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Parlando di politica linguistica, non si può non parlare del caso della Somalia in cui nel
1972 viene ufficializzato l’alfabeto, il quale assume aspetti identitari. 1980 anche la
Repubblica di Djibouti decide di scrivere, gli ‘Afar (a nord) creano un sistema diverso da
quello dei Somali per differenziarsi da loro, considerati nemici. Si tratta di un alfabeto con
segni diversi da quelli usati dai Somali, proprio per avere segno visivo della differenza. Es ‘
(ayn) in Somalo /c/, in ‘Afar /q/.
I Saho invece vogliono differenziarsi dagli ‘Afar e lo fanno creando somiglianze con il
somalo. Es ‘ diventa /c/ come in Somalo.
A proposito di prestiti, gli Oromo, popolo etiope, nemico del popolo Amara, ha due parole
per dire “libro”: KITAABA o MACAAFA. Kitaaba è un prestito arabo, indica in modo specifico
il Corano e viene generalmente usato dagli Oromo musulmani. Macaafa è un prestito
amarico e viene usato dagli Oromo cristiani ortodossi.
Gli Oromo hanno scelto di utilizzare di più la parola KITAABA, per differenziarsi dagli
Amara. Preferiscono usare una parola straniera piuttosto che quella del loro nemico
interno.
L’alfabeto Oromo presenta una serie di consonanti enfatiche pronunciate come eiettive es
/t/ eiettiva molto comune nelle lingue etiopi, le do un segno suo e facile da ricordare <x>; /k/
eiettiva molto comune, le do segno <q> ; la /tch/ eiettiva molto comune, segno <c> facile da
ricordare.
3. IL GENERE, IL NUMERO, LE CLASSI NOMINALI: DISCUTINE CON ESEMPI DA LINGUE
E FAMIGLIE LINGUISTICHE DIVERSE.
Il genere: in AFROASIATICO ci sono due generi, Maschile e Femminile. Il femminile è il
genere marcato e il suo marcante, comune a tutte le lingue afroasiatiche, è -t.
L’unica cosa che identifica un sistema di generi è l’accordo, che in afroasiatico va sul verbo
e riflette il genere del soggetto. Es Kataba (egli ha scritto) e katabat (ella ha scritto).
In SOMALO si parla di gender polarity, cioè il genere del nome cambia a seconda del suo
numero. Il femminile in somalo spesso non è marcato, ma identifico il genere dall’accordo
dell’articolo. Femminile -ta e maschile -ka, si attaccano dopo il nome es dibi “toro” dibiga “il
toro” art. maschile; naag “donna” naagta “la donna” art. femminile.
Al plurale una parola femminile diventa maschile e dunque prende articolo maschile, es
naag > naago “donne” > naagoka “le donne” art. maschile.
Le classi nominali: in BANTU c’è un sistema di classi nominali che consiste in una
marcatura tramite accordo. Per esempio la classe ½ contiene le parole che riguardano gli
“umani” e il marcante è M sing e WA plur, es mtoto – watoto “bambino”; mtu – watu
“persona”. La forma è PREFISSO (viene riportato sugli elementi che si accordano) e
RADICE.
4. GLI IDEOFONI.
Gli ideofoni sono una peculiarità della famiglia linguistica Khoisan. Innanzitutto bisogna
sottolineare che si differenziano dalle Onomatopee, che sono suoni che riproducono
rumori, versi e violano o possono violare le regole di formazione della parola. Non
appartengono a classi fonologiche del discorso e intonatamente sono separate dal
discorso. Gli ideofoni invece sono una vivida rappresentazione di un’idea in suono,