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CHIARIMENTI

La può essere definita come un processo di crescente interconnessione tra economie,

globalizzazione

società, culture e politiche a livello globale, facilitato dall'innovazione tecnologica, dalla liberalizzazione del

commercio e degli investimenti, e dalla mobilità delle persone. A partire dalla seconda metà del XX secolo,

la globalizzazione ha avuto un impatto significativo sugli Stati membri dell'Unione Europea e sull'Unione

stessa.

Nel contesto dell'Unione Europea, la globalizzazione ha contribuito a promuovere la liberalizzazione

e il commercio internazionale, spingendo l'UE a sviluppare una politica commerciale comune e a

economica

rafforzare le sue relazioni esterne. Ciò ha portato l'Unione a stipulare accordi di libero scambio e ad

adottare politiche che favoriscano la competitività delle imprese europee sui mercati globali.

Il processo di globalizzazione ha anche posto delle sfide, in quanto ha evidenziato la necessità di gestire gli

effetti collaterali legati alla competizione globale, come la perdita di posti di lavoro in settori tradizionali,

l'erosione delle tutele sociali e i rischi di dumping sociale e ambientale. L'Unione Europea ha dovuto

adottare misure per rispondere a questi problemi, attraverso politiche di e

coesione economica e sociale

strategie mirate per proteggere i lavoratori e le imprese europee.

Le si riferiscono a quei legami tra Stati, regioni o enti che non seguono la

interconnessioni orizzontali

gerarchia verticale tipica delle relazioni internazionali tradizionali, ma che si sviluppano tra entità di pari

livello. Nel contesto dell'Unione Europea, queste interconnessioni si manifestano principalmente attraverso

il e altre istituzioni europee o sovranazionali.

coordinamento tra Stati membri

Un esempio di interconnessioni orizzontali all'interno dell'UE è la tra le

cooperazione transfrontaliera

regioni di diversi Stati membri. Attraverso progetti comuni che mirano a risolvere problemi comuni, come

lo sviluppo economico, la gestione delle risorse naturali, la mobilità o l'inclusione sociale, le regioni possono

collaborare in modo diretto e autonomo, senza dover necessariamente passare attraverso il controllo o la

mediazione degli Stati centrali. Questa forma di collaborazione è fortemente sostenuta dalla politica di

in quanto contribuisce a ridurre i divari regionali e a rafforzare l'integrazione territoriale.

coesione dell'UE,

Le interconnessioni orizzontali si manifestano anche nelle tipiche

reti di governance multi-livello

dell'Unione Europea, dove istituzioni europee, nazionali e regionali collaborano alla definizione e

all'implementazione di politiche comuni, come avviene nell'ambito del mercato unico, della politica

ambientale e della politica energetica.

Possiamo concludere affermando che i hanno esposto l'Unione Europea a un

processi di globalizzazione

mondo sempre più interconnesso e competitivo, spingendo l'UE a sviluppare politiche per affrontare le

sfide globali. Allo stesso tempo, le hanno permesso una più stretta

interconnessioni orizzontali

cooperazione tra Stati membri, regioni e altri attori a pari livello, favorendo l'integrazione europea

attraverso meccanismi di governance condivisi e collaborazioni transnazionali. Questi due fenomeni hanno

contribuito a plasmare la struttura e le dinamiche interne dell'Unione Europea, rafforzandone sia la

coesione interna che la capacità di agire sulla scena globale.

LEZIONE 3 DOMANDA 15. Il carattere di sanzione dell’effetto diretto porta la Corte di giustizia a

concludere che cosa?

Il carattere di sanzione dell’effetto diretto porta la Corte di giustizia a concludere che l'effetto diretto delle

direttive nei rapporti tra i cittadini non possono intervenire fra i privati, in quanto essi non possono essere

considerati responsabili delle omissioni dello Stato, anzi, sono tutelati dai principi della certezza giuridica e

del legittimo affidamento. I cittadini comunitari devono quindi poter essere sicuri che gli effetti di una

direttiva possono essere fatti valere nei loro confronti solo entro i limiti delle misure nazionali di attuazione.

Infine, allo scadere del termine le direttive acquisiscono un effetto obiettivo per il fatto che tutti gli organi

dello Stato sono tenuti ad interpretare e ad applicare la legislazione nazionale conformemente alla direttiva.

LEZIONE 3 DOMANDA 16. I pareri sono invece emessi dalle istituzioni comunitarie quando?

Gli atti non vincolanti delle istituzioni comunitarie sono rappresentati dalle raccomandazioni e dai pareri. I

pareri, intesi come atti giuridici che consentono alle istituzioni della Comunità di esprimersi in maniera non

vincolante, vale a dire senza imporre obblighi giuridici ai destinatari, nei confronti degli Stati membri e, in

alcuni casi, anche dei cittadini della CE. I pareri sono emessi dalle istituzioni comunitarie quando si tratta

di valutare una situazione oggettiva o determinati fatti nella Comunità o negli Stati membri. In certi casi i

pareri creano anche le condizioni preliminari per futuri atti giuridici vincolanti o costituiscono una premessa

per un ricorso presso la Corte di giustizia.

LEZIONE 3 DOMANDA 17. Cosa si intende per gerarchia centro-periferia?

Per gerarchia centro-periferia si intende un sistema urbano a più livelli gerarchici di centralità, spazialmente

polarizzato, ciò significa che i nodi di livello superiore tendono a concentrarsi in un’area centrale (core)

mentre quelli di livello via via inferiore si distribuiscono in corone sempre più periferiche. Si riferisce

all’economia industriale prima della fase “fordista” caratterizzata dall’importanza delle economie di scala e

di agglomerazione e dai loro effetti di polarizzazione spaziale alle diverse scale territoriali.

LEZIONE 3 DOMANDA 18. Cosa suggeriscono le raccomandazioni suggeriscono ai destinatari?

Gli atti non vincolanti delle istituzioni comunitarie sono rappresentati dalle raccomandazioni e dai pareri. Le

raccomandazioni suggeriscono ai destinatari un determinato comportamento, senza comunque imporre

alcun obbligo giuridico. Infatti, quando c’è un motivo di pensare che l’emanazione o la modifica di una

disposizione legislativa regolamentare o amministrativa di uno Stato membro possa falsare le condizioni di

concorrenza sul mercato comune, la Commissione può raccomandare allo Stato interessato le misure

idonee ad evitare la distorsione

in questione.

LEZIONE 3 DOMANDA 19. La dottrina, al fine di stabilire la legittimità o meno delle direttive dettagliate,

distingue due casi. Quali?

Nella prassi comunitaria risulta sempre più frequente il ricorso a direttive dettagliate le quali indicano con

precisione le norme interne che gli Stati sono tenuti ad adottare. In tal modo la discrezionalità dello Stato si

riduce soltanto alla scelta della forma giuridica interna da dare alla norma già fissata sul piano comunitario.

Si è quindi posto il problema di accertare se le direttive dettagliate siano ammissibili. Di conseguenza la

dottrina, al fine di stabilire la legittimità o meno delle direttive dettagliate, distingue due casi: legittima, se

la direttiva dettagliata viene emanata in materia disciplinabile indifferentemente con regolamenti, direttive

o decisioni; non legittima, se si tratta di materia che può formare oggetto soltanto di direttive. Di solito la

prassi comunitaria è orientata alla seconda conclusione ed è caratterizzata dall’emanazione di direttive

dettagliate anche in tali materie. Per quanto riguarda l’elaborazione delle direttive, essa segue lo stesso

iter procedurale dei regolamenti.

LEZIONE 4 DOMANDA 23. Come venne articolato il periodo transitorio?

Il periodo transitorio, dopo il trattato di Roma, venne suddiviso in tre tappe ciascuna delle quali della durata

di quattro anni e nel corso delle quali l’integrazione economica sarebbe attuata progressivamente. Si

cominciò infatti, con l’adozione di misure economiche, finanziarie e monetarie necessarie a ravvicinare le

legislazioni dei vari Stati al fine di fronteggiare la nuova realtà del mercato comune. L’obiettivo finale era

quello di assicurare la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali ed avere

l’instaurazione di un mercato comune.

LEZIONE 4 DOMANDA 24. Cosa implica il ricorso per risarcimento?

Il trattato di Nizza ha definito direttamente le competenze del Tribunale di primo grado, precisando che lo

stesso è competente a conoscere in primo grado di diversi ricorsi tra i quali quello per risarcimento danni.

Tale ricorso dà la possibilità non solo ai cittadini e alle imprese comunitarie, ma anche agli Stati membri,

che abbiano subito un danno in conseguenza di un errore commesso da agenti della Comunità, di chiedere

il risarcimento alla Corte di giustizia o al Tribunale di primo grado per danni derivanti da responsabilità

extracontrattuale delle Comunità (art. 235).

LEZIONE 4 DOMANDA 25. Quale era l’obiettivo più importante dell’atto unico?

L’atto unico europeo firmato a Lussemburgo e l’Aia nel 1986 ed entrato in vigore il 1° luglio 1987 che ha

sancito il passaggio della comunità economica europea (CEE) nella comunità europea (Ce) aveva come

obiettivo principale la realizzazione del mercato unico, cioè uno spazio senza frontiere interne nel quale è

assicurata la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali.

LEZIONE 4 DOMANDA 26. Dove avviene il processo di formazione della volontà?

A differenza di quanto avviene nei sistemi nazionali, dove il processo di formazione della volontà si avviene

all’interno del Parlamento, nella Comunità tale processo è da tempo opera dei rappresentanti dei governi

riuniti per conto del Consiglio dell’UE. Questo avviene perché la UE non è nata da un popolo europeo ma la

sua esistenza e struttura la deve agli stati membri che non hanno però rinunciato alla loro parte di sovranità

in modo autonomo ma solo ricevendo in cambio una forte posizione nelle decisioni della comunità. Nel

corso del tempo però grazie alla crescita della posizione del parlamento europeo, queste ripartizioni

nell’ambito del processo decisionale sono state via via più equilibrate.

LEZIONE 4 DOMANDA 27. Le dichiarazioni possono essere di due tipi, quali?

Le dichiarazioni possono essere essenzialmente di due tipi: le prime si riferiscono allo sviluppo della

comunità ( dichiarazioni relative all’UE, alla democrazia o ai diritti fondamentali). Queste dichiarazioni sono

utilizzate soprattutto per indirizzarsi ad un largo pubblico o a un gruppo specifico di destinatari; le seconde

si riferiscono invece al quadro decisionale adottate per conto del Consiglio. Tramite esse i membri del

Consiglio

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Publisher
A.A. 2024-2025
15 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/14 Diritto dell'unione europea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Flower25 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto dell'unione europea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Dell'Acqua Davide.