Anteprima
Vedrai una selezione di 8 pagine su 33
Zoologia generale e speciale - seconda parte Pag. 1 Zoologia generale e speciale - seconda parte Pag. 2
Anteprima di 8 pagg. su 33.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Zoologia generale e speciale - seconda parte Pag. 6
Anteprima di 8 pagg. su 33.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Zoologia generale e speciale - seconda parte Pag. 11
Anteprima di 8 pagg. su 33.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Zoologia generale e speciale - seconda parte Pag. 16
Anteprima di 8 pagg. su 33.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Zoologia generale e speciale - seconda parte Pag. 21
Anteprima di 8 pagg. su 33.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Zoologia generale e speciale - seconda parte Pag. 26
Anteprima di 8 pagg. su 33.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Zoologia generale e speciale - seconda parte Pag. 31
1 su 33
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Attività dell'aviaggiante

L'aviaggiante è un'ape che, durante i suoi viaggi di andata e ritorno dall'alveare, copre un'area di circa 7 chilometri quadrati. È instancabile nella sua attività di raccolta di sostanze come nettare, polline, propoli, melata e acqua. È in grado di "campionare" quasi tutti i comparti ambientali, come suolo, vegetazione, acqua e aria. Il suo corpo rivestito di peli trattiene materiali di diversa natura con cui viene a contatto.

In un alveare in buono stato, ci sono circa 10.000 bottinatrici, ognuna delle quali visita giornalmente un migliaio di fiori. Si può facilmente stimare che una colonia di api effettui 10 milioni di microprelievi ogni giorno, senza considerare il trasporto di acqua che può raggiungere anche alcuni litri nelle giornate calde.

L'ape rileva e rivela i contaminanti nell'ambiente in cui vive attraverso due segnali principali: l'agrofarmaco (pesticidi) e le estese mortalità.

nel caso degli- attraverso i residui presenti nel suo corpo o nei prodotti dell'alveare (come ad esempio i metalli pesanti e i radionuclidi) accertabili attraverso opportune analisi di laboratorio). Ne consegue che le api sono in grado con molta prontezza di percepire dinamiche di trasformazione in atto negli ambienti da loro frequentati e con altrettanta prontezza sono in grado di segnalarle. I principali vantaggi dell'utilizzo delle api come bioindicatori sono: - i bassi costi di gestione - ubiquità degli alveari - gran numero di bottinatrici presenti in ogni alveare in grado di effettuare migliaia di micro-campionamenti nell'ambiente su di un'area molto vasta. - consente di individuare molti contaminanti agrofarmaci, utilizzati in modo spesso indiscriminato negli agroecosistemi, ai metalli pesanti e radionuclidi. Studi e ricerche confermano che il biomonitoraggio con le api nell'ambiente è un metodo efficace per individuare la presenza di vari contaminanti.

L'utilità di utilizzare le api bottinatrici è stata quella di utilizzarle come bioindicatori della presenza di programmi di monitoraggio IPA e di metalli pesanti (Cd, Cr, Pb e Hg) nelle zone adiacenti alle stazioni di monitoraggio, al fine di confrontare aree a diverso impatto antropico.

Sono state utilizzate 37 stazioni di monitoraggio collocate nelle regioni del Lazio ed Abruzzo, suddivise in aree densamente antropizzate e aree inserite in contesti quali riserve naturali o parchi regionali (18 poste all'interno di riserve naturali o parchi regionali e 19 vicino ad aree urbanizzate).

Nei campioni di api analizzati sono stati rilevati il fenantrene (Phe), l'antracene (A), il crisene (Ch), il fluorantene (F), il pirene (Py), il benzo(a)antracene (BaA), il benzo(b)fluorantene (BbF) e il benzo(k)fluorantene (BkF), il benzoapirene (BaP).

E dibenzoantracene (DahA). La concentrazione media senza considerare l'origine dei campioni è stata di 3,06 μg/kg ± 3,39.

Il Phe ha riportato i valori più elevati, con una media di 2,46 μg/kg ± 2,48 (min.= 0,18 – max. 19,24 μ g/kg) nel 28% dei campioni analizzati.

Comparando le concentrazioni totali di IPA nelle 2 aree oggetto dello studio:

- L'area a più basso impatto antropico è apparsa più contaminata di quella fortemente antropizzata (p<0,05).

❗ È ormai dimostrato che le concentrazioni più elevate di IPA si ritrovano in ambienti urbani si potrebbe pensare che l'ape non sia quindi un buon bioindicatore di contaminazione ambientale.

Pattern di distribuzione dei singoli IPA si vede come il Fl, Py, BaA e Ch, con delle differenze statisticamente significative (p<0,01), sono più rappresentati nelle api provenienti

delle aree urbane. Il Phe (p<0,01) riporta delle concentrazioni particolarmente elevate nelle api provenienti dalle aree urbanizzate. Al contrario, il Phe è capace di immagazzinare bassissime concentrazioni di IPA contaminanti nelle api delle aree protette ed è questo composto che ha notevolmente contribuito a far aumentare le concentrazioni totali di IPA nelle api delle aree naturali. È importante notare che la presenza di IPA nelle aree urbane è caratterizzata dagli IPA ad alto peso molecolare come Fl, Py et BaA, che sono idrocarburi derivanti da fonti pirolitiche, in particolare dal traffico automobilistico. Inoltre, la presenza del DahA nelle api provenienti dalle zone protette è un altro elemento interessante. Questa presenza, vista l'assenza di fonti antropogeniche, potrebbe essere legata agli incendi che si sono sviluppati nel territorio durante i mesi estivi. Infine, è interessante notare la presenza del Ch prevalentemente nelle api delle aree urbane.È legato all'aprovienti dalle zone antropizzate, infatti questo idrocarburo è considerato un indicatore delle emissioni degli impianti di riscaldamento delle case e degli inceneritori. Le concentrazioni di IPA inoltre variano sia in funzione della zona di provenienza dei campioni sia della stagione, ma non è stata rilevata alcuna distribuzione stagionale. Le api provenienti dal contesto urbano hanno riportato les ovrapponibile per le 2 aree. concentrazioni più elevate nei mesi di maggio ed agosto, quelle provenienti mentre dalle aree protette nei mesi di luglio e settembre. I metalli pesanti: Per quanto riguarda i valori di Hg, sono risultati sempre inferiori al LOQ (limite di quantificazione). Il Pb, non ha mostrato alcuna differenza statisticamente significativa nel confronto stagionale, mentre ha riportato una differenza (p<0,01) nel confronto tra postazioni ed in particolare le postazioni localizzate nell'area di Ciampino sono risultate le.

piùcontaminate.- Il Cr non ha riportato differenze statisticamente significative né nel confrontostagionale né in quello per aree, anche se nella postazione di Gattia, nel mese di lugliosono state registrate delle concentrazioni di Cr molto elevate (5.07 mg /kg).- Il Cd (Cadmio) è stato riscontrato in un elevato numero di campioni anche se a basseconcentrazioni. Le postazioni localizzate nelle aree protette (Atri) hanno riportato delledifferenze statisticamente significative (p<0,01) rispetto alle altre postazioni.

IL Potamon Fluviatile (granchio di fiume)come BIOINDICATORE della qualità’ nellaCOSTA DEI TRABOCCHI (Chieti):“Costa dei trabocchi”La è un tratto di litorale che si estende per circa 50 km lungo lafascia costiera della provincia di Chieti; il nome deriva dalla presenza di antiche macchineda pesca in legno chiamate appunto: “trabocchi”.Il territorio costiero è caratterizzato da siti terrestri

di notevole importanza biologica, tanto costellato da sette riserve regionali e sei siti d'importanza comunitaria. Gli habitats marini acquatici si mostrano di notevole interesse grazie alla presenza di un alternarsi di biotopi rocciosi nella zona centrale della costa, che sostituiscono quelli sabbiosi presenti nel territorio più a nord. Questa zona comprende un insieme di habitats fondamentali per i pesci e svolge il ruolo di nursery. Nonostante esistano numerosi indici matematici per il calcolo statistico della biodiversità ittica, questi ben si applicano qualora si decidesse di utilizzare sistemi di campionamento più articolati quali la pesca a strascico o con rete volanti. Optando per una ricerca diretta sul campo mediante un campionamento fotografico, parametro che permette il calcolo del numero delle specie osservate è un 57 di avere dati sullo stato degli habitats, che, seppur ulteriormente analizzabili, forniscono un'idea.

sottocostieri in relazione alla biodiversità ittica presente. ⇢I risultati della ricerca, condotta mediante 20 sessioni di immersioni e snorkeling tra i mesi di giugno ed agosto 2011, hanno permesso di fotografare 21 specie di pesci, escluse quelle osservate durante la salpata delle reti da pesca dei pescatori locali. Questo dato è il primo, oggi, pubblicato ufficialmente sulla biodiversità ittica della Costa dei Trabocchi (Chieti) ed ha dimostrato una ricca quantità di specie litoranee, tutte osservabili già entro i primi 5 metri di profondità. Tra le particolarità va notata la presenza di pesci in fase riproduttiva come l'aguglia (Belone belone, Linnaeus, 1761) e tra le quali alcune di grande interesse commerciale quali l'aurata (Linnaeus, 1758) e il Dicentrarchus labrax (Linnaeus, 1758). Alle numerose specie che frequentano gli scogli frangiflutti sommersi si uniscono quelle che frequentano spazi sottocostieri.

più aperti nei quali si nota fanerogama marina marina Cymodocea nodosa la colonizzazione della (Ascherson, 1870), una pianta che precede cronologicamente lo sviluppo delle praterie di poseidonia. Lo studio delle specie ittiche che popolano una profondità compresa tra 0 e 15 metri (regione litorale) permette di valutare l’influenza dell’azione antropica costiera sulla fauna del sottocosta. territorio boschivo di pianura media collina ricco di corsi—> La presenza di un ed’acqua perenni, ha fatto supporre che, qualora presente, la specie bioindicatrice più il granchio di fiume Potamon fluviatile. idonea sarebbe potuta essere❗ non vi sono lavori pubblicati inerenti Purtroppo nella bibliografia scientifica l’eventuale presenza della specie sul territorio costiero. attuare⇢Da qui l’idea di una campagna di studio per valutare se la specie è presente sul territorio, come si evolve la popolazione nel tempo e contemporaneamente ottenere

Ecco il testo formattato con i tag HTML:

dati sulla qualità dei piccoli corsi d'acqua e sulla fauna selvatica che interagisce nei biotopi studiati.

Materiali e metodi

17 punti di avvistamento

Il progetto (autofinanziato) ha previsto la scelta di ecampionamento a ridosso dei comuni di San Vito Chietino (CH) e Rocca San Giovanni (CH).

4 diverse tipologie di parametri:

In ogni stazione si sono valutato:

  1. numero di tane*1) Eventuale di P. fluviatile (valutazione indiretta)⇢ maggiormente realistica in termini di numero totale di esemplari selvatici proprio perché sfrutta la ben nota cripticità diurna della specie.
  2. numero di esemplari2) Eventuale di P. fluviatile (valutazione diretta)
  3. Caratteristiche chimico/fisiche dell'acqua (10 parametri: T°, p
Dettagli
A.A. 2020-2021
33 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/05 Zoologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher costanzinigiulia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di zoologia generale e speciale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Teramo o del prof Arbuatti Alessio.