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I PORIFERII

Poriferi (spugne) sono organismi pluricellulari molto antichi (oltre 600 ma). Quali sono i vantaggi della pluricellularità?

  • Dimensioni maggiori: diminuisce il rischio di predazione.
  • Efficienza di alimentazione.
  • Migliore dispersione.
  • Maggiore specializzazione delle cellule.

Comprendono circa 9000 specie, dalle dimensioni varie. Sono organismi acquatici (sia dolce sia marino). Caratterizzati da:

  • Assenza di tessuti veri e propri.
  • Assenza di organi.
  • Possiedono un sistema acquifero che ha funzioni di alimentazione. Il nome porifero significa infatti "portatori di pori".
  • Cellule tipiche dette coanociti.
  • Sessili: aderiscono al substrato.
  • Asimmetria.
  • Notevole plasticità morfologica: si possono trovare in forme diverse a seconda delle condizioni ambientali.
  • Colori molto vivaci che dipendono dalla presenza di carotenoidi o simbionti.

Quattro classi:

  1. Calcarea.
  2. Hexactinellida.
  3. Demospongiae.
  4. Homoscleromorpha.

Sono da molti considerati il sister taxon di...

Tutti gli altri metazoi, ma non tutti concordano (Ipotesi Ctenophora First). Tuttavia, è questa l'ipotesi più accreditata.

Bauplan

Si tratta di organismi filtratori attivi e il loro centro organizzativo è il sistema acquifero; i pori sono connessi tra loro tramite canali, che permettono: l'ingresso dell'acqua, il processo di filtrazione e l'eliminazione dell'acqua all'esterno.

Corpo formato da due strati:

  • Pinacoderma: più esterno. Costituito da cellule dette pinacociti.
  • Coanoderma: più interno. Le cellule sono dette coanociti.

I due strati sono separati dal mesoilo.

Cosa succede quindi?

L'acqua passa attraverso dei pori inalanti, il cui ingresso è detto ostio (di piccole dimensioni, circa 30 micron). Nel caso più semplice l'acqua passa attraverso i porociti, che formano una sorta di canale. Dopodiché l'acqua viene filtrata dai coanociti e fuoriesce attraverso

gli osculi (apertureesalanti). La spugna, dunque, ha la funzione di filtrare l'acqua. Importante, però, è non rifiltrare la stessaacqua. Nelle zone in cui le spugne sono strettamente ancorate al substrato e in cui c'è unacorrente veloce (che tende a portare via l'acqua già filtrata, in modo che non ci sia rischio dirifiltrazione), esse assumono delle forme appiattite. Il problema si pone quando le spugne sitrovano in delle zone dove la corrente è lenta: in questi ambienti, quindi, le spugne, grazie allaloro plasticità, assumono forme tali da allontanare gli osculi dal substrato. Così facendo, l'acquache fuoriesce difficilmente verrà rifiltrata. Le spugne presentano tre livelli di complessità del sistema acquifero: - Tipo ascon: è il tipo più semplice di sistema acquifero caratteristico di spugne che presentanoun corpo tubulare con pareti talmente sottili che possono essere attraversate.

dai porociti. All'interno di queste spugne troviamo la cavità centrale detta spongocele, tappezzata da coanociti che vanno a rivestire il coanoderma (si occupa della filtrazione). In cima vi è l'osculoapicale.

Tipo sycon: le pareti del corpo si ripiegano in una serie di tasche dette canali radiali, rivestite di coanociti. Aumenta così la superficie di filtrazione. Causa quindi:

  • Riduzione spongocele
  • Riduzione del quantitativo di acqua circolante a fronte però di una maggiore efficienza di filtrazione
  • Dimensioni maggiori.

Tipo leucon:

  • Ampliamento mesoilo
  • Scomparsa spongocele
  • I coanociti si raggruppano in camere coanocitarie di forma sferica
  • Riduzione di acqua circolante ma flusso di filtrazione molto efficiente e veloce.

Le spugne che possiedono questo tipo di sistema acquifero sono quelle che raggiungono le dimensioni maggiori. Nel momento in cui l'acqua entra, passa attraverso i canali inalanti che sboccano nelle camere flagellate.

attraverso i prosòpili. Una volta filtrata, l'acqua esce attraverso gli apopili. L'acqua scorre nei canali esalanti che si uniscono a formare doti di maggiori dimensioni e che confluiscono nell'osculo. TIPI CELLULARI DI PORIFERI I diversi tipi cellulari mobili e lo scheletro della spugna sono immerse nella matrice extracellulare del corpo della spugna, il mesoilo. Le cellule possono differenziarsi più volte trasformandosi in tipologie citologiche diverse per aspetto e funzione. Troviamo: - Pinacociti: cellule appiattite. Si distinguono in: - Eso-pinacociti: rivestono la spugna - Endo-pinacociti: rivestono i canali - Baso-pinacociti: posizione basale. - Porociti: cellule specializzate che funzionano da aperture inalanti. - Coanociti: caratteristiche delle spugne. Presentano un corpo cellulare e un flagello circondato da microvilli, uniti da un reticolo mucoso detto collare, che trattiene le particelle alimentari.
  • Collenciti e lofociti: producono fibrille di collagene cellule secernenti
  • Spongociti: producono la spongina (particolare tipo di collagene) lo scheletro
  • Sclerociti: producono le spicole scheletriche, calcaree o silicee, che hanno funzioni di sostegno
  • Miociti: cellule contrattili. Si trovano attorno agli osculi o ai canali di maggiore diametro. Coinvolti nella chiusura o apertura di osti e osculi
  • Archeociti: cellule ameboidi. Funzione digestiva. Sono totipotenti: possono dare origine a cellule di tipo diverso
  • Cellule con inclusioni: si muovono nel mesoilo. Caratterizzate da granuli o vescicole al loro interno. Possono derivare dagli archeociti

Il mesoilo è costituito da collagene fibrillare disperso che dà consistenza alla spugna. In aggiunta possono esserci elementi scheletrici:

  • Spicole: di natura minerale o diversa. Sottoforma di microsclere (di rinforzo, si inseriscono tra le macrosclere) o macrosclere

(elementi di sostegno). Le spicole silicee sono amorfe e si formano intracellularmente su uno stampo proteico, le spicole calcaree sono cristalline e si formano negli spazi extracellulari.

Spongina: costituito da fibre proteiche di natura collagenosa. Elevata diversità di forme e dimensioni. Utilizzate come carattere per la classificazione delle spugne. Le fibre di spongina si intrecciano finemente formando l'intero scheletro nelle spugne cornee.

Alimentazione: Le spugne sono filtratrici attive. La digestione avviene solo intracellularmente: le particelle alimentari vengono incorporate dalle cellule tramite fagocitosi e pinocitosi. Le particelle grosse (5-50 µm) sono fagocitate da pinacociti e da archeociti che fuoriescono parzialmente e temporaneamente dal mesoilo. Le particelle più piccole (0.5-5 µm) sono principalmente batteri e vengono filtrati e poi fagocitati da coanociti e trasferiti agli archeociti, all'interno dei quali avviene poi la

digestiva. Alcuni studi recenti hanno dimostrato che non tutte le spugne possiedono i coanociti. Non sono quindi filtratori. Sono spugne che vivono in ambienti profondi. Sono state denominate "spugne carnivore" poiché si nutrono di piccole prede planctoniche, che sono lentamente incorporate e poi digerite. Le spicole sono disposte sulla superficie a formare una sorta di velcro. Non essendoci tessuti o organi, la respirazione avviene per diffusione. L'escrezione, processo legato all'eliminazione di composti azotati (in questo caso ammonio) vengono eliminati tramite nefrociti e sfruttano il flusso d'acqua in uscita per essere eliminati. Riproduzione Le spugne si riproducono sia sessualmente che asessualmente. Possono essere a sessi separati o ermafrodite. Non hanno un'area somatica definita per lo sviluppo delle cellule germinali, ma uova e spermatozoi si possono formare in qualsiasi zona del mesoilo. I gameti maschili derivano da coanociti e la camera digestiva.

coanocitaria diventa una cisti spermatica. I gameti femminili derivano o dai coanociti (Calcarea) o dagli archeociti (Demospongiae). In genere la fecondazione avviene nel mesoilo (fecondazione interna) e solo raramente le uova vengono rilasciate e fecondate all'esterno (fecondazione esterna).

Riproduzione sessuata: al termine della fecondazione si forma lo zigote. Esso andrà incontro a segmentazione. Si forma la norula, la blastula e uno stadio larvale. I due stadi più comuni sono:

  • Parenchimula: tipica delle Demospongiae. Caratterizzata da una superficie esterna ricoperta di cellule ciliate.
  • Anfiblastula: classe Calcarea. Caratterizzata da due poli differenziati, uno con cellule ciliate di piccole dimensioni (micromeri) e uno con cellule non ciliate di grandi dimensioni (macromeri).

A questo punto le larve una volta mature digeriscono il mesoilo e riescono a raggiungere i canali esalanti. Vengono trasportate fuori dalla spugna grazie al flusso.

distribuzione ecologica delle spugne è nelle acque dolci, come i laghi e i fiumi. Le spugne svolgono un ruolo importante negli ecosistemi marini. Sono filtratori attivi, cioè si nutrono filtrando l'acqua e trattenendo particelle di cibo come piccoli organismi e detriti. In questo modo, contribuiscono alla pulizia dell'acqua e al riciclo dei nutrienti. Inoltre, le spugne forniscono rifugio e habitat per molti altri organismi marini. Le loro strutture porose offrono nascondigli e protezione per pesci, crostacei e altri invertebrati. Le spugne sono anche importanti per la produzione di sostanze chimiche naturali. Molte specie di spugne producono composti chimici che possono avere proprietà farmaceutiche o biotecnologiche. Queste sostanze sono oggetto di studio per la scoperta di nuovi farmaci o per applicazioni industriali. In conclusione, le spugne sono organismi affascinanti che svolgono un ruolo cruciale negli ecosistemi marini. La loro capacità di filtrare l'acqua, fornire habitat e produrre sostanze chimiche naturali le rende importanti per la salute degli oceani e per il progresso scientifico.

Caratteristica dei poriferi sono le simbiosi. Molte di queste coinvolgono gli invertebrati (gasteropodi, bivalvi, policheti, crostacei, picnogonidi, ofiure), alghe o batteri. In quest'ultimo caso sono detti microbioti. La componente microbica diventa stabile (circa il 40% della biomassa totale).

Numerose funzioni: detossificazione, filtrazione, protezione da eventuali protozoi. Molte spugne sono in grado di perforare strati calcarei. Qui entra in gioco l'attività di alcune cellule, gli amebociti, che con l'ausilio degli pseudopodi e degli acidi, sono in grado di staccare pezzetti di calcare. Quando un pezzetto si stacca, una parte viene detta chip (la parte separata) e l'altra pit.

Interesse commerciale: Lo scheletro di spongina può essere utilizzato per tanti scopi: igiene personale, pittura, pulizie. Già gli egizi le utilizzavano, poi l'u

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A.A. 2021-2022
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SSD Scienze biologiche BIO/05 Zoologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chiara2222 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Zoologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Puce Stefania.