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[I] ART. DEFINITO RIFERIMENTO ANAFORICO
-- Ho visto una bici bellissima. La bici è rossa e molto leggera.
Il referente del SN La bici è stato introdotto nel discorso precedente: una bici
bellissima e La bici sono coreferenziali in quanto rimandano allo stesso referente; una
bici bellissima è l’antecedente anaforico di La bici.
[II] ART. DEFINITO RIFERIMENTO ESOFORICO (o extralinguistico).
Tale uso si ha:
(A) con SN indicanti una classe, quando cioè non si fa riferimento a dei referenti
particolari ma all’intera classe; per es.
-- Il cane è il miglior amico dell’uomo,
-- Le gazze fanno dei nidi molto grandi.
(B) con SN individuati mediante ostensione (cioè indicando con mezzi
extralinguistici, il dito, il mento, ecc.); per es.
-- Passami il piatto (indicandolo con un dito, col mento, ecc.) 103
(C) con SN individuati mediante il ricorso a conoscenze comuni al parlante e
all’ascoltatore: per es.
-- Il cane ha fatto una buca in giardino (detto di un cane ben noto agli interlocutori);
-- Il bambino ha preso un brutto voto (detto da un genitore all’altro in riferimento al
figlio).
Casi particolari del tipo (C) sono:
(C.i) SN che indicano una proprietà (alienabile o inalienabile) del tema della frase:
-- Mi fanno male i piedi (= i piedi che appartengono a chi parla);
--È vero che hai perso il giubbotto (= il giubbotto che appartiene a chi ascolta)?
(C.ii) SN che hanno un referente unico (sole, luna):
-- Il sole sorge alle 6.30, mentre la luna sorge alle 19.00.
Specificatori del nome: l’articolo indefinito e l’articolo partitivo
Mentre l’uso dell’Art def indica che l’ascoltatore è in grado di individuare il referente
indicato dal SN, attraverso l’uso dell’ARTICOLO INDEFINITO (= Art indef) e
dell’articolo partitivo (di cui si parlerà in seguito) il parlante introduce nel discorso
un referente, di cui non viene richiesta all’ascoltatore l’identificazione.
-- Ieri ho comprato una bicicletta
Nella frase il SN introdotto dall’Art def una bicicletta indica un membro (una) della
classe dei referenti designata dal SN (la classe delle biciclette).
Dal punto di vista del riferimento, l’Art indef si può suddividere in due tipi:
specifico e non specifico.
L’Art indef specifico si usa quando il referente del SN è noto al parlante, ma non
all’ascoltatore.
L’Art indef non specifico si usa quando il referente del SN non è noto né al
parlante, né all’ascoltatore.
Alcuni test consentono di distinguere l’uso indefinito specifico da quello non specifico:
[A] solo l’Art indef non specifico (nella seconda frase), a differenza di quello specifico
(nella prima frase), può combinarsi con qualsiasi o qualunque:
-- Sto cercando un libro che avevo appoggiato qui (indef specifico) → *Sto cercando
un libro qualunque / qualsiasi che avevo appoggiato qui
-- Sto cercando un libro da leggere (indef non specifico) → Sto cercando un libro
qualunque / qualsiasi da leggere
[B] il SN introdotto dall’Art indef specifico può essere pronominalizzato
esclusivamente da lo, il SN introdotto dall’Art def non specifico sia da lo che da ne:
-- Sto cercando un libro che avevo appoggiato qui (indef specifico).
Ma non lo trovo / *ma non ne trovo nessuno
-- Sto cercando un libro da leggere (indef non specifico). Ma non lo trovo / ma non ne
trovo nessuno. 104
Specificatori del nome: dimostrativi, quantificatori, interrogativi
e esclamativi
2. Dimostrativi
I dimostrativi sono elementi deittici (si darà più avanti una trattazione specifica della
deissi), in quanto servono a situare un referente nello spazio e nel tempo.
L’italiano contemporaneo ha un sistema a due termini: questo e quello.
Questo è il dimostrativo prossimale (indicante referenti prossimi al parlante);
quello, invece, è il dimostrativo distale (indicante referenti lontani dal parlante).
In italiano antico, in toscano e in sardo si trova un terzo elemento dimostrativo, che
designa un oggetto vicino all’interlocutore ma non al parlante: codesto (sard. cussu).
3. Quantificatori
I quantificatori hanno la proprietà di modificare o specificare la quantità dei referenti
cui si riferisce il N.
Si distinguono in due sottoclassi:
[I] numerali, cosiddetti cardinali, che fanno riferimento a una quantità numericamente
precisa (uno, due, tre, quattro, ecc.)
[II] indefiniti, che fanno riferimento a una quantità numericamente non precisa. 105
I quantificatori indefiniti si possono a loro volta dividere in due gruppi:
(a) indefiniti intrinseci, che possono essere usati solo al singolare: ciascuno,
nessuno, qualche, ogni, qualunque, ecc.: ciascun bambino, nessuna matita, ecc.
(b) indefiniti non intrinseci, che possono essere usati al pl. con N contabili o al sing.
con N massa : entrambi, ambedue, pochi, tutti, molti, certi, alcuni ecc.
Per es. tutti i bambini / tutta la farina, poche matite / poco zucchero (entrambi e
ambedue non possono combinarsi con N massa).
Tra i quantificatori di questo tipo vanno inclusi anche dei SN come un po’, gran parte
che reggono un SP [di + SN]: un po’ di vino, gran parte del gruppo.
4. Interrogativi e esclamativi
Gli interrogativi e gli esclamativi si trovano all’interno di SN che introducono frasi
interrogative (dirette e indirette) o esclamative: quale, quanto, ecc.
Per es. Quanto zucchero vuoi? (interrogativa diretta) / Dimmi quanto zucchero vuoi.
(interrogativa indiretta) / Quanto zucchero mi hai dato! (esclamativa).
Nella lingua dell’uso quale è spesso sostituito da che: Quale camicia vuoi? / Dimmi
quale camicia vuoi → Che camicia vuoi? / Dimmi che camicia vuoi.
Lezione 41
Comparativi analitici e sintetici
Mentre in latino il comparativo di maggioranza era generalmente sintetico, cioè
formato attraverso l’aggiunta di suffissi derivativi specifici all’A (-ior / -ius ), in italiano è
espresso in modo analitico, cioè attraverso la giustapposizione di parole distinte,
l’avverbio più e l’aggettivo: più bello, più bravo, più facile.
I comparativi degli aggettivi buono, cattivo, grande e piccolo, oltre alle forme regolari
più buono, più cattivo, più grande, più piccolo, hanno anche forme sintetiche, basate
su radici lessicali diverse: migliore, peggiore, maggiore, minore 106
Un’altra classe di A che non può essere modificata da Avv è quella degli A
PRENOMINALI.
Mentre gli A postnominali. hanno la proprietà di restringere l’insieme di
referenti denotato dal N, contribuendo all’identificazione del referente a cui
rimanda il N (per es. nel SN il gatto nero, l’A nero restringe l’insieme dei referenti a
cui si riferisce il N gatto; per questo gli A postnominali sono detti restrittivi o
denotativi),
gli A prenominali non hanno funzione restrittiva, ma funzione descrittiva o
appositiva e spesso implicano giudizi di valore del parlante rispetto al
referente. Per questo vengono detti anche connotativi: un bel ragazzo, un pover
uomo, una piccola obiezione, un’ampia discussione, una grande occasione, ecc. Si
noti che a seconda della posizione pre- o postnominale, il significato dell’A muta:
uomo grande (grandezza fisica) : grande uomo (grandezza morale); ragazzo povero
(povertà materiale) : povero ragazzo (povertà morale).
Complementi dell’A Gli A postnominali possono essere modificati anche da
Complementi, sia SP (film adatto a un pubblico adulto, persona poco incline al
dialogo), sia proposizioni (libro interessante da leggere, problema difficile da capire).
Lezione 42
I pronomi personali: liberi e clitici
I pronomi personali sono delle espressioni referenziali che non possono essere
interpretate autonomamente, ma il cui referente viene individuato o
(A) mediante il rinvio anaforico:
È arrivata Maria, ma non sono riuscito a parlarle
o cataforico (in avanti, per anticipazione) ad un’altra espressione referenziale nel
contesto linguistico:
Non lo sopporto proprio, tuo fratello!, oppure
(B) mediante il rinvio a un’entità del contesto extralinguistico: Guarda! È lui il ragazzo
di cui ti parlavo! (uso ostensivo) Mi hanno colpito le sue parole. (uso deittico).
Esistono due serie di pronomi personali:
i pronomi LIBERI (che sono tonici, in quanto hanno un accento proprio) e
i pronomi CLITICI (che sono atoni e perciò devono appoggiarsi a un’altra parola
tonica). 107
108
Lezione 44
L'ordine delle parole nella frase. Ordine marcato e non marcato
Le frasi possono avere un ordine delle parole non marcato o marcato.
La marcatezza si può manifestare sul piano SINTATTICO, sul piano PRAGMATICO e
sul piano fonologico, più precisamente INTONATIVO.
Prendiamo ad esempio le due frasi:
Maria lava i piatti I piatti, li lava Maria
L’ordine dei costituenti nella prima frase è sintatticamente non marcato perché
corrisponde alla struttura fondamentale della frase italiana con V transitivo: Sogg + V
+ Ogg dir + Ogg indir (più precisamente [F SNSogg [SV V SNOgg dir]]).
Nella seconda frase invece, benché gli elementi siano sostanzialmente gli stessi della
frase precedente, l’ordine è sintatticamente marcato.
Se il V ha tre argomenti, l’ordine è Sogg + V + Ogg dir + argomento preposizionale
(Alessandro versa la minestra ai bambini).
Sappiamo ormai che il nucleo della frase è costituito da un SN e da un SV.
Esistono, tuttavia, delle posizioni sintattiche supplementari (dette periferia della
frase) che precedono (periferia sinistra) o seguono (periferia destra) il nucleo e che si
trovano fuori del segmento intonativamente unitario.
Parliamo di dislocazione a sinistra per gli elementi che si trovano prima di
questo segmento e di dislocazione a destra per gli elementi che si trovano dopo.
Nelle frasi
La torta, l’ho messa nel frigo / L’ho messa nel frigo, la torta,
il segmento intonativamente unitario (senza pause né picchi intonativi) è l’ho messa
nel frigo
I costituenti dislocati a sinistra costituiscono la sezione preparatoria della frase, il
punto di partenza della comunicazione: essi introducono il TEMA intorno a cui il
parlante vuole fornire delle informazioni (rema).
un clitico con la stessa funzione grammaticale può comparire accanto al verbo
della frase (cosiddetto CLITICO DI RIPRESA).
Nel caso della dislocazione dell’Oggetto diretto, la ripresa del clitico è obbligatoria.
Al pari della dislocazione a sinistra, il tema sospeso comporta lo spostamento
all’inizio della frase di un costituente che s’intende tematizzare.
Le costruzioni a tema sospeso presentano però due importanti differenze rispe