Domande chiuse Comunicazione 2.0

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SìSì, ma la tesi è di Wittkower

Non completamente: l'anti-cosmesi è una forma di negazione della strategia rappresentativa

Non completamente: la cosmesi negativa è una forma di negazione della strategia rappresentativa

6. Cos'è L'identità dramautentica?

7. Hogan: illustrare il minimo comune denominatore.

Lezione 0291. "Strategia di presentazione del sé socialmente orientata, che ha un intento prevalentemente gregario, mira cioè a coinvolgere in maniera mirata il proprio pubblico costruendo una presenza di sé che coincide con l'aspettativa che si nutre nei confronti degli altri". Quale tipo di cosmesi è?

Positiva

Negativa

Promozionale

Sociale

2. La cosmesi negativa:

- è la categoria con cui Pedroni e Farci individuano le pratiche di negazione dell'utilità dei social network

- è la forma di relazione e presenza su Facebook diametralmente opposta alla cosmesi positiva

complementare all'anti-cosmesi ha come obiettivo innanzitutto l'esclusione di coloro che non vengono considerati amici intimi, e si esplicita in attività di pubblicazione concentrata più sui gruppi che sulla propria bacheca. 3. Completare. Nella la condivisione di contenuti, anche quelli che si ritengono relativamente privati o emotivamente coinvolgenti, è sempre giustificata sulla base di una cosmesi positiva / finalità relazionale. 4. Completare. Nell'ottica della cosmesi promozionale, Facebook diventa simile a un luogo dove poter gestire una costruzione cooperativa della rappresentazione di sé.del tronista / muretto virtuale cosmesi positiva / muretto digitale anti-cosmesi / muretto digitale cosmesi promozionale / beautycontest 5. Nonostante le opzioni che consentono di disegnare l'audience di ogni singolo contenuto, nella pratica quotidiana molti utenti intervistati scelgono di autocensurarsi quando sorge il dubbio che un contenuto possa essere frainteso da un membro della rete amicale. Quali tipo di cosmesi è visibile in questo atteggiamento? Negativa Sociale Anti-cosmesi Promozionale 6. Spiegare la cosmesi positiva e negativa della presenza su Facebook. Lezione 03 01. Completare. L'anticosmesi è la strategia di rappresentazione del sé in cui l'utente rinuncia a Facebook per definire la propria identità. attribuisce a Facebook / rivelazione rinuncia a Facebook per definire / sorveglianza attribuisce a Facebook / decostruzione rinuncia ad attribuire a Facebook / costruzione 2. L'anticosmesi è: una strategia di presentazione del sé.immagine personale o professionale attraverso l'utilizzo dei social media e altre piattaforme online.

Attività commerciale su Facebook, mirante a coinvolgere in maniera generica il pubblico, dando vita ad una presenza di sé che si poggia sulla promozione delle proprie qualità positive è una strategia di presentazione del sé socialmente orientata, con un intento prevalentemente validante, che mira cioè a includere in maniera generica il pubblico, dando vita ad una presenza di sé che si poggia sull'aspettativa che si nutre nei confronti del possibile interesse suscitato negli altri. È una strategia di presentazione del sé socialmente orientata, con un intento prevalentemente distintivo, che mira cioè a escludere in maniera generica il pubblico, dando vita ad una presenza di sé che si poggia sull'aspettativa che si nutre nei confronti del possibile interesse suscitato negli altri (il cui interesse nasce dall'esclusione).

5. Completare. Nella strategia della gli utenti non mostrano particolare interesse a

dare coerenza al loro profilo

anticosmesi

cosmesi negativa

cosmesi opposta

rappresentazione del Self

Lezione 0311. In che cosa consiste il sovraccarico di informazione e quale autore ne parla?

L'espressione si riferisce al fatto che da sempre l'utente dei media è assediato da un flusso dirompente di informazioni, che non riesce a gestire completamente. Ne parlano Pedroni e Farci a proposito dell'anti-cosmesi.

L'espressione identifica una novità assoluta in riferimento alla capacità di attenzione dell'utente: in passato, il proliferare di canali televisivi e titoli di giornali aveva creato scarse preoccupazioni per la capacità dei telespettatori/lettori di assorbire la crescente mole di informazioni, problema che esplode con il web. Ne parla Morozov.

di pubblicare e condividere facilmente contenuti, quindi c'è una quantità enorme di informazioni disponibili online. Inoltre, con l'avvento dei social media e dei dispositivi mobili, siamo costantemente connessi e bombardati da notifiche e aggiornamenti, il che aumenta ulteriormente la quantità di informazioni a cui siamo esposti. Questo sovraccarico di informazioni può essere problematico perché può essere difficile filtrare e gestire tutte le informazioni che riceviamo. Possiamo sentirsi sopraffatti e avere difficoltà a distinguere tra ciò che è rilevante e ciò che non lo è. Inoltre, il costante flusso di informazioni può anche portare a una diminuzione della capacità di concentrazione e di approfondimento. È importante quindi sviluppare delle strategie per gestire questo sovraccarico di informazioni. Possiamo ad esempio impostare dei limiti di tempo per l'utilizzo dei social media, utilizzare strumenti di filtraggio delle informazioni o dedicare del tempo per la lettura e l'approfondimento di contenuti di qualità. In conclusione, il sovraccarico di informazioni è un problema sempre più diffuso nell'era digitale. È importante essere consapevoli di questo problema e sviluppare delle strategie per gestire in modo efficace la quantità di informazioni a cui siamo esposti.

All'utente una connettività 24 ore su 24; Internet offre l'accesso a un archivio di dati enorme. Principalmente perché Internet consente all'utente una connettività 24 ore su 24.

"Non appena ci imbattiamo in qualcosa di valido, decidiamo di inoltrarlo ad altri, parlarne sul blog, farne un tweet e linkarlo alle nostre ultime scoperte. Finchè ci sono contenuti c'è speranza [...] Riceviamo inviti a creare liste di testi da consultare, a valutare brani musicali e a segnalare i libri che stiamo leggendo. Utenti-operai che lavorano per l'ape regina Google [...], miliardi di utenti che sembrano tante api che volano da un sito all'altro solo per accrescere il valore dei proprietari dell'alveare".

Questo brano di Lovink descrive:

1. Il meccanismo di partecipazione e iperconnessione alimentato da web e SNS
2. Il rischio di accumulo di dati personali da parte degli oligopolisti del web
3. Il rischio della iperproduzione di contenuti

di adattarsi ai ritmi frenetici imposti dalla tecnologia digitalesecondo Lovink, la percezione del tempo che si sviluppa nell'ambiente digitale, caratterizzata da una sensazione di accelerazione e simultaneità6. Secondo Lovink, la sorveglianza digitale è:un meccanismo di controllo sociale che si basa sulla raccolta e l'analisi dei dati personali degli utentila pratica di monitorare costantemente le attività online degli utenti per fini commerciali o di controllo politico7. Secondo Lovink, la cultura della sorveglianza digitale ha portato a:una diminuzione della privacy e dell'autonomia individuale, con conseguenze negative sulla libertà e la democraziala creazione di nuove opportunità di controllo e manipolazione delle masse da parte di governi e grandi aziende8. Secondo Lovink, la soluzione alla sorveglianza digitale non è:la totale eliminazione della tecnologia digitale, ma una riflessione critica sul suo utilizzouna maggiore consapevolezza e controllo da parte degli utenti sulla propria privacy e sui propri dati personali9. Secondo Lovink, la resistenza alla sorveglianza digitale può avvenire attraverso:la diffusione di pratiche di crittografia e anonimato onlinela partecipazione attiva a movimenti e organizzazioni che promuovono la privacy e la libertà digitali10. Secondo Lovink, la sorveglianza digitale è un problema che riguarda:sia gli individui che le istituzioni, poiché coinvolge sia la sfera privata che quella pubblicadi partecipare a eventi e gruppi, la condivisione di contenuti e la messaggistica privata3. Secondo Berardi e Lovink, la cultura digitale contemporanea è caratterizzata dalla tendenza alla produzione e alla condivisione di contenuti, alla partecipazione attiva e alla costruzione di identità online4. Secondo Jodi Dean, la partecipazione sui social network è spesso motivata dalla pressione sociale e dalla strategia di personalizzazione, che spingono gli utenti a creare profili e contenuti5. Facebook è un dispositivo che funziona attraverso l'interazione tra gli utenti, che possono chiedere/accettare nuove amicizie, partecipare a eventi e gruppi, condividere contenuti e inviare messaggi privati.

mezzo);dall'altro lato, la biografia d'uso degli utenti principalmente i camb