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Definire i principi di sussidiarietà e proporzionalità e descriverne funzionamento, limiti di

applicazione e conseguenze della loro violazione

L'articolo 5, paragrafo 3 del Trattato sull'Unione Europea (TUE) stabilisce il principio di

sussidiarietà, applicabile in settori non di competenza esclusiva dell'Unione. Questo principio

prevede che l'Unione intervenga solo se gli obiettivi non possono essere raggiunti in modo

sufficiente dagli Stati membri, né a livello centrale né locale, e se possono essere meglio conseguiti

a livello di Unione a causa della loro portata o effetti. L'Unione deve giustificare dettagliatamente

perché un obiettivo sia meglio conseguibile a livello europeo, fornendo indicatori qualitativi e, se

possibile, quantitativi. La violazione del principio di sussidiarietà può essere contestata dalla Corte

di Giustizia attraverso ricorsi presentati da Stati membri o dai loro parlamenti nazionali. Inoltre, il

criterio di proporzionalità impone che l'azione europea si limiti a quanto necessario per

raggiungere gli obiettivi dei trattati, evitando misure eccessive, e vale in tutti i settori di

competenza dell'Unione.

Descrivere composizione, funzioni, competenze e modalità d'azione del Consiglio europeo

Il Consiglio Europeo è composto dai Capi di Stato o di governo degli Stati membri, dal suo

presidente e dal Presidente della Commissione. Ha il compito di fornire impulsi allo sviluppo

dell'Unione, definendo le linee guida e le priorità politiche senza esercitare funzioni legislative. Si

riunisce due volte a semestre, con la possibilità di sessioni straordinarie o speciali per questioni

importanti. Le decisioni vengono prese per consenso e, in casi specifici, tramite voto riservato agli

Stati membri.

Descrivere composizione, funzioni, competenze e modalità d'azione del Consiglio

Il Consiglio dell'Unione Europea, in base all’art. 16, par. 1-2, TUE, svolge, insieme al Parlamento

europeo, funzioni legislative e di bilancio, definendo politiche e coordinando attività secondo le

disposizioni dei trattati. È composto da un rappresentante ministeriale di ciascuno dei 28 Stati

membri, abilitato a impegnare il proprio governo e a votare. Il Consiglio è riconosciuto come

"legislatore" dell'Unione, adottando Direttive, Regolamenti e Decisioni nelle materie del TFUE, e

Decisioni nelle aree della PESC/PSDC. Le competenze dei rappresentanti variano in base alle

questioni trattate. Le decisioni sono generalmente prese a maggioranza qualificata, salvo casi

specifici che richiedono maggioranza semplice o unanimità. Ogni sei mesi, un Stato membro

assume la Presidenza del Consiglio, dirigendo i lavori e preparando l'agenda.

Descrivere i poteri di controllo del Parlamento europeo

Il Parlamento Europeo (PE) ha vari poteri di controllo che si suddividono in base all'oggetto del

controllo. Esso verifica:

1. La legittimità degli atti giuridici dell'Unione;

2. Il funzionamento delle altre Istituzioni;

3. Il bilancio dell'Unione;

4. La struttura burocratica e amministrativa dell'Unione.

Per il controllo di legittimità, il PE può presentare ricorso alla Corte di Giustizia. Nel rapporto con il

Consiglio, il controllo avviene tramite strumenti politici come pareri e interrogazioni, oltre a

dialogo e confronto durante il processo decisionale. Nei confronti della Commissione, il controllo è

sia politico che giuridico. Infine, il PE esercita un controllo generale sulla burocrazia dell'Unione

tramite il diritto di petizione e la possibilità di istituire commissioni di inchiesta temporanee,

necessarie per indagare su denunce di infrazione o cattiva amministrazione.

Descrivere i compiti della Commissione europea

La Commissione Europea ha diversi compiti fondamentali, come stabilito nell'articolo 17,

paragrafo 1, del Trattato sull'Unione Europea (TUE). Essa promuove l'interesse generale

dell'Unione e adotta le iniziative necessarie per questo scopo. Inoltre, vigila sull'applicazione dei

trattati e delle misure adottate dalle istituzioni, sotto il controllo della Corte di giustizia. La

Commissione esegue il bilancio e gestisce i programmi dell'Ue, esercitando funzioni di

coordinamento e gestione. Rappresenta l'Unione a livello esterno, ad eccezione della politica

estera e di sicurezza comune, e avvia il processo di programmazione annuale e pluriennale per

raggiungere accordi interistituzionali.

Descrivere il potere di iniziativa legislativa della Commissione

La Commissione ha il potere esclusivo di proporre atti legislativi per l'Unione Europea, a meno che

i trattati non stabiliscano diversamente. Quando presenta una proposta, deve fornire motivazioni

basate su iniziative e pareri raccolti, poiché una motivazione insufficiente può portare

all'annullamento dell'atto da parte della Corte di Giustizia. La proposta deve includere anche la

copertura finanziaria e essere dettaglio sufficiente per le discussioni e le eventuali modifiche da

parte delle altre istituzioni. | Commissari partecipano agli incontri del Consiglio e del Parlamento

per favorire un'interazione continua, e la Commissione può modificare la proposta in qualsiasi

momento durante il processo legislativo.

Con quali modalità e strumenti si esercita il controllo della Corte dei conti?

La Corte dei Conti ha il compito di controllare la gestione finanziaria dell'Unione in qualità di

revisore indipendente. Questo controllo si svolge sui documenti e, se necessario, presso le

istituzioni e gli organismi che gestiscono le entrate e le spese dell'Unione, anche nei vari Stati

membri. In quest'ultimo caso, la Corte collabora con le istituzioni nazionali di controllo o, in

mancanza di competenza, con i servizi nazionali competenti, richiedendo la trasmissione di

documenti e informazioni necessarie.

Descrivere l'evoluzione del sistema giudiziario dell'Unione europea

Nel 1951, il Trattato CECA istituì una Corte con sede a Lussemburgo per garantire il rispetto del

diritto nell’applicazione del trattato. Con la creazione della CEE e dell’Euratom nel 1957, questa

Corte divenne l'unico organo giurisdizionale per le tre Comunità. La crescente mole di ricorsi

comportò difficoltà nella gestione, spingendo gli Stati membri, attraverso l'Atto Unico europeo, a

creare un secondo organo, il Tribunale di primo grado, per risolvere le controversie di persone

fisiche e giuridiche. Infine, il trattato di Nizza del 2001 portò all'istituzione di Tribunali specializzati,

attualmente esistente solo quello relativo alla funzione pubblica.

Descrivere la composizione della Corte di Giustizia dell'Unione europea

La Corte di giustizia è composta da un giudice per Stato membro, nominati per sei anni dai governi

degli Stati, scelti per competenza e indipendenza. È assistita da Avvocati generali, il cui numero è

aumentato a nove nel 2013 e a undici nel 2015, i quali presentano conclusioni imparziali su cause

specifiche. La Corte include "sezioni" di tre o cinque giudici, che eleggono un Presidente. Inoltre,

nomina un Cancelliere, responsabile dell'amministrazione e della gestione finanziaria, per un

mandato di sei anni.

Esiste la responsabilità dello Stato membro di risarcire al singolo i danni provocati da una sua

violazione del diritto dell'Unione europea? Se sì, descrivere l'affermazione della nozione e le

condizioni per il sorgere del diritto al risarcimento

La responsabilità degli Stati membri per le violazioni del diritto dell'Unione è riconosciuta dalla

Corte di Giustizia Europea, che stabilisce l'obbligo di adottare misure idonee per garantire

l'esecuzione degli obblighi derivanti dai trattati. Tra questi, vi è l'obbligo di eliminare le

conseguenze illecite delle violazioni. Per la nascita di tale responsabilità, la Corte richiede che la

norma violata conferisca diritti ai singoli, che la violazione sia sufficientemente caratterizzata e che

ci sia un nesso causale diretto tra la violazione e il danno subito.

Descrivere le caratteristiche del regime di impugnazione dinanzi alla Corte di Giustizia

Le sentenze del Tribunale possono essere impugnate dinanzi alla Corte esclusivamente per motivi

di diritto, con l'eccezione di errori materiali o travisamenti delle prove. L'impugnazione non è

sempre ammissibile, ma deve rispettare le condizioni stabilite dallo Statuto. Non è possibile

contestare solo l'importo delle spese o presentare nuovi motivi. Le impugnazioni devono essere

basate su vizi di legittimità e presentate entro due mesi dalla notifica della sentenza. In generale,

l'impugnazione non sospende l'esecuzione della decisione, salvo due casi specifici. Se accolta, la

Corte può annullare la sentenza del Tribunale e rinviare il caso per una nuova decisione, seguendo

la propria interpretazione dei punti di diritto, oppure decidere definitivamente sulla controversia

se le circostanze lo consentono.

Qual è l'oggetto della procedura di infrazione?

La procedura d'infrazione, disciplinata dall'articolo 258 TFUE (Trattato sul Funzionamento

dell’Unione Europea), ha l'obiettivo di garantire il rispetto del diritto dell'Unione europea in caso

di inattività degli Stati membri. Essa consiste nell'accertare se uno Stato membro sia inadempiente

rispetto agli obblighi derivanti dal diritto dell'Unione. Il ricorso può essere presentato dalla

Commissione europea o da un altro Stato membro contro uno Stato che ha violato tali obblighi. In

questo processo, la Commissione ha il compito di identificare la norma violata e il comportamento

dello Stato che costituisce l'inadempimento.

Descrivere le caratteristiche del ricorso per inadempimento (o per infrazione) ad iniziativa di

uno Stato membro

L'articolo 259, comma 1, del TFUE (Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea) consente a

ciascun Stato membro di rivolgersi alla Corte di giustizia dell'Unione europea se ritiene che un

altro Stato membro non rispetti gli obblighi stabiliti dai Trattati. La procedura di infrazione si

articola in due fasi: precontenziosa e contenziosa. Prima di presentare ricorso alla Corte, uno Stato

deve contattare la Commissione europea, che fornisce un parere motivato dopo aver ascoltato le

osservazioni delle parti coinvolte. Se la Commissione rimane inattiva, lo Stato può comunque

appellarsi alla Corte.

Quali sono le categorie di soggetti legittimati ad adire la Corte di Giustizia nell'ambito del ricorso

di legittimità?

La legittimazione ad adire la Corte di Giustizia dell'Unione Europea per contestare vizi di legittimità

di atti europei è riservata a tre categorie di soggetti:

1. Ricorrenti privilegiati: comprendono gli Stati membri, le istituzioni europee, il Parlame

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Publisher
A.A. 2023-2024
16 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/14 Diritto dell'unione europea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ag2703 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto dell'Unione Europea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Ranaldi Valentina.