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PANIERE RISPOSTE APERTE

Storia di Gianni Rodari

Rodari intorno agli anni Cinquanta, contribuisce a introdurre nuovi temi nella letteratura italiana per l'infanzia, quali le differenze sociali, lo sfruttamento nel lavoro, l'antimilitarismo, la solidarietà tra oppressi. L'eccessivo schematismo delle prime prove narrative e la loro collocazione in un contesto contadino lontano dai problemi della realtà industriale, consentono di rilevare l'attenzione di Rodari verso alcuni elementi tipici della tradizione popolare, che costituiscono i motivi dominanti della sua produzione successiva: il gusto della parodia, la contrapposizione fra infanzia e mondo adulto, che riprende la contrapposizione fra natura e consuetudine presente nei testi del cantastorie Giulio Cesare Croce, i richiami all'utopia popolare dei paesi di Cuccagna, i riferimenti al mondo alla rovescia. Il romanzo fantascientifico-umoristico. La torta in cielo appartiene a pieno titolo.

alla pedagogia rodariana, in cui si evince che sono spesso gli adulti a far maturare nei giovani un errato senso della proprietà, un pericoloso individualismo. Il romanzo nasce dagli incontri di Rodari con gli alunni della scuola elementare Collodi della borgata romana del Trullo. Nel '73 esce da Einaudi Grammatica della fantasia attraverso cui Rodari offre a genitori e insegnanti la possibilità di entrare nel suo laboratorio e di scoprire i segreti del mestiere. Si tratta di un libro eccezionale perché Rodari si fa critico di se stesso nell'unico modo adatto a spiegare i suoi libri e i suoi metodi inventivi.

ITALO CALVINO e il suo viaggio verso la fiaba

Calvino si divertiva a inventare fiabe della tradizione popolare e le raccolse in un libro, Fiabe italiane (1956), costituito da duecento storie. Le duecento novelle, appartenenti alla cultura popolare delle diverse regioni della penisola e delle isole, sono il frutto di un paziente e attento lavoro di selezione.

dalle raccolte folkloristiche di numerosi ricercatori e studiosi italiani dell'Ottocento e del Novecento. Delle pagine premesse alla raccolta delle duecento fiabe a noi interessa soprattutto un passaggio dedicato ai rapporti che la fiaba ha con la letteratura per l'infanzia. In poche righe Calvino riesce a concentrare osservazioni preziose sulla fiaba come genere da diventare guida all'interpretazione delle narrazioni popolari nei tempi attuali. Si sofferma con particolare attenzione su tre temi: il pubblico della fiaba, i caratteri della fiaba infantile, la finzione morale della fiaba. Per il primo aspetto, ricorda che la fiaba destinata ai bambini è una forma narrativa derivata. Per quanto le caratteristiche fondamentali alla fiaba per l'infanzia sono "tema pauroso e truculento, particolari scatologici o coprolalici, versi intercalati alla prosa con tendenza alla filastrocca", si tratta di caratteristiche del tutto "opposte a quelli che erano

All'epoca i requisiti della letteratura infantile, dominata da temi e motivi consolatori e edificanti ricchi di buoni sentimenti. Interessante è infine quanto Calvino scrive a proposito delle finalità educative della fiaba, che intravede nella narrazione stessa. Anche per questo aspetto lo scrittore attribuisce alla fiaba un ruolo del tutto opposto e alternativo a quello pacificatorio che le istituzioni educative normalmente le assegnano.

Il fenomeno Peter Pan e il problema della non crescita. Icona del '900, affronta il problema della non crescita, come questione non scontata ma problematica. Peter da una parte si perde nel mito e dall'altra allude a documenti storici, a echi biografici, alla vita reale dell'infanzia vittoriana. Lo psicologo Dan Kiley sostiene che sia simbolo di un'Europa ormai colpita dalla sindrome di Peter Pan, che interessa tutti coloro che finiscono per rimanere prigionieri dell'abisso.

dell'uomo che non vogliono diventare e del ragazzo che non possono continuare a essere. Peter Pan è diventato l'emblema di una civiltà del consumo che ha forte interesse a che non si cresca per mantenere in un dorato e consenziente infantilismo di massa i suoi abitanti. Tutto il libro è attraversato da una sottile ambiguità: il mito dell'infanzia eterna come unica vita oppure come non vita che cancella la memoria e che conduce bambini morti troppo presto immutabile paese dei balocchi, nell'isola che non c'è, dove giocare all'infinito. Non c'è dubbio che Peter Pan sia una figura misteriosa, in grado di aiutarci a decifrare il rapporto con un'età della vita altra e che non ha mai smesso di appartenereci. Peter Pan, figura indimenticabile del rifiuto della crescita, ha alimentato con le sue riflessioni un'ampia produzione contemporanea, con sfaccettature nuove e originali.gli autori dell'età Umbertina: "Pinocchio". Storia di un burattino si colloca all'interno del "Giornale per i Bambini". L'opera di Collodi ebbe un così grande successo che fu tradotta in tutte le lingue (compreso il latino) e considerata in tutto il mondo un capolavoro della letteratura per l'infanzia. Qui Collodi mette in gioco se stesso, i suoi umori, le sue ossessioni, i nodi della sua formazione. Storia di De Amicis. Edmondo De Amicis (1846-1908), partecipa alla terza guerra d'indipendenza e assiste alla presa di Roma. Abbandonato il servizio militare nel 1870, intraprende la carriera di giornalista e scrittore, e nel periodo che va tra il 1872 e il 1879 si reca, come inviato di giornali e riviste, in Spagna, Olanda, Marocco, Parigi, Londra, Costantinopoli riscuotendo giudizi positivi, successi di pubblico e critica. La sua fama arriva con il successo di Cuore (1886). Un aspetto che colpisce in Cuore è quello della tristezza.

Della sofferenza, delle disgrazie e delle morti seminate a piene mani: in questo caso De Amicis non si distacca dall'idea, che per diventare adulti occorra dolorosamente "purgarsi" bere filtri amari per dimenticare l'infanzia. L'autentica abilità di De Amicis sta nel confezionare e trasmettere un messaggio. "L'idioma gentile". Nell'anno in cui vengono emanati nuovi programmi per la scuola elementare De Amicis pubblica "L'idioma gentile". C'è un collegamento tra l'uno e gli altri, poiché sono animati da una identica concezione di educazione linguistica, quale netta avversione al dialetto e volontà di estirparne ogni manifestazione, il testo è rivolto ai giovani della buona borghesia, il futuro del Paese.

Emilio Salgari. Emilio Salgari (1862-1911), veronese, di origini modeste, non termina gli studi al Nautico di Venezia e rinuncia alla carriera sul mare che trova

invece tanto spazio nella sua opera. Dopo alcuni anni di giornalismo (1887-93) si trasferisce a Torino (1893); qui l'editore Speirani gli offre una serie di collaborazioni alle sue pubblicazioni per l'infanzia e l'adolescenza e gli permette di vivere del lavoro di scrittore e qui risiederà fino alla morte. Tra le opere salgariane che ancora oggi conservano una loro freschezza, ricordiamo "il ciclo di Sandokan", quello dei pirati, i romanzi del West e il Corsaro Nero. "Cordelia". Nella massa di giornalini del dopo Unità meritano attenzione particolare due testate: "Cordelia" rivolta alle ragazze, e, tra i periodici indirizzati ai più piccoli, il "Novellino". Sebbene la produzione di periodici per ragazzi fino alla fine del secolo rimane ancorata alla scuola come semplice strumento didattico. "Cordelia" che si presenta in testata come "foglio settimanale per le giovinette italiane", per

Quelle che studiano in famiglia, o vanno ancora alla scuola. I punti di riferimento della filosofia che ispira il giornale sono la famiglia e la scuola, le due istituzioni cui sono demandati i ruoli educativi fondamentali. Rigorosamente assente dalle pagine è la politica. E nessuno spazio viene concesso alle questioni intime.

«Novellino» Comparso nel 1899 propone per la prima volta in Italia la novità di pagine con illustrazioni a colori. Rispetto ai giornali precedenti il «Novellino» presenta una serie di fiabe, racconti e novelle accompagnati da numerosi disegni colorati che catturano l'attenzione dei giovani lettori. Accanto al «Novellino» appare poi «Il Novellino rosa», stampato su carta rosa, che l'editore volle diretto da Yambo. Resta in vita fino al 1922.

L'età della ricostruzione (1944/1959) quali autori vede? Einaudi pubblica nel 1959 I quaderni di San Gersolé di Maria Maltoni.

Prima di tutto sono lavoretti che si ispirano alla realtà, alla natura, difatti i disegni contengono foglie, fiori, insetti, e rappresentano scene della vita quotidiana dei bambini, vicende del modo di vivere di San Gersolé, quindi contadini che lavorano, il mondo agricolo, i comizi ecc., tutto raccontato sotto forma di diario con un linguaggio spontaneo. Il metodo di insegnamento di Maria Maltoni si ispira sicuramente ai valori della libertà e dell'impegno civile. Cesare Zavattini: parabole surreali Cesare Zavattini (1902-89) è indiscusso protagonista nel panorama della letteratura per l'infanzia non solo per il romanzo Totò il buono, ma il suo interesse per l'età infantile ha dato importanti e interessanti prove in almeno altri due settori: fumetto e cinema. Il rapporto tra la lingua e i dialetti agli esordi del 1900 L'ostilità verso i dialetti raggiunge le punte più alte, in coincidenza ai nuovi

programmi per la scuola elementare del 1905. Si parla di "malerba dialettale che infesta le strade d'Italia e che bisogna estirpare a ogni costo". Il maestro, per insegnare l'italiano, sbandisce dalla scuola il dialetto cercando di sradicarlo dalla mente dell'alunno, talora mettendo perfino in derisione quel linguaggio e poi si mette a fabbricare sul vuoto. I programmi pongono per la prima classe esercizi di pronuncia per correggere la fonetica dialettale, per la seconda raccomandano conversazioni su cose e fatti osservati, gli alunni dovranno essere abituati ad esprimere il loro pensiero curando correttamente il dialetto, in terza i maestri devono procedere alla correzione ragionata degli errori dialettici.

Il rapporto tra lingua e dialetti nell'età della Ricostruzione

Il linguaggio della democrazia, in quegli anni, è sancito dalla Costituzione, entrata in vigore nel 1948, che nell'articolo 3 riconosce

sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
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A.A. 2021-2022
146 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher JonnyCampus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura per l'infanzia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Di Veroli Anna.