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La spesa sociale è uno strumento chiave per ridurre la povertà e la disuguaglianza, ma presenta sfide

significative. I trasferimenti sociali, come le pensioni, i sussidi di disoccupazione e i programmi di assistenza,

possono migliorare il benessere delle fasce più vulnerabili, ma la loro efficacia dipende dalla struttura e

dalla generosità del sistema di welfare. In Europa, i paesi nordici mostrano una maggiore capacità di ridurre

la povertà grazie a sistemi più redistributivi. Tuttavia, la globalizzazione e la mobilità dei fattori produttivi

hanno complicato il compito dei governi, poiché la competizione fiscale e la delocalizzazione delle imprese

limitano la capacità di finanziare politiche sociali ambiziose.

24. Quali sono i principali vantaggi e svantaggi dei trasferimenti in natura rispetto ai trasferimenti in

denaro, e come questi influiscono sulla libertà di scelta e sull’efficienza del destinatario?

I trasferimenti in natura, come l’istruzione pubblica o l’assistenza sanitaria gratuita, garantiscono che i

beneficiari ricevano direttamente beni o servizi essenziali. Tuttavia, possono limitare la libertà di scelta dei

destinatari e risultare meno efficienti se non rispondono alle loro preferenze specifiche. I trasferimenti in

denaro offrono maggiore flessibilità e consentono ai beneficiari di decidere autonomamente come allocare

le risorse, ma possono essere meno efficaci nel garantire l’accesso a beni pubblici o servizi fondamentali. La

scelta tra le due modalità dipende dagli obiettivi della politica e dalla natura delle necessità da soddisfare.

25. Si descrivano i principali meccanismi di rivelazione delle preferenze collettive per i beni pubblici,

spiegando il teorema dell’impossibilità di Arrow e il modello di voto all’unanimità di Wicksell e Lindahl.

Quali sono i limiti di ciascun approccio e come si bilanciano i costi interni ed esterni nel processo

decisionale collettivo?

I meccanismi per rivelare le preferenze collettive includono il teorema di Arrow, che dimostra l’impossibilità

di soddisfare contemporaneamente tutte le condizioni di equità e razionalità nei processi decisionali

collettivi, e il modello di voto all’unanimità di Wicksell e Lindahl, che garantisce allocazioni efficienti solo se

tutte le parti sono d’accordo. Tuttavia, il primo approccio evidenzia l’intrinseca difficoltà di creare un

sistema di voto perfetto, mentre il secondo è limitato dall’alto costo di raggiungere l’unanimità. I costi

interni ed esterni del processo decisionale devono essere bilanciati tenendo conto dell’efficacia e della

legittimità delle decisioni collettive.

26. Quali sono i principali meccanismi di votazione e quali problemi possono emergere durante una

votazione a maggioranza? Come i metodi alternativi, quali il sistema di Condorcet, i sistemi di

eliminazione e il metodo di Borda, cercano di risolvere questi problemi?

La votazione a maggioranza può generare problemi come il paradosso di Condorcet, in cui le preferenze

collettive diventano cicliche e non è possibile determinare un vincitore univoco. Il sistema di Condorcet

tenta di risolvere questo problema selezionando l’alternativa che vince in tutti i confronti diretti. I sistemi di

eliminazione progressiva eliminano gradualmente le opzioni meno votate, mentre il metodo di Borda

assegna un punteggio a ciascuna preferenza per determinare l’opzione complessivamente migliore. Questi

metodi cercano di migliorare l’efficienza e la rappresentatività delle decisioni collettive.

27. In che modo il teorema dell’elettore mediano e il teorema di Niskanen descrivono le dinamiche

decisionali nella democrazia rappresentativa e l’interazione tra politici, elettori e burocrati? Si argomenti

includendo le implicazioni dei voti unimodali, della stabilità dei sistemi bipolari e delle motivazioni dei

burocrati nel contesto delle politiche pubbliche.

Il teorema dell’elettore mediano afferma che, in un sistema con voti unimodali, il candidato che adotta la

posizione preferita dall’elettore mediano tende a vincere, garantendo stabilità nei sistemi bipolari. Il

teorema di Niskanen si concentra invece sul comportamento dei burocrati, che tendono a massimizzare il

budget e il potere dell’ufficio, spesso indipendentemente dalle reali necessità pubbliche. Questi teoremi

evidenziano come le dinamiche decisionali siano influenzate dalle interazioni strategiche tra politici, elettori

e burocrati, con implicazioni sulla qualità delle politiche pubbliche.

28. Si analizzi il ruolo e l’importanza delle amministrazioni pubbliche nel sistema economico, spiegando

come entrate, spesa e debito pubblico siano gestiti in Italia e negli altri Paesi OCSE dal 1990 ad oggi. Si

spieghi inoltre il significato e l’importanza del conto economico consolidato delle AP nel sistema

economico italiano.

Le amministrazioni pubbliche svolgono un ruolo cruciale nell’economia, gestendo entrate, spese e debito

pubblico per sostenere la crescita e garantire la stabilità sociale. Dal 1990, nei Paesi OCSE, si è assistito a un

aumento della spesa pubblica per welfare e infrastrutture, accompagnato da politiche di contenimento del

debito. In Italia, il conto economico consolidato delle amministrazioni pubbliche consente di monitorare

l’interazione tra entrate e spese, fornendo un quadro complessivo delle risorse disponibili e della

sostenibilità del debito.

29. Come si articola il processo di bilancio dello Stato italiano e quali documenti principali regolano la

programmazione, la gestione e la rendicontazione delle entrate e delle spese?

Il processo di bilancio dello Stato italiano si articola in tre fasi principali: programmazione, gestione e

rendicontazione. Tra i documenti chiave vi sono il Documento di economia e finanza (DEF), che fissa gli

obiettivi di politica economica, la Legge di Bilancio, che stabilisce le risorse disponibili e le priorità di spesa,

e il Rendiconto Generale dello Stato, che fornisce una sintesi delle entrate e delle spese effettive,

consentendo una valutazione dell’aderenza alle previsioni.

30. Si analizzino le principali funzioni del debito pubblico secondo la teoria economica, descrivendo i loro

effetti sull’economia e sulle diverse generazioni. Come si conciliano le visioni keynesiane, neoclassiche e

ricardiane rispetto al ruolo del debito pubblico e al suo impatto sul settore privato?

Il debito pubblico svolge diverse funzioni, come finanziare investimenti produttivi, stabilizzare l’economia

durante le recessioni e redistribuire il carico fiscale tra generazioni. La visione keynesiana considera il

debito uno strumento utile per stimolare la domanda aggregata, mentre la prospettiva neoclassica

sottolinea il rischio di effetti negativi sul risparmio privato e sui tassi di interesse. La visione ricardiana

suggerisce che il debito non influisce sull’economia reale, poiché gli individui razionali risparmiano per

compensare futuri aumenti delle tasse. Le tre teorie riflettono approcci diversi alla gestione del debito

pubblico e al suo impatto intergenerazionale.

31. Si spieghi il modello di Domar sulla sostenibilità del debito pubblico, descrivendo le principali variabili

coinvolte, il vincolo di bilancio dello Stato e le condizioni che influenzano la convergenza del rapporto

debito/PIL. In particolare, si discuta come il tasso di crescita del PIL e il tasso di interesse reale

influenzano la dinamica del debito e quali sono le implicazioni per la sostenibilità del debito in presenza

di avanzi o disavanzi primari.

Il modello di Domar analizza la sostenibilità del debito pubblico attraverso il rapporto tra debito e PIL. Le

variabili principali coinvolte sono il tasso di crescita del PIL nominale, il tasso di interesse reale sul debito

pubblico e il saldo primario (avanzi o disavanzi primari). Il vincolo di bilancio dello Stato implica che il debito

pubblico cresce se il disavanzo complessivo non è finanziato da avanzi primari o da una crescita sufficiente

del PIL. La sostenibilità del debito dipende dalla relazione tra il tasso di crescita del PIL e il tasso di interesse

reale. Se il PIL cresce più velocemente del tasso di interesse, il rapporto debito/PIL tende a convergere o

diminuire, anche in presenza di modesti disavanzi primari. Al contrario, se il tasso di interesse supera la

crescita del PIL, il rapporto debito/PIL aumenta, richiedendo avanzi primari consistenti per mantenere il

debito sostenibile.

32. Si analizzi la dinamica del debito pubblico nel modello di Domar, spiegando come l’equilibrio tra il

tasso di crescita del PIL e il tasso di interesse influisce sul rapporto debito/PIL. Si discutano inoltre le

differenze tra una politica fiscale basata su un disavanzo complessivo costante e una basata su un

disavanzo primario costante, illustrando le implicazioni per la sostenibilità del debito pubblico e le

possibili conseguenze economiche derivanti dalle politiche di riduzione del disavanzo.

Nel modello di Domar, il rapporto debito/PIL è influenzato dall’interazione tra il tasso di crescita del PIL e il

tasso di interesse. Quando il tasso di crescita è maggiore del tasso di interesse, il debito diventa più

gestibile perché la base imponibile cresce rapidamente. Una politica basata su un disavanzo complessivo

costante porta a un aumento proporzionale del debito rispetto al PIL, ma può risultare insostenibile se la

crescita economica rallenta. Una politica basata su un disavanzo primario costante permette di controllare

meglio la dinamica del debito, poiché il saldo primario positivo può compensare gli interessi sul debito.

Tuttavia, politiche troppo restrittive di riduzione del disavanzo possono rallentare la crescita, rendendo più

difficile ridurre il rapporto debito/PIL.

33. Si spieghino le differenze tra modello Bismarckiano e modello Beveridgiano, in termini di previdenza

sociale ed assistenza sociale.

Il modello Bismarckiano si basa sul principio contributivo, in cui le prestazioni previdenziali sono

proporzionali ai contributi versati dai lavoratori. È caratterizzato da un legame stretto tra lavoro e

protezione sociale, ed è finanziato principalmente tramite contributi obbligatori dei lavoratori e delle

imprese. Il modello Beveridgiano, invece, si basa sul principio universalistico e mira a garantire una

protezione sociale minima a tutti i cittadini, indipendentemente dai contributi versati. Questo modello è

finanziato principalmente dalla fiscalità generale e si focalizza sull’assistenza sociale come diritto universale.

34. Si confrontino i quattro principali modelli di welfare state (universale, residuale, conservatore e

mediterraneo), descrivendone le differenze principali in termini di copertura, regole di accesso e ruolo

della famiglia.

Il modello universale si distingue per l’inclusività e l’u

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Scienze economiche e statistiche SECS-P/03 Scienza delle finanze

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher JonnyCampus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza delle finanze e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Platoni Silvia.
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