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La psicologia per William James si occupa dei fatti della mente e delle loro condizioni. Con fatti

della mente il nostro autore intende rivolgersi ai processi mentali quali sentimenti, pensieri,

ragionamenti e così via, che appaiono caotici e necessitano di essere ordinati. L’autore

esprime il proprio punto di vista in contrapposizione a due scuole di pensiero, quella degli

spiritualisti, che fanno risalire i processi mentali all’azione dell’anima, catalogando le nostre

capacità, come ad esempio quella mnemonica, come facoltà assolute e quella degli

associazionisti che privandosi del concetto di anima, ritengono che le idee tra loro si

associano in base all’esposizione degli eventi, secondo un criterio che imita l’ordine della

realtà dei fenomeni. Secondo James entrambe le visioni sono incomplete, la capacità

mnemonica è bizzarra talvolta e differisce da individuo a individuo, pertanto non si tratta di

una facoltà assoluta e in contrapposizione al pensiero associazionista afferma che le nostre

idee si formano, non associandosi per frequenza espositiva, ma in quanto alcuni fenomeni

rimangono più impressi di altri nel nostro cervello. Concludendo la psicologia deve occuparsi

delle condizioni sotto cui operano le nostre facoltà

3) Quali sono i principi che determinano l'illusione ottica del Triangolo secondo

Kanitza? Principi :

La figura presenta tre settori circolari neri e tre angoli orientati disposti in un certo ordine su

uno sfondo bianco uniforme, la descrizione dello stimolo è però quella di due triangoli

equilateri bianchi sovrapposti, quello sottostante ha contorni neri, e sono presenti tre dischi

parzialmente coperti dal triangolo in primo piano, più luminoso dello sfondo. I principi che

determinano tale illusione sono diversi, il primo consiste nella necessità, da parte del nostro

sistema percettivo, di vedere una figura per mezzo della presenza di uno sfondo. In questo

esempio abbiamo creato noi il contrasto con lo sfondo al fine di individuare il triangolo

centrale e creare l’illusione della stratificazione degli oggetti. Il secondo principio, non

secondario, è il processo di completamento delle immagini, attraverso cui unifichiamo i tre

angoli in un triangolo equilatero, e i tre settori circolari vengono completati in sfere. La

condizione affinché tale completamento abbia luogo è che il triangolo centrale debba apparire

in rilievo e che gli elementi siano posti dietro, quindi parzialmente coperti. Le tre sfere nere

possono essere completate in quanto aperte e non uniformi, condizione necessaria affinché i

margini angolari interni siano percepiti come appartenenti ad un’altra figura.

4) Quali sono secondo Darwin i principi fondamentali che spiegano le espressioni e

i gesti usati dall'uomo?

Tali principi, cui Charles Darwin prevede di ricondurre la maggior parte dei movimenti messi in

atto sotto l’influsso delle emozioni e sensazioni, sono da subito presentati nell’opera

“L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali”,1872;

Nel primo, detto delle abitudini associate utili, afferma che gli stati d’animo sono spesso

accompagnati da movimenti che hanno una loro utilità, ad esempio alcuni di questi possono

aiutarci a lenire un dolore et cetera. Questi atti, per associazione allo stato d’animo cui

s’accompagnano, se ripetuti nel tempo, tenderanno a presentarsi anche quando non avranno

alcuna utilità, per abitudine. Darwin afferma ancora che tali comportamenti possono essere

parzialmente repressi con la volontà, quando questi non sono utili, ma non possono essere

repressi del tutto perché alcune parti del nostro corpo sono “più debolmente” sotto il controllo

della volontà. Il risultato è una contrazione muscolare, o un altro movimento messo in atto

per contrastare il primo, che noi traduciamo in espressione.

Il secondo principio, detto, dell’antitesi, afferma che, assunto come valido il primo, può

capitare che una data emozione sia immediatamente accompagnata da una esattamente

opposta. In questi casi, afferma il nostro autore, il nostro corpo metterà in atto comportamenti

di natura opposta ai precedenti altamente espressivi.

Il terzo principio, detto degli atti determinati dalla costituzione del nostro sistema nervoso,

totalmente indipendenti dalla volontà e in parte dall’abitudine, afferma che quando il sistema

sensoriale è fortemente eccitato si viene accumulando energia in eccesso che viene spesa in

una direzione o in un’altra in dipendenza dalle abitudini e dalle connessioni nervose. Talvolta il

flusso di energia viene interrotto e assistiamo alle manifestazioni involontarie di movimento,

che dipendono appunto dal sistema nervoso.

5) Quali sono le differenze tra il comportamentismo di Watson e di Tolman?

L’anno di nascita del comportamentismo viene fatto convenzionalmente risalire al 1913,

anno di pubblicazione dell’articolo “psychology as the behaviourist views it” di Watson.

L’autore abbraccia i principi del condizionamento classico stilati dal fisiologo Pavlov,

asserendo che siano in grado di spiegare il comportamento umano. L’approccio allo studio del

comportamento è “particellare”, e l’unico oggetto di studio della psicologia è il

comportamento osservabile, rifiuta per cui i concetti quali “processi mentali, introspezione,

coscienza”. Tolman, riconosciuto come primo cognitivista elabora un comportamentismo

definito “molare”, il cui comportamento è studiato in maniera più ampia. In particolare, non si

limita allo studio degli stimoli e delle risposte, ma introduce tra questi l’analisi delle variabili

intervenienti, tra cui: stimoli ambientali, impulsi fisiologici, età, fattori ereditari,

addestramento precedente. Le caratteristiche del comportamento sono dunque individuabili

tra le cause scatenanti, quelle determinanti (variabili intervenienti) ed il comportamento

finale, inoltre egli afferma che non solo il comportamento non si limita a una mera

contrazione muscolare, ma è un insieme ogni volta nuovo formato da specifiche proprietà,

che possono prescindere il movimento del corpo.

6) Quali sono le "condizioni sperimentali il più possibile costanti" proposte da

Ebbinghaus?

Si tratta di sette regole che l’autore seguiva durante il processo di memorizzazione. La prima

regola prevedeva che la ripetizione delle serie avvenisse sempre dall’inizio alla fine, senza

che venisse sezionato il contenuto totale al fine di facilitarne l’assimilazione. Se durante la

ripetizione l’autore mostrava delle esitazioni, leggeva il contenuto della serie sino alla fine,

solo dopo essere arrivato alla fine poteva riprendere la lettura dall’inizio.

Seconda regola: la recitazione e la lettura della serie avveniva con 150 colpi al minuto

misurati da un orologio.

Terza regola: l’accento doveva essere evitato, a tale scopo le sillabe venivano mescolate, e le

serie riprodotte evitanto il più possibile la sottolineatura vocale di queste.

Quarta regola: dopo ogni riproduzione, l’autore prendeva una pausa di quindici secondi, in cui

annotava i risultati

Quinta regola: L’obiettivo dell’autore era quello di imparare il più velocemente possibile, a tal

fine evitava tutte le distrazioni, anche quelle dovute al fatto di svolgere gli esperimenti in

luoghi differenti.

Sesta regola: Evitare l’uso delle mnemotecniche

Settima: Rispettare il ciclo regolare di 24 ore, le abitudini alimentari e i ritmi di sonno/veglia,

mantenere inalterati i compiti che si svolgevano prima dell’esperimento.

7) Quali sono le principali conclusioni tratte dal metodo delle "riproduzioni

ripetute" di Bartlett?

Principali conclusioni tratte dal metodo delle riproduzioni ripetute indicano che l’accuratezza

delle riproduzioni spesso viene meno, che ci sono delle parti all’interno delle riproduzioni che

rimangono abbastanza stabili dopo la prima esposizione, e queste sono lo schema e la forma

generale. Le parti variabili sono il ritmo, lo stile della narrazione, inoltre con ripetizioni

frequenti l’esposizione si stereotipa, contrariamente con ripetizione meno frequenti il

contenuto si modifica ogni volta, almeno sino a quando non venga riprodotto in autonomia

senza particolari ausili. I contenuti raramente ripetuti assumono nel tempo dei connotati più

“familiari” al narratore, vengono aggiunti elementi o parti inventate. L’autore ha individuato

due tipi di memoria a lungo termine, l’una che ricorda la struttura generale del racconto, ciò

accade perché viene espressa attraverso l’atteggiamento del soggetto nei confronti del

materiale (processo affettivo). L’altro tipo, ricorda solo particolari salienti, che si legano

all’esperienza del soggetto narrante.

Un altro processo fondamentale che si osserva è quello della razionalizzazione, che ha come

obiettivo quello di rendere il racconto “sufficientemente trattabile”, la razionalizzazione è un

processo affettivo che fornisce una struttura di base al ricordo.

Per concludere alcuni cambiamenti si manifestano nel tempo.

8) Per quale motivo Galton era interessato allo studio delle immagini mentali?

L’interesse delle immagini mentali per Galton nacque dalla curiosità di scoprire se vi fossero

delle differenze individuali nelle facoltà mentali, da cosa queste potessero dipendere. Era

mosso inoltre dalla volontà di individuare visioni diverse. I risultati degli esperimenti illustrano

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Publisher
A.A. 2018-2019
6 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dropandgo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Classici della psicologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Meneghetti Chiara.