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GRAVIDANZA MULTIPLA E GEMELLI

70% gravidanza multipla

Nel caso delle gravidanze gemellari: un evento che avviene è l'ovulazione multipla. Se due cellule uovo vengono fecondate da due diversi spermatozoi, il risultato sono gemelli dizigoti, cioè geneticamente diversi. I due zigoti si impiantano nella parete uterina separatamente, e questo determina una gravidanza gemellare bicoriale, con due placente separate.

30% cellula uovo fecondata da uno spermatozoo, ma successivamente avviene la divisione dello zigote. Si possono avere situazioni diverse a seconda del momento della divisione.

  1. Circa 25-30% dei casi: la divisione tra 1° e 3° giorno dopo la fecondazione dà luogo a 2 embrioni che si impiantano separatamente, con una gravidanza bicoriale biamniotica (2 placente) (2 sacchi amniotici).
  2. Circa 70-75% dei casi: dopo la fecondazione avviene la divisione tra il 4° e l'8° giorno, dando luogo a una gravidanza monocoriale biamniotica (1 placenta).
9° e il 12° giorno 3) 1-2% dei casi: – gravidanza MONOCORIALE e MONOAMNIOTICA (1 sacco amniotico) dopo il 13° giorno MONOCORIALE 4) 0,3% dei casi: divisione – gravidanza MONOAMNIOTICA ! SITUAZIONE PATOLOGICA con gemelli CONGIUNTI =geneticamente identici. In questi casi, i gemelli sono MONOZIGOTI e sono Non è corretto dire che se la gravidanza è bicoriale allora i gemelli sono diversi geneticamente. Infatti, se i gemelli bicoriali sono di sesso discordante (maschio e femmina), allora siamo certi che sono diversi geneticamente. Ma con concordante possibilità (2 maschi o 2 femmine), allora c’è la che ci troviamo nel caso divisione dello zigote nei primi 3 giorni dopo il concepimento. con VARIABILITÀ GENETICA PROGRAMMATA mutazioni volute dall’organismo: Nel nostro corpo ci sono delle durante la maturazione dei linfociti B e T, si verificano mutamenti programmati del DNA cellulo-specifici che produzione di un’ampia gammadi anticorpi e di recettori dei linfociti permettono la riconoscimento di molecole estranee introdotte nell'organismo e potenzialmente dannose (tossine vegetali, fungine, microbiche, etc.). A volte ciò succede anche se non c'è il bisogno, in quanto originate da un altro organismo. Queste molecole "estranee" spesso sottostanno ad un controllo genetico indipendente (in quanto originate da un altro organismo). La variabilità genetica nei geni che contribuiscono al riconoscimento di molecole estranee introdotte nell'organismo e potenzialmente dannose (tossine vegetali, fungine, microbiche, etc.) è maggiormente sviluppata. Può succedere quindi che quello dell'organismo patogeno che produce la tossina e quello del nostro organismo che la combatte vadano in contrasto: il nostro organismo ha un vantaggio per quanto riguarda le carte a disposizione da applicare contro il virus e la memoria immunitaria; i corpi estranei invece, hanno un controllo genetico indipendente (in quanto originate da un altro organismo).

Un velocità nella replicazione e può mutare nel suo altro tipo di vantaggio: la corredo genetico. Infatti, la selezione naturale lavora anche sui patogeni microbici per massimizzare la loro diversità genetica nell'intento di sfuggire all'individuazione da parte del nostro sistema immunitario o per selezionare quei geni che conferiscono "immunità" verso un antibiotico: resistenza di alcuni ceppi batterici agli antibiotici.

Questo è un esempio di selezione genetica dovuta alla variabilità genetica: il genoma delle cellule di mutare in relazione al diverso ambiente.

La selezione naturale è un processo mediante il quale determina un fenotipo che può conferire "opportunità" di sopravvivenza, aumentare "vantaggio" o ridurre "svantaggio" -> aumento della frequenza di alleli favorevoli o la diminuzione di alleli sfavorevoli.

Farmacogenetica

– esempio di variabilità genetica

Un altro effetto della selezione naturale è offerto dai geni degli enzimi che demoliscono molecole complesse contenute nel cibo che hanno sviluppato elevatissimi livelli di polimorfismo. Nel corso dell’evoluzione abbiamo dovuto affrontare l’ingestione di molecole tossine da cui oggi siamo immuni.

Gli stessi geni e la genetica degli stessi geni spiega l’ampia variabilità con cui ciascuno di noi risponde ai farmaci e li metabolizza: FARMACOGENETICA.

Esempio: difetto enzimatico ereditario - la deficienza di glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD) è il più comune che colpisce i globuli rossi, rendendoli più sensibili ai danni delle reazioni ossidative (X-linked). G6PD trasforma NADP > NADPH all'interno dei globuli rossi mantenendo elevato il glutatione ridotto. Il glutatione ridotto (GSH) li protegge da

Lo stress ossidativo è causato dagli anioni superossido (O2-), dal perossido di idrogeno (H2O2) e dai radicali ossidrile (OH·).

La carenza di G6PD è legata al cromosoma X. È un carattere recessivo e il gene si trova nel locus Xq28, vicino alla zona telomerica.

In caso di carenza di G6PD, la capacità del glutatione ridotto di "disintossicare" le cellule diminuisce. Ciò porta all'ossidazione dell'emoglobina e alla formazione di metaemoglobina. L'emolisi rappresenta l'esito finale del danno ossidativo.

Agli inizi degli anni '50, un farmaco antimalarico chiamato primachina è stato responsabile di numerosi casi di anemia emolitica nei soldati afro-americani. Questo ha fatto ritenere che la causa di emolisi in pazienti con deficit di G6PD fossero alcuni farmaci.

Successivamente ciò è stato smentito: numerosi studi attestano infatti che l'aspirina e il paracetamolo ne sono un esempio. L'aspirina, quando assunta ai dosaggi

terapeutiche, non causano emolisi nei pazienti affetti da deficienza di G6PD. Tra questi farmaci rientrano l'aspirina e il paracetamolo. Studi condotti su pazienti con varianti anche gravi di questa deficienza hanno dimostrato che l'aspirina, utilizzata cronicamente a basse dosi come trattamento antiaggregante, è sicura e non provoca emolisi. Lo stesso vale per il paracetamolo, che a dosi terapeutiche non ha mostrato effetti emolitici. Tuttavia, le schede tecniche di questi farmaci riportano ancora l'avvertenza "somministrazione con cautela" ai pazienti con deficit di G6PD, come misura prudenziale. Le cause più comuni di stress ossidativo che possono scatenare l'emolisi in questi pazienti sono la febbre, le infezioni acute virali e batteriche e l'acidosi.terapeutiche, oggi vengono ritenuti sicuri. La concomitanza di febbre o infezioni e farmaci sono la causa più comune di emolisi. Favismo, il termine con cui a volte si indica la carenza di G6PD, deriva dalla particolare suscettibilità di alcuni soggetti affetti da deficit di G6PD nei confronti delle fave. In seguito all'ingestione dei semi di fava (ma anche per inalazione dei suoi pollini), questi soggetti vanno incontro ad una grave forma di emolisi che si ipotizza dovuta a due componenti del legume: la divicina e l'isouramile. Sebbene tutte le persone affette da favismo abbiano una deficienza di G6PD, la maggior parte dei soggetti non è suscettibile agli effetti emolitici dei semi di fava, il che lascia ipotizzare che sia necessaria la presenza di qualche altro fattore probabilmente ereditario. Anche per i soggetti che praticano attività fisica e sono carenti di G6PD, si poteva ipotizzare che potessero avere problemi nel recupero e nella performance. Ciò nonÈ stato dimostrato o smentito, in quanto non ci sono studi. Il difetto di G6PD è prevalentemente presente nel bacino mediterraneo, Africa, e intorno a queste zone. Le mutazioni fisicamente occupano un locus, quindi hanno anche una distanza una dall'altra. L'ordine e la distanza della Grazie al crossing over, noi possiamo dedurre qual è la posizione di alcuni alleli o di alcuni polimorfismi. Le cosiddette unità di mappa cromosomica (um) sono definite proprio in base alla frequenza di ricombinazione: 1% di ricombinazione = 1 unità di mappa.
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Publisher
A.A. 2019-2020
4 pagine
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SSD Scienze biologiche BIO/18 Genetica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elisa.pesa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Genetica umana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Ferrara o del prof Rizzo Paola.