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06. LA METAFORA DELL'APPRENDIMENTO: LO SFONDO

per comprendere il comportamento di un individuo occorre spesso considerare la realtà come appare alla

sua mente, non solamente la realtà in sé.

Siamo sul piano delle rappresentazioni e dei significati che nella metafora guida corrisponde allo «sfondo»,

ciò che definisce il clima, gli atteggiamenti, le attese all’interno di un contesto di formazione-

apprendimento.

La formazione si definisce in questa cornice come «interazione di progetti» all’interno della quale: «lo

sfondo progettato deve coincidere con lo sfondo colto: lo sfondo viene predisposto dal formatore, ma si

realizza pienamente nell’interpretazione del formando».

Il formatore/docente progetta sulla base di convinzioni personali circa: obiettivi da raggiungere,

metodologie più opportune, definizione dei reciproci ruoli all’interno del setting.

LEZIONE 051

12. LE CONCEZIONI DELL'APPRENDIMENTO: IL MODELLO DI SALJO

Il modello di Saljo (1979) è basato sulla rilevazione delle concezioni dei discenti e prevede

5 categorie su 2 livelli distinti in base al riferimento al significato:

1. I livello - Visione Quantitativa: apprendimento riproduttivo e passivo.

- Crescita della conoscenza: si apprende con modalità recettiva e la responsabilità dell’apprendimento

è esterna all’individuo; all’interno di questa categoria, l’imparare

è collegato all’acquisizione di consapevolezza del significato delle informazioni e al collegamento con le

conoscenze pregresse, ma non alla valorizzazione del senso generale del discorso, né dell’applicazione

delle conoscenze;

- Memorizzazione: capacità di riprodurre e collegare un contenuto memorizzato.

Questa visione enfatizza l’aspetto quantitativo e la capacità di rievocare;

- Applicazione di fatti e procedure tramite usi pratici: si tratta di una visione di transizione, che può

essere riferita sia al I, sia al II livello, perché vi è una corresponsabilità del discente e del docente

nel processo di apprendimento inteso come funzionale all’applicazione (visione passiva) e

all’adattamento dei contenuti (visivi)

2. II livello - Visione Qualitativa: apprendimento come attività costruttiva e profonda.

- Astrazione di significato: il discente è protagonista dell’apprendimento per la sua capacità di

costruire nuovi significati, formulare idee, fare inferenze e sviluppare pensiero critico;

- Processo interpretativo nella comprensione della realtà: l’apprendimento attiva il cambiamento della

persona e del suo modo di ragionare e risulta nell’avere un pensiero personale;

- Cambiamento come persona (Marton, Dall’Alba e Beaty, 1993): categoria aggiunta In una

successiva revisione del modello.

13. LE CONCEZIONI DELL'APPRENDIMENTO: IL MODELLO DI BRUNER

Bruner confronta le descrizioni scientifiche dell’apprendimento con le teorie del funzionamento della

mente ed individua due dimensioni di analisi:

- Internalizzazione-esternalizzazione del processo di insegnamento;

- Intersoggettività-soggettività della relazione tra soggetto e conoscenza.

Queste dimensioni si articolano in 4 visioni:

1. Apprendimento come imitazione. Modello educativo tradizionale basato sulla trasmissione di abilità

per mezzo di azioni di osservazione, esercizio e pratica. Vede la conoscenza come qualche cosa di

esterno, svincolato dalla teoria e dalla negoziazione.

2. Apprendimento come acquisizione di conoscenza proposizionale. Modello basato sulla narrazione di

un sapere oggettivo articolato in fatti, principi e regole. Prevede azioni di osservazione, ascolto,

memorizzazione e applicazione.

3. Apprendimento come scambio intersoggettivo. Si apprende attraverso la collaborazione con gli altri,

la discussione, l’esercizio di competenze critiche e metacognitive. Il docente è un facilitatore.

4. Apprendimento come gestione della conoscenza obiettiva. Integra la conoscenza costruita negli

scambi sociali e quella canonica, mediando il rischio di autoreferenzialità. Vede la conoscenza in

modo dinamico, con gradi diversi di verità e certezza.

14. RILEVARE LE CONCEZIONI DELL'APPRENDIMENTO

Rilevare le concezioni dell’apprendimento in contesto educativo / formativo, significa mettere in atto

un’operazione che riguarda in primis il formatore e che deve coinvolgere poi anche il formando:

- esplicitare la propria concezione in quanto formatori/docenti;

- esplicitare le concezioni degli studenti e renderli consapevoli delle stesse;

- confrontare le concezioni emerse;

- condividere la concezione più adeguata rispetto agli obiettivi del setting.

L’identificazione consapevole di un modello di riferimento rappresenta il 1° passo per la definizione di

percorsi didattici coerenti sul piano dei contenuti, delle finalità che il docente intende perseguire, delle

effettive capacità e propensioni degli alunni. Non si può affermare che un modello di apprendimento sia più

corretto di altri, si tratta piuttosto di valutarne l’adeguatezza rispetto alle condizioni e alle necessità

contingenti. 15. LE CONCEZIONI DELL'APPRENDIMENTO

Le concezioni dell’apprendimento possono essere rilevate attraverso questionari, osservazione, attività

con consegna aperta, diario, immagini evocative, mappe, aforismi, ecc

Le concezioni dell'apprendimento degli studenti influiscono sui loro atteggiamenti e sulle loro condotte.

Le concezioni dell'apprendimento dei discenti entrano in gioco quando viene assegnato un compito

scolastico: tali concezioni influiscono in modo causale sul modo con il quale il compito viene percepito, sul

significato che gli viene attribuito. L'interpretazione data al compito porterà lo studente ad adottare un

approccio ritenuto pertinente e quest'ultimo suggerirà le strategie che paiono adatte al caso: se il compito,

sulla base di una concezione acquisitiva-ritentiva dell’apprendimento, viene inteso come compito di

memorizzazione, il lavoro mentale dello studente sarà focalizzato sull’attenzione nella fase di codifica delle

informazioni e sulla loro reiterazione (ad esempio, attraverso la ripetizione ad alta voce).

LEZIONE 053

11. IL CAMBIAMENTO CONCETTUALE

Tutte le ipotesi esplicative dei bambini seguono un unico modello mentale: una spiegazione di tipo

meccanico (scuotimento, azione esterna). La varietà di contenuti proposti non va oltre questo unico

modello che, gradualmente, viene messo in crisi dall’evidenza dei fatti (conflitto cognitivo) per

l’inadeguatezza del modello nello spiegare la realtà osservata. Il cambiamento concettuale si realizza

attraverso una serie di fasi successive:

- identificare il modello spontaneo/ingenuo;

- predisporre situazioni critiche per evidenziare le debolezze;

- sostenere l’adeguamento/cambiamento del modello.

Il modello che non viene “scalfito” dall’istruzione o dalle occasioni formative, alla lunga, una volta

dimenticate le nozioni, riemergerà, come molti studi condotti su adulti dimostrano, nella propria ingenuità.

12. I MODELLI MENTALI

Un modello mentale è una organizzazione cognitiva strutturata, un insieme integrato di elementi tra loro

altamente coesi che esprimono un’interpretazione coerente della realtà. Si tratta di entità solide e resistenti

cui ci si affida per spiegare il mondo e che vengono abbandonate o modificate a fatica. Si può parlare di

“modello mentale” in riferimento a due principali accezioni, una più ristretta e una più ampia:

1. Johnson-Laird (1988): un modello mentale è la forma con cui, entro un dominio ristretto, vengono

rappresentate le caratteristiche di una certa realtà. Il modello mentale preserva un rapporto di

corrispondenza strutturale tra la rappresentazione e la realtà, ed è costituito da un numero finito di

elementi e relazioni che si possono combinare in un numero infinito di modi. Si distinguono in:

modelli mentali fisici: relazionali (rappresentano proprietà e relazioni tra entità fisiche); spaziali,

temporali, cinetici (rappresentano relazioni temporali continue); dinamici (rappresentano rapporti

causali) e immaginativi; modelli mentali concettuali: monadici (riguardano asserzioni sugli

individui e le loro proprietà); relazionali (circa le relazioni tra individui); metalinguistici (circa le

relazioni linguistiche); insiemistici (riguardano la suddivisione in categorie e sotto-categorie e i

rapporti tra queste). Mason (1995): rappresentazione concettuale di un fenomeno o classe di

fenomeni. I modelli mentali sono specie di micro-teorie che gli individui si costruiscono circa

aspetti del mondo in cui vivono, sia aspetti piuttosto generali sia abbastanza specifici. Si parla

anche di “teorie ingenue”, implicite o personali (affiorano in modo spontaneo dall'esperienza

personale, al di fuori della trasmissione culturale delle nozioni e dell'expertise), di “teorie intuitive”

(si basano prevalentemente sull'apparenza dei fenomeni e su ciò che sembra più ovvio) o di “teorie

alternative”. LEZIONE 057

15. LA METAFORA DELL'APPRENDIMENTO: LE IMPALCATURE

Sono Le azioni all’interno di un luogo di apprendimento sono guidate da modelli, determinati a loro volta

dalla formazione culturale e professionale e dall’esperienza personale dell’individuo. I modelli sintetizzano

l’insieme di obiettivi, strategie, modalità e strumenti di riferimento.

Distinguiamo tre accezioni del termine «modello»:

1. Scuole - orientamenti: riguardano i grandi modelli psicologici e la struttura/funzionamento

dell’attività mentale.

2. Teorie - Modelli: sono riferiti alle diverse visioni dei processi che hanno luogo nell’apprendimento.

3. Metodologie, procedure, tecniche: modelli operativi che permettono di realizzare un setting di

apprendimento.

16. I MODELLI DELL'APPRENDIMENTO: PRIMA ACCEZIONE, I QUATTRO MODELLI

Modello del processo di insegnamento e apprendimento di Antonietti (1998) che si fonda su due assi di

analisi:

• Vuoto/pieno: livello di conoscenze-competenze del discente che viene attivato nel processo di

insegnamento-apprendimento;

• Passivo/attivo: livello di coinvolgimento del discente nel processo di apprendimento. Quanto più il

formatore sarà attivo, tanto meno lo sarà il discente e viceversa.

Dall'incrocio di queste due variabili derivano quattro modelli che non sono mai esclusivi: non esiste in

assoluto un modello più efficace, bensì un modello più adeguato agli obiettivi e alla fase di apprendimento.

Lezione 058

13. Il modello esperienziale di Kolb

Il modello esperienziale di Kolb (1984) ritiene che la conoscenza non sia un’entità a s&eacut

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
46 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher matisalonna di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'apprendimento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Cantoia Eliane Manuela.