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Domande sulle rimanenze e la registrazione contabile
Mai. Le rimanenze finali del 31/12/n alle ore 24.00 sono sempre le stesse del giorno 01/01/n+1 alle ore 0.00, in quanto i due istanti coincidono.
Nello stato patrimoniale al 31/12/n, in che sezione devono essere scritte le rimanenze iniziali?
Le rimanenze iniziali non vanno inserite nello stato patrimoniale; questo documento rappresenta la situazione "statica" dell'impresa nel momento della fine dell'esercizio, momento in cui le rimanenze dell'inizio del periodo non sono presenti.
Si immagini che un incendio distrugga il magazzino al 03/n, come va registrata l'operazione? Il conto utilizzato va rilevato in Ce o Sp?
Questo tipo di operazione non va mai registrata, poiché sarà implicitamente registrata al 31/12/n quando verrà effettuata la rilevazione delle rimanenze. Registrare l'operazione nel libro giornale comporterebbe una doppia registrazione e quindi la redazione di un bilancio inesatto.
È corretto scrivere
“acquisti di impianti” in conto economico, sezione dare? L’unico caso in cui è possibile è quello in cui l’impresa che redige il bilancio venda impianti. Se così fosse, essi costituirebbero una merce e perciò sarebbe possibile trovare questa voce in dare del conto economico.
11) È possibile trovare in un bilancio la voce “salari e stipendi” ma non trovare la voce “fondo Tfr”? No; il trattamento di fine rapporto è obbligatorio per legge.
12) Svolgere esercizio sul calcolo del valore delle rimanenze finali di un prodotto. Svolgere esercizio sulladeterminazione del costo di prodotto a fini gestionali. Determinare il Run.
13) Si determini il valore delle rimanenze finali al 31/12/n, immaginando che il valore di mercato superi il costo. Usare uno tra i metodi Lifo, Fifo, Cmp per periodo annuo o per movimento. Si scriva sulla griglia il valore delle rimanenze finali indicando i singoli scaglioni, il valore unitario.
la quantità per ogni scaglione, il totale parziale e il totale generale della valutazione delle rimanenze.
14) È possibile che un costo variabile sia speciale? Sì, sempre. È sempre possibile definire l'oggetto a cui imputare il costo variabile.
15) È possibile che un costo variabile sia comune? No, mai per definizione.
16) È possibile che nella realtà la quantità normale sia superiore della quantità effettiva? E il contrario? Entrambi i casi sono possibili.
17) È possibile che nel conto economico figuri la voce "Tfr" e che nello stato patrimoniale non ci sia il fondo Tfr? Sì, nel caso di imprese con dipendenti stagionali o nel caso in cui tutti i dipendenti si siano licenziati.
18) In quale caso l'acquisto di impianti incide sulla determinazione del reddito? Incide con l'ammortamento ed eventualmente con sopravvenienze passive. Anche in caso di vendita con plusvalenze e minusvalenze.
19)
È possibile che le rimanenze iniziali di un prodotto siano superiori alle finali? E il contrario? Entrambi i casi sono possibili.
20) È possibile che nel conto economico esista il costo “Ammortamento impianti” e che nello stato patrimoniale non ci sia il fondo ammortamento impianti? Sì, se il bene non è più in azienda.
21) Riclassificare lo stato patrimoniale secondo criterio finanziario.
22) Date alcune voci dello stato patrimoniale, indicare in quale aggregato vanno inserite per la riclassificazione con criterio finanziario.
23) È possibile compiere operazioni contabili senza che ci sia una contemporanea incidenza sul reddito di esercizio (ovvero è possibile fare operazioni che non incidono sul conto economico)? Sì, ad esempio il pagamento di un debito, lo stralcio di un credito interamente coperto dal fondo svalutazione, l’incassare di un credito, l’aumento di capitale sociale, la distribuzione delle riserve.
24)
È possibile che a fronte di una operazione non vi sia alcun impatto sullo stato patrimoniale?
No perché non è possibile che una operazione sia rilevata con due mastrini entrambi appartenenti al contoeconomico. Una operazione non può consistere in un ricavo e in un contemporaneo costo.
25) Dato un conto economico, determinare il reddito imponibile e calcolarvi l’Ires.
26) Riclassificare il conto economico a costo del venduto.
Date alcune voci del conto economico, indicare in quale aggregato vanno inserite per la riclassificazione acosto del venduto.
27) C’è una impresa con alcuni dipendenti. Tutte le vendite vengono effettuate per contanti e tutti gliacquisti vengono saldati per contanti. In questa circostanza, l’utile corrisponde al valore di cassa? No,perché anche se effetto operazione di vendita e acquisto, avendo dei dipendenti la legge obbliga a versareil Tfr. Inoltre, se l’impresa è dotata di impianti, questi
- devono essere ammortizzati.
- È possibile che il Fsc superi il valore dei crediti? No, perché è un valore di rettifica.
- È possibile che i crediti superino i ricavi di vendita? E il contrario? Sì, entrambi i casi sono possibili.
- Dato l’articolo 2425 c.c., inserire le voci del conto economico nel giusto aggregato. Senza codice civile, determinare gli aggregati A, B, A-B.
- Dato l’articolo 2424 c.c., collocare le voci dello stato patrimoniale nel giusto aggregato.
- Perché la voce di stato patrimoniale civilistico A1 del patrimonio netto si chiama solo “capitale” e non “capitale sociale”? Perché è possibile inserire in questo aggregato anche la voce “azionisti c/apporto di capitale sociale in futuro aumento”.
- Focalizziamo l’attenzione solo sul passivo. Partendo dal bilancio civilistico, è possibile determinare correttamente il passivo a breve e il passivo a lungo.
termine della riclassificazione finanziaria? No. Soltanto per i debiti è obbligatorio indicare separatamente la quota esigibile oltre l'esercizio (art 2424 c.c.). Nel caso, ad esempio, del Tfr, non è obbligatorio dare distinzioni che permettano di capire quali siano le quote a breve e quali quelle a lungo termine.
34) È possibile che la differenza tra la sommatoria delle riserve al 31/12/1990 e riserve 31/12/1991 sia inferiore all'utile del 1990? Sì, se sono stati distribuiti dividendi e/o riserve.
35) È possibile che la differenza tra la sommatoria delle riserve al 31/12/1990 e riserve al 31/12/1991 sia superiore all'utile del 1990? Sì, se sono state create nuove riserve, ad esempio riserve rivalutazioni o riserva sovraprezzo azioni.
36) È possibile che la differenza tra la sommatoria delle riserve al 31/12/1990 e riserve 31/12/1991 sia inferiore all'utile del 1991? I due valori non sono correlati. Non c'entrano nulla.
l'uno con l'altro. La domanda non ha senso.
37) In quale caso pratico il capitale investito ha segno negativo? Mai, per definizione.
38) In quale caso pratico, il patrimonio netto ha segno negativo? Quando la perdita è superiore al capitale sociale e alle riserve. In questo caso, rarissimo, il patrimonio netto si scrive nell'attivo con il nome di "deficit patrimoniale".
39) È possibile che a fronte di un raddoppio dei debiti, l'indice di indebitamento diminuisca? Sì, perché è un valore relativo.
40) È possibile che l'indice di indebitamento abbia un andamento negativo in forte crescita in presenza di un indice di disponibilità con andamento positivo di perfetto equilibrio? E il contrario? Il primo caso è possibile se l'indebitamento è molto grande; il secondo caso è possibile se la situazione breve è negativa ma quella globale è in equilibrio.
41) È
Tecnicamente possibile che l'indice di disponibilità abbia un valore negativo? No, perché nominatore e denominatore sono sempre positivi.
42) È tecnicamente possibile che l'indice di copertura dell'attivo a lungo sia negativo? Sì, perché il Pn può essere negativo.
43) È tecnicamente possibile che l'indice di indebitamento sia negativo? Sì, perché il Pn può essere negativo.
Il candidato illustri nel modo più analitico possibile il concetto di azienda ed i concetti ad esso correlati.
Le persone nel corso della loro vita svolgono l'attività economica, cioè l'attività di produzione e di consumo di beni, che si manifesta attraverso il lavoro, per soddisfare i propri bisogni, ovvero le esigenze necessarie ai propri scopi di vita. L'attività economica è caratterizzata da 3 fasi particolare che la compongono: la prima riguarda le operazioni di
la società umana può organizzarsi in modo più efficiente ed efficace per svolgere l'attività economica. Le istituzioni economiche, come ad esempio le leggi sul diritto di proprietà, i contratti e le norme di mercato, forniscono un quadro di regole che permettono alle persone di interagire e scambiarsi beni e servizi in modo sicuro e prevedibile. Inoltre, le istituzioni economiche possono anche influenzare la distribuzione delle risorse e delle ricchezze all'interno della società. Ad esempio, un sistema economico basato sulla proprietà privata e sulla libera concorrenza può favorire l'accumulo di ricchezza da parte di pochi individui, mentre un sistema basato su principi di equità e solidarietà può mirare a una distribuzione più equa delle risorse. In conclusione, l'attività economica è un processo complesso che coinvolge la trasformazione delle risorse, le reti di scambio e le istituzioni economiche. La comprensione di questi elementi è fondamentale per comprendere come funziona l'economia di una società.Si può parlare di istituto. Le quattro classi principali di istituto sono: imprese, famiglie, istituti pubblici e istituti non profit; se si desiderano prendere in considerazione i soli accadimenti economici che avvengono a livello di istituto, allora è necessario parlare di azienda, termine con il quale si intende indicare il lato economico di ciascun istituto. In altre parole, si può definire l'azienda come l'istituto economico che ordina e svolge in continuazione attività di consumo e/o produzione di ricchezza, con lo scopo di soddisfare i bisogni umani. L'intera attività è svolta dall'azienda con lo scopo di perdurare nel tempo (concetto di durabilità aziendale) e non in modo occasionale. In merito alla definizione di azienda, si sottolinea come, dal punto di vista giuridico, questo termine assuma un significato diverso. Infatti, l'articolo 2555 c.c. definisce l'azienda come l'insieme dei
corrispondano specifici beni organizzati dell'imprenditore per l'esercizio dell'impresa. Questi beni sono: 1. Beni materiali: si tratta di tutti quegli elementi fisici che l'imprenditore utilizza per svolgere la propria attività. Possono includere macchinari, attrezzature, veicoli, immobili, arredi e altri beni tangibili necessari per la produzione o la fornitura di beni o servizi. 2. Beni immateriali: sono rappresentati da tutti quegli elementi non fisici che hanno un valore per l'impresa. Possono includere brevetti, marchi, diritti d'autore, licenze, know-how, software e altri asset intangibili che conferiscono un vantaggio competitivo all'impresa. 3. Beni finanziari: si riferiscono a tutti quegli strumenti finanziari che l'imprenditore possiede o utilizza per gestire le risorse economiche dell'impresa. Possono includere conti bancari, investimenti, azioni, obbligazioni, prestiti e altri strumenti finanziari che consentono di gestire il capitale dell'impresa. 4. Beni umani: rappresentano le risorse umane che l'imprenditore impiega per svolgere l'attività dell'impresa. Possono includere i dipendenti, i collaboratori, i consulenti e tutte le persone coinvolte nell'organizzazione e nella gestione dell'impresa. È importante sottolineare che questi beni organizzati dell'imprenditore sono fondamentali per il corretto funzionamento e lo sviluppo dell'impresa. La loro gestione e valorizzazione sono cruciali per garantire il successo e la crescita dell'attività imprenditoriale.