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Il restauro per Cesare Brandi
Cesare Brandi all'interno di "Teoria del Restauro" (1963) definisce così il restauro:
"Il restauro costituisce il momento metodologico del riconoscimento dell'opera d'arte nella sua consistenza fisica e nella duplice polarità estetica e storica, in vista della sua trasmissione nel futuro".
Analizzando: il momento metodologico del riconoscimento dell'opera d'arte come tale: il valore è condizionato dal contesto storico e culturale nel quale esso si compie; si esprime a livello individuale e collettivo, ogni volta che si osserva un'opera. Lo scopo del restauro è permettere che l'opera possa attualizzarsi nella coscienza di chi la riconosce come tale, nel suo aspetto semantico e figurativo.
[Il restauro è il momento metodologico del riconoscimento dell'opera d'arte come tale] nella sua consistenza fisica: il restauro agisce infatti sull'aspetto fenomenologico.
dell'opera (materia), non sul significato oggetto di studio degli esperti scientifici. La materia non è da intendersi soltanto come materiale da costruzione, ma ciò che permette l'epifania dell'immagine, perciò sono da escludersi cornici e supporti, ritenuti secondari, che costituiscono soltanto il raccordo fra l'opera e il suo contesto. [Il restauro è il momento metodologico del riconoscimento dell'opera d'arte come tale nella sua consistenza fisica] e nella sua duplice polarità:- estetica: l'artisticità dell'opera
- storica: valori espressivi e di significati oggetto di studio di archeologi e storici dell'arte.
- Restauro di fantasia: che pretende di riportare l'opera al momento della sua creazione.
- Restauro di ripristino: che intende cancellare la storia che ha attraversato l'opera.
- Restauro moderno: che deve essere conscio di intervenire in un momento terzo, diverso dai primi due. Questo mira al ristabilimento dell'unità potenziale dell'opera d'arte.
- Non deve essere di
fantasia e devefondarsi sui dati suggeriti dai frammenti superstiti;
Deve essere riconoscibile a distanzaravvicinata;
Deve essere reversibile.
La lacuna è un'interruzione del tessuto figurativo che non deve emergere rispetto al soggetto, percui si possono operare diverse soluzioni, come nel caso delle integrazioni dell'Annunciazione di Antonello da Messina:
- Cavenaghi: fondo neutro
- Brandi: texture del fondo in evidenza
- ICR: rigatino (una stesura a tratteggio verticale con colori intonati a quelli della zona pittoricacircostante e quindi individuabile a distanza ravvicinata)
Inoltre:
- Le aggiunte, intese come completamento, vanno conservate a meno che la loro rimozione non consenta di ritrovare l'unità originaria.