Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
SI
osservato sperimentalmente dopo il punto di break down;
- la pressione di riapertura p , raggiunta durante il 2° ciclo della prova e che corrisponde
R
alla riapertura della fessura. Esercitazione n.5
Pressioni registrate
14,00 p = 12,89
BD
13,00
12,00
11,00
(MPa) 10,00 p = 9,44
R
p 9,00 p = 8,75
SI
8,00
7,00
6,00 p = 6,00 Tempo
0
La resistenza a trazione della roccia è data dalla differenza tra la pressione di break down e
quella di riapertura: = − = 12,89 − 9,44 = 3,45
b) Stimare le tre componenti di sforzo originario.
Lo stato tensionale verticale si ottiene da considerazioni di equilibrio, noto il della roccia:
γ
= · = 26 · 900 = 23400 = 23,4
Le componenti orizzontali si ricavano dall’elaborazione dei dati ottenuti durante la prova:
′ = − = 8,75 − 6 = 2,75
( )=
′ = 3 ′ − ′ − − 0 → ′
, ( ) (9,44 6)
′ = 3 ′ − − = 3 · 2,75 − − = 4,81
= ′ + = − + = 8,75
= ′ + = 4,81 + 6 = 10,81
Esercizio 3
Determinare i moduli di deformabilità e di elasticità per i due cicli di carico.
Nel 1° ciclo di carico l’incremento di pressione è compreso nell’intervallo 0,5 – 2,5 MPa. In
questo tratto è possibile calcolare la pendenza media di carico e quindi il modulo di
deformabilità E compreso tra i primi 5 punti diagrammati, secondo la relazione:
d ∙
(1 )
= + = 476
con:
Δp = 2,5-0,5 = 2 MPa : differenza di pressione tra il punto n=5 ed il punto n=1;
D = 0,104 m: diametro del foro di sondaggio;
0
ΔD = 524-0 = 524 µm : variazione diametrale media tra le misure n=5 ed n=1.
m Esercitazione n.5
Tra i punti n=5 ed n=10, mantenendo costante la pressione, si ha una variazione di diametro di
natura viscosa.
Segue il 1° ciclo di scarico, nel quale il decremento di pressione è compreso nell’intervallo 2,5 –
0,5 MPa. In questo tratto è possibile calcolare la pendenza media di scarico e quindi il modulo
elastico E compreso tra i punti n=10 ed n=14 diagrammati, secondo la relazione:
m ∙
(1 )
= + = 1468
con:
Δp = 2,5-0,5 = 2 MPa : differenza di pressione tra il punto n=10 ed il punto n=14;
D = 0,104 m: diametro del foro di sondaggio;
0
ΔD = 563-393 = 170 µm : variazione diametrale media tra le misure n=10 ed n=14.
m 1° ciclo (carico e scarico)
3 n=5 n=10
2,5
2
(MPa) 1,5
p 1 n=1
0,5 n=14
0 0 100 200 300 400 500 600
ΔD (µm)
La rigidezza è non lineare ed è più bassa in carico rispetto a quella in scarico, perché
caricando si danneggia il materiale e si hanno deformazioni plastiche. Infatti nella fase di
scarico non si recupera completamente lo spostamento, ma si ha uno spostamento residuo di
natura plastica irreversibile. Si ipotizza comunque un comportamento prevalentemente
elastico, in quanto i cicli sono abbastanza chiusi e quindi non si accumulano spostamenti
importanti. Per questo motivo la rigidezza in fase di carico è quella di deformabilità e la
rigidezza in fase di scarico è quella elastica.
A seconda del problema applicativo si sceglie l’opportuno valore da usare nei calcoli: quando si
carica l’ammasso roccioso (es. costruzione di un rilevato) si usa il modulo di deformabilità
nell’intervallo tensionale vicino a quello di progetto; nel caso di scavo (es. scavo di galleria) si
utilizza il modulo elastico.
Nel 2° ciclo di carico l’incremento di pressione è compreso nell’intervallo 0,5 – 4,5 MPa. In
questo tratto è possibile calcolare la pendenza media di carico e quindi il modulo di
Esercitazione n.5
deformabilità E compreso tra i punti n=28 ed n=36 diagrammati, secondo la relazione:
d ∙
(1 )
= + = 1021
con:
Δp = 4,5-0,5 = 4 MPa : differenza di pressione tra il punto n=36 ed il punto n=28;
D = 0,104 m: diametro del foro di sondaggio;
0
ΔD = 897-408 = 489 µm : variazione diametrale media tra le misure n=36 ed n=28.
m
Tra i punti n=36 ed n=41, mantenendo costante la pressione, si ha una variazione di diametro
di natura viscosa.
Segue il 2° ciclo di scarico, nel quale il decremento di pressione è compreso nell’intervallo 4,5
– 0,5 MPa. In questo tratto è possibile calcolare la pendenza media di scarico e quindi il
modulo elastico E compreso tra i punti n=41 ed n=46 diagrammati, secondo la relazione:
m ∙
(1 )
= + = 1410
con:
Δp = 4,5-0,5 = 4 MPa : differenza di pressione tra il punto n=41 ed il punto n=46;
D = 0,104 m: diametro del foro di sondaggio;
0
ΔD = 944-590 = 354 µm : variazione diametrale media tra le misure n=41 ed n=46.
m 2° ciclo (carico e scarico)
5 n=36 n=41
4,5
4
3,5
3
(MPa) 2,5
2
p 1,5
1 n=28 n=46
0,5
0 400 500 600 700 800 900 1000
ΔD (µm)
Si può notare come la variazione di rigidezza tra carico e scarico è maggiore nel 1° ciclo, a
causa del materiale che si è allentato attorno al foro e quindi l’effetto della compressione
iniziale lo ha irrigidito chiudendo le fessure. Nei cicli di ampiezza maggiore, come per esempio
il 2° ciclo, questa grande differenza di rigidezza, invece, non si osserva.
Esercitazione n.6
Determinazione della massima carica per ritardo da utilizzare per lo scavo della
galleria.
La tabella riportata nel testo sintetizza i risultati di un campo prove, nel quale sono stati
realizzati dei fori (punti B in figura) caricati con esplosivo e dei quali è stata registrata la
risposta con un geofono 15m all’interno dell’ammasso roccioso.
Si calcolano, alle distanze di 200 m, 150 m, 100 m, 50 m, i kg di esplosivo che si possono far
brillare contemporaneamente; considerando il valore limite di 3 cm/s imposto per preservare i
manufatti esistenti.
Usando le misure sperimentali è possibile calibrare i parametri k ed n della legge: =
,
Quindi: = ∙ → = ; = → =
,
Diagrammando i dati sperimentali e facendo una regressione di potenza in Excel, si ottiene:
= 102813 x^(-2,9031) ; k = 102813 ; n = 2,9031.
y
A partire dai dati sintetizzati nella tabella sottostante, è possibile calcolare i kg di carica Q
di esplosivo alle varie distanze richieste. 0,33
v (mm/s) K n D (m/kg )
Lim s
30 102813 2,903 16,507
Interpolazione dati sperimentali
25
20
(mm/s) 15 dati sperimentali
10
v Potenza (dati
5 sperimentali)
-2,903
y = 102813x
0 R² = 0,862
0 10 20 30 40 50 60 70
0.33 0.33
D/Q (m/kg )
D (m) Q (kg)
50 28
100 222
150 750
200 1778
Esercitazione n.7
1. Tracciare le sollecitazioni tangenziali e la deformata in parete.
Lo stato di sforzo originario è caratterizzato dalle tensioni principali verticali ed orizzontali:
= ∙ = 26 ∙ 200 = 5,2
= = 0,2 ∙ 5,2 = 1,04
Sulla parete della galleria (r = a) lo sforzo radiale è pari a zero mentre lo sforzo
circonferenziale è funzione dell’angolo e, in assenza di sostegno, vale:
θ 2( )
= + + − 2
θ (°) σ (MPa)
θ Sforzo circonferenziale sulla parete
0 14,56 16
5 14,43 14
10 14,06 12
15 13,45 10
20 12,61 8
(MPa)
25 11,59 6
θ
30 10,4 4
σ 2
35 9,09 0
40 7,68 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
-2
45 6,24 -4
50 4,80 θ(°)
55 3,39
60 2,08
65 0,89
70 -0,13
75 -0,97
80 -1,58
85 -1,95
90 -2,08
Si nota che, in corrispondenza della corona della galleria, si è ottenuta una σ negativa di
θ
trazione in virtù del modesto valore di K .
0
Gli spostamenti radiali u e tangenziali u sulla parete della galleria in assenza di sostegno,
r θ
considerato il mezzo elastico, isotropo ed omogeneo sono dati dalle relazioni:
) ( )(3 )
{( }
= + − − − 4 2
4 ( )(3 )
( )= − − 4 2
4
Esercitazione n.7
θ (°) u (mm) u (mm)
a θ
0 -0,149 0,000 Spostamenti radiali e tangenziali in
5 -0,140 0,103 parete
10 -0,113 0,203 1,2
15 -0,069 0,297 1
20 -0,010 0,382 0,8
25 0,064 0,455 (mm)
30 0,149 0,515 0,6 ua (mm)
θ
35 0,242 0,558 0,4
u uθ (mm)
,
a
u
40 0,343 0,585 0,2
45 0,446 0,594 0
50 0,549 0,585 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
-0,2 θ (°)
55 0,649 0,558
60 0,743 0,515
65 0,828 0,455
70 0,901 0,382
75 0,960 0,297
80 1,004 0,203
85 1,031 0,103
90 1,040 0,000
Lo spostamento radiale è minimo nella zona dei piedritti perché S è molto basso; è più elevato
h
nella zona di arco rovescio e calotta perché la componente principale dello stato tensionale è
quella verticale. Lo spostamento tangenziale è invece nullo lungo le direzioni principali
(piedritti e calotta) ed è massimo per θ = 45°.
2. Tracciare, al variare della distanza dalla parete, le sollecitazioni radiali e
tangenziali e le convergenze radiali e tangenziali in corona e al piedritto.
Allontanandosi dal contorno della galleria le grandezze appena calcolate variano in funzione
della distanza r.
Le sollecitazioni sono funzione dell’angolo e, in assenza di sostegno, valgono:
θ
+ − 4 3
= 1 − − 1 − + 2
2 2
+ − 3
= 1+ + 1+ 2
2 2
Esercitazione n.7
− 2 3
= 1+ − 2
2
Lo sforzo di taglio è nullo lungo le direzioni principali considerate.
τ rθ
Le tensioni σ e σ vengono calcolate in corrispondenza della calotta della galleria (θ = 90°) e
r θ
dei piedritti (θ = 0°). La sollecitazione radiale in corona tende, a grande distanza dalla galleria,
allo stato di sforzo originario S ; mentre sui piedritti tende ad S .
v h
Analogamente la sollecitazione tangenziale, a grande distanza dalla galleria, tende allo stato di
sforzo originario S in corona e ad S sui piedritti.
h v
Sollecitazioni in corona (θ = 90°)
6
5
4
3
(MPa) 2 σr (MPa)
r 1
σ σθ (MPa)
,
θ 0
σ 4 6 8 10 12 14 16
-1
-2
-3 r (m)
Sollecitazioni sui piedritti (θ = 0°)
16
14
12
(MPa) 10
8
r σr (MPa)
σ 6
,
θ
σ σθ (MPa)
4
2
0 4 6 8 10 12 14 16
r (m)
La zona di influenza della galleria è circa di 4a; infatti già a partire d