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L'impatto della pandemia sull'economia italiana
Introduzione
Il Covid-19 ha colpito il mondo in maniera rapida e violenta, causando, oltre alle morti, anche il fatto che l'economia globale, per via del blocco imposto dai governi nazionali per appiattire la curva dei contagi, è stata spinta nella peggiore recessione dai tempi della seconda guerra mondiale colpendo nel giro di due trimestri la stragrande maggioranza delle economie sviluppate ed emergenti.
Dal gennaio del 2020, l'impatto dell'epidemia è passato da essere uno shock dell'offerta localizzato in Cina, con conseguenti problemi alle forniture mondiali (le aziende che presentano un'elevata dipendenza dall'esportazione e dalle catene di produzione globali hanno già cominciato a soffrire già a partire da gennaio quando il coronavirus ha cominciato a diffondersi in Cina), ad essere un violento shock della domanda che ha danneggiato i consumi e gli investimenti anche in
Europa (L'Italia è tra i Paesi maggiormente colpiti in termini di contagi e vite umane perse), Stati Uniti e America Latina. L'impatto sulla crescita del nostro Paese. L'Italia ha visto portare il debito pubblico italiano al 160% del PIL e una perdita del PIL pari all'8,9% nel 2020 a causa del blocco delle attività sociali e produttive interne e la maggiore dipendenza della nostra economia dai servizi rispetto, ad esempio, alla Germania. Tutti i Governi e le Banche Centrali hanno messo in campo misure straordinarie, e gli ingenti aiuti statali in particolare hanno contribuito ad assorbire lo shock, aiutando molte aziende colpite dalla pandemia ad evitare di raggiungere una cronica insolvenza.
I settori maggiormente colpiti. Nel giro di un anno e mezzo, la percentuale dei settori considerati maggiormente a rischio è passata dal 35% al 65%; pochi settori escono "sani e salvi" dal blocco delle attività sociali ed economiche del nostro Paese, infatti
sia nel campo dell'informatica che delle telecomunicazioni. Questi settori hanno beneficiato dell'aumento della domanda di servizi online durante il periodo di lockdown e si prevede che continueranno a crescere anche in futuro. In generale, la pandemia ha evidenziato l'importanza di diversificare l'economia e di investire in settori che possono resistere meglio alle crisi. Inoltre, ha messo in luce la necessità di adattarsi ai cambiamenti rapidi e di essere pronti a fronteggiare situazioni impreviste. È importante sottolineare che la situazione economica è in continua evoluzione e che le previsioni possono cambiare. Tuttavia, è fondamentale adottare strategie flessibili e innovative per affrontare le sfide attuali e future.come ICT e Telecomunicazioni. L'andamento aggregato dei fallimenti e delle uscite dal mercato Nonostante il notevole calo del PIL, nel 2020 si è assistito ad una diminuzione del numero di imprese fallite in confronto agli anni precedenti e così anche le dichiarazioni di fallimento (Figura 1, pannelli superiori): nel 2020 hanno avviato una procedura concorsuale liquidatoria poco meno di 7.400 imprese, a fronte di quasi 11.000 nel 2019. L'andamento delle istanze di fallimento mostra che le dichiarazioni di fallimento, nel 2020, sono diminuite di circa un quarto rispetto al 2019. Anche le uscite dal mercato da parte delle imprese nel 2020 sono diminuite rispetto al 2019, passando da 70.000 a 50.000. Osservando la dinamica mensile di fallimenti dichiarati, istanze di fallimento e uscite dal mercato avvenuti dal primo trimestre del 2020 (Figura 1, pannelli inferiori), gran parte del calo sia concentrato nel secondo trimestre dell'anno (ovvero i primi mesi di pandemia).Tale periodo era stata varata una moratoria sulle istanze di fallimento, che spiega in parte la significativa riduzione delle istanze di fallimento e dei fallimenti dichiarati in quel periodo.
Però, il calo risulta comunque ugualmente considerevole per le uscite dal mercato, che avvengono anche con modalità non interessate da tale provvedimento.
Figura 1 – Andamento dei fallimenti e delle uscite dal mercato
Dopo il primo lockdown, il numero di fallimenti e uscite si comunque è mantenuto in generale al di sotto dei livelli del 2019. È possibile che il blocco delle istanze di fallimento fino a giugno 2020 possa aver contribuito al calo dei fallimenti anche negli ultimi due trimestri dello stesso anno?
L'istanza, quando dà luogo a una dichiarazione di fallimento, tipicamente la precede di circa quattro mesi, ma è improbabile che tale effetto si protragga più a lungo.