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INFγ

differenzia in th1 inizia a produrre che blocca il differenziamento verso le th2 e stimola

attivazione dei macrofagi. Le th1, inoltre, producono interleuchina 2 che stimola la

produzione di cd8. Invece in caso di differenziazione in th2 vengono prodotte interleuchina

4 e 5 che fa no parte della risposta immunitaria di tipo 2.

le tth17 che vengono stimolate da tgfβ e il-6 INFγ

Esistono anche e producono il17 e e

servono per la risposta antifungina.

Anche le cellule th1 possono avere una attività citotossica (anche se sono cd4) e lo fanno

con un meccanismo mediato da fas e FasL. Queste cellule t esprimono FasL che se si lega

a cellule che esprimono fas manda queste cellule con cui interagiscono in apoptosi. (si

attiva la via estrinseca con attivazione della caspasi 8). Spesso il bersaglio di questa via

sono altre cellule t per spegnere la risposta immunitaria.

si sviluppano th1, se l’avidità è bassa si

In condizioni di alta avidità del legame antigene-tcr

sviluppano th2.

23. Attività citotossica dei cd8

Le cellule t cd8 espletano la loro attività citotossica quando riconoscono il loro target. Questo

grazie all’interazione tra tcr e gli mhc con il peptide specifico. Quando

avviene avviene il

riconoscimento avviene un cross linking dei recettori che attivano la cascata intracellulare

che fa portare tutti i granuli nella zona di contatto. A questo punto la cellula cd8 espelle i

granuli che contengono perforina e granzimi e uccidono la cellula bersaglio. Dopo di che la

cellula cd8 si stacca e va a colpire un’altra cellula.

24. Cosa sono le cellule t helper

Le cellule t helper dette anche cellule tcd4 sono le cellule che riconoscono antigeni legati a

mhc e servono per regolare la risposta adattativa del sistema immunitario. Infatti hanno

come funzione principale quella di attivare le cellule b del sistema immunitario a produrre le

immunoglobuline specifiche. Inoltre producono citochine che regolano la risposta

immunitaria, sanno indurre l’apoptosi di alcune cellule con meccanismo fas/FasL e sanno

attivare le cellule tcd8 citotossiche.

25. T regolatorie

Le cellule t regolatorie sono delle cellule t che hanno come funzione principale quella di

spegne la risposta immunitaria bloccando l’attivazione di altre cellule t. Queste si dividono

in cd4+, th3 e tr1. Le cd4 si originano nel timo e esprimono il recettore cd25 (che è la

subunità alfa del recettore per l’interleuchina 1alfa) sia il fattore di trascrizione fox. Le th3 si

originano nell’intestino e tgfβ che ha

producono funzione antinfiammatoria e anche il10

sempre con funzione antinfiammatoria. Infine ci sono le tr1 che sono prodotte nella milza e

di tgfβ

si differenziano in presenza di il10. Grazie alla produzione possono bloccare la

proliferazione delle cellule t e possono produrre anche il10 che blocca azione delle cellule

dendritiche.

26. Attivazione e differenziamento delle b cells

Le cellule b originano da una cellula staminale ematopoietica nel midollo osseo, maturano

nel midollo e quando entrano nel circolo sanguigno per raggiungere i linfonodi sono già

mature.

La maturazione è divisa in 4 fasi:

• Riarrangiamenti del recettore per antigene (catene delle immunoglobuline sia pesati

che poi leggere)

• Selezione 8eliminazione delle autoreattive)

• Fuoriuscita dal midollo per raggiungere i linfonodi e attivazione se incontrano

antigene

• Differenziamento terminale a plasmacellula che torna nel midollo producendo

anticorpi e poi protendo diventare cellula della memoria.

Prima di tutto avviene un riarrangiamento delle catene pesanti (fase indipendente

dall’antigene) con prima i riarrangiamenti d-j e dopo il v con d-j. Anche in questo caso dopo

che la catena pesante si è riarrangiata viene espressa sulla superficie con un surrogato di

catene leggere e la cellula va incontro a proliferazione , perché un riarrangiamento

produttivo delle catene pesanti è raro e quando avviene è importante massimizzare le cellule

che lo sfruttano. Dopo di che i vari cloni andranno incontro a riarrangiamenti delle catene

leggere e se questi sono produttivi si inizieranno a produrre igm di membrana e in seguito

anche IgD. Quando vengono prodotte anche IgD la cellula è matura e po' migrare fuori dal

midollo. Durante la maturazione le cellule b prendono contatto con le cellule del midollo e

ricevono come segnale di sopravvivenza il7. Le cellule b che si possono formare sono per

forza o utili o dannose e mai inutili perché a differenza delle t queste non devono interagire

o riconoscono l’antigene nel midollo o non lo riconoscono. Adesso

anche con gli mhc; quindi,

abbiamo fase di eliminazione nel quale se una cellula riconosce antigene nel midollo si

presume che questo sia un antigene self e quindi deve essere eliminata. Se una cellula non

riconosce antigeni nel midollo molto probabilmente non sarà self e quindi potrà lasciare il

midollo verso gli organi linfonodi secondari. Quando riconosce gli antigeni del midollo si

differenzia nel caso in cui venga riconosciuto un antigene multivalente, le igm cross linkano

e questo è proprio un segnale di antigene self e la cellula o muore o prima prova a

riarrangiare le catene leggere se può. Invece ci sono dei casi in cui gli antigeni riconosciuti

sono monovalenti e in questo caso la cellula non fa nuovi riarrangiamenti e non muore ma

migra verso gli organi linfonodi secondari come cellula inattiva. Li poi possono essere

attivate sotto adeguati stimoli.

Quando una cellula b arriva al linfonodo produce igm e IgD ma è naive (non ha mai

incontrato antigene). Questa entra nel linfonodo e migrando attraverso endotelio alto

raggiunge la zona delle cellule t. Gli antigeni possono essere t indipendenti o t dipendenti,

quelli indipendenti attivano la risposta delle cellule b senza intervento delle t, invece gli altri

necessitano dell’intervento delle t. Quelli indipendenti a loro volta si dividono in quelli che

necessitano del riconoscimento di un’immunoglobulina di superficie per attivare la cellula e

in quelli nelle quali per attivarle basta il riconoscimento da parte di un recettore per

l’immunità innata. Queste produrranno solo igm e per un breve tempo dopo moriranno. La

risposta t indipendente è molto più rapida di quella t dipendente. un’attivazione della

Nella risposta t dipendente la cellula b per prima cosa ci deve essere

cellula t da parte della cellula presentante l’antigene. A questo punto anche la cellula b vede

l’antigene lo internalizza e poi presenta l’antigene alla cellula t. Questa cellula b presentante

antigene reagisce con la cellula t attivata e questa interazione da un segnale alla cellula b

che inizierà a produrre immunoglobuline anche diverse dalle igm. L’attivazione è mediata

da cd40 e dal suo ligando.

27. Cosa sono i centri germinativi

I centri germinativi sono delle regioni del linfonodo che si generano nella regione delle

cellule b dove avviene una specializzazione di queste cellule. Il centro germinativo si divide

in una zona scura e zona chiara. Nella zona scusa abbiamo una proliferazione attiva delle

cellule b, e qui non vengono espresse molte immunoglobuline. In questa zona le cellule

accumulano molte mutazioni per il processo di ipermutazione somatica(mutazioni

puntiformi) che cambiano la specificità per l’antigene. Poi c’è una zona L’affinità per

bianca.

l’antigene può cambiare sia in positivo che in negativo e si possono generare cellule che

producono immunoglobuline autoreattive. Nella zona bianca avvengo proprio i fenomeni di

selezione . Per farli avvenire in questa zona abbiamo delle cellule dendritiche follicolari

(espongo antigene sotto forma di immunocomplesso, quindi legato a immunoglobulina) e

cellule t follicolari. Le cellule dendritiche follicolari maturano e dai dendriti si staccano elle

vescicole con sopra gli immunocomplessi (le vescicole dette icosomi). Questi icosomi

vengono catturati dalle cellule b con immunoglobuline di superficie , vengono internalizzati

ed elaborati e gli antigeni presentati sulla superficie. Le cellule t riconoscono antigene -mhc

e quindi attivano la cellula b dando segnale di sopravvivenza tramite cd40 a questa cellula.

Solo le cellule che hanno un’alta affinità per l’antigene riescono a cattura gli icosomi e avere

un vantaggio competitivo sulle altre. Nel centro germinativo anche le cellule b inattive perché

leggermente autoreattive subiscono il processo di mutazione perché così alcune possono

perdere la parte di autoreattività ma diventare solo reattive per il patogeno e quindi diventare

poi attive. Infine nel centro germinativo avvengono anche gli switch di classe che sono

regolati da citochine prodotte dalle cellule t. Dopo la maturazione in questo centro si formano

della plasmacellule che hanno una lunghissima sopravvivenza nel midollo osseo

continuando a produrre ig specifiche.

28. Le malattie autoimmuni da un’attivazione del sistema

Le malattie autoimmuni sono delle malattie causate

immunitario (immunità adattativa)contro ciò che è self. Sono diverse dalle malattia auto

un’attivazione dell’immunità innata e quindi

infiammatorie nelle quali abbiamo

dell’infiammazione contro il self. La risposta autoimmune è quasi sempre presente durante

una risposta immunitaria ma è presente in modo controllato. È utile che ci sia perché se

dovessimo eliminare tutte le cellule che danno anche poca reazione autoimmune

abbasseremmo di troppo il repertorio di cellule contro antigeni quindi durante una risposta

immunitaria si arriva sempre a un compromesso tra autoimmunità (che deve comunque

essere poca e controllata ) e una forte e massiccia risposta contro le infezioni. Le risposto

sono molto simili a quelle contro i patogeni.

La frequenza delle malattie autoimmuni nella popolazione è molto alta (circa il 10%) ma

spesso non sono gravi e si sviluppano in tarda età.

Le autoimmunità sono divise in base ai bersagli che hanno e se riguardano tutto l’organismo

sono dette sistemiche. Alcune autoimmunità che a livello patogenetico riguardano un solo

però dare conseguenze su tutto l’organismo. Spesso queste malattie hanno

organo possono

una frequenza maggiore in alcune famiglie anche se non per forza per la stessa malattia

ma in generale per malattie autoimmuni. Sono tutte malattie multifattoriali in cui la base

genetica non basta per far sviluppare la malattia, ma avere questa base genetica aumenta

il rischio di svilupparla, ma non per forza chi ha quella determinante mutazione avrà la

malattia e non per forza chi non presenta quella mutazione non si ammalerà. Il diabete di

tipo uno è una delle poche malattie però in cui il rischio relativo &egra

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
26 pagine
SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher neochirrites di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Immunologia e patologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Granucci Francesca.