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Lo scopo del DOE consiste nel programmare la scelta e la conduzione degli esperimenti al fine di
trarre conclusioni su un determinato fenomeno. Le suddette conclusioni devo essere:1. in grado di
fornire un quadro completo dei fattori che influenzano il fenomeno 2. statisticamente coerenti. Il
tutto realizzabile mediante specifiche tecniche e sperimentazione. La pianificazione degli
di programmare l’attività sperimentale attraverso un approccio
esperimenti (DOE), permette
statistico, dando la possibilità di analisi strutturate come: 1. determinazione ruolo variabili di un
problema; 2 definizione delle superfici di risposta; 3 l'ottimizzazione; 4 la ricerca di variabili
insensibili ad effetti di grandezze fuori controllo. Il DOE, si basa su un approccio multivariato, dove
più di un parametro viene modificato contemporaneamente da un esperimento all’altro (prove su
tutti i livelli). La fase critica del DOE è decidere quale campione di punti di misura è più idoneo
nella particolare situazione di interesse.
Indicatori di dispersione
Si definiscono indicatori di dispersione quegli indicatori che danno la
dispersione dei dati attorno al valor medio. In particolare: Deviazione
standard (scarto quadratico medio)= radice di Var(Y); Coeffic. di variazione
CV rapporto tra ò e valore assoluto ù.
Indicatori di tendenza
Supponendo di studiare una variabile aleatoria Y con la distribuzione nota si
definiscono come indicatori di tendenza quei valori che definiscono la tendenza
centrale delle distribuzione. In particolare: la moda, come quel valore
argomentale y che massimizza lafunzione distribuzione di probabilità (per
variabili discrete) o densità di probabilità (per variabili continue), la mediana,
come quel valore argomentale y al percentile 50%. E(Y)= ù= sommatoria per
ogni valore Y [y p(y)] E(Y)=ù=integrale y f(y) in dy
La SEVD è utilizzata per descrivere, in modo asintotico, i risultati minimi assunti dalla
ripetizione di un esperimento aleatorio. Parlare degli effetti dei parametri ? e ? mediante una
rappresentazione grafica.
La SEVD : I parametri δ e λ sono detti, rispettivamente, parametri di forma e posizione. Nel caso λ
sia fisso si ha: λ= 20 (entrambi)
Loading Roughness (LR) e Safety Margin
Nel caso si variabili gaussiane, si può definire il parametro Loading Roughness (LR) come:
=
2
2 +
√
.che rappresenta quanto il carico sia “distribuito” rispetto alla resistenza LR = 0 significa che la
resistenza è molto più “dispersa” rispetto al carico; LR = 1 significa che il carico è molto più
disperso “rispetto” alla resistenza. Il safety margin rappresenta invece il corretto calcolo della
probabilità di rottura.In funzione del safety margin l'andamento della probabilità di rottura con
SM=0 significa che le gaussiane del carico e della resistenza hanno lo stesso valore medio -> 50%
di probabilità di rottura.
Manutenzione Preventiva
La manutenzione preventiva serve a riportare un sistema o un componente che si sta deteriorando
al suo stato operativo iniziale o normale, senza che si sia verificato alcun guasto. Se si considera un
componente con affidabilità R(t), il quale viene sottoposto a manutenzione preventiva agli istanti t0,
2t0, 3t0…. la manutenzione ripristina il componente allo stato “come nuovo”. In casi di componenti
con esponenziali negativi l'affidabilità non aumenta pertanto non ci sono vantaggi nella sostituzione
periodica dei pezzi. Viceversa con componenti descritti da leggi Weibull quale la manutenzione
determina l'affidabilità anche se non sempre in modo positivo (vantaggio se il tasso di guasto è
crescente B>1).
Parlare del Coefficiente di determinazione
Se definiamo definendo invece il TSS (total sum of squares, o devianza totale) TSS =Σ(y(pedice)i-
ȳ)^2 con y a rappresentare la media di tutti i valori osservati di y Si arriva a determinare il
coefficiente di determinazione: R^2= 1- RSS/TSS; A seconda del valore che assume il coefficiente
di determinazione si ha: R^2 < 0.5 = Correlazione lineare non significativa; 0.5< R^2< 0.9 =
Correlazione lineare modesta ; R^2 > 0.9 = Correlazione lineare forte.
Parlare della FMEA
La tecnica FMEA (Failure Mode & Effect Analysis) è stata sviluppata per evidenziare i modi di
guasto, classificandoli in base a 3 indici da 1 a 10: 1 Severità (S): indica la gravità del guasto; 2
Occorrenza (O): indica la probabilità o frequenza di accadimento; 3 Rilevabilità (R): indica la
possibilità di rilevare il (potenziale) guasto prima che accada. Il prodotto dei 3 indici prende il nome
di Risk Priority Number (RPN) e rappresenta l’ordine di priorità con il quale cercare di rimediare ai
guasti
.
Parlare del FTA
L’albero dei guasti (o Fault Tree Analysis FTA) è un particolare flow-chart atto a indicare le
probabilità di guasto e come sono associate tra loro, mettendo in evidenza le relazioni causa-effetto.
Per conoscere tutti i componenti andrebbe preceduto da un FMEA. Per conoscere tutti i guasti
invece si parte dal Top event in cascata. Albero dei guasti: 1 Evento principale (Top Event); 2
evento base, causato da un componente per il quale si può stabilire una probabilità; 3 Evento
intermedio, causato da una combinazione di eventi base (tramite porte logiche); 4 Evento non
spiegato o non sviluppato (mancanza di info); 5 Porta AND, l’evento in uscita accade se accadono
tutti gli eventi in input; 6 Porta OR, l’evento in uscita accade se accade almeno uno degli input.
Parlare della Distribuzione Esponenziale distribuzione
La distribuzione esponenziale rappresenta perfettamente i danneggiamenti casuali dei prodotti ed è
usata nel caso in cui il tasso di guasto sia indipendente dal tempo (costante). h(t) = λ ; I componenti
non sono soggetti ad invecchiamento essendo privi di memoria inerente al funzionamento. Tale
distribuzione negativa è usata principalmente per i componenti elettrici/elettronici. Nella versione
ad un solo parametro λ (>0) , la funzione densità di probabilità della variabile aleatoria t è espressa
come: f(t)=λ e^(-delta t) con 0 ≤ t < +∞
Parlare della Distribuzione Gaussiana
E' usata per guasti distribuiti casualmente attorno ad un valore medio
temporale, ha la caratteristica di avere la f(y) simmetrica rispetto ad un valor
medio. Una variabile aleatoria si dice Gaussiana se la sua densità di probabilità
vale: con -& < y < + &
La distribuzione Gaussiana è molto utilizzata e diffusa, è utile quindi definire
una variabile standardizzata z. z=y-ù/ò …che rende possibile l’uso di tabelle
normalizzate, senza la necessità di risolvere ogni volta l’integrale, in quanto
riconduce il problema allo studio di una gaussiana con μ =0 e σ =1.
Parlare della Distribuzione Log-normale
La distribuzione log-normale è la distribuzione di una variabile Y il cui logaritmo
naturale X=log(Y) segue una distribuzione normale. Dalla definizione di distribuzione
normale: -> Questa distribuzione è spesso usata per descrivere la vita a fatica di
componenti meccanici con F(y) calcolata come integrale di f(y). Gli indicatori di
tendenza e dispersione vengono calcolati per la distribuzione. Valore atteso = E(Y)=
e^[ù+(ò^2/2)]; Varianza= Var(Y)=E(Y^2)-E(Y)^2->e^(2ù+ò^2) (e^ò2-1); la moda=
e^(ù-ò^2) e la mediana e^ù.
Parlare della Distribuzione Weibull
La distribuzione di Weibull è la più utilizzata per la stima dell’affidabilità dei
componenti per l’elevata versatilità che la contraddistingue. E' caratterizzata da 3
β, chiamato parametro di forma, che identifica
parametri identificativi: Il parametro
la forma della distribuzione; Il parametro di scala α, che modifica la scalatura
orizzontale della distribuzione; Il parametro t0, chiamato parametro di spostamento,
che sposta il punto di partenza della distribuzione. Inoltre è molto usata per la sua
flessibilità: per β = 1, è una esponenziale negativa; per β = 2, è simile ad una log-
normale; per 3.5 < β < 4, è simile ad una gaussiana. E' caratterizzata anche
dall'effetto scala cioè un sistema costituito da n componenti in serie, la cui affidabilità
è descritta da da una weibull di parametri a e b, allora l'affidabilità all'interno del
sistema è descritta da parametri b e a(tot)=a/n^(1/b).
Parlare del metodo della Probabilità Condizionata
La probabilità condizionata si riferisce all'individuazione di un elemento che non
consente la scomposizione ne in serie ne in parallelo e studiare il sistema nei 2 casi
limite in cui quel componente ha affidabilità 1 o 0 .
Parlare della Regressione lineare
L’analisi di regressione lineare serve a determinare una relazione di tipo lineare tra
due variabili X e Y. Se X è la variabile indipendente (allungamento) si cerca di
verificare se vi è una relazione lineare con la variabile dipendente Y (carico misurato)
del tipo: Y=a(pedice 1) x + a (pedice 0) + ε ; dove ε rappresenta una variabile errore
casuale con media nulla. Con a disposizione y1, y2 yn osservazioni della variabile
dipendente corrispondenti a x1 x2 xn si cerca di trovare i coefficienti migliori a1 e a0
possibili in modo da ridurre lo scarto tra i valori osservati in Y e quelli stimati.
Ponendo uguale a zero le due derivate si ottiene un sistema nelle due incognite a1 e
a0, che risolto porta alla conclusione che a0 e a1 sono i coefficienti della miglior retta
interpolante i punti assegnati.
Parlare della risoluzione di un piano di test
In base al tipo di effetto che il piano è in grado di stimare in maniera indipendente è
definito il concetto di risoluzione r di un piano di prove. In caso di r dispari: gli effetti
ɛ=r-1/2 ɛ,
di possono essere stimani in modo indipendente da quelli di ordine <= a
ɛ+1.
ma almeno un effetto è confuso con interazione di ordine Un piano di questo
tipo che si indica con s^(m-k)III non è adatto in caso si sia interessati alle interazioni
ɛ=r-2/2
di 2 o più fattori. In caso di r pari: o minore non possono essere stimati
ɛ
indipendentemente da quelli di ordine <= a ed indipendentemente dagli effetti di
ɛ+1. Quindi, al crescere della risoluzione aumenta la capacità didistinguere le
interazioni presenti
.
Parlare dell'errore Standard
Il calcolo dell’errore complessivo avviene attraverso la somma degli scarti quadratici:
(residual sum of squares, o devianza re