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La religione nella filosofia russa e il suo rapporto con il cattolicesimo

Forse, il tema per eccellenza della filosofia russa, che ha addirittura portato alla creazione del luogo comune per cui questa fosse solo religiosa, è proprio la religione, anche nei suoi rapporti con il cattolicesimo. Il filosofo slavofilo Kireevskij, nel saggio "Il carattere della civiltà europea e il suo rapporto con la civiltà russa" del 1852, sostiene che la Russia abbia avuto uno sviluppo pacifico e un organismo sociale armonico, simile a quello della Grecia antica, caratterizzata dalla presenza di forme sociali patriarcali, di tradizioni e del logos. Così facendo, il cristianesimo ortodosso della Russia, fatto di fede viva e comunità spirituale, si distingue nettamente dal cattolicesimo europeo di eredità romana, caratterizzato invece da una commistione negativa tra potere temporale e fede religiosa e un sistema di castighi e pene esteriori. I veri e puri principi cristiani sopravvivono in Russia, dove non sono stati stravolti come in Occidente.

Ma è soprattutto durante "l'Età d'argento" che si sviluppano società filosofico-religiose e successivamente, dopo il fallimento della rivoluzione del 1905 e la crisi della intelligencija, a causa della necessità di trovare uno spazio nuovo, la religione torna protagonista del dibattito in forme più filosofiche ed individuali. In questa direzione, l'autore più importante è Gorkij che parla del sentimento religioso come quello creatore che muove la collettività e dell'idea di Dio come qualcosa che nasce dalla forza umana; Dio che non esiste fuori dall'umanità perché lui è l'umanità stessa. Anche dopo la rivoluzione del 1917, l'interesse per la religione rimane forte, in una nuova Unione Sovietica in cui l'identità filosofico-religiosa non trova spazio e che è difesa fortemente soprattutto da coloro che a causa di questa situazione sono.costretti ad emigrare. Tradi loro, ricordiamo soprattutto Berdjaev, che passa dall'aver aderito al marxismo, ad un primo interesse per la religione come salvezza dell'umanità e dell'universo, al tema della divino-umanità e alla collaborazione tra fedeli e Chiesa di un cristianesimo rinnovato. Nel 1906 avviene addirittura una "conversione" che lo porta a diventare un filosofo al servizio della causa religiosa. Per concludere sugli aspetti e sui problemi chiave della filosofia russa, è importante citare ancora il dibattito sul ruolo degli intellettuali e il loro rapporto con il popolo, e quello sulla missione della Russia nei confronti dell'intera umanità. Sul primo argomento, il populismo, per esempio, è un movimento politico che sostiene il dovere dell'élite colta di mettersi al servizio dei contadini per realizzare le possibilità di sviluppo alternativo al capitalismo della Russia, facendo leva sullatradizioni arretrate e raggiungere un livello di sviluppo più avanzato. Alcuni sostengono che la Russia debba seguire il modello occidentale di modernizzazione, adottando le istituzioni e le pratiche sociali dell'Europa. Altri, invece, credono che la Russia debba trovare una via propria, basata sulle sue tradizioni e sulla sua identità nazionale. In ogni caso, l'importante è che la Russia si liberi delle vecchie strutture sociali e politiche che la tengono ancorata al passato. Solo così potrà raggiungere una vera e propria modernizzazione e diventare una grande potenza nel mondo. Tuttavia, l'autore sottolinea che la modernizzazione non deve essere solo un processo esterno, ma deve coinvolgere anche la sfera individuale. È necessario che ogni individuo si sviluppi e si realizzi pienamente, contribuendo così al progresso della società nel suo insieme. In conclusione, la missione della Russia è quella di superare le tradizioni arretrate e raggiungere un livello di sviluppo più avanzato. Questo può essere fatto seguendo il modello occidentale o trovando una via propria, ma è fondamentale che la modernizzazione coinvolga anche la sfera individuale. Solo così la Russia potrà diventare una grande potenza nel mondo e contribuire al progresso dell'umanità.contraddizioni dell'Europa ottocentesca e arrivare ad un obiettivo storico e politico che vada a creare una società migliore anche per il mondo intero. Tra le diverse posizioni sul futuro della Russia, e tra chi si divide sull'obiettivo a cui la missione dovrebbe approdare, troviamo Herzen che propone di partire dalla tradizione di una nazione a cui manca il principio della proprietà privata a favore di quello della proprietà comune, trarre vantaggio da questa particolare situazione e spingere verso un futuro e una società socialista, insieme all'Europa. Altrettanto importanti da prendere in considerazione nel dibattito su cosa sia la filosofia russa, sono le specificità storiche che ne hanno influenzato lo sviluppo. A partire dalle origini di Rus di Kiev, il rapporto tra il popolo russo e il potere si è sempre caratterizzato per il suo particolare distacco e per la facilità con cui il popolo ha accolto pacificamente lepopolazione scandinava arrivate a conquistare. Questo comportamento è motivo di orgoglio per i russi che vedono nella chiamata di una popolazione straniera per governare la dimostrazione di un'apertura verso gli altri e un disinteresse nei confronti del potere. Una seconda specificità russa è lo scarto nello sviluppo capitalistico della Russia rispetto ai paesi occidentali. La tradizione della comune agraria e lo scarto nello sviluppo industriale rispetto al capitalismo europeo hanno reso particolare la situazione russa che, naturalmente, ha avuto sviluppi diversi nei primi decenni del Novecento: la rivoluzione comunista del 1917 ha segnato profondamente sia la nazione stessa che i rapporti con l'Occidente. La terza grande caratteristica storica russa è l'alternarsi di aperture e chiusure nella politica degli zar prima e dell'URSS poi, nei confronti dell'Europa. La nazione ha visto zar come Pietro il Grande, che ha voluto che la

Russiadiventasse un paese occidentale, che ha aperto una finestra sull'Europacon la fondazione della nuova capitale San Pietroburgo e che ha portatoavanti riforme per trasformare il paese su modello di valori degli statinazionali europei. Ma i russi hanno anche vissuto periodi di chiusura nettaalle influenze occidentali. Dopo la Seconda Guerra mondiale e dopo laconferenza di Yalta, cala una "cortina di ferro" che separa da un punto divista ideologico e territoriale i paesi dell'Europa occidentale e quelli dellaparte orientale e divide il continente in due sfere d'influenza opposte,sovietica e angloamericana.

Per analizzare la filosofia russa in senso qualitativo, bisogna quindi ancoraporsi il problema di quando si può definire autenticamente russa unafilosofia. Alla fine dell'Ottocento è Solov'ev che tratta l'esistenza di unaparticolare idea russa prima in conferenza e poi nel saggio "L'idea russa"(1888).

Secondo lui, quest'idea non è quella che la Russia ha di sé stessa, ma è quella che ne ha Dio nell'eternità; la missione di ogni popolo è partecipare alla vita della Chiesa universale con le proprie specificità, è la verità cristiana che afferma le nazioni e non il nazionalismo, bisogna superare l'egoismo per il bene della comunità. Successivamente, nei primi anni Venti del Novecento, dopo la rivoluzione del '17 e la creazione dell'URSS, i filosofi in contrasto con le idee del nuovo regime vengono costretti ad emigrare dalla madrepatria. Questi pensatori religiosi, lontani dalla Russia contro la propria volontà, sentono il bisogno di autodefinirsi e per farlo, trovano in una concezione specifica e caratteristica di Russia che vale indipendentemente dal contesto storico o politico o geografico, ciò che vale come criterio per distinguere cosa è russo da cosa non lo è. Berdjaevè uno dei filosofi che è obbligato all’emigrazione forzata del 1922ed è anche colui che fa da tramite per lo sviluppo della tradizione russaortodossa all’interno del mondo europeo, è ambasciatore dell’autenticatradizione filosofica russa in difesa dagli attacchi dei bolscevichi. Sostienel’esistenza di un’anima russa, infine, anche il poeta Tjutchev che pensache questa si possa cogliere solo con l’emozione, impossibile da catturareinvece con la ragione, con il pensiero. Non si può concepire qualcosa chenon si sente, che non si vive; coloro che non si trovano nelle giustecondizioni non hanno accesso alla comprensione di cosa voglia veramentedire essere russo.In conclusione, quindi, trovare una risposta univoca a quella che è ladomanda su cosa sia la filosofia russa è molto complesso. Come appenavisto, non si può ridurre la disciplina a ciò che è stato scritto in russo o cheprovieneesempi chiari che mostrano come la filosofia russa abbia una sua identità unica. La sua storia e le sue influenze culturali hanno contribuito a definire una disciplina che si distingue dalle altre filosofie occidentali. La filosofia russa si è sviluppata in connessione con la letteratura e gli ambienti non ufficiali al di fuori delle università. I pensatori più importanti hanno affrontato una vasta gamma di temi e problemi, prendendo in considerazione le specificità storiche che hanno influenzato il loro sviluppo e la definizione di ciò che è autenticamente russo. Questa disciplina è stata elaborata da coloro che si sono sentiti costretti a definirsi autonomamente a causa dell'allontanamento dalla loro patria. La filosofia russa non può essere ristretta ai confini della lingua e del territorio, come dimostrano gli esempi di opere scritte in francese da autori russi e di autori che hanno contribuito al pensiero russo dall'estero. Tuttavia, ci sono esempi chiari che mostrano come la filosofia russa abbia una sua identità unica.sicuramente degli elementi che, in questo caso, obbligano ad aggiungere l'aggettivo "russa" alla parola filosofia. È una considerazione banale e scontata, ma nonostante quello russo sia un pensiero variegato e diverso, condivide l'evidente dato di fatto che è quello per cui gli autori interessati sono nati sullo stesso suolo e appartengono alla stessa cultura. Per quanto poi abbiano scelto una via slavofila, occidentalista, nichilista, populista, marxista o religiosa; per quanto si siano visti obbligati a lasciare la propria patria o abbiano deciso di scrivere in un'altra lingua; per quanto il concetto di filosofia nazionale diventi problematico dal momento in cui questa è esercizio della ragione che è universale e uguale per tutti; i filosofi russi condividono un stesso passato, una stessa cultura in cui sono nati e cresciuti e che inevitabilmente, ha contribuito in larga parte a formare le loro coscienze e conoscenze. È russa una

filosofia che sente il bisogno di definirsi nazionale per rive

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Publisher
A.A. 2021-2022
10 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Vera997 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia russa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Steila Daniela.