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Questa è seguita da una piastra esagonale connessa con cinque o sei
lunghe fibre, dette fimbrie, che permettono al batteriofago di aderire alla
superficie del batterio.
Per quanto riguarda la classificazione in base al materiale genetico, il DNA o
RNA virale può essere sia singolo che a doppio filamento. Anche la sua
organizzazione può variare; infatti il DNA può essere circolare, lineare o
frammentato, mentre invece l’RNA solamente lineare.
Batteriofagi
I batteriofagi sono divisi in virus batterici che danno vita ad un ciclo litico e
virus batterici che danno vita ad un ciclo lisogeno.
Quelli del ciclo litico (fagi virulenti) danno origine ad un processo di
replicazione virale che poi provoca la morte della cellula stessa. Il ciclo
comincia con una fase di attacco, in cui il virus si lega al batterio. Tramite
contrazione della guaina caudale il DNA virale viene inserito all’interno del
batterio, degradando quello cellulare. Quindi il DNA virale, sfruttando il
proprio apparato enzimatico assieme a quello enzimatico e metabolico della
cellula ospite, si replica tramite la DNA polimerasi cellulare. Parte delle
molecole di DNA neosintetizzate viene trascritta dall’RNA polimerasi per
sintetizzare le proteine virali. In seguito vengono assemblati i nuovi fagi,
pronti per andare ad infettare altre cellule. Il ciclo si conclude con la
produzione di un lisozima che rompe il peptidoglicano del batterio,
permettendo in tal modo l’ingresso del liquido extracellulare all’interno della
cellula, che si rigonfia ed “esplode”. Ciò provoca la fuoriuscita dei virus e la
morte cellulare. Il DNA fagico è protetto da degradazione poiché contiene
una forma modificata di citosina che non viene riconosciuta dall’enzima
idrolitico.
Invece i virus del ciclo lisogeno, detti temperati, non provocano
immediatamente la morte della cellula ospite ma prima integrano il proprio
genoma in quello batterico tramite legami fosfodiesterici. In questa fase non
avviene la formazione di nuovi elementi virali ed il DNA integrato viene detto
profago, perché non produce nuovi fagi e non causa la morte della cellula,
rimanendo silente. Infatti l’espressione del profago viene inibita da
“repressori” della replicazione codificati dal genoma fagico. Nel momento in
cui il batterio si replica accade lo stesso anche al profago, che viene
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trasmesso alle cellule batteriche figlie. Quando le condizioni ambientali sono
proibitive per il batterio il profago esce dal DNA dando via al ciclo litico;
quindi avviene il rilascio dei fagi, che provoca un’infezione maggiorata.
I virus possono compiere conversione lisogenica, per la quale il DNA virale
integrato nel DNA batterico (che tendenzialmente è silente) può esprimere
alcuni geni codificanti, esponendo le relative proteine che in genere sono
tossine. È un meccanismo di regolazione dell’espressione genica; infatti il
gene virale espresso conferisce proprietà particolari al batterio. Un esempio
è quello del botulismo, in cui solo il batterio Clostridium botulinum che
contiene un determinato profago produce la tossina responsabile
dell’intossicazione alimentare. Lo stesso accade per l’Enterobacteria fago λ
(lambda), fago temperato che infetta il batterio E. coli presente nella nostra
flora intestinale. Virus animali
I virus degli animali sono molto diversi tra loro. Alcuni sono semplici
particelle formate da proteine avvolte attorno a una molecola di acido
nucleico. Altri presentano una membrana, derivata dalla membrana
plasmatica della cellula ospite precedentemente infettata (virus rivestiti).
Di solito il genoma virale degli agenti virali animali è piccolo e codifica poche
proteine. Dopo l’adesione i virus rivestiti entrano nella cellula tramite
endocitosi mediata da recettore (come accade per il colesterolo) o fusione
del pericapside con la membrana cellulare; quindi penetrano completamente
all’interno della cellula. Possono realizzare il ciclo litico o quello lisogeno; in
questo caso il genoma virale integrato in quello della cellula eucariota ospite
prende il nome di provirus.
Il 70% dei virus animali sono a RNA. Per contrastare il virus a DNA i vaccini
stimolano la produzione di una proteina che si oppone all’agente virale.
Purtroppo ciò non è una soluzione contro i virus a RNA, che costituiscono la
maggior parte dei virus animali, poiché mutano rapidamente a differenza di
quelli a DNA. Questo perché l’RNA polimerasi, a differenza della DNA
polimerasi, non presenta un sito di attività esonucleasica 3'--> 5' (detta di
correzione di bozze o proofreading) e perciò le mutazioni sono più frequenti.
Solitamente i virus animali vengono classificati in base al pericapside e al
tipo di genoma.
Virus animali a DNA (doppio o singolo filamento)
Le classi di virus a DNA a singolo e a doppio filamento (lineare o circolare)
ricalcano il dogma centrale della biologia. Affinché possano essere
sintetizzate le nuove proteine virali è prima necessario che avvenga la sintesi
di nuovi messaggeri virali. Quindi l’agente virale a doppio filamento, una
volta entrato nella cellula, replica il proprio DNA tramite la DNA polimerasi
della cellula ospite. Le molecole di acido nucleico neosintetizzate andranno a
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costituire il genoma delle nuove particelle virali. Una parte di queste
molecole viene utilizzata per compiere la trascrizione di molecole di mRNA
tramite RNA polimerasi, allo scopo di sintetizzare le proteine necessarie ai
nuovi virus. Ugualmente accade per quelli a singolo filamento, che prima di
cominciare il processo di infezione replicano il filamento tramite DNA
polimerasi, trasformandolo in una molecola a doppio filamento. La
replicazione del DNA virale avviene nel nucleo cellulare con l’eccezione dei
poxvirus: in questo caso ha luogo nel citoplasma grazie alla sintesi di una
DNA polimerasi specifica. Spesso la trascrizione dei virus a DNA avviene ad
opera della RNA polimerasi cellulare ma alcuni virus, come i poxvirus,
possiedono una RNA polimerasi specifica, facente parte del patrimonio
enzimatico virale.
I virus a DNA sono più semplici di quelli a RNA; compiono ciclo lisogeno o
penetrano nella cellula ospite in forma quiescente, come il virus dell’Herpes
simplex, formando una molecola di DNA circolare extracromosomica. In
questo caso non avviene un integrazione tra il DNA del virus e quello della
cellula ospite (provirus), anche se il processo è simile al ciclo lisogeno. In
determinate condizioni, come un periodo prolungato di stress, il DNA virale si
riattiva e comincia il ciclo litico.
Virus animali a RNA
I virus animali a RNA possiedono RNA a singolo filamento + o -. Quelli a
singolo filamento + possiedono una sola molecola di RNA che, una volta
entrata nell’organismo da infettare, può fungere da mRNA e quindi essere
usata direttamente per sintetizzare proteine. Sia nelle cellule eucariotiche che
procariotiche sono presenti solo RNA polimerasi-DNA dipendenti (cioè che
non possono usare RNA come stampo). Il filamento (+), oltre alle altre
proteine necessarie, codifica anche la Replicasi (RNA polimerasi RNA
dipendente), assente nei procarioti e negli eucarioti. Per cui la copia
complementare - è riutilizzata per amplificare il filamento +. La Replicasi
inizialmente sintetizza RNA negativi usando come stampo il filamento
positivo del genoma, e poi li usa come stampi per produrre ulteriori molecole
positive che costituiranno i genomi della progenie virale. Le proteine
sintetizzate sono i capsomeri, i costituenti del capside. Quest’ultimo, una
volta riempito del materiale genetico, andrà a formare le nuove particelle
virali.
I virus a ssRNA (single-strand RNA; RNA a singolo filamento) positivo
presentano modificazioni tipiche dei messaggeri eucariotici:
7-metilguanosina (cap) al 5’ e coda di poli-A al 3’.
Nella maggior parte dei virus a RNA la replicazione avviene nel citoplasma, a
differenza di quella dei virus a DNA che passa per il nucleo.
Per i virus a RNA di tipo - invece l’RNA genomico non può funzionare come
mRNA né le cellule ospiti hanno polimerasi capaci di trascrivere mRNA
usando come stampo RNA. Quindi, per superare il problema, questi virus
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portano nel loro capside alcune molecole di Replicasi (RNA polimerasi RNA
dipendente); questa inizialmente sintetizza RNA positivo, che funge da
messaggero, e da esso in seguito sintetizzerà gli RNA negativi costituenti il
genoma della progenie virale. Retrovirus (HIV)
I retrovirus sono virus a singolo filamento di RNA + che differiscono da tutti
gli altri poiché sintetizzano i propri mRNA e replicano il proprio genoma
passando attraverso un intermedio a DNA. Sono peculiari anche per il fatto
di essere “diploidi”. Infatti, nel loro capside sono presenti sempre due
filamenti di RNA. Sono associati al genoma anche la trascrittasi inversa (DNA
polimerasi-RNA dipendente) e tRNA di origine virale, il quale svolge la
funzione di primer per la sintesi del DNA virale. Ciò accade per permettere
l’integrazione del genoma virale in quello della cellula ospite (provirus).
Un esempio è quello del virus HIV, che compie ciclo lisogenico; esso
provoca la cosiddetta sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), in
quanto colpisce le cellule immunitarie (linfociti T). È formato da un
pericapside e un capside, al cui interno è presente un genoma costituito da
2 molecole di RNA identiche, 2 trascrittasi inverse e 2 molecole di tRNA-
primer. La trascrittasi inversa utilizza l’RNA come stampo ed il tRNA come
primer per sintetizzare un primo filamento di DNA, funzionando quindi da
DNA polimerasi RNA dipendente. Si crea quindi un ibrido DNA-RNA.
L’enzima presenta anche attività esonucleasica, tramite la quale degrada
l’RNA dell’ibrido, che sostituisce con una molecola di DNA neosintetizzata,
funzionando quindi da DNA polimerasi DNA dipendente; quindi la trascrittasi
inversa presenta tre siti catalitici. Poi il DNA virale si integra nel genoma dei
linfociti t, e resta quiesciente. In realtà non lo è totalmente, poiché qualche
gene virale viene comunque espresso e i linfociti col tempo muoiono,
riducendosi progressivamente. Infatti è stato riscontrato che i sieropositivi
che si sottopongono alle cure prima che il virus si manifesti hanno
un’aspettativa di vita più lunga.
Quindi il dogma centrale della biologia è contemplato solamente dalle cellule
eucariote e procariote e dagli enzimi DNA polimerasi DNA dipendente e RNA
polimerasi DNA dipendente.
Viroidi e prioni (agenti infettivi subvirali)
Sono state scoperte molecole di RNA circolare privo di capside che da sole
sono in grado di causare alcune patologie; esse sono