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Il pubblico connesso. The listener as producer: I social network che si sono integrati bene con la

radio sono facebook e twitter. La differenza tra questo nuovo pubblico e quello vecchio sta nel

cambiamento della cultura dei consumi. I pubblici reticolari secondo Boyd sono pubblici la cui

esperienza è mediata attraverso le reti tecnologiche; condividono 4 principi: la persistenza(le

espressioni del pubblico persistono in rete), la replicabilità(i contenuti sono replicabili), la

scalabilità (la possibilità per ogni singolo ascoltatore del pubblico reticolare di raggiungere

velocemente un’alta visibilità) e la capacità di essere sottoposti a ricerca (possono essere

rintracciabili facilmente).

La radio di servizio pubblico: i 3 significati di “servizio pubblico” secondo Syvertsen i tre

modelli di servizio pubblico secondo Hallin e Mancini: Le emittenti di servizio pubblico sono

aziende radiofoniche separate dal diretto controllo del governo sebbene dipendano da esso per la

maggior parte del suo sostentamento. Il servizio pubblico si distingue dalla radio di Stato. Il

modello economico del servizio pubblico si basa su fondi statali e una tassa sugli apparecchi

radiotelevisivi domestici: il canone d’abbonamento.

Halin e Mancini hanno messo a punto un modello di 3 definizioni di servizio pubblico, ovvero 3

modi in cui è stato applicato: 4 di 20

Modello liberale: rintracciabile in gran bretagna e nelle sue ex colonie, dove il servizio pubblico è

indipendente dalla politica del governo

Modello pluralista polarizzato: con livelli considerevoli di politicizzazione, intervento dello stato

e clientelismo.

Modello democratico-corporativo: tipico dei paesi scandinavi fortemente legati dall’influenza dei

gruppi sociali organizzati

Syversten propone 3 categorie di definizione di servizio pubblico:

pubblica utilità: servizio erogato dallo stato che si fa carico della sua manutenzione e garantisce

che il servizio arrivi a tutti. permette un accesso universale.

sfera pubblica: il servizio pubblico si fa carico della gestione di un bene pubblico. ha il dovere di

fornire ai cittadini tutte le info di cui hanno bisogno

equazione tra pubblico e audience: il servizio pubblico è al servizio dell’ascoltatore

consumatore. Gli ascoltatori della radio pubblico sono pubblico mentre quelli della radio

commerciale sono audience.

i vincoli del contratto di servizio della Rai: In Italia la società concessionario del servizio

pubblico radiotelevisivo è la RAI una società per azioni di cui il ministero dell’economia e delle

finanze possiede il 95,56%. Fonda il suo modello economico su un sistema misto di entrate; canone

più vendita di spazi pubblicitari. Il canone è di 113,50 euro.

l'offerta radiofonica della Rai : L’offerta radiofonica è tenuta a destinare ai generi predeterminati

(notiziari, informazioni, cultura società musica servizio pubblica utilità) non meno del 70%

dell’offerta annuale di programmazione dei canali nazionali radio1 e radio2 e non meno del 90% di

radio3. Dei ricavi del canone la quota destinata alla radiofonia è del 1,5%. L’offerta radiofonica

ammonta a 10 canali trasmessi attraverso 7 diverse tecnologie.

nuove tecnologie per l'ascolto : streaming, podcasting, mobile e smartphone, app,social media,

digitale e satellite. Manifestano il passaggio a un ascolto più personale e asincrono. L’ascolto

mobile via app e il podcasting rappresentano i fattori di crescita più importanti.

quante sono le radio private nazionali e locali oggi in Italia: ad oggi le radio private

commerciali in Italia sono poco meno di un migliaio. La definizione di radio commerciale privata

comprende sia radio locali che radio nazionali e si differenzia da una parte dalla radio pubblica e

dall’altra dalla radio privata di tipo comunitario. La caratteristica della radio privata commerciale è

quella di diffondere una programmazione rivolta a un pubblico il più ampio possibile e di vender e

alle aziende pubblicità. Nazionali vengono definite le emittenti che raggiungono con il loro segnale

un territorio con almeno 15 milioni di abitanti. Si è formata una differenziazione su 3 livelli: radio

nazionali, superstation e radio locali che coprono singole province e comunici.

i gruppi editoriali presenti sul mercato e le radio che possiedono le caratteristiche della

pubblicità radiofonica: Il sole 24 ore, L’Espresso-Repubblica, RCS. La radio produce

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programmi e vende ascolti sul mercato della pubblicità. In relazione al numero degli ascoltatori e

alla loro tipologia si definiscono i ricavi pubblicitari.

andamento del mercato pubblicitario: La pubblicità è la fonte di guadagno della radio

commerciale.In Italia la SIPRA (concessionaria di pubblicità del servizio pubblico) nasce quasi

insieme alla radio nel 1926 e sino a tutto il dopoguerra è proprio il mezzo radiofonico a

rappresentare l’unico mezzo generalista che permette alla pubblicità di raggiungere le famiglie

italiane, dato che la tv non esisteva e la stampa non era diffusa. Con l’avvento della tv gli

investimenti pubblicitari si spostano. Con le radio private la pubblicità trova nuovi spazi. Il

rafforzamento del mercato passa prima dalla pubblicità locale poi da quella nazionale. La prima

pubblicità nazionale è quella della Coca-Cola. La prima ricerca Audiradio è del 1988 con

l’obiettivo di ottenere dati certi sugli ascoltatori delle radio e sul numero di coloro che vengono

raggiunti dal messaggio pubblicitario. 2001 anno di crisi per la pubblicità radiofonica.

Investimenti pubblicitari favoriti da: il rapporto di fiducia e di identificazione che l’ascoltatore

sviluppa con la sua radio, la sua buona frequenza e copertura—> il GRP (GROSS RATING

POINT), un costo-contratto molto basso rispetto ad altri medi(è il costo che si sostiene per

raggiungere un singolo individuo), è un mezzo che garantisce la possibilità di raggiungere un

pubblico mirato dal punto di vista del target.

tetti pubblicitari orari : imposti dalla legge Mammì 1990: 18% orario per le nazionali, 20% per le

locali, 5% per le comunitarie. Obbligo di fare informazione per le nazionali. Anni 90 rinascita della

radio grazie all’entrate dei gruppi editoriali.

la radio comunitaria: definizioni e regolamentazione la radiofonia universitaria:

caratteristiche e debolezze : Le radio libere considerate le progenitrici delle radio comunitarie

ebbero una forte spinta propulsiva fino alla fine degli anni 70; negli anni successivi le emittenti

commerciali più solide rileveranno le frequenze di diverse radio libere, contribuendo a rendere

l’etere italiano più omogeneo e di fatto a impoverire l’offerta radiofonica a livello locale. La legge

223/1990 fa nascere l’emittenza radiofonica comunitaria senza fini di lucro.

Secondo la definizione della legge Mammì (n.223/1990) “radio comunitarie” sono le radio

caratterizzate dall’assenza di scopo di lucro, gestite da “fondazioni, associazioni riconosciute e non

riconosciute, che siano espressione di particolari istanze culturali, etniche, politiche e religiose,

nonché società cooperative… che abbiano per oggetto sociale la realizzazione di un servizio di

radiodiffusione sonora a carattere culturale, etnico, politico e religioso”. La legge Mammì stabilì

anche un limite alle trasmissioni di pubblicità pari al 5% orario e l’obbligo di trasmettere

programmi autoprodotti che facessero riferimento alle istanze proprie dell’emittente per almeno il

50% dell’immissione giornaliera fra le 7,00 e le 21,00. La legge Gasparri porta al 10% orario la

quantità di trasmissione di pubblicità consentita alle emittenti comunitarie.

La radio GAP dimostra come sia possibile realizzare una convergenza tra radio e rete con scarse

risorse economiche con con una notevole qualità radiofonica.

La radio universitaria in Italia è legata al concetto di spazio come luogo fisico, come identità,

come struttura a più livelli(organizzativo,tecnico,creativo). Trovare lo spazio all’interno dell’ateneo

è difficile. L’origine delle college radio risale agli anni 20 in Nord America: università del

Wisconsin 1917 ma ufficialmente la prima fu l’università di salt Lake city 1921.

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Nelle radio non commerciali la pubblicità non è permessa quindi è auto-sostenibile attraverso le

tasse universitarie. La prima radio universitaria italiana è stata creata dall’università di Siena nel

1999 con gli studi allestiti nel palazzo del rettorato. La radio senese pone al centro gli studenti nel

ruolo di prosumer. Il modello senese dal 2001 passa al simulcasting web, divenne subito punto di

riferimento per altre attività radiofoniche universitarie. Tra il 2005-2008 si è registrato un vero

boom. Nel 2012 le radio universitarie in Italia sono 34, 3 tipologie: istituzionali, studentesche,

miste.

Un’altra distinzione si delinea in base alle tipologie di funzione: sociale-comunitaria, culturale,

informativa-istituzionale, di servizio, formativa-didattica.

Staff: personale interno dell’ateneo o i collaboratori che percepiscono un compenso per il lavoro

che svolgono

Team: i volontari, perlopiù studenti che collaborano al progetto.

Oggi per l’AGCOM le radio universitarie possono considerarsi radio comunitarie in quanto no

profit. Le radio universitarie sono di tipo: musicale(50%), informative (30%) e intrattenimento

culturale (20%)

l'informazione radiofonica: emittenti news-oriented ed emittenti no-news caratteristiche del

giornale radio: La radio svolge ancora un ruolo informativo importante per un motivo banale, la

trasportabilità, il fatto che si possa ascoltare in auto e che sia la cosa più semplice da fare se si è

contemporaneamente affaccendati in altro. La radio rappresenta una formidabile risposta alle

domande di semplificazione avvertita in un’epoca di alluvione informatica. L’anomalo assetto del

sistema del duopolio politico televisivo e il sistema di giornali cartacei schierati politicamente

hanno regalato all’informazione radiofonica uno spazio di autorevolezza, credibilità e imparzialità.

Nei notiziari radiofonici la distribuzione delle hard news e soft news ha subito una dislocazione

più netta tra i vari network a differenza di quanto accade in tv. Gli opinion leader che contano di

più restano quelli della tv e della carta stampata. La radio informa ma non rivela, non scopre.

Dopo la legge Mammì le emittenti italiane hanno interpretato in vario modo l’obbligo di produrre

informazione:

news-oriented(radio1,radio24,rtl 102.5,radio capital, isoradio,radio popolare network):

l’informazione è un elem

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
20 pagine
12 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nicolavitali di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Laboratorio di comunicazione radiofonica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Bonini Tiziano.