Esercizi di Restauro elaborati dal publisher dal titolo Il restauro della Decollazione del Battista di Caravaggio sulla base di appunti personali e frequenza delle lezioni del professore Verazzo, dell'università degli Studi Gabriele D'Annunzio - Unich. Scarica il file con le esercitazioni in formato PDF!
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Il restauro della Decollazione del Battista di Caravaggio
La Decollazione del Battista di Michelangelo Merisi era stata già precedentemente restaurata in Italia, precisamente nel 1955 a Roma presso l'Istituto Centrale del Restauro. La cosa che sorprenderà sicuramente è che a distanza di soli quarant'anni, poco prima di fare il suo pubblico debutto della Cappella Corsini della Chiesa del Carmine, a pochi metri dalla Cappella Brancacci, e di fare nuovamente ritorno a Malta, questa stessa opera ebbe nuovamente bisogno di cure.
Il restauro degli anni Novanta fu realizzato a Firenze presso l'Opificio delle Pietre Dure da Paola Bracco e Ottavio Ciappi, con la collaborazione di Oriana Sartiani, Ciro Castelli, Luciano Sostegni e Cesare Pagliero, e con il contributo professionale di Patrizia Riitano per il restauro pittorico, Mauro Parri e Andrea Santacesaria per le strutture lignee e il telaio, Carlo Ziviani, Francesco Francalanci, Vanni Merlini, Maria Rosa Sailer, Patrizia.
Petrone e Chiara Rossi Scarzanella per la foderatura.
Le indagini diagnostiche furono eseguite direttamente in laboratorio dirette da con l'ausilio di Mauro Matteini, Carlo Lalli, Giancarlo Lanterna, Maria Rosa Nepoti e Lillina Di Mucci per le analisi chimiche, Alfredo Aldrovaldi e Ottavio Ciappi per quelle fisiche, mentre ogni passaggio venne interamente diretto da Marco Ciatti con la collaborazione di Cecilia Frosinini.
‹‹ Ritengo che l'intervento nel suo complesso possa venire considerato esemplare, se non nei risultati, che è corretto lasciare valutare ad altri che non noi, quantomeno nella perfetta trasparenza delle operazioni compiute: nella individuazione degli elementi di degrado, nella pianificazione delle operazioni necessarie, evidenti così sotto i punti di vista delle metodologie, delle tecniche e dei materiali impiegati. Ed esemplare, anche, nella globalità dell'approccio. Rimane al termine la soddisfazione legittima nell'aver
Contribuito alla conservazione per le generazioni future, di uno dei più straordinari capolavori della storia della pittura. L'unico che il restauro del quadro più grande (quanto a misure) del Caravaggio, abbia ritenuto firmare, rimarrà uno dei momenti chiave nella storia del Laboratorio fiorentino. Giorgio Bonsanti4 M. Ciatti e C. Silla, Caravaggio al Carmine. Il restauro della Decollazione del Battista di Malta, Firenze, Editore Skira,1999, pp. 10-11.
Come ogni intervento, il primo imprescindibile passo. Da una prima indagine visiva, finalizzata a valutare lo stato di conservazione dell'opera e i fenomeni di degrado macroscopici, furono sin da subito notati:
la perdita di adesione dei vari strati del dipinto, ossia distacchi piccoli ma comunque pericolosi del colore (fig. 4);
lo stato del telaio particolarmente deformato e incurvato, reso precario dal variare delle condizioni igrometriche ambientali.
4.
Particolare della firma prima del restauro pittorico eseguito a selezione cromatica. Opera d'arte, Partiamo da un importante presupposto. Se una qualsiasi come in questo caso la Decollazione del Battista, per un imprecisato e imprecisabile concorso di circostanze e di agenti specifici, subisce alterazioni di vario genere, l'immagine, rischiando di compromettere nocivamente la materia o ambedue, necessita allora di interventi di restauro. E affinché queste alterazioni effettive ed evidenti non diventino petizioni senza alcun valore, occorre in primo luogo che l'opera, sia esaminata sia sulla base dei materiali di cui è composta e sia in relazione alle condizioni presenti sempregarantiscono il godimento futuro dell'opera stessa. Detto ciò, furono nel particolare studiati tutti gli elementi microclimatici dell'ambiente di collocazione dell'opera mediante il rilevamento.
Dell'andamento delle condizioni climatiche nel Caravaggio, corso di un periodo statistico della durata di un anno. Il processo di deterioramento, nei casi generici, accade non solo quando si interviene in modo diretto; ovvero la trasformazione a cui spesso è sottoposta l'opera segue soprattutto processi di degrado di carattere naturale, determinati dall'interazione spontanea dell'opera con l'ambiente circostante di collocazione. Si deduce come l'opera non è e non può dall'ambiente che la circonda, ma costituisce con l'ambiente stesso un essere isolato sistema fisico che evolve nel tempo. Nel caso specifico, il clima costantemente e fortemente umido di Malta, a cui era ed è sottoposta la Decollazione del Battista, aveva non solo danneggiato il sistema di tensionamento, quasi del tutto ossidato, ma aveva sensibilmente accelerato il degrado del tessuto pittorico e degli strati alterando nell'insieme la
Lettura superficiale dei materiali sovrapposti non originali, dei valori estetici e materiali del dipinto. In sintesi ciò significa che il dipinto, che oggi si presenta visibilmente secondo una scala cromatica complessa, si presentava all'osservatore, articolata, precedentemente al restauro, con un indistinguibile tono cupo.
Per quanto lo spirito umano tenda all'eterna, illimitata e incondizionata conservazione di ogni prodotto dell'intelletto, la natura si opererà sempre in senso avverso. Ragion per cui, se il destino dell'opera d'arte è inevitabilmente quello di deteriorarsi, ciò che la scienza della conservazione si preoccupa di fare è quello di rallentare, quando e come possibile, tale processo garantendo nei migliori dei modi all'opera di continuare ciò per cui è stata realizzata, ossia trasmettere il contenuto indipendentemente dal suo carattere storico e/o estetico.
G. Accardo e G. Vigliano,
Strumenti e materiali del restauro. Metodi di analisi, misura e controllo, Roma, EdizioniKappa, 1989, pp. 9-11.
C. Brandi, Il restauro. Teoria e pratica 1939-1986, Roma, Editori Riuniti, 1994, pag. 283.
C. Brandi, Teoria del restauro, Milano, Einaudi, 1984, pp. 4-8.
Eppure, nonostante lo stato conservativo alquanto precario della Decollazione del Battista, l'opera avrebbe con ogni probabilità proseguito ancora per molto la sua vita prima di ricevere con estrema urgenza un nuovo restauro, se non fosse stata soggetta ad un atto vandalico nel che costò un grande taglio della tela nella parte bassa. Non si sa se l'atto vandalico fosse fine a sé stesso o in funzione di un fallito tentativo di furto. In ogni caso, indipendentemente da ragioni e dinamiche possibili, l'attentatore infierì un tremendo colpo nel margine inferiore (fig. 5), che causò un taglio della lunghezza di più di due metri e in parte doppia poiché
cose da fare, ma anche le più importanti. Era necessario intervenire tempestivamente per evitare ulteriori danni alla tela di rifodero. Fortunatamente, i bordi del taglio non si sono allargati o deformi più di quanto previsto.
Figura 1: Foto ravvicinata del taglio inferto alla tela, in prossimità della zona recante la firma.
Alla luce di tutto ciò, è evidente che i problemi di caduta del colore sono pericolosi e diffusi. Pertanto, è stato deciso di intervenire preventivamente per preservare la conservazione dell'opera d'arte. Questo intervento non renderà impossibile futuri interventi, ma al contrario li faciliterà.
In alcuni casi, il restauro preventivo è più necessario di quello con estrema urgenza, poiché mira a impedire danni maggiori all'opera d'arte. Non sempre il restauro d'urgenza è in grado di garantire il completo salvataggio dell'opera.
Le preoccupazioni erano molte, ma era fondamentale agire prontamente per evitare ulteriori danni.
Opera firmata dal'artista Caravaggio, ma soprattutto la più grande di tutte le solite pale del Seicento. Le dimensioni e il pregio dell'opera erano considerazioni rilevanti che da subito rendevano difficile l'inquadramento sin delle fasi di intervento. Partendo dal presupposto che il restauro non può essere praticato sulla base di una conoscenza empirica ed approssimativa dell'opera, sin da subito ci si preoccupò di indagare la tecnica di esecuzione impiegata e la struttura materiale dell'opera per determinare il possibile comportamento chimico-fisico della complessa struttura materiale sulla base non solo dell'interazione tra opera restaurata e ambiente di conservazione, ma anche tra i materiali vecchi, applicati dal Caravaggio, rispetto a quelli nuovi, impiegati in fase di intervento: "Se si vuole infatti non fermarsi a un'attività di mera facciata con risultati veloci ed effimeri è"
necessario imparare a comprendere la complessità delle relazioni che le nostre opere instaurano con tutti questi momenti della loro vita e cercare di controllarli in sintonia con le scelte di restauro che vengono effettuate. La soluzione del problema conservativo di un'opera non potrà dunque essere ragionevolmente cercata in un materiale miracolo e nemmeno in un intervento sofisticatissimo, ma nell'insieme di tutte queste scelte all'interno di un unico e organico progetto di intervento. Marco Ciatti e Cecilia Frosinini
La Decollazione, come un qualsiasi prodotto dell'attività umana, possiede una duplice istanza:
- quella estetica, che corrisponde al fatto che l'opera è opera d'arte;
- quella storica, che attribuisce all'opera la qualità di essere un documento storico.prodotto umano attuato in un certo tempo e luogo e che in un certo tempo e luogo si trova. Se è vero che il restauro costituisce il momento metodologico del riconoscimento dell'opera d'arte nella sua consistenza fisica e nella sua duplice polarità estetica e per garantire il riconoscimento dell'opera d'arte come tale storica, è anche vero che è estremamente necessario conoscere chiaramente la tecnica d'esecuzione e la consistenza materiale e fisica degli elementi impiegati.
Il primo dato importante da considerare è che La Decollazione è un dipinto. Il secondo è che l'autore dell'opera è stato realizzato in olio su tela, il quale era solito impostare la costruzione delle sue figure senza alcun disegno preparatorio, ma abbozzando gli oggetti direttamente con il pennello. Ciò significa che fu necessario.
SSDIngegneria civile e ArchitetturaICAR/19 Restauro
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