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I soggetti motivati al successo attribuiscono i loro successi a fattori interni e si mettono
in gioco. I soggetti motivati all'insuccesso tendono ad attribuire i loro fallimenti alla
mancanza di capacità e agiscono in maniera difensiva evitando di esporsi alle ''sfide''. A
questo è bene associare l'immagine delle proprie capacità: i motivati al successo
hanno una buona immagine delle proprie capacità, al contrario dei motivati
all'insuccesso che, quando registrano i fallimenti e li attribuiscono a carenze di capacità,
possono cadere in uno stato di impotenza appresa. Questo stato insorge quando
anziché cercare vie d'uscita, il soggetto riflette sulle cause e sulla sua sgradevole
condizione. Questo stato può manifestarsi con i seguenti deficit: motivazionale,
cognitivo e emozionale. Per porre rimedio a questo problema, sono stati creati dei
programmi di training del motivo, cioè programmi che propongono l'incremento del
pensiero induttivo secondo l'idea che gli effetti della motivazione si rafforzerebbero con
la stimolazione del pensiero. Questo farebbe in modo che lo sforzo si ripercuota in un
migliore funzionamento cognitivo e dovrebbe migliorare l'esperienza della propria
efficacia. È bene considerare anche un altro fattore: la perseveranza. I motivati al
successo, nel momento in cui gli viene segnalato un insuccesso, perseverano nel
compito affinché riescano a raggiungere l'obiettivo del successo. Ciò invece non accade
nei motivati all'insuccesso, perché nel momento in cui gli viene segnalato un
insuccesso, loro lo vedono come una minaccia alle loro capacità, quindi agiscono in
maniera difensiva. Questo ha anche un impatto negativo per la loro autostima, che tende
a descrescere fino a poter raggiungere il suddetto stato di impotenza appresa. Infine, il
bilancio dell'autovalutazione è positivo per i soggetti motivati al successo; negativo per
i soggetti motivati all'insuccesso, in quanto attribuiscono poco peso ai successi e troppo
peso ai fallimenti.
Differenza tra sensazione e percezione
• Ogni sistema sensoriale ha il compito di acquisire le informazioni utili dall'ambiente e
trasformarle in rappresentazioni utili al cervello. La sensazione è rilevata dai recettori
sensoriali ed è l’attivazione degli organi di senso specifici stimolati da una fonte di
energia fisica. I recettori traducono gli stimoli fisici in impulsi elettrici: questo processo
viene chiamato trasduzione sensoriale e permette il passaggio dell'informazione dai
sistemi sensoriali al cervello. Le sensazioni sono uno strumento prezioso per conoscere
l’ambiente che ci circonda e muoverci efficacemente al suo interno, tuttavia il sistema
sensoriale umano è soggetto a certi limiti. Infatti, per essere percepito, uno stimolo deve
raggiungere un’ampiezza di un certo livello, al disotto del quale il soggetto non
percepisce nulla. Si parla di “soglia assoluta” per indicare il livello di energia necessario
allo stimolo per essere riconosciuto dal nostro sistema sensoriale.
La percezione è l'acquisizione dell'informazione sensoriale proveniente dagli organi di
senso. Inoltre, l'informazione viene elaborata in esperienza cognitivamente organizzata
per il soggetto. In ambito psicologico, la psicologia della Gestalt (dal tedesco “gestalt”
sta per “forma”) si è interessata soprattutto al meccanismo della percezione visiva,
elaborando numerose nozioni. Ad esempio, il processo di percezione visiva ha inizio
con la percezione d’insieme di un oggetto o di una figura e solo successivamente
vengono discriminate la varie parti che la compongono; inoltre, parti di una figura
presentate vicine tra loro vengono percepite come un tutt’uno; altro aspetto interessante,
guardando una una scena visiva, parti di essa ci sembrano ben definiti (figura), mentre il
resto ci appare meno rilevante e non ben definito (sfondo).
Differenze fra strutturalismo e funzionalismo
• La prima scuola psicologica è rappresentata dallo strutturalismo, di cui Wundt è
considerato un precursore. Nasce in America, anche se si sviluppa per opera di
Titchener, allievo di Wundt. Allo strutturalismo si contrappone immediatamente il
funzionalismo che è il primo movimento psicologico completamente americano.
Entrambe le scuole prendono come oggetto di indagine della psicologia la coscienza,
cioè l'insieme dei processi mentali che avvengono in un preciso momento della vita
dell'individuo. Il dibattito tra le due scuole riguardava principalmente il punto di vista
da cui affrontare lo studio dei processi mentali: gli strutturalisti si chiedevano cosa
fossero i processi mentali e i funzionalisti si chiedevano a cosa servissero e come
funzionassero. Per rispondere a questi interrogativi secondo gli strutturalisti era
necessario scomporre l'esperienza cosciente nei suoi elementi più semplici (immagini,
pensieri, emozioni), attraverso l'introspezione che consisteva nel chiedere al soggetto
sperimentale di riferire le sensazioni provate in seguito ad uno stimolo per esempio
visivo; secondo i funzionalisti invece l'esperienza cosciente andava considerata nella
sua globalità. Titchener riteneva che la psicologia avesse come oggetto l'esperienza e,
per quanto riguarda la correlazione tra fisica e psicologia, egli riteneva che la fisica
studiasse l'esperienza in quanto indipendente dal soggetto, al contrario della psicologia.
Lo scopo della psicologia, per gli strutturalisti, era quello di descrivere i contenuti della
coscienza e sottolineare i processi che permettono loro di combinarsi e susseguirsi. La
struttura mentale era il risultato della somma di molti elementi coscienti semplici elo
scopo della psicologia era quello di scomporli e ricomporli.
Il fondatore del funzionalismo fu James. Essi si chiedono a cosa servono e come
funzionano i processi mentali focalizzando la loro attenzione sui processi biologici
dell'organismo. Scompare il dualismo mente-corpo, in quanto loro ritengono che la
parte biologica e la parte psicologica dell'organismo debbano essere considerati un
tutt'uno. Essi sono quindi antielementisti, al contrario degli strutturalisti: l'attività
dell'organismo è un processo globale e continuo.
I funzionalisti criticano gli strutturalisti perché ritengono invece che le funzioni mentali
siano processi persistenti e continuativi e possono essere svolte da strutture sempre
diverse. Gli strutturalisti criticano i funzionalisti perché loro invece ritengono che non
serve conoscere le funzioni mentali, se prima non si sa nemmeno cosa sono.
La memoria di lavoro
• Il concetto di memoria di lavoro, introdotto da Baddeley e Hitch ha esteso il significato
di memoria di breve termine proponendo che essa sia costituita da una serie di sistemi
interagenti. Il modello di Baddeley e Hitch proponeva che i processi del pensiero umano
avvenissero in un sistema dedicato a immagazzinare informazioni nella memoria di
breve termine; essa era costituita da tre elementi: un sistema centrale (esecutore), un
sistema fonologico (verbale) e un sistema visuo-spaziale. La memoria di lavoro ha una
bassa capacità: 7±2 pezzi di informazione, decade molto rapidamente (circa 70msec),
mantiene ed elabora le informazioni durante l'esecuzione di compiti cognitivi.
Il taccuino visuo-spaziale si occupa dell'elaborazione di informazioni visive o spaziali, e
quindi impegnato nella rappresentazione dello spazio. Il Taccuino Visuo-Spaziale è stato
recentemente suddiviso in due sotto-componenti, una visiva e una spaziale: la
componente visiva: un magazzino passivo e temporaneo delle informazioni che
immagazzina informazioni visive statiche come la forma o il colore di un oggetto;
la componente spaziale: un sistema attivo di reiterazione spaziale per il mantenimento
in memoria di posizioni e movimenti, queste infatti necessitano di un ripasso continuo
per aggiornare di volta in volta le informazioni dinamiche.
Il circuito fonologico immagazzina ed elabora informazioni in un codice acustico. Esso
si organizza in due sotto-componenti:
• un magazzino fonologico a breve termine che ha il compito di mantenere
l’informazione linguistica;
• un processo attivo di ripetizione sub-vocalica (ripasso articolatorio o reharsal) che
permette di mantenere viva la traccia mnestica attraverso un ripasso silente
dell’informazione, che impedisce la decomposizione di tali informazioni. Le
informazioni verbali possono però essere mantenute più a lungo all’interno del
magazzino grazie al processo di rehearsal di tipo articolatorio; tuttavia oltre questo
limite di tempo, se il ripasso viene sospeso, le informazioni non possono più essere
recuperate. L’Esecutivo Centrale è il componente più importante ed è deputato alla
selezione di strategie, alla presa di decisioni e all’integrazione di informazioni
provenienti da diverse fonti. Baddeley lo considera più come un sistema attentivo che
come un magazzino di memoria. L’Esecutivo Centrale è un sistema flessibile
responsabile del controllo e della regolazione dei processi cognitivi. È un sistema
dominio generale e di capacità limitata, ritenuto responsabile del controllo e della
regolazione di processi cognitivi compreso il controllo del flusso di informazioni
all’interno della MdL, il recupero di conoscenze a lungo termine e il completamento di
più attività simultanee.
È stato poi aggiunto anche il buffer episodico: esso è deputato a trattenere le
informazioni dei diversi sistemi di memoria per collegarle in un unico codice “multi-
modale”.
Modello di memoria di Atkinson e Shiffrin
• Presentarono un nuovo modello sulla memoria umana che rappresentava il prototipo di
una nuova concezione della memoria, vista come funzione mentale attiva e non come
semplice serbatoio di stimoli. Il loro modello di memoria comprende 3 magazzini di
memoria: la memoria sensoriale, la memoria a breve termine (MBT) e la memoria a
lungo termine (MLT). I registri sensoriali sono in grado di catturare l’informazione in
entrata e di trattenerla per poco tempo. Successivamente, l'informazione veniva inviata
a un magazzino a capacità limitata (MBT) e infine trasferita al magazzino per la
definitiva archiviazione (MLT). Secondo Atkinson e Shiffrin, quando si presenta uno
stimolo, questo viene immediatamente registrato nella memoria sensoriale. Il tempo di
decadimento di questi registri è molto breve, alcuni studi permettono di stimarlo attorno
al secondo per le sensazioni visive (memoria iconica) e circa tre secondi per gli stimoli
uditivi (memoria ecoica).
La memoria sensoriale suddiviso al suo interno in una parte di memoria iconica, che si
riferisce alla capacità di ri