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Il recipiente vuoto galleggiante
Meccanica dei fluidi
Un recipiente vuoto di massa M e sezione orizzontale S è immerso per un’altezza ho nell’acqua del mare in modo da galleggiarvi. Si supponga ora che lo stesso recipiente venga immerso per un’altezza h ≠ ho e poi lasciato andare all’istante t = 0.
- Calcolare il moto del recipiente (supponendo che possa muoversi solo di moto traslatorio nella direzione verticale), riportando un grafico della funzione h = h(t).
- Ripetere il calcolo e riportare il relativo grafico per il caso che, anziché nel mare, il recipiente si trovi a galleggiare a sua volta in un altro recipiente più grande di sezione S' e volume d’acqua totale V.
N.B. In tutto l’esercizio si trascurino gli effetti della viscosità.
Acqua del mare
O
G
FS
hM
h0M
FG
h
(Fig. 10.9.1)
La situazione può essere schematizzata graficamente per mezzo della Figura 10.9.1. In essa viene fissato un asse verticale di riferimento, orientato verso il basso, con l’origine O in un punto della superficie libera dell’acqua. In condizioni di equilibrio il recipiente affonda nell’acqua per il tratto ho. Se esso viene spinto (da un agente esterno) più in basso, ad esempio, in corrispondenza dell’ordinata hM e poi lasciato andare, il recipiente compirà delle oscillazioni intorno alla posizione di equilibrio iniziale. A questo punto, anche se nel testo del problema non è precisato, dobbiamo supporre che hM sia tale che hM – ho = ∆h << ho affinché il moto del recipiente non sia troppo brusco o tale da farlo schizzare fuori dall’acqua. In altri termini consideriamo uno spostamento piccolo rispetto all’altezza iniziale ho. Le forze che agiscono sul centro di massa G del recipiente sono il peso FG (verso il basso) e la spinta di Archimede FS (verso l'alto). La forza esterna applicata F (quando il recipiente viene lasciato libero) è dunque la risultante delle due forze precedenti. Pertanto possiamo scrivere la seguente equazione scalare:
F = FG – FS
Il grafico di h (t) è quello di Figura 10.9.4 ed è simile a quello di Figura 10.9.2 ma non uguale. Infatti nel caso b) si rilevano un aumento della frequenza del moto ed un aumento dell'ampiezza delle oscillazioni, come è facile verificare confrontando le due frequenze v e v' e le due ampiezze ψ e ψ':
Infatti, dopo aver osservato che, essendo ovviamente 0 < S/S'< 1 e quindi anche h0 > h0 (1 - S/S'), si deduce subito che v < v' e ψ < ψ'. Per concludere, possiamo completare il problema con un esempio numerico, ponendo: S/S' = 1/10, h0 = 20 cm, hM = 22 cm e g = 980 cm/s2; si ottengono così i seguenti risultati:
- v = 1,11 Hz
- v' = 1,17 Hz
- T = 1/v = 0,90 s
- T' = 1/v' = 0,85 s
- ψ = 2 cm
- ψ' = 4 cm