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CLASSE DI UNITA’ TECNOLOGICA: STRUTTURA PORTANTE
UNITA’ TECNOLOGICA: FONDAZIONI IN LATERO-CEMENTO
DIRETTE
La struttura di fondazione è un collegamento statico tra edificio
e suolo, su cui si regge l’edificio stesso; la sua funzione primaria
è statica/strutturale e deve rispondere al peso dell’edificio e di
tutto ciò che grava su di esso sia esternamente che internamente.
Le tipologie di fondazioni si distinguono in due grandi famiglie: 1 2
-Fondazioni dirette, quando operano direttamente su stra-
ti superficiali. Esse si dividono, a loro volta, in disconti- 4
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nue, per strutture in elevazione intelaiate a scheletro in-
dipendente con terreno affiorante o poco profondo, con
elementi tecnici plinti, che possono essere isolati, in c.a o
in acciaio, o collegati tramite cordoli; in continue, per strut-
ture portanti molto fitte e quando il terreno presenta me-
diocri capacità portanti, con elementi tecnici travi rovesce.
Nel ciclo di immagini qui riportato (edificio C, Politecnico di Mi-
lano, arch. Di Blasi, 2019) è possibile osservare la costruzione di
una fondazione su travi rovesce: in successione abbiamo sbanca-
mento, magrone, armatura, travi rovesce, fondazione ultimata. 5
CLASSE DI UNITA’ TECNOLOGICA: STRUTTURA PORTANTE
UNITA’ TECNOLOGICA: FONDAZIONI IN LATERO-CEMENTO
INDIRETTE
-Fondazioni indirette: si ha questo tipo di fondazione quando
il terreno resistente è ad una profondità elevata. Esse posso-
no essere fondazioni, su pali o a platea. La platea consiste in
un solaio in c.a. rovesciato. É una fondazione continua che si
allarga a comprendere tutta I’area occupata dalla costruzio-
ne. La sua adozione diviene necessaria e conveniente quando 1 2
i carichi della costruzione sono molto elevati ed il terreno di
appoggio poco resistente: allargando in questo modo la base
di appoggio, i carichiunitari sulterrenodiminuisconodimolto.
La platea è generalmente costruita in cemento armato; si può 3 4
utilizzare un’armatura ridotta solo se lo spessore è molto ele-
vato. Al contrario, diminuendo lo spessore della base, è neces-
sario costruire delle nervature di rinforzoalla base deipilastrio-
dei muridella costruzione. Solitamente lo spesore oscilla tra i
30 e gli 80cm. Nel ciclo di immagini sul.a destra ( prof. Pa-
lazzuoli, unipi) sono visibili tutti i principali momenti della re-
alizzazzione, in successione abbiamo: sbancamento, magrone,
armatura, inserimento impianti, getto, fondazione ultimata. 5 6
CLASSE DI UNITA’ TECNOLOGICA: STRUTTURA PORTANTE
UNITA’ TECNOLOGICA: FONDAZIONI IN ACCIAIO
Nel caso di strutture in elevazione realizzare in acciaio, il profilo
nella parte inferiore di appoggio al plinto, viene saldato ad una pia-
stra orizzontale forata che funge da piastra di ripartizione del cari-
co che può essere irrigidita da alette laterali. Si fissa con una serie
di barre di ancoraggio o tirafondi che vengono annegate nel getto.
I tirafondi sono costituiti da barre piegate ad uncino nella parte
inferiore e filettate nella parte superiore emergente dalla fonda-
zione e sono posizionati con estrema precisione prima del getto
mediante una dima di posizionamento. Alla fine il posizionamento
del pilastro avviene tramite bulloni e rondelle che ne consento-
no la messa a piombo lasciando il pilastro sollevato di 6-8 cm dal
plinto. La continuità strutturale viene assicurata attraverso la
realizzazione di un getto integrativo con malta espansiva anti-ri-
tiro. Nelle foto 1 e 2 (prof. Palazzuoli, unipi) è possibile vedere
il posizionamento della piastra all’interno dell’armatura men-
tre nelle immagini 3 e 4 (edificio residenziale, Pietrasanta (LU),
arch. Del Greco, 09/03/2019) è possibile vedere il risultato finale. 1 2
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CLASSE DI UNITA’ TECNOLOGICA: STRUTTURA PORTANTE
UNITA’ TECNOLOGICA: STRUTTURA IN ELEVAZIONE
VERTICALE IN CALCESTRUZZO ARMATO
La struttura portante in elevazione verticale è la par-
te di manufatto che ha le funzioni di sostenere i so-
lai dei vari piani dell’edificio e la copertura e trasmette-
re alle fondazioni le sollecitazioni che derivano dai pesi
propri e dai carichi accidentali. Si divide in struttura a:
-Elevazione verticale continua (1, Edificio residenziale bifami-
liare alto 3 piani, Bresso (MI), Arch. FERRARIS 09/04/2019 - 2
edificio B, politecnico di Milano, arch. Di Blasi, 2019), che as-
solve la funzione statica principale, ne delimita l’involucro e gli
spazi interni, e i carichi sono diffusi. Elementi tecnici: setti, ele-
menti di struttura portante in pietra, laterizio e calcestruzzo;
-Elevazione verticale puntiforme (3, edificio residenziale, Pie-
trasanta (LU), arch. Del Greco, 16/03/2019 - 4 edificio prefab-
bricato, Anversa (Belgio), scattata il 22/04/2019) assolve solo
funzione statica e i carichi sono concentrati in un unico punto,
ovvero nel pilastro, che viene attraversato e li riversa sui plinti;
esso, infatti, è soggetto a forze di compressione. È quindi impor- 1 2
tante che la sezione sia adeguata alle sollecitazioni che vengono 3 4
dall’alto. Elementi tecnici: pilastri, in c.a., laterizio, pietra,
acciaio, legno. La struttura continua viene utilizzata per edi-
fici bassi, 2-3 piani; mentre per edifici che si sviluppano molto
in altezza vengono utilizzate le strutture puntiformi, i pilastri.
CLASSE DI UNITA’ TECNOLOGICA: STRUTTURA PORTANTE
UNITA’ TECNOLOGICA: STRUTTURA IN ELEVAZIONE
VERTICALE IN ACCIAIO
Il pilastro in acciaio può essere formato da profili chiusi circola-
ri, quadrati o rettangolari o da profilati tipo HE, che presentano
minore sensibilità a fenomeni di instabilità per snellezza. Può
essere anche realizzato attraverso l’unione di semilavorati che,
tramite connessioni, formano elementi composti. Il sistema di
connessione utilizzato tra gli elementi composti influisce sul
comportamento della struttura: la chiodatura e la bullonatura
prevedono l’utilizzo di elementi mobili che fanno da connettori
e che necessitano di forature preventive degli elementi da unire;
la saldatura, invece, permette di evitare forature ed ottenere
elementi monolitici. Le sezioni maggiormente impiegate sono le
tipo IPE e HE. L’Immagine 1 riporta una foto del telaio in acciaio
dell’edificio B, Politecnico di Milano, arch. Di Blasio, 2019, men-
tre le altre 3 sono tratte da una lezione del prof. Palazzuoli, unipi. 1 2
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CLASSE DI UNITA’ TECNOLOGICA: STRUTTURA PORTANTE
UNITA’ TECNOLOGICA: SOLAIO IN LATERO-CEMENTO
l solaio è una struttura orizzontale posta in corrisponden-
za di ciascun piano dell’edificio, con il compito di soste-
nere, oltre al proprio peso, quello del pavimento delle pa-
reti interne e dei carichi di servizio. I solai possono essere
realizzati con molte tecniche costruttive e con materiali diversi:
-Solai di calcestruzzo armato, permettono di coprire luci anche
di rilevante ampiezza e di sopportare carichi elevati. Si clas-
sificano in soletta piena, o solaio in getto pieno, che possono
essere senza nervature o con nervature; in solai misti, costituiti
da travetti di c.a. o di c.a.p. con interposizione di blocchi fo-
rati di laterizio, o pignatte (come riportato nelle foto, edificio
residenziale, Pietrasanta (LU), arch. Del Greco, 17/04/2019).
In base alle modalità di costruzione i solai misti possono es-
sere gettati completamente in opera, cioè quelli di più comu-
ne impiego; o con elementi prefabbricati, cioè realizzati me-
diante l’impiego di travetti, oppure di pannelli di vari tipi,
tra cui tipo predalles; solai di lamiera grecata, normalmente 1 2
impiegati nel caso di strutture portanti di acciaio e caratte- 3 4
rizzati da un peso proprio notevolmente basso e da un’ottima
resistenza ai carichi. Possono essere solai senza soletta, o con
soletta collaborante; solai di legno, ormai impiegati soltan-
to in determinati casi, si distinguono in semplici e composti.
CLASSE DI UNITA’ TECNOLOGICA: STRUTTURA PORTANTE
UNITA’ TECNOLOGICA: SOLAIO IN ACCIAIO O LEGNO
Nelle immagini 1 e 2 (residenza monofamiliare, Milano, B. stu-
dio, 04/05/2019) viene presentato un tipico solaio in lamiera
grecata e completamento in calcestruzzo. Entrando nello speci-
fico, dalle foto è ancora visibile la lamiera grecata collaborante
e la rete metallica elettrosaldata a tondini ø 8 mm. passo 20
cm, prima che venga realizzato il getto di calcestruzzo. La la-
miera grecata poggia su travi secondarie in acciaio che hanno la
funzione di collegare la struttura alle travi principale con profilo
HEA che reggono il peso del solaio. L’intradosso del solaio per
scelta progettuale verrà poi lasciato a vista, senza alcuna predi-
sposizione di un controsoffito di finitura inferiore. Nello schizzo
a fianco è possibile vedere un’assometria dell’unità tecnologica
sopra descritta. Nelle immagini 3 e 4 (edificio B, Politecnico di
Milano, arch. Di Blasio, 2019) si può invece osservare il solaio
ligneo, l’ X-lam, formato da una serie di pannelli compressi. 1 2
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CLASSE DI UNITA’ TECNOLOGICA: CHIUSURA
UNITA’ TECNOLOGICA: CHIUSURA VERTICALE OPACA IN
LATERO-CEMENTO (STRATIGRAFIA)
Per chiusura verticale opaca si intende l’unità tecnologi-
ca che separa verticalmente l’interno dell’edificio dall’e-
sterno. Essa si divide in: pareti perimetrali verticali a mas-
sa e pareti perimetrali verticali leggere. Si definiscono “a
cappotto” in quanto il materiale isolante costituisce l’ulti-
mo strato della chiusura e riveste interamente la muratura.
Gli strati principali sono lo strato resistente, dentro, e lo
strato di isolamento termico, fuori. Nelle foto 1 e 2 abbia-
mo due comuni soluzioni, la prima in blocchi di laterizio con
isolamento termico all’interno e la seconda in blocchi di Ga-
sbeton. Le foto 3 e 4, (3,residenza monofamiliare, Milano, B.
studio, 04/05/2016 - 4 residenza monofamiliare, Seregno, B.
studio, 04/05/2019) invece mostrano una muratura con rive-
stimento esterno a cappotto, la prima, ed una muratura con
rivestimento interno, la seconda. Nella foto scattata a sinistra
si può osservare come lo strato di isolamento, (pannelli fibro-
gen 10 cm.) sia già stato rivestito da un pannello di Aquapanel.
Prendendo ad esame la seconda immagine e quindi una mura- 1 2
tura con isolamento interno invece, possiamo notare come allo 3 4
strato resistente composto da blocchi venga applicato un doppio
strato di pannelli isolanti ancorati fra di loro ed alla parete con
getti di malta.