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Con questo termine Lorenz indicava il conmportamento aggressivo di alcune specie di
uccelli nei confronti dei propri simili. Leymann con questa espressione descrive l'insieme
dei comportamenti distruttivi all'interno dell'ambiente lavorativo. In inglese “to mob”
possiamo tradurlo con “assalire, affollarsi attorno a qualcuno”. Secondo l'associazione
contro lo stress psico-sociale e il mobbing, il termine si riferisce ad una comunicazione
conflittuale sul posto di lavoro, nel quale una persona (la vittima, il mobizzato) viene
attaccata in maniera sistematica e frequente, per un determinato periodo di tempo dal
o dai, così definiti, mobber. Alla base esiste un conflitto non risolto, la vittima perde
influenza, potere decisionale, fiducia in sé stessa e dignità. Esistono varie tipologie di
mobbing (orizzontale, verticale, bossing, doppio mobbing). Secondo Leymann
un'azione di mobbing possiede delle fasi (conflitto quotidiano, maturazione del
conflitto, errori ed abusi dell'organizzazione ed esclusione dal mondo del lavoro).
Secondo Ege ci sono ben 14 profili di mobber (istigatore, casuale, conformista,
collerico,megalomane, frustrato, sadico, criticone, leccapiedi, pusillamine, tiranno,
terrorizzato, invidioso e carrierista). Secondo Field ci sono quattro tipologie di tratti
della personalità del possibile mobber (personalità antisociale, paranoica, disturbo
narcisistico della personalità e disturbo borderline). Leymann inoltre individua sei diversi
campi in cui si posson formare delle azioni di mobbing (organizzazione del lavoro,
mansioni lavorative, direzioni del lavoro, dinamica sociale del gruppo, teorie sulla
personalità, funzione nascosta della psicologia). Ege descrive come i tre fattori che
concorrono nel mobbing (aggressore, vittima ed organizzazione) danno luogo a varie
relazioni descritte nel sistema “a cubo nelle cause”.
4) LA CULTURA ORGANIZZATIVA
La cultura organizzativa può considerarsi il tentativo di spiegare la A (Ambiente) nella
formula di Lewin C=f(P,A). E' la colla sociale e normativa, costituisce una fonte di forza e
identità di un'organizzazione, è la proprietà di un gruppo. Secondo Schein esistono tre
livelli di cultura organizzativa: gli artefatti (ambiente fisico e sociale, linguaggio,
comportamenti; difficili da decifrare ma visibili); i valori (convinzioni su ciò che è
preferibile; non visibili) e assunti di base (assunti implici, dati per scontati,
inconsapevoli).
5) LA SELEZIONE: FASI E APPROFONDIRNE UNA IN PARTICOLARE
Il processo di selezione comprende tre diverse fasi: reclutamento, valutazione e
inseriemento. Tale processo viene inoltre preceduto da una “pre-fase” chiamata job
analysis. In quest'ultima avviene una descrizione delle attività relative alla mansione da
svolgere e viene compilato un profilo delle caratteristiche della persona. La prima fase,
quella del reclutamento, è caratterizzata da una selezione positiva (se viene esaminato
un congruo numero di candidati in relazione ai posti disponibili) o da una selezione
negativa (nel caso in cui ci sia una quasi corrispondenza tra posti di lavoro e numero di
candidati). La raccolta delle candidature può essere effettuata attraverso canali interni
o esterni all'azienda. Nella valutazione si procede mettendo in atto il colloquio o
l'intervista individuale, dei test psicometrici e il metodo dell'assessment center (metodo
valutativo multiplo che prevede l'osservazione dei comportamenti in situazioni di
gruppo). Approfondisco questa fase descrivendo in maniera più precisa l'assessment
center. Esso è formato da 4 diverse fasi. Nella fase della progettazione vengono definiti
gli obiettivi che si intende raggiungere, successivamente si traccia il profilo del
candidato di riferimento utilizzando il meotodo classico (caratteristiche) o il metodo
dell'incidente critico (attività tipiche), a questo punto si individuano le caratteristiche
personali necessarie allo svolgere nel migliore dei modi una certa attività (tramite la
procedura induttiva o deduttiva) e infine si ha la scelta delle prove che possono essere
cerate ad hoc oppure scelte tra una serie di esercitazioni standard. Nella seconda fase
dell'assessment, quella della gestione, vengono individuati i candidati, gli assessor
(consulenti, manager), il numero di valutatori e la durata delle esercitazioni. La terza
fase è quella dell'osservazione e valutazione, l'oggetto da valutare è costituito
dall'insieme dei comportamenti verbali e non messi in atto dai partecipanti. I valutatori
si avvalgono di una griglia di rilevazione. La quarta e ultima fase è quella del feedback,
esso viene fornito ai partecipanti durante un colloquio individuale, è consigliabile non
superare il mese dal momento della conclusione dell'assessment. Per svolgere
l'assessment center vengono inoltre utilizzati strumenti quali la presentazione, il
business game, il metodo in basket, il role play ecc... L'ultima fase della selezione è
l'inserimento: aspettative che l'individuo si crea. Il neoassunto ricerca: esperienza
qualificata, autonomia, sicurezza di una precisa collocazione, esistenza di una
pianificazione a medio termine. Il neoassunto mette in atto una serie di comportamenti
di difesa (scaricare la responsabilità, ritardare il raggiungimento di un obiettivo ecc...).
6) LA FORMAZIONE: FASI E APPROFONDIRNE UNA IN PARTICOLARE
Per formazione si intende il processo attraverso il quale un individuo adegua le proprie
conoscenze e capacità alle richieste di ruoli sempre più articolati. La formazione si
articola in quattro fasi. Nella prima si analizzano i bisogni (sia dell'impresa che degli
individui), per fare ciò vengono utilizzati strumenti come l'osservazione partecipante e
l'intervista. La seconda fase, quella della progettazione, consiste nel prevedere e
stabilire come i bisogni, precedentemente individuati, debbano venire soddisfatti entro
un determinato arco temporale. Si decidono: gli scopi, gli argomenti da trattare, la
tempistica, le tecniche didattiche e tutto ciò che ha a che fare con la logistica.
Successivamente si passa alla fase dell'erogazione, nella quale si decide il luogo di
erogazione, le strutture logistiche di supporto ad esso adibite e il materiale che verrà
distribuito ai partecipanti del corso. Nell'ultima fase, quella della valutazione, si misura
l'apprendimento di conoscenze da parte degli individui, l'acquisizione di capacità,
l'autovalutazione e il cambiamento della condotta lavorativa. Secondo Hamblin la
valutazione dei risultati andrebbe condotta su quattro ordini di fenomeni: la reazione
dei partecipanti (vissuti, percezioni e giudizi), l'apprendimento (conoscenze e capacità),
il comportamento (performance) e l'organizzazione. Approfondisco la fase della
progettazione descrivendo le principali metodologie utilizzate. Abbiamo la lezione-
lettura-discussione (docente trasmette ai partecipanti una serie di contenuti teorici); il
caso (situazione critica affidata ai partecipanti in modo che essi possano analizzarla e
risolverla); incident (variante del metodo dei casi in cui il problema riguarda una
situazione accaduta realmente); simulazione (simulazione di una probabile situazione
lavorativa); in basket (anche in questo caso viene simulata una situazione reale
lavorativa); esercitazione (svolgimento di un esercizio che ha lo scopo di rinforzare un
apprendimento avvenuto tramite una lezione teorica) e role play (dopo essersi divisi tra
attori e osservatori, rappresentano una particolare situazione lavorativa, interpretando
ruoli diversi).
7) IL CONTRATTO PSICOLOGICO
Il contratto psicologico raggruppa le aspettative non scritte tra lavoratore e datore di
lavoro. E' espressione di un processi di reciprocazione (Levinson). Taylor definisce
l'uomo come “razionale-economico” in quanto la motivazione è prodotta dai bisogni
economici, il fatto di ottenere salari più alti avrebbe motivato gli uomini a lavorare in
modo più efficiente. Questa motivazione razionale-economica ha una concezione di
contratto psicologico di tipo calcolativo: l'organizzazione acquista i servizi del
dipendente in cambio di una ricompensa economica. L'esistenza di bisogni diversi
rispetto a quelli economici porta ad un contratto psicologico in cui il dipendente si
aspetta la soddisfazione dei suoi bisogni e allo stesso tempo si sente impegnato nella
realizzazione di obiettivi aziendali. L'azienda, dall'altro lato, si aspetta più realtà e
condivisione dei propri obiettivi. Se i dipendenti sperimentano frustrazione o
alienazione si formeranno dei gruppi informali le cui norme di condotta saranno in
opposizione agli obiettivi aziendali. La conseguenza di ciò è che la motivazione non è più
estrinseca ma diviene intrinseca. Si stabilisce quindi un impegno morale al posto di
quello di calcolo.
8) STRESS, DISTRESS E EUSTRESS
Lo stress è un segnale di allarme che ci avvisa quando qualcosa ha alterato il nostro
equilibrio interno e ci aiuta a ripristinarlo. Lo stress è il carico, la bontà della struttura
corrisponde alla sua capacità di sopportare tale stress. Lo stress è quindi la risposta da
parte del nostro organismo per ristabilire l'equilibrio omeostatico. Il termine distress
viene utilizzato per riferirsi a una persona che ha perso il controllo delle situazioni con
cui ha a che fare, questa persona percepisce le richieste provenienti dall'ambiente come
superiori alle proprie forze. Il termine eustress invece descrive una persona che si sente
stimolata, che possiede il controllo della situazione e che riesce a far fronte alle richieste
provenienti dall'ambiente in cui è inserita.
9) LA SOCIALIZZAZIONE OCCUPAZIONALE
Per socializzazione occupazionale si intende quel processo in cui si acquisiscono
conoscenze, capacità, valori e motivazioni necessarie per divenire membro a pieno
titolo di un organizzazione. Le tappe di questo percorso sono tre: la prima, il periodo
delle scelte fantastiche (identificazione nella professione del proprio divenire adulto), la
seconda, quella dei tentativi (diversità tra il proprio livello di bisogno e la realtà
concreta) e l'ultima, quella del periodo realista (si prendono decisioni e si operano
scelte). Esistono due modelli per quanto riguarda il processo di socializzazione, essi si
differenziano per il diverso ruolo attribuito al soggetto e per il carattere predeterminato
dell'intero processo. Nel primo modello (riferito alla teoria dei ruoli di Merton e
dell'identificazione di Bandura) il ruolo del soggetto è limitato. L'obiettivo del modello è
quello di mantenere stabile il sistema. Il soggetto acquisisce i ruoli adatti ad una
specifica