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Descrizione del processo di diffusione passiva di un farmaco attraverso le membrane biologiche

È la via principalmente utilizzata dai farmaci. Il medicinale attraversa il doppio foglietto fosfolipidico della membrana perché ha delle caratteristiche di liposolubilità. La diffusione è passiva perché le molecole riescono a passare dalla parte più concentrata della membrana alla parte meno concentrata senza utilizzare particolari forme di energia. Questa diffusione avviene secondo gradiente di concentrazione.

Descrizione delle strutture e dei meccanismi alla base della diffusione dei farmaci attraverso canali o pori di membrana

La filtrazione è la via di distribuzione più facile e le molecole riescono a passare attraverso dei pori delimitati da proteine presenti nella membrana. Il passaggio può avvenire solo se le molecole sono piccole ed idrofile. Questa via è la più facile, però è anche la meno utilizzata.

Viene sfruttata soprattutto dagli ioni. Cosa si intende per bioequivalenza di due formulazioni farmaceutiche e come si determina? In farmacologia, due farmaci si dicono bioequivalenti se hanno la stessa biodisponibilità. La biodisponibilità è la velocità e quantità alle quali un principio attivo o la sua porzione terapeutica vengono assorbiti da una forma farmaceutica e diventano disponibili al sito d'azione. Se la velocità di assorbimento è troppo lenta, la concentrazione di principio attivo nel sangue può non raggiungere mai la concentrazione minima efficace, per cui il farmaco non ha effetto. Se è troppo alta, è più probabile superare oltre alla concentrazione massima efficace, anche la più alta soglia di sicurezza con possibili effetti avversi. Quali sono gli effetti del legame dei farmaci alle proteine plasmatiche? Il legame dei farmaci alle proteine plasmatiche è il parametro farmacocinetico.più importante nel determinare la ripartizione di un farmaco dal sangue ai tessuti. Tale fenomeno consiste nella creazione di legami deboli e reversibili tra un farmaco e uno specifico sito di una proteina plasmatica. Il legame avviene grazie alla presenza di specifici siti proteici in grado di legare, in maniera più o meno debole e spesso reversibile, il farmaco assunto. La distribuzione dei farmaci a livello cerebrale: La barriera che dev'essere attraversata dal medicinale è rappresentata da due membrane, la prima è l'endotelio del capillare cerebrale e la seconda è l'epitelio dei plessi corioidei. Se il farmaco contenuto nel sangue riesce ad arrivare al liquor viene trasportato in tutto il SNC, perché il liquor bagna tutto il midollo spinale e tutti gli emisferi cerebrali. La perfusione d'organo e la distribuzione dei farmaci: La velocità di perfusione è maggiore nel rene e minore nel tessuto adiposo. Il medicinaleva adepositarsi nel tessuto adiposo grazie a due motivi. Il primo motivo riguarda la vascolarizzazione del tessuto, il secondo motivo è la spiccataliposolubilità del farmaco. La ridistribuzione del farmaco dipende principalmente dalle caratteristiche di liposolubilità, però è anche una principale causa che arreca una distribuzione disomogenea del medicinale facendolo accumulare nel tessuto adiposo. Un farmaco per avere una distribuzione omogenea deve presentare: - Legame debole con le proteine plasmatiche; - Basso PM; - Avere in giusto grado idrofilia/lipofilia; - Non avere affinità per tessuti o cellule che causino il deposito. Descrivere le caratteristiche del volume apparente di distribuzione e l'utilità clinica di questo parametro: Il volume apparente di distribuzione di un farmaco è il volume teorico di acqua corporea richiesto per contenere la quantità di un farmaco presente nell'organismo, supponendo che la distribuzione sia uniforme. Questo parametro è utile per valutare la distribuzione del farmaco nei diversi compartimenti corporei e può fornire informazioni sulla sua distribuzione tissutale.suaconcentrazione sia ovunque uniforme e pari alla concentrazione plasmatica. Dal calcolo matematico del Vd si può capire se il farmaco si siadistribuito in maniera omogenea o disomogenea. Il volume apparente di distribuzione di un farmaco VEDI SOPRA. La biotrasformazione è un'attività che si ha principalmente a livello del fegato. I processi di biotrasformazione dei farmaci si dividono in 2 fasi: Reazioni di I fase: Sono processi di attivazione del farmaco rappresentati da ossidazione, riduzione, deaminazione ossidativa, idrolisi che servono per introdurre dei gruppi polari idrofili o a smascherare quelli che sono già presenti nella molecola di partenza. Reazioni di II fase: Sono processi di coniugazione in cui si ha il legame del farmaco di partenza, o del metabolita derivato dai processi della prima fase, con dei substrati endogeni. Descrivere i possibili meccanismi egli effetti della variabilità genetica sul metabolismo dei farmaci: Le risposte individuali ai farmaci, infatti, variano molto: si possono, infatti, osservare in alcuni pazienti rispetto ad altri, effetti terapeutici ridotti o addirittura assenti, reazioni avverse o effetti collaterali, nonostante sia stato somministrato lo stesso farmaco alla stessa posologia. Ogni effetto non desiderato, viene considerato reazione avversa. Il meccanismo di azione della maggior parte dei farmaci dipende dall'interazione del farmaco con specifiche proteine bersaglio quali recettori, trasportatori e vie di trasmissione cellulare. Descrivere il meccanismo ossidoriduttivo nell'ossidazione dei farmaci da parte dei CYP450: Il processo ossido riduttivo dei farmaci ad opera del farmaco, e l'enzima P450, anche ossigenocitocromi P450 richiede un ciclo catalitico complesso in cui, sono coinvolti oltre al substrato, quindi il molecolare, NADPH e l'enzima NADPH-P450 reduttasi. Il risultatonetto della reazione consiste nel trasferimento di un atomo di ossigeno, che proviene dall'ossigeno molecolare, al farmaco con formazione di un gruppo idrossilico e la conversione dell'altro atomo di ossigeno in una molecola d'acqua.

Cosa sono e a cosa servono i citocromi P450: La famiglia del citocromo è una superfamiglia enzimatica di emoproteine presente in tutti i domini dei viventi appartenente alla sottoclasse enzimatica delle ossidasi a funzione mista. I citocromi P450 sono i maggiori attori coinvolti nella detossificazione dell'organismo, essendo in grado di agire su un gran numero di differenti substrati, sia esogeni sia endogeni.

Nel metabolismo dei farmaci, cosa sono e in cosa consistono le reazioni di Fase II? Le reazioni di fase 2 sono coniugazioni del farmaco con una seconda molecola, detta substrato; il farmaco legato al substrato viene di seguito eliminato. I substrati più comuni sono: glutatione, acido glucuronico, solfato, acetato.

Il metabolismo si svolge grazie all'aiuto degli enzimi. Il metabolismo può subire variazioni da individuo a individuo, a causa di differenze genetiche o ambientali come l'alimentazione, l'esposizione a sostanze e l'assunzione di farmaci. Nel metabolismo dei farmaci, gli induttori enzimatici sono sostanze che aumentano l'attività degli enzimi, mentre gli inibitori enzimatici sono sostanze che riducono l'attività degli enzimi. Questi possono avere effetti significativi sul metabolismo dei farmaci, influenzando la loro efficacia e sicurezza. L'uso più comune degli inibitori enzimatici è rappresentato dalla sintesi di farmaci. Molti di essi, infatti, hanno come bersaglio enzimi umani e possono correggere alcune situazioni patologiche legate all'attività degli enzimi epatici. Le cascate di trasduzione intracellulare sono processi attraverso i quali un segnale esterno viene convertito in una risposta cellulare. Questi processi coinvolgono recettori, proteine di membrana o proteine solubili che possiedono una grande importanza nella regolazione del metabolismo e delle funzioni cellulari.proteine G (GPCR), recettori accoppiati a enzimi, recettori accoppiati a canali ionici e recettori accoppiati a proteine di adesione. I recettori accoppiati a proteine G sono costituiti da una singola catena polipeptidica che attraversa la membrana plasmatica sette volte. La loro funzione principale è quella di trasdurre il segnale del ligando all'interno della cellula, attivando una cascata di reazioni biochimiche che possono influenzare diverse vie metaboliche e processi cellulari. Questi recettori sono coinvolti in molteplici processi fisiologici, come la trasmissione del segnale nervoso, la regolazione del tono vascolare, la secrezione di ormoni e molti altri.proteineG: strutture recettoriali transmembrana costituiti da sette domini transmembrana (TM) la cui risposta è modulata da una proteina G.

Descrivi struttura e funzione delle proteine G: Le proteine G sono un sottogruppo di una superfamiglia di GTPasi. le proteine G possono: agire da tramite tra recettori a sette segmenti transmembrana ed effettori enzimatici intracellulari, agire da tramite diretto tra recettori e canali ionici, agire da tramite tra recettori ad attività enzimatica e i loro effettori. Le proteine G sono composte da tre subunità, ricevono segnali dai recettori di membrana e li trasmettono all'interno della cellula.

Descrivi i tre principali tipi di recettori di membrana: i recettori di membrana possono essere suddivisi in tre grandi famiglie: canali ionici attivati da ligando, anche detti recettori ionotropici; recettori associati a proteine G, anche detti recettori metabotropici, ed infine recettori ad attività tirosin chinasica.

Le costanti

cinetiche nella teoria recettoriale: Kon, Koff, Kd: K1, anche detta Kon, è la costante di associazione o affinità ed è un indice di quanto la reazione sia spostata verso la formazione del complesso. K2, anche detta Koff, è la costante di dissociazione del complesso, ed è correlata in maniera inversa all'affinità del ligando per il recettore. Il rapporto tra le due costanti, K2/K1 è uguale a Kd, ovvero alla costante di dissociazione all'equilibrio del complesso farmaco recettore.

Descrivi i concetti di agonista e antagonista di un farmaco: agonista una sostanza in grado di legare uno specifico recettore nel sito di legame per il ligando endogeno. Si pone quindi in competizione, come suggerisce il nome, con quest'ultimo per il legame con tale sito. Antagonista è un farmaco che si lega ad un recettore ed è incapace di attivarlo ma inibisce, parzialmente o totalmente, l'effetto dell'agonista (o del

, i parametri che definiscono l'effetto di un farmaco nella curva dose-risposta sono: 1. Dose: rappresenta la quantità di farmaco somministrata al paziente. Può essere espressa in diverse unità di misura, come milligrammi o microgrammi. 2. Risposta: indica l'effetto prodotto dal farmaco sul paziente. Può essere misurata in diverse modalità, ad esempio tramite la diminuzione dei sintomi di una malattia o l'aumento di una determinata funzione fisiologica. 3. Potenza: rappresenta la concentrazione di farmaco necessaria per ottenere una determinata risposta. È indicata solitamente come EC50 (concentrazione efficace al 50%) e fornisce informazioni sulla sensibilità del paziente al farmaco. 4. Efficacia: indica il massimo effetto che può essere raggiunto con il farmaco. È rappresentato dal valore massimo della risposta nella curva dose-risposta. 5. Steepness: indica la pendenza della curva dose-risposta. Una curva più ripida indica una maggiore sensibilità del paziente al farmaco. La curva dose-risposta fornisce informazioni sull'effetto del farmaco in relazione alla dose somministrata. Attraverso l'analisi di questa curva, è possibile determinare la dose ottimale per ottenere l'effetto desiderato, valutare la sicurezza del farmaco e confrontare l'efficacia di diversi farmaci.
Dettagli
A.A. 2023-2024
10 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/14 Farmacologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Scienze_Bioloche_eCampus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di farmacologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Tardito Daniela.