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CHIMICA FISICA II
DOMANDE (TEORIA)
- LEFFETTO FOTOELETTRICO
- DESCRIZIONE DELL'ESPERIMENTO E DIMOSTRAZIONE DELL'ESISTENZA DEI FOTONI
- EQUAZIONE V0 DI SOGNO
Un elemento chimico posto in un tubo sottovuoto è colpito da un fascio di luce sufficientemente alta e colpisce la superficie del metallo, esce come elettroni.
Questi elettroni sono emessi solo se la lunghezza d'onda della luce è abbastanza corta (la lunghezza d'onda limite è diversa a seconda del metallo)
Il numero di elettroni emessi per secondo aumenta con l'intensita del fascio luminoso poiché l'energia dei fotoni sia grande abbastanza come questo limite si innesca l'effetto fotoelettrico e la quantità di corrente generata non dipende dalla lunghezza d'onda della luce impiegata.
La teoria classica affermava che anche a basse energie luminose potessero causare flussi di corrente, irraggiando il metallo per un tempo abbastanza lungo ed invece, sempre secondo la teoria classica, all'aumentare dell'intensità del flusso luminoso, avrebbe comunque dovuto aumentare la corrente prodotta ma così non era sotto la freq. di sogno (Vc) nessun elettrone veniva espulso e, al di sopra, l'energia cinetica degli elettroni aumentava unanimamente in risposta a queste contraddizioni.
Fu data da Albert Einstein
Secondo cui ogni singolo fotone può trasferire la propria energia ad un singolo elettrone.
E - hν
KE = 1/2 mv2 √hν - Φ
Ev non può essere negativo
Quindi hν>Φ
DOJESI A
La frequenza minima in grado di emettere un elettrone è proprio la frequenza necessaria per superare la funzione lavoro (Φ), così si può considerare che esiste una frequenza di soglia
hν0 = Φ
Possiamo quindi scrivere:
KE = hν - hν0
con ν > ν0
Φ solitamente è espresso in eV
1 eV = 1,602 x 10-19 C x 1V =
= 1,602 x 10-19 J
Il modello del corpo nero: perché la fisica classica fallisce nella previsione dello spettro? Perché funziona la spiegazione basata sull'ipotesi di Planck di quantizzazione dell'energia?
Si era osservato infatti che vi è uno spostamento di colore di un corpo riscaldato dall'rosso, passando per il bianco, fino al blu aumentando progressivamente la temperatura alla quale il corpo viene riscaldato.
Quando la temperatura aumenta, la radiazione emessa si sposta da basse ad alte frequenze, perciò il rosso si muove in una regione dello spettro con frequenze inferiori rispetto al blu (il colore di emissione di un corpo dipende dalla natura del corpo stesso).
Un corpo ideale che assorbe ed emette a tutte le frequenze è detto corpo nero.
(grafico) Andamento per la fisica classica
Questo è il grafico di distribuzione spettrale dell'intensità della radiazione del corpo nero in funzione della frequenza per date T
L'unico modo per spiegare questo è usare:
1 dρ(ν, T) = Pν(T) dν =
=
densità di energia radiante (J/m3)
8πν2 kB T /
c3
dν
Eq. di Rayleigh - Jeans
R = cost. gas ideale
A = cost. diabolica
1) Il principio di indeterminazione di Heisenberg, enunciando e spiegare le sue conseguenze sulla descrizione del moto dei corpi microscopici.
Il principio di indeterminazione di Heisenberg afferma che non si possono determinare con assoluta precisione e impulso di una particella con una precisione infinita.
Volendo misurare la posizione dell'elettrone entro una distanza Δx bisogna utilizzare un dispositivo di misura che abbia una risoluzione migliore di Δx ad esempio, si può usare la luce con λ ≤ Δx (lunghezza d'onda simile a Δx).
L'elettrone in qualche modo deve interagire con il fotone, che ha momento p = h/λ.
Durante la collisione parte di p passa all'elettrone, nel caso in cui si voglia sapere con più precisione dove si trovi l'e- usando un fascio di luce con λλ piccolo, che equivale a p maggiore e più energia sarà trasferita all'e-.
Quando cerchiamo di localizzare un e- a meno di una distanza Δx introduciamo una incertezza nel momento (Δp) della particella stessa.
Δp non si può sapere posizione e impulso di un e- nello stesso istante.
Questa tecnica non ha conseguenze significative per quanto riguarda il moto dei corpi macroscopici mentre per quanto riguarda il moto dei corpi microscopici siamo ad ottenere incertezze molto grandi in quanto
- Δx → 0 se Δp → ∞
- Δp → 0 se Δx → ∞
Una particella ideale che può muoversi su tutto l'asse x, possiede un impulso definito dato da px = -i ħ dΨ/dx che porta a
p = kħ o p = -kħ (con k = h/2π) a seconda che si voglia verso destra o verso sinistra
Ha la sua posizione e completamente indefinibile
ρp = mπ/d √(-π2 n2)/d√1/d - 2 che rappresenti la densazione standard di x
Il quarto postulato della meccanica quantistica.
Calcolare il valore medio della posizione di una particella in una
buca di potenziale ben determinata.
Il quarto postulato afferma che se un sistema è in uno stato descritto
da una funzione d'onda normalizzata, il suo valore medio per l'osservabile
è dato da:
tutto
spazio
<z> = ∫ Φ* Â Ψ dx
Per quanto riguarda una particella in una buca di potenziale a
pareti infinite:
Ψn(x)
buca
0 < x < a
il valore medio della posizione è dato da:
<x> = ∫a0 Ψ*(x) X Ψ(x) dx = ∫a0 x 2/a2 sin2 πnx/a dx
2/a2 ∫ x sin2 πnx/a dx = (per ogni n)
Ciò significa che la particella si muova in mezzo alle scatole
indipendentemente dal momento
Quando l'hamiltoniano non dipende dal tempo possiamo applicare il metodo della
separazione delle variabili ponendo Φ(x,t) = Ψ(x) β(t)
Dividendo l'eq. di Schrodinger per Ψ(x) β(t) otteniamo:
1 · Â Ψ = iħ d φ(t)
Ψ(x) β(t) dt
Dato che il primo membro è destro e una funzione della t, mentre quello
è una funzione della x, entrambi i membri sono uguali
alla costante di separazione E, otteniamo: Ĥ Ψ(x) = E Ψ(x)
indice
PER TROVARE LA SOLUZIONE DELL'ENERGIA LA MINIMIZZIAMO
PONENDO
JE = 0
ORDENANDO COSÌ UN SISTEMA DI N EQUAZIONI ALGEBRICHE LINEARI NEI BLOCCHI Ci:
C1(H11 - ES11) + C2(H12 - ES21) + ... + Cn(H1n - ESn1) = 0 C1(H21 - ES12) + C2(H22 - ES22) + ... + Cn(H2n - ESn2) = 0 ... C1(Hn1 - ES1n) + C2(Hn2 - ES2n) + ... + Cn(Hnn - ESnn) = 0
QUESTO SISTEMA PUÒ ESSERE RISOLTO SOTTO FORMA DI MATRICE
| H11 - ES11 H12 - ES21 ... H1n - ESn1 | | H21 - ES12 H22 - ES22 ... H2n - ESn2 | = 0 | ... ... ... ... | | Hn1 - ES1n Hn2 - ES2n ... Hnn - ESnn |
PER TROVARE LE SOLUZIONI BISOGNA CALCOLARE IL DETERMINANTE, DETTO DETERMINANTE SECOLARE, UGUALE A ZERO.
COME APPROSSIMAZIONE DELL'ENERGIA ALLO STATO FONDAMENTALE, UTILIZZANDO UN SOLUZIONE PIÙ PICCOLA DELL'EQUAZIONE SECOLARE DI ORDINE N, E UNA VOLTA TROVATA POSSIBILE SOSTITUIRLA NEL SISTEMA DI N EQUAZIONI PER TROVARE ICi. NEL SOLUZIONE N-1 DI QUESTE EQUAZIONI SONO INDIPENDENTI E QUINDI RIESCANO DETERMINARE IMPORTI TRA I COEFFICIENTI ED INFINE NORMALIZZARE LA FUNZIONE DI RIGOR PER TROVARE Ci
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