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Discussione sull'ipotesi del Noticing
Infine, l'apprendimento di una L1 avviene sempre in maniera implicita e con metodo induttivo, mentre gli apprendenti di L2 seguono un apprendimento esplicito con metodo deduttivo grazie alla loro conoscenza già presente in campo linguistico e non solo.
L'ipotesi del Noticing, sviluppata da Schmidt nel 1990, si basa sull'importanza dell'attenzione nella fase di apprendimento. Questa costituisce infatti un elemento imprescindibile e il primo passo per la processazione dell'input linguistico e la sua segmentazione. Si trova quindi alla base dell'intake.
L'attenzione globale, diretta alla comprensione del significato del messaggio, non consente la processazione implicita delle forme della lingua, operazione per la quale è necessaria un'attenzione focalizzata. Questo tipo di attenzione è necessaria per l'acquisizione di aspetti della L2 che nella L1 non richiedono attenzione. Esiste
Poiché l'attenzione preparatoria (preparatory attention) mette gli apprendenti in una condizione di attesa che facilita la discriminazione percettiva, il noticing può avvenire in tre modi: notando forme linguistiche perché salienti nell'input; notando forme linguistiche perché diverse da quelle utilizzate nel proprio output (noticing the gap); notando la mancanza di mezzi linguistici per portare a termine un compito comunicativo (noticing the hole) e quindi cercando soluzioni attraverso le risorse cognitive. Questi modi nascono da due modelli di feedback differenti: il recast e il prompt.
12. Che differenza c'è tra un approccio didattico di tipo Focus on Form e uno di tipo Focus on Forms?
Secondo l'approccio Focus on Form, tipico approccio strutturalistico/grammaticalista, tra l'acquisizione di L1 e quella di L2 sono presenti delle similitudini che troviamo nell'utilizzo di processi basati sull'esposizione ad un input.
comprensibile (teachability) derivato dainterazioni naturali. Secondo il Focus on Form, però, questo input non è sufficiente, specialmente negli adulti che fanno affidamento alla regola e la utilizzano per comprendere meglio le strutture linguistiche. I bambini, al contrario, si affidano maggiormente all'input. Questa mancanza deve essere quindi compensata spostando l'attenzione degli studenti sulle caratteristiche grammaticali degli input. Il Focus on Forms, invece, è basato sull'assunto che l'acquisizione di una LS o L2 derivi da processi cognitivi generali, paragonabili all'acquisizione di una abilità non prettamente linguistica. Questo approccio è infatti tipico dei metodi cognitivo-funzionali. Esiste poi un altro approccio: il Focus on Meaning, secondo il quale l'input costituisce una condizione sufficiente per l'elaborazione linguistica. 13. Quali sono le possibili strategie di feedback? Di fronte ad un errore ildocente può comportarsi in maniera differente. Può trascurare l'errore, in questo caso abbiamo un insegnamento di tipo comunicativo che punta solo sull'evidenza positiva e che quindi non corregge l'errore. Questo metodo non è molto soddisfacente in quanto non permette al discendente di riflettere sui suoi sbagli e quindi rendersi conto di ciò che deve modificare o migliorare. Può correggere gli errori in maniera implicita, utilizzando il metodo del recast. Il docente ripete in tono interrogativo la forma errata o la riformula direttamente nella forma corretta. Questa è la forma più utilizzata e che caratterizza un approccio di tipo comunicativo. Infine, può utilizzare una correzione più esplicita con il prompt. In questo caso si fornisce evidenza negativa, focalizzando l'attenzione sulla forma, magari con l'aggiunta di informazioni metalinguistiche. Questo è l'approccio più efficace inQuanto non permette solo allo studente di rendersi conto di quale sia l'errore, ma viene anche costretto a ragionare per arrivare in maniera autonoma alla forma corretta.
14. Descrivere il Modello del Monitor di Krashen
Il modello del Monitor è un tipo di modello innatista, ovvero quella tipologia di metodo che basa l'apprendimento sulla presenza innata dell'essere umano di uno strumento in grado di utilizzare l'input linguistico per ricostruire un sistema linguistico. Tali metodi si basano sul Language Acquisition Device (LAD), strumento risultante dagli studi del linguista Chomsky, secondo il quale il bambino nella fase di acquisizione non imita o copia il parlato dei nativi ma sfrutta l'input per formulare e creare regole formando così la grammatica cosiddetta generativa. Il modello del Monitor si basa sulla teoria che nell'essere umano siano presenti tre operatori: il filtro socio-affettivo, l'organizzatore e il monitor. I primi due
Sono subcosciente mentre il monitor è cosciente. Il filtro, influenzato da fattori linguistici ed extralinguistici come anche da stati emozionali, attitudine e motivazione, sia strumentale (desidero di utilizzare la lingua come strumento pratico) sia integrativa (desiderio di far parte della comunità), filtra l'input linguistico. Questo viene poi elaborato, diventando intake, per formulare una prima grammatica dall'organizzatore, influenzato dalla L1. Infine, il monitor condiziona la produzione di output. Su quest'ultimo operatore influiscono personalità, età e compito verbale.
15. Cosa propone l'ipotesi dell'insegnabilità di Pienemann e come si collega al suo modello della processabilità?
Secondo l'ipotesi dell'insegnabilità (Teachability) di Pienemann, ad ogni stadio dell'apprendimento linguistico allo studente bisogna presentare strutture linguistiche appena più complesse di quelle da lui
già acquisite. Bisogna quindi insegnare elementi di grado superiore rispetto a quello dell'interlingua dell'apprendente per poter favorire l'acquisizione. Il modello della processabilità si basa su un concetto simile, ovvero, che l'apprendimento debba seguire un ordine ben preciso, chiamato sequenza implicazionale. Bisogna prima affrontare argomenti più semplici da processare per poi imparare quelli più complessi; prima elaborare le procedure sintagmatiche, cioè gli accordi che avvengono all'interno del sintagma, per poi analizzare quelle pragmatiche, accordi esterni. 16. Descrivere il modello dichiarativo-procedurale di Ullman. Il modello dichiarativo-procedurale è un tipo di modello cognitivo-funzionale sviluppato da Ullman nel 2005. Con questo modello Ullman suddivide l'acquisizione in base alla memoria che viene utilizzata. Ogni essere umano è dotato di memoria a breve e a lungo termine, quest'ultima.La conoscenza linguistica può essere suddivisa in due categorie: procedurale e dichiarativa. La conoscenza procedurale comprende tutte quelle conoscenze implicite, latenti e intuitive di cui l'apprendente è dotato e che non deve pensare prima di metterle in atto. Questo tipo di memoria è chiamata "know-how". La memoria dichiarativa, chiamata "know-that", comprende le conoscenze esplicite e consapevoli a cui l'individuo accede nell'atto di produzione linguistica.
Secondo Ullman, nel parlante L1 il lessico è immagazzinato nella memoria dichiarativa, mentre la grammatica è immagazzinata in quella procedurale. Il parlante, nell'atto linguistico, sceglierà quindi in maniera consapevole le parole da utilizzare, mentre utilizzerà la grammatica in maniera automatica e inconsapevole.
Nel parlante L2, invece, entrambe le categorie, lessico e grammatica, sono immagazzinate nella memoria dichiarativa. Un apprendente L2 potrà quindi conoscere una regola ma non metterla in pratica in quanto
nonautomatiche e latenti. Secondo alcuni studiosi, con un elevato e frequente studio, la grammatica L2 può passare alla memoria procedurale, mentre secondo altri le due memorie sono separate in maniera definitiva. 17. Che differenza c'è tra modelli di apprendimento L2 innatisti e cognitivo-funzionali? Secondo i modelli di apprendimento innatisti, nell'essere umano è presente un "meccanismo" in grado di utilizzare l'input linguistico per costruire autonomamente un sistema linguistico. Questo è ciò che fanno i bambini, che non imitano o copiano i parlanti ma ipotizzano e creano regole della propria lingua madre grazie ai dati in entrata. I modelli innatisti si basano sugli studi di Chomsky legati al LAD, il Language Acquisition Device, strumento innato negli esseri umani che conferisce questa abilità di ricostruzione linguistica. I modelli cognitivo-funzionali, invece, vedono come base dell'acquisizione linguistica strategie eLe abilità cognitive generali non sono direttamente legate alle lingue. Il processo di acquisizione di un sistema linguistico è quindi, secondo questi modelli, uguale a quello di ogni altra abilità umana, ed è quindi favorito da fattori neurologici e meccanismi mentali di elaborazione e memorizzazione. Il bambino in questo caso fa quindi leva su meccanismi cognitivi non linguistici, quindi non a strumentazioni come il LAD.
18. Cosa sono le sequenze acquisizionali? Fare un esempio
Le sequenze acquisizionali sono percorsi di acquisizione di italiano L2 da parte di parlanti con diverse L1. Parliamo, quindi, di varietà di apprendimento (learner varieties), che si trovano al centro di uno dei modelli cognitivo-funzionali.
Le varietà di apprendimento sono caratterizzate da sistematicità sincronica ed evolutiva: la prima è legata al comportamento degli apprendenti in un dato momento del loro percorso, mentre la seconda evidenzia le fasi di transizione da
Una tappa all'altra. Altri principi generali sono: il principio pragmatico del Focus Last, ovvero la collocazione delle informazioni salienti alla fine degli enunciati; il principio semantico del Controller First, il posizionamento dell'elemento che controlla l'azione verso l'inizio dell'enunciato; e i principi sintattici di linearizzazione dei costituenti (SVO, negazione preverbale, etc.)
Uno degli studi in ambito delle sequenze acquisizionali è il Progetto di Pavia. Questo studio, eseguito durante gli anni '90, ha indagato l'acquisizione della morfologia verbale dell'italiano. Dai risultati è stato evidenziato come i tempi e i modi verbali dell'italiano emergono secondo una sequenza costante, di tipo implicazionale.
L'acquisizione inizia quindi con i verbi di forma base, come presente e infinito, per poi passare allo studio del participio passato e degli ausiliari, poi dell'imperfetto, del futuro e...
soloin conclusione del condizionale e del congiuntivo. Possiamo notare come i primi verbi sono quelli in forma base, non marcati per tempo, spesso all'infinito o alla terza persona.