Estratto del documento

-MUSCOLARE:

-tessuto muscolare liscio

-movimenti PERISTOLTICI (adattamento dell’organo in base al contenuto) e

PERISTALTICI

(favoriscono avanzamento contenuto)

-AVVENTIZIA O SIEROSA:

-avventizia: connettivale, mette in comunicazione organi con quelli vicini

-sierosa: organi intraperitoneali, formata dal foglietto PERITONEALE-mesotelio

(tessuto

epiteliale monostratificato), strato sottomesoteliale (connettivo)

STRATO SOTTOPERITONEALE->tessuto adiposo

2. Struttura organo pieno

CAPSULA:

-tessuto connettivo denso che avvolge organo

-diviso internamente in lobi e lobuli

-presenta ILO: regione di entrata/uscita vasi sanguigni e linfatici

STROMA:

-capsula si dirama internamente formando stroma

-rete in cui passano vasi sanguigni e nervi con funzioni trofiche e sostegno

PARENCHIMA

-cellule all’interno dello stroma con funzioni caratteristiche di ogni organo

7) APPARATO CARDIOVASCOLARE

1. Struttura arteria

TONACA INTIMA

-nel lato luminale è rivestit da entotelio caratterizzato da cellule endoteliali che

hanno diverse funzioni:

-garantiscono un rivestimento liscio per favorire il flusso sanguigno

-rispondono a stimoli di diversa natura grazie a recettori

-controllano il tono vascolare, provocando se necessario

vasocostrizione/dilatazione

-contengono fattore VIII della coagulazione

-producono molecole di adesione

-lamina basale

-connettivo lasso formato da fibre elastiche e collagene

-lamina elastica presente nei vasi di grosso calibro. Contiene aperture per la

comunicazione tra tonaca intima e tonaca media.Il lume nelle arterie è ondulato

(a differenza delle vene in cui è liscio).

TONACA MEDIA: è lo strato più spesso nelle arterie (più spesso nelle arterie che

nelle vene). E’ costituito da muscolatura liscia. E’ sempre in un leggero stato di

contrazione per mantenere il tono del vaso. Contiene fibre elastiche. Nei vasi di

grosso calibro presenta la lamina elastica per la comunicazione tra tonaca

media e tonaca avventizia.

TONACA AVVENTIZIA: strato di tessuto connettivo contenente fibre collagene.

Questo strato è più spesso nelle vene che nelle arterie. Nei vasi di grosso calibro

sono presenti i VASA VASORUM per garantire nutrimento al vaso.

2. Circolazione sistemica

E’ la circolazione attraverso cui viene trasportato sangue ossigenato dal cuore

agli organi periferici. Ha inizio nel ventricolo destro. Il sangue ossigenato passa

attraverso la valvola aortica e si immette nell’aorta. L’aorta è formata da 3

diramazioni: tronco brachiocefalico, arteria carotide comune, arteria succlavia

sx. A livello della rete capillare avviene lo scambio con i fluidi cellulari:

l’ossigeno e le sostanze nutrienti escono dai vasi per essere utilizzate dalle

cellule, mentre l’anidride carbonica e le sostanze di scarto entrano nel torrente

circolatorio. Dai capillari si formano le venule e in seguito vasi di calibro

maggiore, fino ad arrivare alla vena cava superiore e inferiore che portano il

sangue deossigenato all’atrio dx e successivamente al ventricolo dx dal quale

ha origine la vena polmonare e da cui inizia la circolazione polmonare.

3. Sistema di conduzione del cuore

E’ formato dal mio miocardio specifico che è responsabile dell’insorgenza

dell’impulso contrattile e della propagazione al miocardio comune degli atri e

dei ventricoli. L’impulso elettrico si genera in corrispondenza del nodo seno-

atriale (detto pacemaker), localizzato nell’atrio destro, vicino alla confluenza

della vena cava superiore. La depolarizzazione raggiunge in 50 ms il nodo

atrioventricolare, localizzato nella parte inferiore dell’atrio destro. Le cellule

nodali hanno dimensioni minori di quelle dei cardiomiociti del miocardio

comune. Il tessuto fibroso impedisce la propagazione dell’impulso ai

cardiomiociti dei ventricoli. A livello del nodo atrioventricolare si ha una pausa di

100 ms. Dododichè dal nodo atrioventricolare si origina il fascio di His che

attraversa il setto interventricolare e si divide in due branche all’apice del

cuore, diramandosi poi nelle fibre di Purkinje. Queste fibre sono più voluminose

delle cellule del miocardio comune e trasportano l’impulso ai cardiomiociti dei

ventricoli.

4. Ciclo caridaco

Il sangue arriva agli atri attraversi le vene cave (superiore e inferiore) e le vene

polmonari. Per la pressione le valvole si aprono passivamente. Il sangue va ai

ventricoli passivamente secondo gradiente pressorio. In questa fase che dura

0,4 secondi il cuore è rilassato (DIASTOLE). Successivamente si assiste ad una

piccola contrazione degli atri (SISTOLE ATRIALE) di 0,1 secondi chiamata anche

PRESISTOLE. In questo modo gli atri si svuotano e i ventricoli si riempiono per

l’85%. In seguito abbiamo la SISTOLE VENTRICOLARE (0,3 secondi) in cui il

sangue viene spinto dai ventricoli nelle arterie. La forza del sangue che viene

spinto chiude le valvole atrioventricolari e apre quelle semilunari

5. Valvole cardiache

-atrivo ventricolare sx: BICUSPIDE O MITRALE

-atrioventricolare dx: TRICUSPIDE

-polmonare a nido di rondine/semilunare, al centro nodulo di Morgagni

-aortica: nodulo di Aranzio

Struttura valvole

-LAMINA VENTRICOLARE: in continuità con endocardio

-LAMINA SPONGIOSA: intermedia, GAG, molto idratata, funzione di protezione

-LAMINA FIBROSA: strato piu denso e spesso, presenta fibre collagene

Nelle lamine cellule interstiziali che producono matrice extracell.

6. Pericardio

è un sacco fibroso che avvolge il cuore e il tratto iniziale dei vasi che originano

da esso. E’ formato da due porzioni: pericardio fibroso e pericardio sieroso. Il

pericardio fibroso è caratterizzato da tessuto connettivo denso, ricco di fibre

collagene. Svolge una funzione protettiva e mantiene il cuore in sede nella

cavità toracica. E’ connesso alla superficie posteriore dello sterno tramite

legamenti ed è adeso al centro tendineo del diaframma e continua con la

tonaca avventizia di grossi vasi. Il pericardio sieroso è costituito da due foglietti:

uno parietale fuso con il pericardio fibroso e uno viscerale chiamato anche

epicardio. I due foglietti si delimitano l’uno nell’altro delimitando una cavità

chiusa contenente una piccola quantità di liquido pericardico che serve a

diminuire l’attrito durante i movimenti del cuore. Ciascun foglietto è formato da

connettivo lasso contenente fibre collagene ed elastiche ed è rivestito da

mesotelio: epitelio squamoso semplice, responsabile della produzione e

riassorbimento del liquido presente nella cavità pericardica. Le cellule

mesoteliali sono di forma esagonale o poligonale e la loro superficie luminale è

caratterizzata da microvilli.

7. Scheletro fibroso del cuore

Si trova la livello del setto atrioventricolare. E’ formato da tessuto connettivo

denso ed è organizzato a formare anelli e ispessimenti attorno agli osti venosi e

arteriosi. Su di esso si isneriscono le valvole cardiache e le fibrocellule

muscolari. Inoltre separa elettricamente gli atri dai ventricoli, consentendone la

contrazione indipendente. E’ formato da:

2 anelli fibrosi che circondano gli orfizi atrio-ventricolari

2 anelli che circondano le valvole semilunari dei grossi vai (aorta, arteria

polmonare)

trigono fibroso destro: robusto ispessimento di forma triangolare, posto tra i

due orfizi atrio-ventricolari e l’anello della valvola aortica.

trigono fibroso sinistro: posto tra l’orfizio atrio-ventricolare sinistro e quello

aortico.

tendine di cono: collega l’anello polmonare alla semiluna della valvola aoritca.

Parte membranosa del setto interventricolare

8. Cavità cardiache

ATRI

-forma ovoidale

-divisi da setto interatriale che presenta FOSSA OVALE (forame ovale)

-confluiscono atrio dx VENA CAVA SUPERIORE, SENO CORONARIO, VENA CAVA

INFERIORE

-atrio sx 4 vene polmonari

-superficie liscia,muscoli pettinatti

-funzione ricezione sangue

VENTRICOLI

-forma conica

-parete piu spessa

-funzione di pompare il sangue

-setto interventricolare-> prozione fibrosa + porzione muscolare

-ventricolo sx origina AORTA, ventricolo dx TRONCO POLMONARE

-superficie irregolare, muscoli papillari collegati alle CORDE TENDINEE e

TRABECOLE CARNEE

-ventricolo dx TRABECOLA SETTOMARGINALE dove è presente una parte del

sistema di conduzione

-parte venosa (afflusso), parte arteriosa (cono arterioso dx, canale aortico sx)

deflusso.

-setto interventricolare rinforzato da fibre, presenti valvole atrioventricolari

8) SISTEMA LINFATICO

1. Linfociti CD4+

I linfociti CD4+ (clauster of differentation 4+) sono i linfociti T helper. I linfociti

sono cellule specializzate del sistema immunitario, aventi un ruolo principale

nell’immunità adattativa; si originano nel midollo osseo a partire da cellule

staminali ematopoietiche. Si spostano poi nel timo, organo in cui avviene la loro

maturazione. In seguito ad incontro con l’antigene si differenziano all’interno di

organi linfoidi secondari in cellule effettrici. In particolare i linfociti CD4+ o

linfociti T helper sono in grado di coordinare e aiutare le risposte immunitarie

andando a produrre proteine specifiche chiamate citochine che favoriscono la

proliferazione e differenziazione dei linfociti T stessi, linfociti B, macrofagi e

leucociti. si suddividono in Th1, Th2, Th17 e Treg in base alle citochine che

rilasciano dopo l’incontro con l’antigene, stimolando l’instaurarsi di una risposta

umorale o cellulare. Ognuna di queste sottoclassi è coinvolta nella lotta contro

specifici microrganismi. I Th1 sono coinvolti nella risposta contro patogeni

intracellulari. I Th2, invece, mediano la difesa contro parassiti extracellulari e

supportano l’azione delle cellule B, portando alla produzione di

immunoglobuline M (IgM). I Th17 mediano la risposta immunitaria contro

organismi extracellulari come funghi e batteri e producono citochine. I linfociti T

regolatori (Treg) vanno ad inibire la risposta immunitaria evitando situazioni di

infiammazione cronica. I linfociti T CD4+ possono essere classificati in diverse

sottopopolazioni in base alle loro differenti funzioni e alle molecole che

esprimono sulla superficie. Sulla base di questi parametri è possibile

identificare:

I linfociti T naïve (Tn) sono cellule mature fuoriuscite dagli organi linfoidi

primari e che non hanno mai incontrato un antigene. In assenza del

riconoscimento di un antigene, queste cellule muoiono nell’arco di 1-3 mesi.

Linfociti T effettori: si originano in seguito all’attivazione dei linfociti naΪve e

alla loro conseguente differenziazione. Queste cellule sono in grado di produrre

molecole, quali granzimi e perforine, che eliminano gli antigeni.

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Scienze biologiche BIO/16 Anatomia umana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mishhh di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia umana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Rumio Cristiano.
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