Anteprima
Vedrai una selezione di 12 pagine su 54
Domande aperte Diritto romano Pag. 1 Domande aperte Diritto romano Pag. 2
Anteprima di 12 pagg. su 54.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Domande aperte Diritto romano Pag. 6
Anteprima di 12 pagg. su 54.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Domande aperte Diritto romano Pag. 11
Anteprima di 12 pagg. su 54.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Domande aperte Diritto romano Pag. 16
Anteprima di 12 pagg. su 54.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Domande aperte Diritto romano Pag. 21
Anteprima di 12 pagg. su 54.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Domande aperte Diritto romano Pag. 26
Anteprima di 12 pagg. su 54.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Domande aperte Diritto romano Pag. 31
Anteprima di 12 pagg. su 54.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Domande aperte Diritto romano Pag. 36
Anteprima di 12 pagg. su 54.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Domande aperte Diritto romano Pag. 41
Anteprima di 12 pagg. su 54.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Domande aperte Diritto romano Pag. 46
Anteprima di 12 pagg. su 54.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Domande aperte Diritto romano Pag. 51
1 su 54
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Il dolo si riferisce a una condotta ingannevole o fraudolenta attuata da una parte per indurre l'altra a stipulare

un contratto o a compiere un atto giuridico. Si tratta di un vizi della volontà che può annullare la validità di

un negozio giuridico, poiché compromette la libertà di scelta della parte ingannata. Il dolo si distingue in due

categorie principali: il dolo determinante e il dolo incidentale. Il dolo determinante si verifica quando

l'inganno è essenziale per indurre la vittima a concludere l'affare. In questo caso, la parte ingannata ha il

diritto di chiedere l'annullamento del contratto. Il dolo incidentale, invece, riguarda comportamenti

ingannevoli che non sono stati determinanti per la conclusione del negozio, e di solito non giustificano

l'annullamento. Per dimostrare il dolo, è necessario che la parte danneggiata provi l'esistenza dell'inganno e il

suo impatto sulla propria decisione. La vittima del dolo ha diritto a chiedere la restituzione delle prestazioni

fornite e, in alcuni casi, può anche richiedere il risarcimento dei danni subiti a causa dell'inganno. In sintesi,

il dolo rappresenta un elemento fondamentale nel diritto romano, poiché evidenzia l'importanza della buona

fede e della correttezza nelle relazioni contrattuali, proteggendo le parti da comportamenti fraudolenti che

possano compromettere la loro volontà e la giustizia dell'accordo.

Simulazione

La simulazione si riferisce a un atto giuridico in cui le parti concordano di creare un'apparenza di un negozio

giuridico, mentre in realtà intendono stipularne un altro, diverso o addirittura nullo. Questo istituto si

distingue tra simulazione totale e simulazione parziale. La simulazione totale si verifica quando le parti non

hanno alcuna intenzione di dare vita a effetti giuridici attraverso l'atto apparente, mentre la simulazione

parziale si ha quando l'atto apparente produce effetti, ma le parti ne intendono modificare o nascondere una

parte essenziale. Nel diritto romano, la simulazione era considerata un atto contrario alla buona fede, in

quanto le parti cercano di ingannare terzi o di eludere norme giuridiche. Tuttavia, la simulazione non ha

sempre portato alla nullità dell'atto apparente. Nel caso di simulazione totale, l'atto era generalmente

considerato nullo, mentre in caso di simulazione parziale, l'atto apparente poteva essere considerato valido

per gli effetti reali che intendeva produrre. Le conseguenze della simulazione possono variare a seconda della

situazione. Se il negozio simulato fosse stato utilizzato per frodare creditori o eludere norme di legge, le

autorità avrebbero potuto intervenire per annullare l'atto o per colpire le parti coinvolte. Inoltre, la parte

danneggiata da una simulazione potrebbe anche rivendicare i propri diritti in base all'atto reale. In sintesi, la

simulazione nel diritto romano è un concetto importante che riflette la necessità di mantenere la trasparenza e

la correttezza nelle transazioni giuridiche, sottolineando come la volontà delle parti debba essere autentica e

non ingannevole.

Res communes omnium (cose comuni di tutti)

Le res communes omnium si riferiscono a beni che non possono essere posseduti in modo esclusivo da

nessuno e che sono destinati all'uso comune di tutti. Questi beni non appartengono a nessun individuo

specifico, ma sono accessibili a tutti, in quanto la loro natura li rende inalienabili e indisponibili. Esempi di

res communes omnium includono l'acqua dei fiumi, l'aria e le strade pubbliche. Questi beni sono essenziali

per la vita quotidiana e devono rimanere a disposizione della comunità. La loro gestione e utilizzazione sono

soggette a regole specifiche, che mirano a garantire un uso equo e sostenibile. Nel contesto giuridico romano,

le res communes omnium si differenziano da altre categorie di beni, come le res publicae (beni pubblici,

appartenenti allo Stato) e le res privatae (beni privati, di proprietà di singoli individui). L'idea alla base delle

res communes omnium è quella di riconoscere che certi beni sono fondamentali per il benessere collettivo e

che quindi devono essere tutelati e preservati per l'uso da parte di tutti. In sintesi, le res communes omnium

rappresentano una categoria importante nel diritto romano, evidenziando la necessità di preservare beni di

uso comune e garantire che siano accessibili a tutti, per il bene della comunità nel suo complesso.

Res in commercio (cose in commercio) e res extra commercium (cose fuori commercio)

Le res in commercio si riferiscono ai beni che possono essere oggetto di scambio, compravendita o altri atti

giuridici. Queste cose possono essere possedute, vendute o trasferite, e includono beni mobili e immobili,

come terreni, edifici, animali e beni materiali. La loro commerciabilità è fondamentale per l'economia e per il

funzionamento del mercato, poiché consentono alle persone di scambiare beni e servizi. Al contrario, le res

extra commercium si riferiscono ai beni che non possono essere oggetto di commercio. Queste cose non

possono essere possedute o trasferite da individui, poiché sono considerate appartenenti a una sfera di

interesse pubblico o di utilità collettiva. Esempi di res extra commercium includono i beni che appartengono

agli dei, come i templi e i luoghi sacri, e i beni di uso pubblico, come le strade e i corsi d'acqua. Questi beni

sono destinati all'uso collettivo e non possono essere oggetto di atti giuridici privati. La distinzione tra res in

commercio e res extra commercium è fondamentale nel diritto romano, poiché determina quali beni possono

essere oggetto di transazioni giuridiche e quali, invece, sono protetti da una disciplina speciale per garantire

il loro uso pubblico e collettivo. Questa classificazione contribuisce a stabilire le regole che governano il

trasferimento e la protezione dei beni all'interno della società.

Res derelictae (cose abbandonate). Diverso regime a seconda che si tratti di res mancipi o nec mancipi

Le res derelictae sono beni che sono stati abbandonati dal loro proprietario e quindi non hanno più un

legittimo possessore. Questi beni diventano di proprietà di chi li trova e li riporta in uso, purché ci sia

l'intenzione di appropriarsene. La regola generale è che chi riappropria una res derelicta acquista la proprietà

di essa. La distinzione tra res mancipi e res nec mancipi è importante in questo contesto. Le res mancipi sono

beni di valore particolare, come terreni in Italia, schiavi, animali da lavoro e altre cose considerate di grande

importanza economica e giuridica. La loro trasferibilità richiede un atto formale di mancipatio, un

procedimento che implica una cerimonia specifica e la presenza di testimoni. Le res nec mancipi, d'altra

parte, comprendono beni che non richiedono formalità particolari per il trasferimento della proprietà. Questi

possono includere beni mobili, come utensili o oggetti di uso comune. La proprietà delle res nec mancipi può

essere trasferita tramite un semplice accordo tra le parti. Quando si tratta di res derelictae, il regime di

acquisizione della proprietà differisce a seconda della categoria del bene. Nel caso delle res mancipi,

l'acquisizione della proprietà può essere più complessa, richiedendo l'osservanza delle formalità di

trasferimento, mentre per le res nec mancipi il processo è più diretto e semplice, facilitando l'accesso alla

proprietà da parte di chi ritrova il bene abbandonato. In sintesi, le res derelictae rappresentano beni

abbandonati, e la loro acquisizione da parte di terzi dipende dalla loro classificazione come res mancipi o nec

mancipi, con conseguenti differenti regole di trasferimento e formalità.

Res religiosae, sacrae e sanctae (cose religiose, sacre e sante)

Nel diritto romano, le res religiosae, sacrae e sanctae sono categorie di beni con specifiche caratteristiche e

significati giuridici legati alla religione e alla sacralità. Le res religiosae sono beni consacrati a divinità o

utilizzati per scopi religiosi, come i templi e i luoghi di culto. Questi beni sono considerati di proprietà degli

dei e, pertanto, non possono essere alienati o posseduti da individui. La loro protezione è garantita dalla

legge, e il loro utilizzo è riservato esclusivamente a pratiche religiose. Le res sacrae, invece, sono beni che,

pur non essendo necessariamente consacrati a divinità, sono dedicati a riti religiosi e hanno un valore sacro.

Questo include oggetti come altari, statue o strumenti utilizzati nei culti. Le res sacrae sono anch'esse protette

dalla legge, ma a differenza delle res religiosae, possono talvolta essere gestite da privati, sebbene con alcune

limitazioni. Le res sanctae si riferiscono a beni che, pur non essendo religiosi in senso stretto, godono di una

particolare protezione giuridica a causa della loro importanza per la comunità. Questi beni possono includere

luoghi pubblici come le strade, i monumenti o le mura della città. Le res sanctae non possono essere

danneggiate o distrutte, e il loro rispetto è considerato fondamentale per il benessere della comunità. In

sintesi, queste categorie evidenziano la distinzione tra beni legati a pratiche religiose, beni dedicati a riti e

beni di rilevanza pubblica, ciascuno con un proprio regime di protezione e gestione nel contesto giuridico

romano. La loro classificazione riflette l'importanza della religione e della comunità nella società romana,

stabilendo regole che ne garantiscano la salvaguardia e il rispetto.

Res corporales e incorporales per cicerone e gaio

Le res corporales si riferiscono a beni materiali, cioè oggetti tangibili che possono essere percepiti dai sensi.

Questi beni possono includere terreni, edifici, animali, e qualsiasi oggetto fisico. La loro caratteristica

principale è la concretezza: sono beni che possono essere toccati e spostati. Le res incorporales, d'altra parte,

riguardano beni non materiali, ovvero diritti o interessi che non hanno una presenza fisica. Questa categoria

comprende diritti di proprietà, crediti, e altri diritti patrimoniali. Sebbene non siano tangibili, le res

incorporales hanno comunque un valore economico e possono essere oggetto di transazione. Cicerone e

Gaio, entrambi influenti pensatori del diritto romano, hanno contribuito a chiarire questa distinzione.

Cicerone, per esempio, sottolineava l'importanza della divisione tra beni materiali e diritti, mentre Gaio, nel

suo "Istituzioni", esplicitava come i diritti e le relazioni giuridiche potessero essere considerate beni a sé

stanti, nonostante la loro natura non tangibile. In sintesi, la classificazione delle res corporales e incorporales

rappresenta un aspetto cruciale del diritto romano, riflettendo l'evoluzione della concezione giuridica dei beni

e dei diritti, e contribuendo a un

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
54 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/18 Diritto romano e diritti dell'antichità

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher da.corinne01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto romano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Di Mauro Antonietta.