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Ordinanza di rinvio: è l’atto con cui un giudice solleva una questione di legittimità
costituzionale davanti alla corte costituzionale. Questo deve contenere:
1. Una descrizione chiara del caso concreto
2. L’indicazione delle norme di legge rilevanti
3. I motivi per cui ritiene che tali norme siano incostituzionali
4. I parametri costituzionali che si ritengono violati.
L’ordinanza di rinvio è obbligatoriamente motivata.
Reiterazione: si riferisce alla pratica, ora vietata in Italia, di emanare nuovamente un
decreto legge con contenuto identico o simile a un decreto precedente non convertito in
legge del Parlamento entro i 60gg previsti dalla Costituzione.
La reiterazione è stata vietata perchè aggirava il limite temporale dei 60gg, permettendo la
governo di mantenere in vigore norme che il Parlamento non aveva approvato. La Corte
Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità di questa pratica perchè violava il principio di
separazione dei poteri e il ruolo centrale del Parlamento nel processo legislativo.
Legge di sanatoria: è una norma che consente di sanare o regolarizzare situazioni che
risultano essere in violazione della legge, ma che vengono condonate a determinate
condizioni. La legge offre una possibilità di regolarizzare una situazione irregolare senza
che questa venga punita severamente, ma solitamente previa il pagamento di una somma
di denaro o il rispetto di altre condizioni specifiche.
Decreti legislativi delegati: atti normativi emanati dal governo su delega del Parlamento.
In pratica, il Parlamento conferisce al governo il potere di legiferare su determinate
materie, fornendo delle linee guida o principi generali, ma lasciando al governo la
responsabilità di elaborare il testo definitivo della legge. Questi decreti sono utilizzati per
dare attuazione a leggi-quadro o per disciplinare aspetti più dettagliati di una materia.
La differenza principale sta nel fatto che il decreto legislativo delegato è il frutto di una
delega esplicita da parte del Parlamento, mentre un decreto legislativo normale viene
adottato su base di una legge di abilitazione più generale.
Presidente della repubblica: in Italia è il capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale.
Ha principalmente un ruolo istituzionale e di garanzia, svolgendo funzioni di controllo e
di mediazione tra i poteri dello Stato. Le sue principali attribuzioni includono:
1. Nomina del Presidente del Consiglio: Dopo le elezioni politiche, il Presidente della
Repubblica nomina il presidente del Consiglio dei Ministri, che deve poi ottenere la
fiducia del Parlamento.
2. Promulgazione delle leggi: Dopo che una legge viene approvata dal Parlamento, il
Presidente la promulga, rendendola ufficiale. In caso di dubbi sulla costituzionalità, può
rinviarla al Parlamento.
3. Potere di scioglimento delle Camere: Può sciogliere la Camera dei deputati e indire
nuove elezioni, su proposta del governo.
4. Comandante delle Forze Armate: È formalmente il capo delle forze armate italiane.
5. Nomina dei giudici costituzionali e dei membri di altre istituzioni: Nomina alcuni
membri della Corte Costituzionale e altre cariche importanti.
Il Presidente è eletto dal Parlamento in seduta comune, con un mandato di sette anni, e la
sua funzione è quella di garantire il rispetto della Costituzione e la stabilità delle istituzioni.
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Scioglimento delle camere: atto che segna la fine del mandato legislativo e provoca la
convocazione di nuove elezioni. In Italia, il Presidente della Repubblica ha il potere di
sciogliere la Camera dei deputati e indire elezioni, ma deve farlo su proposta del
Presidente del Consiglio o in presenza di determinate condizioni politiche (ad esempio,
se non si riesce a formare un governo stabile).
Lo scioglimento della Camera dei deputati non riguarda il Senato in quanto i senatori
sono eletti in modo diverso e non tutti scadono contemporaneamente. La decisione di
sciogliere le Camere è una mossa costituzionale straordinaria, che avviene per garantire
la rappresentanza democratica e il regolare funzionamento delle istituzioni.Il Presidente
della Repubblica, quindi, ha un ruolo di garanzia e decide in base alla situazione politica,
al fine di assicurare la continuità democratica del sistema.
Formazione del governo: In Italia, la formazione del governo avviene in due fasi
principali:
1. Nomina del Presidente del Consiglio: Dopo le elezioni politiche, il Presidente della
Repubblica incarica una figura di fiducia, solitamente il leader del partito o della
coalizione con il maggior supporto parlamentare, di formare un governo. Questo
processo include consultazioni con i principali gruppi parlamentari per verificare la
possibilità di una maggioranza.
2. Composizione del governo: Il Presidente del Consiglio nominato propone la sua
squadra di ministri, che deve essere accettata dal Presidente della Repubblica. Una
volta completata la formazione, il governo chiede la fiducia al Parlamento (Camera dei
deputati e Senato). Se ottiene il consenso, il governo entra in carica.
Il Presidente del Consiglio è il capo del governo, mentre i ministri sono responsabili dei
singoli settori (es. economia, esteri, salute). Il governo rimane in carica fintanto che
mantiene la fiducia del Parlamento, che può revocarla con una mozione di sfiducia.
Quando entra in carica il nuovo governo: Il nuovo governo entra in carica subito dopo
aver ottenuto la fiducia del Parlamento. passaggi principali:
1. Nomina del Presidente del Consiglio: Dopo le consultazioni, il Presidente della
Repubblica incarica il candidato di formare il governo.
2. Formazione del governo: Il Presidente del Consiglio nominato propone la lista dei
ministri.
3. Fiducia del Parlamento: Una volta completata la formazione del governo, il
Presidente del Consiglio si presenta alla Camera dei deputati e al Senato per chiedere
la fiducia. Il governo può chiedere un voto di fiducia separato per ciascuna Camera o
un voto unico. Se ottiene la fiducia, il governo entra ufficialmente in carica.
4. Inizio dell'attività: Una volta ottenuta la fiducia, i membri del governo prestano
giuramento davanti al Presidente della Repubblica e iniziano a svolgere le loro
funzioni.
Il governo entra in carica solo se il Parlamento conferma la sua legittimità tramite il voto di
fiducia. Se non ottiene la fiducia, il processo di formazione del governo deve riprendere da
capo.
Mandato esplorativo: incarico dato dal Presidente della Repubblica a una persona (di
solito il Presidente della Camera, del Senato o una figura di fiducia) per esplorare la
possibilità di formare una nuova maggioranza parlamentare e, di conseguenza, un
governo. Questo mandato viene dato quando non è chiaro se esista una coalizione in
grado di ottenere la fiducia del Parlamento, come può succedere dopo elezioni
particolarmente frammentate o in caso di crisi di governo.
Il mandato esplorativo ha lo scopo di sondare le opinioni dei vari gruppi parlamentari e di
verificare se ci sono le condizioni per un accordo tra le forze politiche. Se il risultato 9 di 11
dell'esplorazione è positivo, il Presidente della Repubblica può affidare l'incarico di formare
il governo al Presidente del Consiglio indicato dalle forze politiche coinvolte. In caso
contrario, il Presidente della Repubblica può decidere di affidare l'incarico a qualcun altro o
optare per nuove elezioni.
Il mandato esplorativo è un passo preliminare, che non porta direttamente alla formazione
del governo, ma è essenziale per capire se ci sono le basi per un esecutivo stabile.
Attentato alla costituzione: si riferisce a un atto o comportamento che mina o viola i
principi fondamentali e le norme stabilite dalla Costituzione di uno Stato. In Italia, la
Costituzione è la legge suprema e rappresenta l'ordinamento fondamentale del Paese,
stabilendo i diritti, i doveri e i principi sui quali si basa l'ordinamento giuridico e politico.
Un attentato alla Costituzione può assumere diverse forme, tra cui:
1. Rovesciamento dell'ordine costituzionale: Azioni mirate a sovvertire il sistema
democratico e repubblicano, ad esempio, attraverso un colpo di stato o l'uso della
forza per modificare l'assetto istituzionale stabilito dalla Costituzione.
2. Violazione dei principi fondamentali: Azioni o leggi che minano i diritti fondamentali
dei cittadini o che contraddicono i principi di libertà, uguaglianza, giustizia e
democrazia sanciti dalla Costituzione.
In Italia, l'attentato alla Costituzione è un reato grave, e la Corte Costituzionale, insieme
ad altre istituzioni giuridiche, ha il compito di vigilare sul rispetto della Costituzione. Il
presidente della Repubblica, in qualità di garante della Costituzione, ha anche il ruolo di
proteggere l'ordinamento costituzionale, intervenendo, se necessario, per salvaguardare
la legalità e l'ordine democratico.
Referendum abrogativo: è uno strumento di democrazia diretta che permette ai cittadini
di abrogare (cancellare) una legge o parte di essa. In Italia, è previsto dalla Costituzione
(articolo 75) e consente di annullare leggi già approvate dal Parlamento, a condizione che
siano rispettate alcune condizioni specifiche.
Condizioni per il referendum abrogativo:
1. Soglia di firme: Per chiedere un referendum abrogativo, è necessario raccogliere
almeno 500.000 firme di cittadini o ottenere il sostegno di 5 Consigli regionali.
2. Oggetto del referendum: Il referendum può riguardare una legge o parte di essa, ma
non può riguardare:
1. Le leggi di bilancio o quelle relative a tributi.
2. Le leggi costituzionali o quelle che attuano la Costituzione.
3. Esito del referendum: Affinché il referendum sia valido, è necessario che partecipi
almeno il 50%+1 degli aventi diritto al voto. Se la maggioranza dei votanti approva
l'abrogazione, la legge o la parte di essa viene abrogata, e quindi non è più applicabile.
Il referendum abrogativo è uno strumento che consente ai cittadini di intervenire
direttamente nel processo legislativo, chiedendo l'abrogazione di leggi ritenute ingiuste o
obsolete, ma solo se vengono rispettate le condizioni di partecipazione e validità.
Referendum regionale: è uno strumento di democrazia diretta previsto dalle Costituzioni
regionali italiane che permette ai cittadini di una singola regione di esprimersi su
specifiche questioni politiche, legislative o amministrative di interesse regionale. Ogni
regione può stabilire autonomamente le modalità di indizione e i temi su cui indire un
referendum, in base alle proprie esigenze e competenze.
Tipi di referendum regionali:
1. Referendum abrogativo regionale: Simile al referendum abrogativo nazionale,
consente ai cittadini di abrogare leggi o atti amministrativi della r