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2. L’ARCHITETTURA DI S. MARIA DEL CASALE
La chiesa di Santa Maria del Casale è contraddistinta da una presenza elegante ed
originale, tutta giocata sull’armonia delle linee architettoniche e sulla dicromia delle
sfumature grigie e dorate offerta della pietra arenaria. Di puro stile romano – gotico,
essa s’impone in maniera quasi incongruente con l’ambiente circostante; un effetto
questo, cui la Puglia non è abituata a vedere, al contrario di altre aree geografiche
quali la Toscana, le Marche o la Sicilia.
Figura 2.1 – particolare del protiro d’ingresso.
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Il prospetto è caratterizzato da una superficie a capanna, divisa in cinque zone
delimitate da quattro fini pseudo lesene che donano alla chiesa un grande slancio
verso l’alto; esse si coniugano bene con le fasce orizzontali a settori, ottenute dalla
composizione dei conci di pietra bianca di Carovigno e da quelle in pietra dorata del
“carparo” locale. Ogni settore è poi reso più elegante dallo sdoppiarsi in alto di due
archetti pensili.
Sulla facciata monocuspidata del tempio si apre l’unico portale, arricchito da un
protiro aggettante, con dei gradini degradanti verso il basso e gli archetti pensili che
donano un senso di leggerezza e di movimento all’insieme. Sulla facciata si
susseguono delle fasce orizzontali sempre ottenute con la dicromia dei materiali
utilizzati e disposti a scacchiera, a onde, a romboidi e a denti di sega (Fig. 2.1).
Figura 2.2 – Veduta prospettica centrale della navata.
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La pianta della chiesa è a croce latina (Fig. 2.2), con un'unica grande navata dall’alto
soffitto a capriate, intersecata dal transetto che si prolunga sull’abside rettangolare
voltata a crociera. Quattro archi a sesto acuto delimitano il transetto, staccate dalle
superfici sovrastanti dal solito gioco dicromatico del materiale utilizzato.
La luce penetra all’interno della chiesa in maniera tenue e mistica da quattro
monofore ogivali, due su ognuno dei lati lunghi, dalla monofora della facciata,
collocata sul protiro, da quella che si apre nell'abside e dalle due poste nel transetto.
All'interno, quindi, gli elementi architettonici sono limitati al transetto e all'abside,
mentre mancano quasi del tutto gli elementi scultorei. Fatta eccezione per la colonna
in marmo pario sovrastata da una croce, che si ritiene essere quella dell’Osanna del
IX secolo, si possono notare le colonne ed i loro capitelli che reggono i quattro archi
dell’intersezione. All'imposta dell'arco con cui inizia l'abside, infatti, le figure dei
capitelli, sono rappresentate da due grifi e da due coppie di leoni rampanti.
Figura 2.3 – Particolare del transetto e abside e affreschi.
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2.1. GLI AFFRESCHI
Le pareti interne della chiesa di S. Maria del Casale sono in gran parte ricoperte da
affreschi bizantineggianti, con qualche lineare apporto gotico, databili soprattutto tra
il XIV e il XV secolo.
Tranne che nella zona della controfacciata e dell’abside, gli affreschi hanno tutti un
carattere prevalentemente votivo; ciò a conferma della libertà di disposizione degli
affreschi, senza ordine e gerarchia, sui diversi livelli delle pareti, espressione della
tradizionale devozione e del pellegrinaggio che ha caratterizzato l’edificio per
lunghissimo tempo.
Come sappiamo, la Chiesa di S. Maria del Casale nacque come santuario mariano,
dedicato ad una sacra immagine della “Vergine con Bambino” affrescata in un muro
della più antica “picciola inglobata poi nella nuova chiesa. Nel corso dei
cappella”,
secoli, l'affresco fu ritagliato ed esposto al centro del coro e, in seguito, racchiuso al
centro dell’altare absidale di stile barocco. Nel 1920, però, durante un maldestro
restauro sotto l’attenta sorveglianza della Soprintendenza ai Beni artistici di Puglia,
l'affresco andò completamente distrutto. Oggi, grazie anche ad alcune foto
dell'Archivio Storico Nazionale e alla pubblicazione dell'immagine sull’Enciclopedia
Treccani alla voce “Brindisi”, conosciamo fortunatamente il dipinto.
Sicuramente la raffigurazione più nota dell’intera chiesa è la rappresentazione del
Giudizio Universale presente sulla controfacciata (Fig. 2.4), opera degli inizi del ‘300
firmata da un certo Rinaldo da Taranto. Esso si articola su quattro fasce parallele,
secondo un preciso e ricorrente schema e con, le due fasce inferiori, interrotte dalla
presenza del portone d’ingresso: gerarchicamente domina nella prima fascia la
DEÈSIS, il Cristo giudice seduto in trono con, ai lati, la Vergine e S. Giovanni
Battista che intercedono per i peccatori; seguono su ambo i lati gli Apostoli con, alle
spalle, degli Angeli. Nella seconda fascia, al centro troviamo il trono vuoto
dell’ETIMASÌA: la “mandorla” in cui è presente il trono sormontato dalla Croce, con
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accanto i progenitori Adamo ed Eva, rivestiti ed oranti; simmetricamente, due Angeli
con i libri stellati aperti per il Giudizio Finale e altri due che suonano la tromba per la
raccolta delle anime; rispettivamente a destra e a sinistra, il mare e la terra, dai
lineamenti antropomorfi, restituiscono i morti intrappolati nel loro grembo.
Figura 2.4 – Il Giudizio Universale nella controfacciata.
Nella terza fascia, a sinistra, c’è il corteo dei Beati che “siedono alla destra del
Padre”, mentre, a destra, abbiamo la PSICOSTASIA, la misurazione delle anime
tramite una bilancia in marmo da parte dell’Arcangelo S. Michele, vestito per
l’occasione con ricchi abiti bizantini. 18
La quarta ed ultima fascia, nettamente divisa dal portale, presenta, a destra, una
rappresentazione dell'inferno, con un angelo color fuoco che respinge i tre eresiarchi
Ario, Sabellio e Nestorio e con l’imponente figura di Satana tra le fiamme; a sinistra,
l’entrata verso il vero paradiso. Proseguendo sempre verso sinistra, i tre maestosi
patriarchi, Abramo, Isacco e Giacobbe, sono circondati da una natura viva, brillante e
profumata, con rispettivamente in mano un fico, un dattero, un melograno e un
ciliegio, e carichi di frutti. Figura 2.5 – L’Albero della Croce.
Di notevole fattura sono anche i restanti affreschi presenti sulle tutte le pareti della
chiesa:
- Sulla parete sinistra abbiamo un Annunciazione, l’Albero della Croce con i
dodici rami a simboleggiare i dodici Apostoli (Fig. 2.5), una Madonna tra i
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Cavalieri col committente Nicola della Marra datato 1388 e una Madonna col
Bambino commissionata da Gaucerio nel 1366.
- Sulla parete destra c’è un’altra Annunciazione, Cristo in trono e un’altra
Madonna col Bambino con il committente Leonardo I Tocco datata al 1363
circa.
- Nei transetti: una Crocifissione, le Storie di Santa Caterina D’Alessandria
divisa in otto riquadri, Sant’Erasmo di Gaeta e Santa Maria Maddalena.
- Nel presbiterio: la Lavanda dei Piedi, l’Ultima Cena e Ospitalità di Sara e
Abramo; la Deposizione della Croce, la Deposizione nella tomba e Maria al
Sepolcro; Pentecoste e Annunciazione; nell’abside il Cristo in trono fra gli
Angeli.
In ultimo, in sagrestia è presente una mirabile tela dipinta da Giampiero Zullo nel
1617 e raffigurante la Natività di Maria (Fig. 2.6).
Figura 2.6 – La Natività di Maria di Giampiero Zullo, 1617.
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3. UNA VICENDA PARALLELA:
La Tutela e Valorizzazione
Le vicende che caratterizzano gli aspetti riguardanti la Tutela e Valorizzazione della
chiesa di S. Maria del Casale, sono legate indissolubilmente ad una persona prima e
ad un associazione dopo che, per quasi mezzo secolo, hanno cercato di sensibilizzare
istituzioni e opinione pubblica circa la salvaguardia di quello che molti dimenticano
essere un monumento nazionale, un patrimonio storico – monumentale proprietà di
ogni singolo cittadino.
Negli anni ’30 del secolo scorso nasce a Brindisi l’aeroporto militare. Nel giro di
pochi anni, data l’evidente posizione strategica di ponte verso l’oriente e non solo,
l’aeroporto vede crescere in maniera esponenziale la sua area d’influenza e,
conseguentemente, la propria estensione territoriale. Tal estensione, non si sa se per
distrazione o per non curanza delle istituzioni, va ad includere nell’area aeroportuale
anche la chiesa di S. Maria del Casale, posta di fatti a soli pochi metri da quello che
oggi è l’aeroporto civile “Papola – Casale”. Fino alla fine degli anni ’50 la chiesa
continua a essere utilizzata come magazzino, un vero e proprio deposito militare,
mentre le recinzioni che circondano e delimitano l’area di estensione aeroportuale
divengono una vera e propria prigione, privando la chiesa da ogni possibilità di visita.
È su questa scia che s’inserisce la figura di una allora giovane donna, con una
passione irrefrenabile per la storia e i suoi monumenti, l’Ingegnere Vivarelli Nerina;
spinta dall’impossibilità di poter visitare un monumento nazionale di così grande
interesse storico – artistico, decide ed intraprende una sorta crociata contro le
istituzioni, al fine di liberare e rendere disponibile alla comunità intera la chiesa di S.
Maria del Casale.
Una prima vittoria la ottiene nei primissimi anni successivi al 1960 quando, grazie
all’intervento diretto dell’allora deputato democristiano nonché Sottosegretario alla
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Pubblica Istruzione, l’Onorevole Carlo Scarascia Mugnozza, si riesce a raggiunge un
primo accordo con il Ministero della Difesa, che elimina di fatto la recinzione e pone
l’area d’influenza aeroportuale subito alle spalle della chiesa.
Dopo un primo e immediato intervento di restauro per opera dell’architetto barese F.
Schettini, i lavori proseguono con i Frati Missionari della Consolata di Torino che
acquisiscono la chiesa solo per un breve periodo. Subito dopo la chiesa passa
definitivamente in mano alla Curia brindisina, mentre l’ing. Vivarelli Nerina entra a
far parte in maniera attiva di Italia Nostra.
Fig. 3.1 – La strada sud che fiancheggia la chiesa. In lontananza, i capannoni ORM militari.
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Nata nel 1955, Italia Nostra è un’associazione nazionale per la tutela del patrimonio
storico, artistico e naturale della nazione, oggi divenuta ONLUS; ne hanno fatto parte
e continuano ancora a farne personaggi di notevole spessore nazionale, come G.
Bassani, E. Croce, L. Magnani, H. Howard e molti altri ancora, oltre ai
numerosissimi volontari che decidono di entrare nel tessuto di quest’associazione e
contribuire con i propri mezzi alla salvaguardia delle bellezze nazionali.
Tra le tante attività condotte, Italia Nostra, rappresentata in questo caso nella persona
dell&r