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CONCETTUALIZZAZIONI CLINICHE DELLA STRUTTURA DI PERSONALITÀ

Weber: il nostro modo di classificare le cose non dipende solo dalla natura dei fenomeni che stiamo classificando, ma

anche dallo scopo che ci proponiamo per farlo. La differenza tra i modelli della struttura della personalità emersi nella

pratica clinica e quelli in ambito delle ricerche sulla personalità normale è che i primi riflettono interrogativi

dell’attività clinica: il bisogno di formulazioni sistematiche dei casi che possano guidare la pratica. Questi modelli

dinamico-clinici della struttura di personalità approfondiscono 3 aspetti dell’organizzazione di personalità:

1. Domini Funzionali Una valutazione utile della personalità è una valutazione funzionale, cioè una

valutazione di come l’individuo tende a funzionare dal punto di vista cognitivo, affettivo e comportamentale in

presenza di determinate condizioni rilevanti per l’adattamento psicologico e sociale. Tale valutazione si

focalizza anche sulle aree sane, quindi considera le caratteristiche della personalità su due registri: normale e

problematico.

Non esiste un modello predominante dei domini funzionali. Ci focalizziamo su un modello dei domini funzionali

designato a integrare i concetti dinamici sulla struttura della personalità con le ricerche empiriche sulla

personalità e sulla psicologia evolutiva. Secondo questo modello , tre insiemi di variabili, definiti da tre

interrogativi, possono fornire una mappa abbastanza completa della personalità. Ogni domanda comprende

variabili multiple specifiche. Questa concezione della personalità è dinamica perché: 1. Considera la

personalità come l’interazione di processi psicologici attivati da specifiche condizioni e non come un insieme di

tratti presenti in gradi diversi; 2. I tre interrogativi prendono in considerazione i temi della teoria psicoanalitica

classica(motivazione e conflitto), della psicologia dell’Io(adattamento) e della teoria delle rel.

oggettuali(esperienza del sé…)

a. Quali sono i desideri, le paure e le cose a cui il soggetto dà valore, e in quale misura queste motivazioni

sono consce e compatibili fra loro? Cioè: quali sono le rappresentazioni di stati desiderati, temuti e preferiti

che il paziente finisce per associare a un affetto tanto intenso da far sì che queste rappresentazioni

guidino il comportamento? I sistemi di avvicinamento ed evitamento sono motivati da affetti positivi e

negativi. La qualità e l’intensità delle emozioni legate a differenti rappresentazioni costituisce ciò che

tende a muovere ogni sforzo verso la sanità o attivare moti e conflitti problematici. Queste

rappresentazioni connotate affettivamente possono essere consce, inconsce o a livello intermedio.

Possono essere organizzate in livelli gerarchici mutevoli.

Psicodinamica: desideri, paure e valori possono essere in conflitto tra loro, e la risoluzione dei conflitti può

essere adattiva o disadattiva

Psicoanalitica: per conoscere una persona bisogna comprendere la struttura delle sue motivazioni.

Costellazioni motivazionali diverse possono mostrare comportamenti manifesti simili o avere le stesse

caratteristiche di personalità.

b. Quali sono le risorse psicologiche (cognitive, affettive e disposizioni comportamentali) di cui dispone

l’individuo? Riguarda il funzionamento adattivo. Insiemi di sottodimensioni:

1. Risorse cognitive di cui l’individuo dispone. Sottodim: -funzionamento intellettuale in domini multipli,

in particolare come si riflette nella capacità di problem solving; -grado in cui i processi di pensiero sono

intatti o disturbati; -stile cognitivo

2. Esperienza emotiva individuale. Gli individui si differenziano per una serie di sottodimensioni affettive

come la labilità affettiva, l’intensità affettiva, la cronicità degli affetti positivi e negativi, l’intensità

degli affetti specifici come la vergogna e il senso di colpa, la capacità di essere consapevoli dei propri

affetti senza esserne disturbati, la capacità di riconoscere e provare contemporaneamente stati

affettivi e valutazioni conflittuali

3. Regolazione emotiva. Procedure consce e inconsce usate per massimizzare le emozioni piacevoli e

minimizzare quelle spiacevoli. Le strategie esplicite sono quelle di coping. Quelle implicite sono le

difese. Le persone mettono in atto comportamenti con i quali cercano di distorcere la realtà per

eliminare situazioni avverse.

4. Regolazione degli impulsi. Blockdescritto i pericoli che possono assalire le persone che controllano

eccessivamente i loro impulsi o non riescono a controllarli affatto

c. Come l’individuo fa esperienza di sé, degli altri, e in quale misura può instaurare relazioni interpersonali

intime? Funzionamento interpersonale. Non solo contenuto, ma anche struttura cognitiva delle

rappresentazioni degli altri. Gli individui si differenziano per:

- Qualità affettiva dei loro schemi relazionali, cioè nella misura in cui si aspettano che le relazioni siano

distruttive o benevole

- Capacità di investire emotivamente nelle relazioni

- Comprensione della causalità sociale, cioè perché le persone fanno quello che fanno

- Identificazioni e disidentificazioni (paura di diventare come la madre)

- Aspetti del sé. Coerenza nel senso di sé, natura delle rappresentazioni del sé, autostima,

rappresentazioni di sé temute, desiderate e ideali

Questi domini di funzionamento sono essenziali per la formulazione del caso. Descrivono cosa una persona è

caratterialmente capace o incapace di fare. Importanti per capire in che modo le persone sviluppano dei sintomi.

2. Livello di patologia  McWilliamstutti siamo pazzi. Possiamo essere collocati su un continuum da

relativamente funzionale a relativamente disfunzionale. Questo continuum ha fatto svluppare la Global

Assessment Scale che valuta il funzionamento globale.

Kerberg sistematizza il concetto livello di salute/malattia distinguendo 3 livelli di organizzazione caratteriale:

nevrotico, borderline, psicotico. Il continuum riflette la misura in cui un individuo riesce ad amare, lavorare ed

essere felice.

Nevrotico/normalerelazioni significative, trovare impiego lavorativo stabile, ma può avere conflitti nevrotici

sostanziali che riducono il senso di soddisfazione. Estremo più basso nevrotico a basso funzionamento:

compromissioni relazioni sentimentali, lavoro e gioco, ma si adattano alle richieste della realtà. Gran parte

delle patologie di personalità che si incontra nella pratica clinica è in questo range, infatti i pazienti con

disturbi di personalità sono in grado di differenziare la realtà dai loro pensieri (no allucinazioni), ma la capacità

di amare e lavorare è seriamente compromessa.

3. Forme di organizzazione della personalità (disturbi di personalità e stili di personalità) Stili o

costellazioni di personalità.

Kernberg asse di gravità ortogonale all’asse degli stili o tipi di personalità[es. un paziente può avere stile

narcisistico a livello nevrotico più o meno grave]

McWilliams griglia diagnostica. : colonne=stili righe=lamentele, affetti, problemi relazionali, difese, punti di

forza…Gli stili di personalità possono presentarsi a livello nevrotico, borderline, psicotico o a gradi intermedi.

Gli stili sono: psicopatico, narcisistico, schizoide, depressivo e/o maniacale, ossessivo e/o compulsivo,

masochistico e dissociativo.

Entrambi sostengono che differenti stili di personalità possono essere presenti a diversi livelli di organizzazione

della p. (gravità)

Queste 3 componenti si integrano. I pazienti con stili di personalità simili possono essere organizzati in differenti

livelli di patologia in base alla gravità, rigidità e pervasività. Teorici differenti hanno proposto particolari criteri per

collegare i domini funzionali ai livelli di patologia: Kernberg mette in rilievo la maturità delle difese e l’integrazione

delle rappresentazioni mentali di sé e degli altri distinguendo i pazienti a seconda dei diversi livelli di patologia.

Noi pensiamo che la diagnosi descrittiva dovrebbe essere derivata da una valutazione funzionale. L’obiettivo del

lavoro clinico è quello di modificare i domini disfunzionali in domini funzionali, quindi una diagnosi funzionale e una

diagnosi descrittiva devono essere strettamente congiunte se quella descrittiva vuole essere utile.

INTEGRARE LE PROSPETTIVE CLINICHE E PSICOMETRICHE NELLA STRUTTURA DI PERSONALITÀ

Se e in che modo i modelli della struttura di personalità emersi dall’osservazione psicoanalitica possono essere

integrati con gli approcci contemporanei dei tratti che hanno rinsaldato il legame tra personalità e psicopatologia dopo

lungo tempo. Due questioni:

1. Relazione tra i tratti derivati da self-report e report clinici: I tratti identificati con la SWAP-200 e i Big Four si

sovrappongono in modo sostanziale. Però alcuni tratti SWAP-200 non risultano facilmente comprensibili

secondo i tratti Big Four. Westen ha usato l’analisi fattoriale per scoprire i disturbi di personalità: la

convergenza con i Big Four è evidente. Spostandosi dai tratti ai pattern o prototipi di personalità, recenti

tentativi di derivare empiricamente queste costellazioni usando campioni hanno mostrato una concordanza coi

modelli dei tratti di Krueger.

2. Problema della misura in cui i modelli dei tratti possano essere adeguati per la pratica clinica: Né la diagnosi

tradizionale del DSM né la classica descrizione dei tratti risultano adatte a guidare la pratica clinica. Una sfida

per i tassonomisti che si servono dell’analisi fattoriale per derivare empiricamente i tratti sarà trovare dei modi

per evitare la perdita di precisione rispetto ai qualificatori e alle condizioni attivanti che normalmente l’analisi

fattoriale determina. Oltre alla scarsa attenzione dedicata al contesto e ai fattori attivanti, i modelli di tratto

non riescono a delineare i processi psicologici interni in un modo che i clinici trovano utile. Molti processi

psichici risultano di difficile rappresentazione attraverso le più comuni scale di tratto self-report. Una

potenziale strategia di inegrazione degli approcci tradizionali dei tratti e del linguaggio clinico può consistere

nel correlare i 200 item SWAP con le misure del Big Four. Inoltre si potrebbe tradurre il lessico empirico del Five

Factor Model in un linguaggio clinicamente più ricco. La difficoltà più grande è dimostrare l’utilità clinica dei

tratti che hanno individuato

Crediamo che una teoria della personalità e della psicopatologia clinicamente utile deve favorire sia previsioni

accurate sia una buona comprensione dei pazienti.

C

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
22 pagine
4 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sax.francy di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Strumenti di Valutazione della Personalità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Parolin Laura.