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LO SPECCHIO: RIPERCORRI IL SUO UTILIZZO NEL TEMPO E LA VALENZA CHE HA AVUTO NEL FARCONOSCERE IL CORPO GUARDANDOSI INTERAMENTE

Come mostra Bosse in 'La Vue (femme à sa toilette)', nel '600 la donna inizia a guardarsi per prepararsi a come dovrà essere vista dagli altri: nel dipinto si nota infatti come sia presente, benché molto costoso in quanto ha la base d'argento, un specchio di piccole dimensioni. Con il '700, come mostra Eisen in 'Jeune femme à sa toilette', la stanza da bagno va specializzandosi e lo specchio, benché sia un po' più grande rimane fisso e, quindi, la vista del corpo non è ancora completa. Solo nell'800, a seguito della Rivoluzione industriale che ha portato alla scoperta dei procedimenti chimici per la costruzione degli specchi, la sua diffusione aumenta. Vediamo come si sviluppano specchi con la psiche alta e ribaltabile ed è così che la donna

inizierà a vedersi lateralmente. Addirittura, nel corso del secolo, si sviluppano armadi sulle cui ante vengono montati specchi che permettono di vedere l'intera figura della persona. Benché rimanga ancora prodotto di élite, il modo di guardarsi si trasforma: lo specchio ha permesso all'individuo di prendere conoscenza del propria persona poiché il vedersi, ha comportato per le persone una caduta del pudore e il saper gestire il proprio corpo poiché è lui a decidere quali parti mostrare. Con l'esplosione del consumismo, lo specchio entra a far parte di tutte le case, anche dei meno benestanti. 38. USO DEI COSMETICI NEL TEMPO La bellezza affermatasi nel Rinascimento è una bellezza che rivela nell'individuo un dono della natura: è nemica dell'artificio poiché in grado di intervenire su di essa ingannando Dio. Tale bellezza divina, tuttavia, tende ad essere terrestre attraverso un marginale intervento del (ossia della biacca che, benché pericolosa, venivautilizzata per spiritualizzare il corpo). Nel '600, la bellezza diviene espressiva e, comemostra Vermeer, va personalizzandosi tant'è che aumentano le pratiche diabbellimento (ciprie, pomate, unguenti ecc.) per correggere i difetti. Con il '700 labellezza diviene sempre più una costruzione quotidiana, terrena e individuale: è cosìche l'artificio si adatta alla persona per valorizzarla e far trasparire sincerità. Tuttavia,è solo nell'800, con la rivoluzione industriale, che si ha l'emergere di un vero e propriomercato della bellezza (i grandi magazzini) che diffonde l'idea di una bellezza costruitatant'è che il trucco viene accettato come utile a costruire se stessi. Con il '900 labellezza si democratizza: l'artificio, i cosmetici, l'abbellimento sono pratiche necessarieall'individuo poiché un

corpo curato, ha più probabilità di avere successo nella società (da qui l'amplificarsi del mercato, a tutti accessibile, dei prodotti per la cura di sé).

39. QUALE FUNZIONE HA IL TRUCCO DEL VISO? COME EVOLEVE NELLA STORIA DELLA BELLEZZA FEMMINILE? QUALE TIPO DI SOCIETÀ È SOTTESA ALL'USO DEL TRUCCO?

La bellezza nel Rinascimento è una bellezza divina, nemica dell'artificio poiché in grado di intervenire su di essa ingannando Dio tanto è che la tradizione religiosa distingueva "l'estetica naturale" (data da Dio) dall'"estetica artificiale" (data dal diavolo). Tuttavia, timidamente, l'artificio inizia ad essere liberalizzato se utilizzato per un fine onesto, ossia trovare marito. Nel '600, benché il trucco venisse ancora criticato dalla chiesa e dal patriarcato, la bellezza diviene espressiva e, come mostra Vermeer, va personalizzandosi tanto è che

Aumentano le pratiche di abbellimento (ciprie, pomate, unguenti ecc.) per acquisire bellezza e correggere i difetti. Con il '700 la bellezza diviene sempre più una costruzione quotidiana, terrena e individuale: è così che l'artificio si adatta alla persona per valorizzarla e far trasparire sincerità. Tuttavia, è solo nell'800, con la rivoluzione industriale, che si ha l'emergere di un vero e proprio mercato della bellezza (i grandi magazzini) che diffonde l'idea di una bellezza costruita tanto è che il trucco viene accettato come utile a costruire se stessi. Con il '900 la bellezza si democratizza: l'artificio, i cosmetici, l'abbellimento sono pratiche necessarie all'individuo poiché un corpo curato, ha più probabilità di avere successo nella società (da qui l'amplificarsi del mercato, a tutti accessibile, dei prodotti per la cura di sé).

40. CONCEZIONE

DELLA SPIAGGA ‘800 – ‘900

Nel corso dell’800, la rivoluzione industriale ha portato l’affermarsi del tempo libero per la classe borghese, permettendogli di andare in vacanza in questo nuovo territorio che è la spiaggia. Benché venga inizialmente considerato meta in cui recarsi per la cura del corpo, quest’ultimo diviene luogo di relax e divertimento. A riguardo, Proust fa una descrizione della spiaggia di Balbec sottolineando come la bellezza sia distribuita poiché essa riguarda l’intero corpo che rimanda a concetti quali salute, dieta e ginnastica. La tenuta balneare va scoprendo il corpo e le sue anatomie non solo vengono mostrate ma addirittura disegnano il vestito a simboleggiare una presa di coscienza del proprio corpo. Significativo, a riguardo, è il modello americano delle Gibson Girl, ossia quel corpo femminile che diviene dinamico poiché si emancipa dalla forma imposta dall’esterno. Con il XX secolo,

benché inizialmente il bagno sia ancora privato attraverso delle cabine di legno a palafitta sull'acqua, la spiaggia arricchendosi degli ombrelloni diviene definitivamente un luogo di relax e di piacere in cui sfoggiare corpi nuovi e celebrare l'edonismo. Da qui l'aumentare dell'interesse verso l'estetica e la bellezza in genere (depilazione, creme solari, abbronzatura come segno di libertà ecc.). _______________________________________________________________________________________ APPUNTI - TRIONFO DEL CORPO
  1. DELINEA LE PRINCIPALI NOVITÀ INTRODOTTE NELLA SOCIETÀ NOVECENTESCA DALL'ALLUNGAMENTO DELLA DURATA DELLA VITA.
A partire dall'800, in Occidente, con lo sviluppo tecnologico, il migliorare delle condizioni sanitarie e con l'adozione di stili di vita più sani, si allunga la durata media della vita. Tale fenomeno ha, con il tempo, portato a diverse novità: in primis, ad avere una popolazione digiovani-vecchi con un'efficienza fisica che prima era propria solo dei giovani, tanto è che ad arrendersi non è più il corpo, ma lo spirito poiché subentra nella persona un senso di pienezza della vita che porta a forme di depressione e di disaffezione della vita. Altra novità riguarda un cambiamento all'interno della coppia: quando la vita media era breve, sposarsi significava coronare una promessa di vita insieme (di circa 20 anni), ora un matrimonio difficilmente dura 50 anni, tanto è che è come se fossimo entrati in un modo di vivere ciclico in cui le coppie si sciolgono e si riformano. In terzo luogo, è da sottolineare il distacco creatosi tra età anagrafica e sociale: oggi non è più possibile stabilire bene quale età anagrafica stia in una età sociale poiché l'età è definita dallo stile di vita (l'individuo ha l'età a cui decide).

Diadattare il proprio corpo ed è, quindi, lui a sceglierla). Concludendo, l'aver conquistato la lunga vita ha fatto sì che ci dimenticassimo della vita eterna tant'è che, infatti, il nostro investimento è sulla vita terrena.

42. QUALE RAPPORTO SI STABILISCE NELLA SOCIETÀ OCCIDENTALE DEGLI ULTIMI DECENNI FRA L'ETÀ ANAGRAFICA DEGLI INDIVIDUI E LA LORO ETÀ SOCIALE? C'È DIFFERENZA FRA DONNE E UOMINI?

A partire dall'800, in Occidente, con lo sviluppo tecnologico, il migliorare delle condizioni sanitarie e con l'adozione di stili di vita più sani, si allunga la durata media della vita di donne e uomini. Tuttavia, con l'avvento della Rivoluzione industriale, la medicina inizia ad aiutare le donne (meno figli, igiene più curata ecc.) e, dunque, la durata media della loro vita aumenta, mentre quella degli uomini invece no, tant'è che nella seconda metà del '900 lo

scarto è di quasi 10 anni (avremo, così, le "vedove"). Questo è un po' il prezzo della virilità che gli uomini pagano: l'essere sempre in gara ed esposti al rischio, il darsi sul lavoro, l'intrapresa. D'altra parte, va anche sottolineato il distacco creatosi tra età anagrafica e sociale: mentre la società dei primi anni del '900 aveva elaborato delle categorie, ossia le età sociali (adolescente tra 11-16 anni, giovane adulto tra 16-25 anni, adulto tra 25-60 anni, vecchio dopo i 40 anni), che imponevano un certo tipo di comportamento e gestione del corpo per non essere criticati dalla società; con il trionfo della fisicità nel corso del '900, progressivamente, non è stato più possibile stabilire bene quale età anagrafica sta in una età sociale poiché l'età è definita dallo stile di vita (oggi l'individuo ha

L'età a cui decide di adattare il proprio corpo ed è, quindi, lui a sceglierla).43. COME EVOLVONO LE FORME DI DIPENDENZA E AUTONOMIA FRA GIOVANI E ADULTI DAGLI INIZI DEL 900 A OGGI? COME APPAIONO VISIBILI SULLE FORME DEI CORPI E NELL'ABBIGLIAMENTO? Il '900 è il secolo che segna il trionfo del corpo tant'è che diviene il nostro più grande patrimonio poiché ci permette di affermarci nella società. Per tale ragione, infatti, se nei secoli passati la personalità di ogni individuo veniva trasmessa in eredità e il corpo era la via della trasmissione generazionale, nel XX secolo il patrimonio non è più quello che viene donato, bensì quello che ciascuno ha deciso di costruire per sé: ogniuno, quindi, diviene "genitore del proprio patrimonio". Oggi non abbiamo più in comune quasi nulla con la generazione che ci precede, ma siamo accomunati con la linea orizzontale, ossia

con chi condivide i nostri gusti, il nostro stile di vita. Non si è più genitori e figli, ma si appartiene alla stessa temporalità: genitori che si confondono con i figli, con gli stessi gusti e lo stesso modo di vivere.
Dettagli
A.A. 2020-2021
31 pagine
9 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.arcangeletti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Mengozzi Dino.