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CINETICA DELL’ESERCIZIO
Nel corso della fase ON di un esercizio, vengono misurati tre parametri (frequenza
cardiaca, gettata cardiaca, consumo di ossigeno) in relazione all’intensità (espressa in
%, da 0 a 100 dove 0 è il metabolismo basale) e tempo: in questa fase la FC ha una
cinetica molto più rapida di quella del consumo di ossigeno e della Q, il t/2 della FC
oscilla intorno ai 10-12 secondi.
In un esercizio ad intensità più elevata, vengono misurati gli stessi tre parametri in
relazione all’intensità ed al tempo: la FC ha una cinetica sempre più veloce delle altre,
ma leggermente più lenta rispetto a prima. Questa relazione si verifica nello studio di
soggetti sani, ma in soggetti patologici queste relazioni variano. Il tempo che
intercorre dalla condizione di riposo a quella di esercizio (100 bpm) è un buon indice
della condizione vagale-ortosimpatica: questo valore di FC specifico indica il passaggio
di consegne dal sistema vagale a quello simpatico.
Ancora più interessante è effettuare gli studi sulla cinetica nella fase OFF
dell’esercizio. In un grafico vengono evidenziate le cinetiche di FC di due soggetti
diversi, vengono considerate le variazioni (ΔFC) in quanto la FC ha una notevole
variabilità: trasformandoli in logaritmo (log) e mantenendo lineare l’asse del tempo,
ottengo una retta che mi identifica in maniera decisa la differenza tra i due soggetti.
Se considero il logaritmo della metà, non ottengo altro che il t/2 delle curve originarie:
soggetto A Soggetto B
t/2 23 secondi 51 secondi
Il primo soggetto ha una capacità di recupero migliore, quindi uno stato di
allenamento migliore. Questo fenomeno è la base logica del cosiddetto “indice rapido
di idoneità” (IRI).
Mantenendo una persona per 15 minuti in condizioni stabili, a riposo sul lettino,
ottengo un tracciato FC/tempo spezzato, ma orientato su di un certo valore medio: è
un tracciato di “rumore”, ma effettuo la media che è di una FC di circa 75 bpm.
Analizzando questo segnale nel dominio del tempo o della frequenza (Hz), ottengo
nello spettro di potenza nel dominio della frequenza ben tre picchi significativi:
- Picco a bassissima frequenza (0,05 Hz)
- Picco a bassa frequenza (0,1 Hz)
- Picco ad alta frequenza (25 Hz)
Il picco a bassa frequenza viene attribuito al sistema ortosimpatico ed il picco ad alta
frequenza viene attribuito al sistema parasimpatico.
La riserva cardiaca, differenza tra FC massima e FC a riposo, è importante: maggiore è
il range, maggiore è la possibilità di aumentare la FC. La FC viene misurata mediante
cardiofrequenzimetro: i più moderni consentono l’analisi della variabilità R-R, ossia da
onda R ad onda R, in pratica per ogni battito abbiamo delle analisi.
La rumorosità del segnale FC/tempo nasce dalla continua “lotta” tra il sistema vagale
ed il sistema simpatico. Il sistema vagale innerva il nodo del seno (vago di destra) ed il
nodo atrioventricolare (vago di sinistra); il sistema simpatico innerva soprattutto i
ventricoli, con effetti di tachicardia ed aumento della forza di contrazione del
miocardio, che determina aumento del flusso in uscita del sangue.
Nello spettro sono visibili delle armoniche, che determinano il contributo dei fattori
esterni al cuore: uno di questi fattori è la dinamica respiratoria, che crea l’aumento di
resistenze e che favorisce il ritorno venoso, quindi in definitiva determina la
diminuzione della FC.
A 100 bpm, sistole e diastole hanno lo stesso lasso temporale: quindi viene
penalizzata la diastole. Questo fatto si riflette sul sistema coronarico: nel corso della
sistole è difficile che ci sia una perfusione del miocardio ventricolare, cosa che si
verifica nella diastole che però diminuisce il suo periodo; siccome il lavoro isometrico è
molto dispendioso, il soggetto può incorrere in episodi di ipossia; questo fenomeno è
molto raro in soggetti sani, più frequente in soggetti patologici.
Nel grafico di Astrand vengono messe in relazione la % di massimo consumo di
ossigeno (ascissa), la FC e la % di massima gettata pulsatoria (ordinata); da questo
grafico si evidenzia che la gettata pulsatoria aumenta con andamento curvilineo fino
al 40% del massimo consumo di ossigeno, per poi stabilizzarsi ed assumere un
andamento asintotico oppure addirittura diminuire con carichi estremi.
L’aumento dell’intensità di esercizio determina aumento dell’estrazione di ossigeno
dal sangue: l’atleta estrae circa 15 ml su 21-22 ml di ossigeno presente in 100 ml di
sangue. Per aumentare l’estrazione di ossigeno è necessario aumentare la
concentrazione di emoglobina; aumentando vertiginosamente l’emoglobina però il
sangue diventa più viscoso, quindi la velocità di circolo diminuisce e con essa la
perfusione.
In un grafico Q/ notiamo che:
- Nel corso di un esercizio isotonico con flessione/estensione ciclica di gambe o
braccia (tapis roulant, cicloergometro, gradino) quest’azione crea una specie di
“seconda pompa”, favorendo il ritorno venoso e di conseguenza agevolando la
FC
- Nel corso di un esercizio isometrico (armo ergometro, manovella) si creano delle
resistenze vascolari molto elevate, ma questa tipologia di esercizio è
“self-limited” fino a livelli di gettata cardiaca al 50% del massimale
GETTATA CARDIACA
Il punto centrale della valutazione di un esercizio prevalentemente aerobico è la
gettata cardiaca, prodotto dell’interazione di due parametri:
a) Frequenza cardiaca (FC), influenzata da
• Livello di attività nervosa parasimpatica cardiaca (effetto cronotropo
negativo, sistema vagale)
• Livello di attività nervosa simpatica cardiaca (effetto cronotropo positivo,
liberazione di adrenalina dal surrene)
b) Gittata sistolica (q), influenzata da
• Pressione arteriosa (PA, azione di diminuzione della q perché aumenta le
resistenze)
• Pressione di riempimento (azione di aumento della q secondo la legge di
Franck-Starling)
• Livello di attività nervosa simpatica cardiaca (azione di aumento della
forza di contrazione ventricolare)
La legge di Franck-Starling definisce le relazioni delle fasi precarico e postcarico: la
pressione cardiaca di riempimento aumenta in base al flusso di sangue che arriva al
ventricolo, che funziona infatti come un palloncino. Con in ascissa la pressione di
riempimento ed in ordinata la gettata cardiaca, si evidenzia la curva di normalità; se la
curva si sposta verso l’alto la pressione è aumentata ed anche la gettata cardiaca, se
la curva si sposta verso il basso la pressione e la Q diminuiscono. L’unico modo per
aumentare la performance è aumentare il tono simpatico, spostando la curva verso
l’alto e rendendo maggiore la forza della contrattilità del miocardio, a parità di
pressioni di riempimento. Se il cuore perde la sua elasticità e diventa una cavità
dilatata perdendo il tono, pur aumentando la pressione di riempimento la gettata
cardiaca diminuirebbe: questo caso è definito come “cardiomiopatia dilatativa”, e
viene risolta se grave solamente con il trapianto cardiaco. Questa patologia viene
evidenziata dall’ecocardiografia con la frazione di eiezione che arriva a valori inferiori
nel 50%.
MISURA DEL
Questo test si avvale di un metodo diretto, massimale o addirittura sovra massimale.
MATERIALI
A) Soggetto
B) Analizzatori di gas (strumenti che analizzano le concentrazioni ed i volumi dei
gas)
C) Flussimetri (strumenti atti a misurare il flusso)
D) Cronometro
E) Ergometro (strumento che provoca le variazioni di consumo di ossigeno,
dipende dal soggetto e dalla sua specifica disciplina)
Normalmente il sistema di analisi dei gas è un sistema a cielo aperto, ossia l’analisi
viene fatta sull’aria che il soggetto inspira e quindi ritorna nell’ambiente con
l’espirazione; utilizzando sistemi a circuiti chiusi (spirometro a campana) l’esperimento
potrebbe durare molto poco, in quanto il soggetto respirerebbe aria sempre più povera
di ossigeno e ricca di anidride carbonica. Le vie respiratorie (inspiratoria, espiratoria)
vengono normalmente separate nei circuiti chiusi e l’anidride carbonica nella via
espiratoria viene sottratta con la calce: il sistema a circuito chiuso resta comunque un
sistema limitato perché i volumi di aria disponibili diminuiscono con la durata
dell’esercizio.
Conoscendo la pendenza della curva dei volumi di aria è possibile ottenere il consumo
di ossigeno, così come aumentando il volume corrente e la frequenza respiratoria nella
situazione di esercizio: questi metodi sono concettualmente precisi ma molto limitati.
Il a riposo secondo la letteratura è pari a circa 1MET, oscilla cioè intorno a valori
di 3,5-4 . Nonostante abbiamo a disposizione questi dati, è molto utile effettuare
la misurazione del consumo di ossigeno a riposo per diversi motivi:
- Il soggetto inizia a familiarizzare con l’operatore, con la metodologia, con
l’ergometro (il soggetto appartiene al gruppo dei ciclisti o dei podisti?)
- Il consumo di ossigeno a riposo definisce un processo di taratura biologica del
sistema, con valori di consumo di ossigeno che devono assestarsi attorno ai
valori dati dalla letteratura scientifica
È opportuno informare il soggetto che non deve parlare durante la prova: la
comunicazione orale influisce su alcuni parametri biologici quali la FC ed il ; è
opportuno quindi stabilire un codice non verbale (gestualità) che possa agevolare la
comunicazione durante la prova.
Il processo di taratura deve essere effettuato anche sugli analizzatori dei gas: si
utilizzano delle bombole sature di azoto (sostanza che non partecipa agli scambi
gassosi e quindi può definirmi il valore 0) e con 1-2% di saturazione di ossigeno o
anidride carbonica, bombole la cui composizione è conosciuta e comunicata dal
fornitore. Conoscendo le frazioni di ossigeno (o anidride carbonica), costruisco la retta
che mi definisce la taratura di questi analizzatori. Il boccaglio viene anche esposto
all’aria ambientale, per verificare valori di ossigeno attorno al 21% e di anidride
carbonica attorno allo 0,03%.
Gli analizzatori dei gas, diversi e specifici, con metodologie di misurazione diverse,
sono principalmente due:
a) Ossimetro paramagnetico
L’ossigeno, o meglio la sua frazione, viene misurato attraverso uno studio del suo
campo magnetico: questo elemento possiede determinate caratteristiche magnetiche
(espresse in volt) che sono proporzionali alla propria frazione di composizione dell’aria
espirata. Questo analizzatore è molto preciso, ma po