Corpus Iuris Civilis
confronto tra fonti e del ragionamento dialettico.
La loro funzione non è solo didattica, ma anche formativa e sistematica: mirano infatti a chiarire le
“sottigliezze” (da cui del diritto, ossia i casi complessi, ambigui o apparentemente
subtilitates)
contraddittori. In tal modo, contribuiscono a sviluppare un linguaggio tecnico-giuridico e a fondare una
nuova scienza del diritto, in grado di superare l’approccio empirico e frammentario del diritto barbarico e
feudale. Le testimoniano il passaggio dalla semplice trasmissione del diritto romano a
Quaestiones
un’elaborazione scientifica autonoma e sono alla base di quel processo di razionalizzazione giuridica che
porterà alla formazione del diritto comune europeo.
LEZIONE 13 DOMANDA 6. Cosa identifica l’espressione “utrumque ius”?
L’espressione – letteralmente “entrambi i diritti” – indica, nel contesto della cultura giuridica
utrumque ius
medievale, la compresenza e lo studio coordinato del (ius e del
diritto civile romano diritto canonico
civile)
(ius Questa nozione nasce dalla consapevolezza, maturata nei secoli centrali del medioevo, che
canonicum).
l’ordinamento giuridico europeo si fondava su due grandi pilastri: da un lato il diritto romano, riscoperto e
sistematizzato dai glossatori e dai giuristi laici, e dall’altro il diritto della Chiesa, elaborato dai canonisti a
partire dalle fonti ecclesiastiche e dalla normativa papale.
non è solo una categoria descrittiva, ma anche un criterio didattico e metodologico: nelle
Utrumque ius
università medievali, e in particolare a Bologna, lo studio del diritto era articolato su questi due rami, che
venivano insegnati separatamente ma in modo complementare. La figura del giurista che conosceva
entrambi i diritti era particolarmente apprezzata, poiché egli poteva operare sia nell’ambito del foro laico
che ecclesiastico. La conoscenza di divenne nel tempo un requisito fondamentale per
utrumque ius
accedere a cariche pubbliche, giudiziarie ed ecclesiastiche, e contribuì alla costruzione di una cultura
giuridica europea unificata, capace di affrontare la complessità del pluralismo normativo medievale.
LEZIONE 13 DOMANDA 7. A cosa ci si riferisce con le espressioni unum ius e unum imperium?
Le espressioni (“un solo diritto”) e (“un solo impero”) riflettono due grandi ideali
unum ius unum imperium
politici e giuridici del medioevo, nati in seno alla rinascita culturale promossa dalla scuola bolognese e
dall’elaborazione teorica del diritto romano. Con si intende l’idea di un diritto universale,
unum ius
razionale e valido per tutta la cristianità, fondato sul di Giustiniano, che veniva
Corpus Iuris Civilis
considerato non solo come fonte storica, ma come diritto vigente e autorevole. Tale aspirazione all’unità
giuridica implicava la superiorità del diritto romano rispetto ai diritti particolari, feudali o locali, visti come
inferiori o derivati.
Parallelamente, esprime l’ideale di un incarnato dall’Impero,
potere politico universale,
unum imperium
che avrebbe dovuto esercitare la sovranità su tutta la cristianità latina in nome dell’eredità romana.
Secondo questa concezione, l’imperatore – erede di Cesare e di Giustiniano – era il garante dell’ordine
giuridico e del bene comune, in una visione che si opponeva all’autonomia dei regni nazionali e alla
frammentazione feudale.
Questi ideali, puramente teorici, venivano sostenuti da giuristi e intellettuali, ma si scontravano con la
realtà politica del tempo, segnata dalla divisione tra potere temporale ed ecclesiastico, e dalla molteplicità
degli ordinamenti locali. Tuttavia, e rappresentano l’ambizione medievale alla
unum ius unum imperium
che troverà parziali realizzazioni nei secoli successivi con lo sviluppo degli
unificazione normativa e politica,
stati moderni e delle codificazioni giuridiche.
LEZIONE 14 DOMANDA 5. Come può essere definito il Diritto Comune?
Il può essere definito come quell’insieme sistematico e unitario di norme giuridiche
Diritto Comune
formatosi in Europa a partire dal XII secolo, in seguito alla riscoperta e allo studio del di
Corpus Iuris Civilis
Giustiniano e alla parallela elaborazione del diritto canonico della Chiesa. Si tratta di un diritto
essenzialmente dottrinario, cioè sviluppato attraverso l’attività interpretativa e scolastica dei giuristi nelle
università, a cominciare da quella di Bologna, dove la scuola dei glossatori diede vita a una nuova scienza
giuridica fondata su metodo e razionalità.
La denominazione “comune” non indica un’origine popolare, bensì una pretesa universalità: il diritto
comune era concepito come valido per tutti, o quantomeno come diritto sussidiario destinato a integrare o
correggere i diritti locali, feudali o municipali, ogniqualvolta essi risultassero lacunosi o incoerenti. La sua
forza non derivava da una codificazione legislativa, ma dall’autorità scientifica e dalla razionalità interna che
lo rendevano uno strumento tecnico superiore. Questo diritto, dunque, non si identificava con la legge
dello Stato, ma con un modello normativo transnazionale e teorico, che costituiva il punto di riferimento
per giudici, notai e giuristi in tutta Europa, in un’epoca in cui gli ordinamenti territoriali erano frammentati.
Il Diritto Comune è, in definitiva, una costruzione giuridica e culturale che ha avuto un ruolo fondamentale
nel plasmare la cultura giuridica europea fino all’età moderna.
LEZIONE 14 DOMANDA 6. Quali sono le fasi storiche più importanti del Diritto Comune?
Il Diritto Comune si sviluppa lungo un arco cronologico molto esteso, articolato in diverse fasi storiche,
ciascuna con caratteristiche specifiche. La prima fase è quella che si colloca
della riscoperta e fondazione,
nel XII secolo con l’opera di Irnerio e dei suoi allievi a Bologna. In questa fase, il di
Corpus Iuris Civilis
Giustiniano viene recuperato, studiato e glossato, dando origine a una nuova metodologia giuridica.
Parallelamente, anche il diritto canonico inizia a strutturarsi in modo sistematico con la compilazione del
Decretum Gratiani.
Segue poi la fase tra XIII e XIV secolo, in cui si afferma la figura del
della sistemazione e consolidamento,
commentatore (o “commentatore sistematico”) e si intensifica l’attività dottrinaria che porta alla
costruzione di un diritto scientificamente ordinato. In questo periodo si verifica anche l’adozione del Diritto
Comune nei tribunali europei, dove diventa il riferimento per la soluzione delle controversie.
Nel XV e XVI secolo si entra nella fase che pur criticando gli eccessi della
dell’Umanesimo giuridico,
scolastica, contribuisce al rafforzamento dell’identità del giurista e allo sviluppo di una lettura storicamente
consapevole del diritto romano. Infine, il Diritto Comune giunge alla sua fase terminale con l’età delle
tra il XVIII e XIX secolo, quando gli Stati moderni iniziano a dotarsi di propri codici nazionali
codificazioni,
(come il Code Napoléon in Francia e il BGB in Germania), superando la struttura universalistica e dottrinaria
del diritto comune.
Nonostante il declino, l’eredità del Diritto Comune sopravvive nell’impianto sistematico dei codici moderni,
nella formazione dei giuristi e nella concezione del diritto come scienza. Esso resta quindi una componente
fondamentale dell’identità giuridica europea.
LEZIONE 15 DOMANDA 4. Cos’è e qual è l’importanza del Rinascimento Giuridico?
Il Rinascimento Giuridico è un processo culturale e scientifico che si sviluppa in Europa, a partire dal XII
secolo, in parallelo al più noto Rinascimento delle arti e delle lettere. Esso consiste nella riscoperta, nello
studio sistematico e nella diffusione del diritto romano giustinianeo, in particolare attraverso l’opera della
fondata da Irnerio. Questo fenomeno non va confuso con una semplice
scuola dei glossatori di Bologna,
ripresa antiquaria dei testi antichi: si tratta piuttosto di una vera e propria rinascita della scienza giuridica,
che porta alla costruzione di un diritto dottrinario coerente e razionale, destinato a diventare il fondamento
del cosiddetto ius commune.
L’importanza del Rinascimento Giuridico risiede nel fatto che esso segna una frattura rispetto al diritto
barbarico e feudale, prevalentemente consuetudinario, frammentario e poco sistematico. I giuristi
medievali bolognesi, grazie allo studio del introducono un nuovo metodo basato sulla
Corpus Iuris Civilis,
logica, sull’interpretazione delle fonti scritte, sulla glossatura e sull’elaborazione teorica. Il diritto torna a
essere una disciplina autonoma, insegnata nelle università e fondata su principi generali. Questo
cambiamento ha effetti profondi sulla cultura giuridica europea: il diritto romano diventa il modello
normativo e metodologico per tutto il continente, influenzando la prassi giudiziaria, la formazione dei
giuristi e l’idea stessa di ordinamento giuridico. Il Rinascimento Giuridico è quindi la premessa culturale
essenziale per lo sviluppo del diritto europeo moderno, e in particolare per la nascita delle codificazioni
successive.
LEZIONE 15 DOMANDA 5. Cos’è e qual è l’importanza del Placito di Marturi?
Il Placito di Marturi, datato 22 maggio 1076, è un documento giudiziario che testimonia un’importante fase
di transizione nella storia giuridica italiana ed europea. Esso è rilevante perché rappresenta uno dei primi
dopo secoli di oblio e
esempi documentati dell’impiego del diritto romano in un contesto processuale
marginalizzazione. Il placito si svolge presso il castello di Marturi, vicino a Poggibonsi, e riguarda una
controversia tra la badessa di San Michele di Marturi e un certo Pietro, figlio di fu Bernardo. La causa verte
su questioni di proprietà e diritti fondiari, ma ciò che lo rende cruciale per la storia del diritto è il fatto che i
giudici fanno riferimento esplicito a tratte dal Digesto, per motivare la sentenza.
norme del diritto romano,
Questo episodio documenta l’avvio di quella che gli studiosi definiscono la che
rinascita del diritto romano,
da semplice oggetto di studio erudito si trasforma in diritto vivente e praticato nei tribunali. Il Placito di
Marturi dimostra come il diritto romano fosse ormai percepito come uno strumento autorevole per la
risoluzione delle controversie, capace di integrare e talvolta sostituire le consuetudini locali. L'importanza
del placito è dunque duplice: da un lato testimonia la diffusione effettiva del diritto romano nei contesti
dall’altro rivela il ruolo centrale dei giuristi e della cultur
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