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Un tributo su un bene genera un eccesso di pressione tributaria quando distorce le scelte dei consumatori,
riducendo il benessere sociale oltre il gettito fiscale raccolto. L’effetto sostituzione causato dall’imposta
porta i consumatori a scegliere beni alternativi, con una perdita di efficienza. Una tassazione in somma
fissa, che non varia con il consumo, è più efficiente perché non altera i prezzi relativi e non distorce le
decisioni di consumo, sebbene possa essere meno equa per i redditi più bassi.
50. Quali sono i principali effetti di una tassazione o di un sussidio sul surplus del consumatore, sul
gettito fiscale e sull’eccesso di pressione tributaria?
Una tassazione riduce il surplus del consumatore, poiché aumenta i prezzi e riduce la quantità consumata,
generando un eccesso di pressione tributaria che rappresenta la perdita di benessere sociale oltre al gettito
fiscale. Un sussidio, al contrario, aumenta il surplus del consumatore abbassando i prezzi, ma comporta un
costo per il bilancio pubblico. Entrambi gli strumenti alterano l’equilibrio di mercato e hanno implicazioni
sull’efficienza economica e sulla distribuzione del benessere.
51. Quali sono i principali vantaggi e le principali difficoltà nell’applicazione del principio del beneficio e
del principio della capacità contributiva nella distribuzione del carico tributario?
Il principio del beneficio ha il vantaggio di legare direttamente il pagamento delle imposte ai benefici
ricevuti dai contribuenti, promuovendo un senso di equità individuale e incentivando un utilizzo efficiente
delle risorse pubbliche. Tuttavia, la sua applicazione è complessa per i beni pubblici non escludibili e non
rivali, come la difesa nazionale, poiché non è possibile misurare esattamente i benefici percepiti dai singoli
individui. Il principio della capacità contributiva, invece, è più praticabile per garantire una redistribuzione
equa del reddito, tassando in misura maggiore chi ha una maggiore capacità economica. Tuttavia, questo
principio può scoraggiare l’attività economica e il risparmio, oltre a richiedere sistemi complessi per
determinare con precisione il reddito e il patrimonio dei contribuenti.
52. Si riassuma come la teoria della tassazione indiretta ottimale, la regola di Ramsey e la regola delle
elasticità inverse contribuiscono a ridurre l’eccesso di pressione fiscale e come si bilancia il trade-off tra
equità ed efficienza.
La teoria della tassazione indiretta ottimale si propone di minimizzare l’eccesso di pressione fiscale
scegliendo le aliquote in modo da ridurre al minimo le distorsioni nei consumi. La regola di Ramsey
stabilisce che i beni con domanda meno elastica dovrebbero essere tassati più pesantemente per limitare
l’impatto sulle scelte dei consumatori. La regola delle elasticità inverse rafforza questa idea, suggerendo
che le aliquote fiscali siano inversamente proporzionali all’elasticità della domanda, per ridurre le
inefficienze. Tuttavia, questo approccio può entrare in conflitto con l’equità, poiché i beni di prima
necessità tendono a essere meno elastici e una tassazione elevata su di essi colpirebbe più duramente le
fasce di reddito più basse. Il bilanciamento tra equità ed efficienza richiede quindi un compromesso tra una
struttura fiscale che minimizzi le distorsioni e una che protegga i contribuenti più vulnerabili.
53. Si spieghi il trade-off tra equità ed efficienza nella teoria della tassazione diretta ottimale e si descriva
come il modello di Edgeworth e quello di Stern affrontano questa questione.
Nella teoria della tassazione diretta ottimale, esiste un trade-off tra equità ed efficienza poiché un sistema
fiscale altamente progressivo può ridurre le disuguaglianze, ma scoraggia il lavoro, il risparmio e
l’investimento, causando inefficienze economiche. Il modello di Edgeworth enfatizza l’utilità marginale
decrescente del reddito, suggerendo una redistribuzione massiccia per massimizzare il benessere sociale
complessivo. Tuttavia, tale approccio non tiene sufficientemente conto delle distorsioni. Il modello di Stern
integra queste considerazioni, proponendo una struttura fiscale che bilanci il desiderio di redistribuzione
con l’obiettivo di minimizzare le inefficienze economiche, ottimizzando il compromesso tra equità e
incentivi.
54. Si spieghi brevemente in che modo la curva di Laffer rappresenta la relazione tra l’aliquota fiscale e il
gettito tributario.
La curva di Laffer illustra la relazione non lineare tra l’aliquota fiscale e il gettito tributario, mostrando che il
gettito aumenta fino a un certo punto con l’aumento delle aliquote, ma oltre una certa soglia inizia a
diminuire. Questo perché aliquote troppo elevate disincentivano il lavoro, il risparmio e l’investimento,
riducendo la base imponibile e il gettito fiscale complessivo. La curva evidenzia che esiste un livello ottimale
di tassazione che massimizza il gettito senza introdurre eccessive distorsioni economiche.
55. Quali sono gli effetti ambigui della tassazione sui redditi di capitale per un risparmiatore, e quali sono
le principali variabili che ne influenzano la reazione?
La tassazione sui redditi di capitale genera effetti ambigui perché può sia ridurre il risparmio, tramite
l’effetto sostituzione, sia aumentarlo, tramite l’effetto reddito. L’effetto sostituzione spinge i risparmiatori a
consumare di più nel presente, poiché la tassazione riduce il rendimento del risparmio. L’effetto reddito, al
contrario, li induce a risparmiare di più per compensare la riduzione del reddito disponibile futuro. La
reazione del risparmiatore dipende da variabili come l’aliquota fiscale, il tasso di rendimento netto e le
preferenze individuali tra consumo presente e futuro.
56. Come influisce la tassazione sui profitti delle imprese sulle loro scelte di finanziamento e di
investimento?
La tassazione sui profitti delle imprese influenza significativamente le loro scelte di finanziamento e
investimento. Le imprese tendono a preferire il debito rispetto al capitale proprio, poiché gli interessi sul
debito sono deducibili fiscalmente, riducendo il costo effettivo del finanziamento. Inoltre, aliquote elevate
sui profitti possono ridurre la capacità di autofinanziamento e scoraggiare gli investimenti. Tuttavia,
incentivi come il credito d’imposta e le deduzioni per gli ammortamenti possono mitigare questi effetti,
stimolando gli investimenti in attività produttive.
57. Descrivi brevemente la struttura del sistema tributario italiano, distinguendo tra imposte dirette e
indirette.
Il sistema tributario italiano si basa su una combinazione di imposte dirette e indirette. Le imposte dirette,
come l’IRPEF e l’IRES, colpiscono il reddito delle persone fisiche e delle società e sono generalmente
progressive per garantire equità redistributiva. Le imposte indirette, come l’IVA e le accise, colpiscono il
consumo e sono proporzionali, ma tendono ad avere effetti regressivi. Questa struttura mira a bilanciare la
necessità di redistribuzione con quella di stabilità del gettito fiscale.
58. Si descrivano le tre principali nozioni di reddito (reddito-prodotto, reddito-entrata e reddito-
consumo) e si spieghi quali categorie di reddito concorrono alla base imponibile IRPEF.
Le tre principali nozioni di reddito sono il reddito-prodotto, che misura la capacità di contribuire alla
produzione economica; il reddito-entrata, che include tutte le risorse economiche ottenute in un dato
periodo; e il reddito-consumo, che rappresenta ciò che rimane disponibile per il consumo dopo aver
escluso i risparmi. Nell’IRPEF, la base imponibile include redditi da lavoro dipendente, autonomo, capitale,
pensioni e redditi fondiari, con l’obiettivo di tassare una visione ampia del reddito disponibile.
59. Dopo aver analizzato le modifiche nel tempo degli scaglioni e delle aliquote IRPEF, si spieghi (1) in che
modo deduzioni e detrazioni contribuiscono alla progressività dell’imposta e (2) come ciò si ricolleghi alla
scelta dell’unità impositiva (singoli individui o nuclei familiari).
Le modifiche agli scaglioni e alle aliquote IRPEF riflettono un tentativo di mantenere un sistema
progressivo. Deduzioni e detrazioni amplificano questa progressività, poiché riducono il carico fiscale
proporzionalmente di più per i redditi bassi. La scelta dell’unità impositiva è cruciale: tassare i nuclei
familiari permette di considerare le economie di scala, ma può penalizzare le famiglie monoreddito, mentre
tassare i singoli individui garantisce equità tra i contribuenti.
60. Dopo aver discusso delle implicazioni della tassazione di una società di capitali, si descriva la struttura
dell’IRES (soggetti passivi, aliquota e base imponibile). Si concluda illustrando le implicazioni fiscali della
modalità di finanziamento (indebitamento o emissione di titoli azionari) e di quote e periodo di
ammortamento.
L’IRES tassa i redditi delle società di capitali, con un’aliquota standard del 24%. La base imponibile
comprende il reddito netto derivante dall’attività d’impresa. Le imprese che scelgono l’indebitamento
beneficiano della deducibilità degli interessi passivi, mentre il finanziamento tramite titoli azionari non offre
vantaggi fiscali diretti. Le quote e i periodi di ammortamento consentono di dedurre gradualmente i costi
degli investimenti, incentivando la pianificazione a lungo termine.
61. Dopo aver indicato quali sono i modelli che analizzano gli effetti della tassazione sulle scelte di
investimento, si descriva come il sistema fiscale influisce sulle scelte di investimento di un’impresa
secondo il modello neoclassico, facendo riferimento alle imposte (sul reddito personale e sui redditi della
società), alle deduzioni delle quote di ammortamento e al credito d’imposta.
Il modello neoclassico evidenzia che le imprese investono fino a quando il rendimento marginale
dell’investimento eguaglia il costo d’uso del capitale. Il sistema fiscale influisce su questo equilibrio: le
imposte sui redditi societari aumentano il costo effettivo del capitale, disincentivando gli investimenti. Le
deduzioni per ammortamento riducono il reddito imponibile, abbassando il costo del capitale e stimolando
gli investimenti in beni durevoli. Il credito d’imposta, invece, incentiva ulteriormente gli investimenti
riducendo direttamente il carico fiscale.
62. Dopo aver spiegato la differenza tra imposta monofase sul valore pieno, imposta plurifase sul valore
pieno e imposta plurifase sul valore aggiunto, si descriva come l’Imposta Generale sulle Entrate (IGE) e
l’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) incidono rispettivamente sulle decisi