f (1) = 1 > 0 ,
> 0 , f (0) =
f (−1) = 1 3
e e e
Applicando il teorema di esistenza degli zeri in [−1, 0] ed in [0, 1], si ottiene quanto richiesto.
Seconda parte
1b) Calcolare, se esiste, − x
ln(1 + x) + 1 e
lim .
x sen(x)
x→0
Primo modo: lo sviluppo di Taylor; si ha
2 2 3
x x x
− −
x
ln(1 + x) = x , e = 1 + x + , sen(x) = x .
+ R + R + R
2 2 3
2 2 6
Sostituendo, 2 2
− − − −
− −x
x x 2
x x + R + 1 1 x + R
ln(1 + x) + 1 e + R
2 2 2 −1
2 2 = lim = .
lim = lim − 4
x 2
x sen(x) x + R
2
x + R
x→0 x→0 x→0 4
4
6
Secondo modo: de l’Hôpital; si ha − −
1
− x
1
− x e
x e
ln(1 + x) + 1 e 2
(1+x) −1
1+x
lim = lim = lim = .
−
x sen(x) sen(x) + x cos(x) 2 cos(x) x sen(x)
x→0 x→0 x→0
2b) Calcolare Z Z
2x + 1 1 −x
2
dx , x e dx .
−
2
x 3x + 2 0
− − −
2
Il primo integrale: siccome x 3x + 2 = (x 1)(x 2), scriviamo
2x + 1 2x + 1 A B
= = + .
− − − − −
2
x 3x + 2 (x 1)(x 2) x 1 x 2
− −3; −
Moltiplicando per x 1 e prendendo x = 1, si trova A = Moltiplicando per x 2 e
scegliendo x = 2, si trova B = 5; pertanto
· ¸
Z Z −3
2x + 1 5 −3 − −
dx = ln(|x 1|) + 5 ln(|x 2|) .
dx = +
− − −
2
x 3x + 2 x 1 x 2 −x
2
Il secondo integrale: integriamo per parti (derivando x e integrando e ):
Z Z
−x −x −x
−x
2 2
x e dx = e + 2x e dx .
2
Integrando una seconda volta per parti,
Z Z
−x −x −x −x −x
−x − −e
2 2 2
x e dx = e 2x e +2 e dx = (x + 2x + 2) .
Pertanto, Z ¯ 5
1 ¯¯ x=1
−x −x
−e −
2 2 .
x e dx = (x + 2x + 2) =2 e
x=0
0
3b) Data −
1 2x x
f (x) = ,
e
−
x 1
determinarne insieme di definizione, parità e disparità, segno, limiti ed asintoti, intervalli di
crescenza e decrescenza, massimi e minimi relativi ed assoluti. Infine, disegnare un grafico
approssimativo di f . x
La funzione è definita per ogni x diverso da 1, e non è né pari, né dispari. Essendo e sempre
1−2x 12
positivo, il segno di f è dato dal segno del termine , che è positivo per x tra e 1,
x−1
negativo altrimenti. Si ha
−∞ −∞
lim f (x) = , lim f (x) = +∞ , lim f (x) = 0 , lim f (x) = ,
− x→−∞ x→+∞
+
x→1 x→1
e a +∞ non c’è asintoto obliquo. Si ha poi − − 2
1 1 2x 3x 2x
0 x x x
f (x) = e + = e ,
e
− − −
2 2
(x 1) x 1 (x 1)
32
e quindi la derivata prima si annulla per x = 0 e x = . Studiando il segno della derivata,
∪ 32
si vede che f è crescente in (0, 1) (1, ), decrescente altrimenti; pertanto, 0 è un minimo
32
realtivo, un massimo relativo. Il grafico di f è il seguente.
3
Calcolo I, a.a. 2002–2003 — Esercizi 4 — 29 ottobre 2002
© – 1) Sia a una successione tale che
n q
n |a |
lim = q ,
n
n→+∞
≤
dove 0 q < 1. Dimostrare che a converge a zero. Dare un esempio di successione con questa
n
proprietà. 1−q
q+1 p
n |a |
= q + è ancora minore di 1. Dal momento che converge a q, fissato
Siccome q < 1, n
2 2 1−q
1−q p
n
| |a | − ≥
esiste n tale che q| < per ogni n n . In particolare,
ε = ε n ε
2 2 −
1 q q +1
q
n
≤ |a | ∀n ≥
0 < q + = , n .
n ε
2 2
n
q+1
|a | |a |,
Ma allora per tali n si ha < ; pertanto e quindi a , tende a zero. Un esempio di
n n n
2
1
successione siffatta è a = .
n n
2
©§ – 2) Si calcolino i seguenti limiti:
√ √ √ n
2 2
− −
2n 3 n 1 1
n n n
√
lim , lim , lim 2 + 3 , lim 2+ .
3
3n + 1 n
3
n→+∞ n→+∞ n→+∞ n→+∞
n + 1
Si ha √ √
q q
3 3
− −
n 2 2
2 − 2
2n 3 2 2
n n → ,
= =
3
3n + 1 1 1
n 3 + 3 +
n n
e √ q
q 1
1 −
− 1
n 1
2 −
n 1 2
2 n
n
√ → 1 .
=
= q
q
3 3
n + 1 1
1 3
3 1+
n 1+ 3 3
n
n
Inoltre s
√ r
n n
2 2
n
n n
n n n →
2 + 3 = 3 1+ =3 1+ 3 ,
n n
3 3
e n n
1 1 n 3
n n n
≥ ≥ →
2+ =2 1+ [Bernoulli] 2 1+ = 2 +∞ .
n 2n 2n 2
©§ – 3) Si calcolino i seguenti limiti: s
2 4 n 2
r n
n + 4n + 1 3 n (2n)
n +2
n n .
, lim , lim , lim
lim n − (2n)!
n n! 4 n
n→+∞ n→+∞ n→+∞ n→+∞
b
Il primo limite vale 1 (essendo della forma a , con a tendente a 1 e b tendente a zero). Per il
n n n
n
secondo, 4
2 4 n 1 1
n + 4n + 1 →
= 4 + + 0 ,
2 4
n! n! n n
4 n 2
n 3 n
dato che tende a zero. Siccome tende a zero, anche il terzo limite vale zero. Per il quarto,
n
n! 4
ricordando la formula di Stirling,
s s
n n 2n
(2n) (2n)
n √
n = lim = 0 .
= lim
lim √
q
−2n
2n
(2n)!
n→+∞ n→+∞ n→+∞
(2n) e 4π n n
−2
2
4n e 4π n
1
©§ – 4) Si calcolino i seguenti limiti: n
√
√ n n n
!
n
1 n + n +3 3 1
n+1
√
− ,
lim 1+ , lim , lim 1 , lim 1 +
3
n
n! n n
n→+∞ n→+∞ n→+∞ n→+∞
2
1+ n
n
Ricordando che tende a zero, si ha
n! n
" #
n n! n!
1 1
0
→
1+ = 1+ e = 1 .
n! n!
Per il secondo si ha
√ √
n n
! ! √
n + n +3 n +3 ≥ ≥ →
= 1+ [Bernoulli] 1 + n + 3 +∞ .
n n
Per il terzo, √
3n n
√ √ √
n n n (n+1) n
3 3
n+1