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Conformità, Devianza e Criminalità
Conformità: comportamento di un soggetto che aderisce alla cultura sociale di cui fa parte.
Devianza: condotta di un soggetto che indirizza il suo comportamento in direzioni diverse da quelle indicate dalle norme della cultura sociale (es: fuga da casa).
Criminalità: scelta di violare alcune norme dell'ordinamento giuridico.
Lo struttural-funzionalismo è stato il primo indirizzo a fornire una teoria sulle cause della devianza usando il concetto di anomia. L'anomia è una situazione sociale in cui le norme perdono credibilità perché sono in contrasto fra loro e quindi la condotta di molti individui è più facilmente orientata ad infrangerle.
Secondo Durkheim, l'anomia è la situazione che genera disagio e condotta dissociale in un elevato numero di soggetti nella società.
Secondo Merton invece, l'anomia deriva da un'incongruità fra le mete proposte dalla società e
La possibilità di perseguirle: una società ha caratteristiche di anomia quando propone delle mete ma non dà a tutti i mezzi per perseguirle. Secondo Merton nella società anomica vi è una differenziata diffusione di possibilità date ai membri nelle diverse classi sociali per raggiungere le mete proposte dalla cultura sociale.
Il consenso: Per quanto riguarda il consenso, vi è il problema di definire in che misura il mandato debba essere eseguito anche senza il consenso del detenuto, e quali aree di riservatezza vadano rispettate o indagate solo col consenso dell’interessato. Parlando di consenso ci si riferisce ad una gamma ampia di atteggiamenti, a partire dall’assenso, inteso come un’accettazione passiva della cura del medico quando il processo del consenso è difficoltoso. La raccolta di dati può essere fatta nell’operatività penitenziaria senza consenso dell’interessato e senza autorizzazione.
delgarante se: Sono rispettate la riservatezza e la sicurezza; - I dati non sono usati in modo automatico neanche per fini amministrativi o giudiziari; - I dati possono essere controllati dal garante. - Perciò l'accesso ai dati sul detenuto è consentito agli operatori penitenziari senza il consenso dell'interessato ai fini delle attività istituzionali con l'autorizzazione del responsabile. Il segreto professionale: Il problema del segreto professionale è importante perché si riscontrano molte difficoltà nell'instaurare un rapporto di fiducia tra operatore e detenuto e nel avere il consenso del detenuto al rapporto con l'operatore. Sfera etico-deontologica: l'obbligo del segreto è un dovere etico prima che giuridico, ed è alla base del rapporto di fiducia tra un professionista e il suo utente. Nell'istituto penitenziario è necessario far conoscere le informazioni.Raccolte e i dati all'autorità disciplinare o giudiziaria, e questo può compromettere il rapporto di fiducia e comporta delle riserve da parte del detenuto, perché egli sa che le informazioni che lo riguardano possono essere rilevanti sul piano giudiziario o disciplinare.
Dal punto di vista deontologico si pone il problema della riservatezza per i dati sulla sfera intima e individuale della persona; il detenuto potrebbe restare in silenzio su alcuni argomenti perché è consapevole che i dati possono essere rilevanti.
Sfera giuridico-normativa: riconosce diverse fonti:
- Ordinamento Penitenziario: l'art. 71 bis afferma che il Tribunale o l'Ufficio di Sorveglianza possono avvalersi della consulenza degli operatori del trattamento; essi non devono sottotacere nulla al magistrato, quindi non c'è riservatezza nei confronti del detenuto.
- Normativa Penale: l'art. 622 punisce la rivelazione indebita di segreto.
Il testo fornito riguarda la tutela della privacy e la rivelazione di segreti d'ufficio. Di seguito sono riportati i punti principali:
Normativa sulla rivelazione di segreti d'ufficio
L'art. 326 del codice penale punisce la rivelazione di segreti d'ufficio e si applica ai pubblici ufficiali e agli incaricati di pubblico servizio. Questo reato riguarda non solo la divulgazione di notizie d'ufficio, ma anche l'agevolazione della conoscenza sia dolosa che colposa.
Normativa sulla privacy
La legge n. 675 del 31 dicembre 1996 e il Decreto Legislativo n. 196 del 30 giugno 2000 tutelano la riservatezza dei dati personali.
Tutela della privacy
Esistono diverse leggi e articoli che riguardano la tutela della privacy. Secondo la legge n. 675 del 1996, i dati personali devono essere custoditi e controllati per ridurre al minimo i rischi di distruzione e perdita. La legge punisce sia la divulgazione dolosa, quando avviene per trarre profitto o recare danno, che la divulgazione colposa.
Secondo l'art. del 2002 del Codice...
di deontologia "i dati personali trattati per scopi scientifici devono essere conservati in modo da evitare la dispersione, la sottrazione e ogni altro uso non conforme alla legge; dati personali e le notizie non disponibili al pubblico di cui si viene a conoscenza durante l'attività statistica o attività simili non possono essere diffusi né usati per interessi privati, propri o altrui." Secondo l'art. 2003 del Codice Penale "i dati personali sono custoditi e controllati in modo da ridurre al minimo i rischi di distruzione o perdita, di accesso non autorizzato o di trattamento non consentito." Secondo il Codice deontologico e di buona condotta bisogna usare cautela per la raccolta, la consultazione e la diffusione di documenti su dati che rivelano lo stato di salute, la vita sessuale o rapporti riservati di tipo familiare. La configurazione giuridica dell'amministrazione penitenziaria e dei servizi pubblici fa sì che idati rilevati da servizi esterni non possano essere comunicati all'amministrazione penitenziaria se non per mandato dell'interessato. Dev'esserci maggior tutela della privacy se il trattamento passa dall'interno all'esterno dell'istituzione, dai servizi penitenziari ai servizi pubblici, e da questi ai servizi privati. Chi lavora nel carcere? All'interno del carcere lavorano diverse figure, che sono le stesse che costituiscono l'equipe di osservazione e trattamento: - Direttore del carcere: ha una responsabilità funzionale perché garantisce la perfetta composizione dell'equipe. Secondo la riforma, il direttore è un operatore del trattamento con una funzione manageriale: egli dev'essere uno specialista del territorio in cui si trova il carcere e delle risorse che esso può offrire, e deve individuare i punti di forza del territorio che possono essere utili per il reinserimento sociale dei detenuti.detenuti.Educatore penitenziario: è sempre presente e aiuta il detenuto ad adattarsi alle regole della vita intramuraria. Egli incontra subito il detenuto, e dopo questo primo colloquio costruisce una prima fotografia delle caratteristiche principali del soggetto; se il detenuto è ritenuto instabile l'educatore richiede l'intervento di un esperto (es: psicologo, psichiatra), se invece è abbastanza tranquillo egli richiede l'intervento dello specialista in criminologia. L'educatore deve attivare diverse figure in base alle esigenze del detenuto, seguire il loro percorso, e valutare i risultati del loro intervento.
Specialisti in criminologia clinica, in psichiatria e in psicologia:
- Specialista in criminologia clinica: deve descrivere la personalità del condannato e fornire all'equipe delle conoscenze sulla criminogenesi (fattori che influenzano la condotta di reato) e la criminodinamica (analisi della dinamica di reato).
Il processo di valutazione e trattamento dei detenuti prevede la collaborazione di diversi professionisti:
- Medico: si occupa della valutazione delle condizioni di salute fisica e mentale del detenuto. Effettua visite mediche e prescrive eventuali terapie necessarie. Inoltre, si occupa anche della prognosi (previsione) sulla probabilità di recidiva del soggetto.
- Psichiatra: deve individuare e trattare le condizioni psicopatologiche che possono nascere durante la carcerazione.
- Psicologo: deve analizzare il funzionamento psichico non patologico del soggetto.
- Assistente sociale: è un dipendente dell'UEPE (Ufficio Esecuzione Penale Esterna), e dipende dal Ministero della Giustizia. Egli si occupa del legame fra il detenuto e il suo contesto familiare e sociale di appartenenza, e fa i colloqui coi condannati per avere informazioni sul loro contesto familiare e sociale. Inoltre incontra i figli, le mogli, i mariti... Solo lui può intervistare i parenti e avere informazioni sul contesto familiare e sociale del condannato.
- Rappresentante del corpo della polizia penitenziaria: garantisce il reale funzionamento dell'equipe, deve attivare i professionisti, accertarsi che essi abbiano svolto il loro reato.
Intervento e che abbiano avuto tempo di raccogliere informazioni sufficienti sul soggetto. Può essere presente anche la figura del volontario penitenziario per attività specifiche (animazione culturale, ricreativa, sportiva) con lo scopo di sostenere moralmente i detenuti.
La deontologia:
La deontologia è la disciplina che studia come ci si deve comportare e cosa si deve fare in un determinato ruolo.
Deontologia del direttore del carcere: la prima qualità che si richiede al buon direttore è la conoscenza, poi una preparazione psicosociologica. La preparazione universitaria non è sufficiente, quindi servono studio e aggiornamento costante.
Gestire il carcere significa risolvere tanti problemi posti dagli operatori e dai detenuti; il rinvio di una decisione può causare inconvenienti e generare sfiducia degli operatori verso l'autorità.
Deontologia della polizia penitenziaria: la polizia penitenziaria deve rispettare tre componenti
dovrebbe essere personalizzato in base alle specifiche esigenze di ciascun individuo. Questo significa che l'educatore deve prendere in considerazione le caratteristiche personali, le abilità e le difficoltà di ogni detenuto o internato, al fine di sviluppare un percorso di intervento mirato. Il trattamento individualizzato implica anche l'importanza di stabilire una relazione di fiducia e rispetto reciproco tra l'educatore e l'utente. L'educatore deve essere empatico, ascoltare attentamente le esigenze e le preoccupazioni dell'utente e lavorare insieme a lui per raggiungere gli obiettivi prefissati. Inoltre, l'educatore deve essere consapevole dell'importanza di mantenere la riservatezza e il segreto professionale. Ciò significa che tutte le informazioni personali divulgate dall'utente devono essere trattate in modo confidenziale e non devono essere divulgate a terzi, a meno che non vi sia una ragione legale per farlo. Infine, l'educatore deve essere un modello di comportamento positivo e rispettoso. Deve evitare ogni forma di discriminazione e trattare tutti gli utenti con dignità e imparzialità. Inoltre, deve essere consapevole dell'importanza di mantenere un linguaggio e un abbigliamento appropriati, in modo da trasmettere un'immagine professionale e rispettosa.è attuato in base alle condizioni dei soggetti perché deve rispondere ai bisogni della personalità di ogni soggetto. Per ogni condannato e internato, in base ai risultati dell'osservazione, è indicato il trattamento rieducativo da effettuare. Durante l'osservazione si