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MOTORE IN CORRENTE CONTINUA, FORNENDO UN MODELLO
SEMPLIFICATO.
Lo statore di un motore in CC genera un campo magnetico
stazionario che in prima approssimazione supporremo uniforme.
Consideriamo una spira rettangolare disposta lungo una coppia di
cave rotoriche e percorsa da corrente continua: su ogni lato della
spira agisce una forza perpendicolare al piano individuato dal campo
e dalla corrente. Sui due lati della spira che giacciono nelle sezioni
del motore agiscono due forze opposte il cui momento risultante è
nullo mentre sui due lati paralleli all'asse del rotore agisce una
coppia di forze che la mette in rotazione. Se mettiamo una seconda
spira posta in modo simmetrico rispetto a un asse del sistema di
riferimento e attraversata dalla stessa corrente, sulla seconda spira
agisce una coppia di foze opposte rispetto alla prima e quindi il
momento complessivo della forza è nullo. Per ottenere movimento
la corrente nella seconda spira deve avere verso opposto. Questo è
ottenuto mediante il collettore che divide la sezione del rotore in
due metà percorse da correnti di verso opposto. Tutti i momenti si
sommano e il rotore viene messo in rotazione.
LEZIONE 24 N° 4
• DATE LE EQUAZIONI DI STATO DI UN MOTORE ELETTRICO IN CC,
RICAVERNE LO SCHEMA A BLOCCHI.
Per ricavare lo schema a blocchi dalle equazioni di stato è
conveniente trasformarle nel dominio di Laplace: la prima è (s per
L più R) per I(s) uguale V(s) meno k per omega(s); la seconda è (s
per j più F) per omega(s) uguale k per I(s) meno c con d di s e la
terza e theta di s per s uguale omega di s. Da qui segue che 1/(sL +
R), k, 1/(sJ+R) e 1/s sono le impedenze dello schema a blocchi
mentre V(s) e Cd(s) sono dei generatori dello schema. È facile
mediante la funzione di trasferimento e queste considerazioni
ricavare lo schema.
LEZIONE 24 N° 5
• DATE LE EQUAZIONI DI STATO DI UN MOTORE ELETTRICO IN CC, SI
RICAVI LA RAPPRESENTAZIONE MEDIANTE FUNZIONE DI
TRASFERIMENTO.
Nel dominio di Laplace le equazioni di stato diventano: la prima
(Ls+R)I(s)=V(s)-kOmega(s), la seconda (sJ+F)Omega(s)=kI(s)-Cd(s),
la terza sTheta(s)=Omega(s). In molti casi pratici il coefficiente
d'attrito F e l'induttanza L sono trascurabili e la funzione di
trasferimento diventa W(s)=Omega(s)/V(s)=1/[k(1+RJs/k^2)].
Altrimenti la funzione di trasferimento ha due poli reali negativi. Se
si prende come ingresso il disturbo Cd(s) si ha Omega(s)/Cd(s)=R/
[k^2(1+RJs/k^2)].
LEZIONE 24 N° 6
• DATE LE EQUAZIONI DI STATO DI UN MOTORE ELETTRICO IN CC, SI
RICAVI LA RAPPRESENTAZIONE IN SPAZIO DI STATO.
Posto v=u e Cd=z, si pone i=x1, omega=x2 e theta=x3. Si arriva cosi
ad un sistema con la rappresentazione in spazio di stato.
LEZIONE 25 N° 2
• SI DESCRIVA CHE COS'è UN POTENZIOMETRO PRENDENDO COME
RIFERIMENTO LO SCHEMA DI ASSERVIMENTO DI UN MOTORE IN
CORRENTE CONTINUA.
Un potenziometro può essere modellato da un motore elettrico a
corrente continua con L ed F trascurabili e quindi modellabile da
uno schema a blocchi che ha la seguente funzione di trasferimento
P(s)=Theta(s)/V(s)=1/[s*(1+10s)].
LEZIONE 32 N° 4
• PER UN SISTEMA DI ACCUMULO, SI DISCUTA LA LEGGE DI
CONSERVAZIONE DI MASSA, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AL
CASO DI UN FLUIDO INCOMPRIMIBILE.
La variazione di fluido nell'unità di tempo di un sistema di
accumulo, è dato dalla variazione della portata in massa entrante
meno quella uscente: dm/dt=Gin(t)-Gout(t). Si consideri ora un
elemento infinitesimo di tubo di flusso Adx, al cui interno si trovi un
liquido omogeneo ma comprimibile ovvero rho dipende dal tempo,
la sua massa è pho per Adx. Riscrivendo l'equazione e dividendo
per dx si ha drho(t)/dt*A=(Gin(x,t)-Gout(x+dx,t))/dx, ovvero
drho(t)/dt*A + dG(x,t)/dx=0. Tale equazione è detta equazione di
conservazione della massa o equazione di continuità che esprime
localmente che la massa entrante nel tubo di flusso è uguale a
quella uscente a meno di accumuli di massa, ovvero variazioni
della densità del fluido. Se il fluido è incomprimibile dG(x,t)/dx=0,
cioè G(x,t)=G(t). Con riferimento a due sezioni 1 e 2 del tubo si ha
rhoA1v1=rhoA2v2 e cioè la velocità del fluido è inversamente
proporzionale alla sezione del tubo di flusso.
LEZIONE 33 N° 2
• DESCRIVERE L'EQUAZIONE DI BERNOULLI E SPIEGARNE
L'IMPORTANZA A LIVELLO INGEGNERISTICO.
L'equazione di Bernoulli dice che nel moto stazionario di un fluido
ideale e incomprimibile, la somma della pressione, dell'energia
potenziale gravitazionale per unità di volume e dell'energia
cinetica per unità di volume è costante. Se il tubo è orizzontale e
quindi l'energia potenziale gravitazionale non dipende dalla
profondità, possiamo assumere quest'ultima costante e portarla
quindi a secondo membro. Si deduce in quest'ultimo caso che nelle
sezioni dove si ha un restringimento con conseguente aumento della
velocità, si ha una riduzione della pressione. La misura quindi della
velocità permette la determinazione della pressione e viceversa. A
tale principio si ispira il tubo di Venturi.
LEZIONE 34 N° 5
• SI MODELLI UNA VALVOLA DI REGOLAZIONE.
Una valvola non è altro che un ugello alla cui uscita si inserisce una
spina in grado di cambiare la sezione dell'ugello in prossimità della
strozzatura. Se il fluido è incomprimibile sappiamo dall'equazione
di conservazione della massa che la portata in massa è costante:
G=rho*A*v, dove rho è la densità costante del fluido, A la sua
sezione e v la velocità. La portata in corrispondenza della
strozzatura dell'ugello è G uguale Ast per la radice di 2 rho per (pin –
pst), dove Ast e pst sono rispettivamente la sezione e la pressione in
corrispondenza della strozzatura. Ci chiediamo ora se non si siano
effetti di bordo alla superficie di separazione tra il mondo esterno
e la strozzatura. Nel caso ideale si ha G uguale Ast per la radice di 2
rho per (pin – pout) dove pout è la pressione in corrispondenza
dell'uscita. Nella realtà la discontinuità di sezione presente tra la
strozzatura e l'uscita è assimilabile ad un ulteriore tratto di tubo. In
questo tratto si generano moti turbolenti del fluido e si ha un
parziale recupero di pressione che dipende dal grado di apertura
della valvola per cui pst<pout. Si introduce il coefficiente Cr che è la
radice quadrata della differenza di pressione tra l'uscita e quella
dell'inizio fratto la differenza di pressione tra la strozzatura e quella
iniziale del tubo. La portata in massa della valvola è dunque Ast/Cr
per la radice quadrata di 2 * rho * (pin – pout). Ast/Cr dipende
dall'apertura della valvola e può essere raggruppato in un unico
coefficiente k(theta)=kmax*alfa(theta). alfa(theta) è caratteristica di
ogni valvola ed esprime il fatto che la portata non aumenta con
l'apertura della valvola in modo strettamente lineare ma si discosta
da tale comportamento a causa delle ineliminabili imprecisioni
costruttive.
LEZIONE 34 N° 6
• MODELLARE UN UGELLO E DIRE SE IL MODELLO RISULTANTE è
STATICO O DINAMICO.
L'ugello è un dispositivo atto a modificare la conformazione del
flusso di un fluido, allo scopo di generare un getto con
caratteristiche predeterminate. Esso si presenta nella forma di una
strozzatura, con l'effetto di ottenere un getto a bassa pressione ed
elevata velocità. Il modello di questo oggetto può essere
determinato applicando la legge di Bernoulli sulle sezioni di
ingresso e uscita. Si ha che la pressione iniziale più l' energia
potenziale gravitazionale per unità di volume in corrispondenza
dell'inizio della strozzatura più l'energia cinetica per unità di volume
iniziale è uguale alla pressione in corrispondenza dell'uscita più
l'energia potenziale gravitazionale per unità di volume all'uscita più
l'energia cinetica per unità di volume all'uscita. Ipotizzando che il
tubo sia orizzontale e dividendo ambo i membri per la densità di
fluido si ha (pin – pout)/rho= (v quadro out - v quadro in)/2 dove
pin e pout sono rispettivamente la pressione iniziale e quella finale,
rho è la densità del fluido e vout e vin sono rispettivamente le
velocità finali e iniziali. Se la sezione iniziale è molto più grande di
quella di uscita, vin può essere trascurata rispetto a vout e dunque
vout è aprossimabile alla radice di 2 * (pin – pout)/rho. La
precedente relazione è una relazione non lineare tra la variabile
d'uscita vout e quella d'ingresso pin. Si tratta di una relazione statica
in quanto l'ugello è un elemento privo di accumulo, ovvero senza
memoria.
LEZIONE 35 N° 3
• SI MODELLI LA DINAMICA DI PRESSIONE SUL FONDO DI UN
SERBATOIO A PELO LIBERO.
Tenendo conto che la massa del fluido è rho * A * h, la variazione di
massa del serbatoio è rho * A * dh/dt uguale Gin meno Gout.
D'altra parte la pressione agente sul fondo del serbatoio è ph =
patm più rho*g*h. Derivando rispetto al tempo si ha dph/dt uguale
rho*g*dh/dt. Sostituendo quest'ultima relazione dentro
all'equazione del bilancio di massa si ha A/g*dph/dt uguale Gin
meno Gout che rappresenta la dinamica di pressione sul fondo del
serbatoio.
LEZIONE 35 N° 4
• SI MODELLI LA DINAMICA DI TEMPERATURA DI UN SERBATOIO
CHIUSO.
Si consideri un serbatoio all'interno del quale un fluido incompribile
subisce una variazione di temperatura (riscaldamento o
raffreddamento). A causa della turbolenza oppure di appositi
miscelatori, si suppone che dentro al serbatoio il miscelamento sia
perfetto, e che quindi la temperatura media del fluido sia pari a
quella di uscita. Siano G la portata in massa, c il calore specifico m la
massa e Ti e Tu le temperatura relative al fluido in ingresso ed in
uscita del fluido. L'energia contenuta nel fluido sotto forma di
calore è data da E=m*c*Tm dove Tm è la temperatura media del
fluido. Con l'ipotesi di mescolamento perfetto in cui Tm=Tu, si
ottiene: dE/dt=m*c*dTu/dt. La variazione di energia termica è
dovuta all'introduzione di liquido alla temperatura Ti quindi
dE/dt=G*c*(Ti-Tu). Uguagliando le due precedenti relazioni si ha
dTu/dt=G/m(Ti – Tu), avendo scelto come grandezza fisica
rappresentativa per descriver il sistema Tu.
LEZIONE 35 N° 5
• SI MODELLI LA DINAMICA DI UNA CONDOTTA.
Con