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-Morbo di Osgood-Schlatter: la sindrome di Osgood-Schlatter, conosciuta anche come
apofisi tibiale anteriore, è un’infiammazione della tuberosità tibiale. Fa parte del
gruppo di sindromi note come osteocondriti.
-Zampa d’oca e condilo mediale del femore: piccole escrescenze ossee (osteofiti) sono
spesso palpabili in individui con osteoartrosi del ginocchio.
-Zampa d’oca: SARTORIO – GRACILE – SEMITENDINOSO
-Faccia antero-laterale
-Menisco laterale: il menisco laterale è attaccato al muscolo popliteo e pertanto più
mobile del menisco mediale. Grazie a questa mobilità le lesioni a carico del menisco
laterale sono meno frequenti.
-LCL (legamento collaterale laterale): LCL è indipendente dalla capsula articolare, al
contrario del LCM.
-Tendine del bicipite femorale
-Tratto ileo-tibiale -Nervo peroneo comune o sciatico popliteo esterno (SPE): la
lesione dello SPE causa una paralisi dei muscoli flessori dorali
del piede e una caduta del piede
-Gola intercondiloidea e faccia posteriore della rotula
-Borse sierose
-Quadricipite: il retto del femore è l’unico muscolo del quadricipite che agisce come
flessore dell’anca
-Muscoli flessori: semitendinoso e semimembranoso, capo lungo e breve del bicipite
femorale
MISURAZIONE ROM:
Flesso-estensione con goniometro:
-Posizione di partenza: il pz è in posizione supina; l’anca è in posizione anatomica e il
ginocchio è esteso (0°). Un asciugamano ripiegato è posto sotto la parte distale della
coscia.
-Stabilizzazione: il bacino è stabilizzato dal peso corporeo, mentre il terapista stabilizza
il femore.
-Asse del goniometro: è posto in corrispondenza del condilo laterale del femore.
-Braccio fisso: parallelo all’asse longitudinale del femore, con la punta diretta verso il
grande trocantere.
-Braccio mobile: parallelo all’asse longitudinale del perone, con la pinta diretta verso il
malleolo laterale.
-Posizione finale: l’anca e il ginocchio sono flessi a partire dalla posizione di partenza
con il ginocchio esteso. Il calcagno è spostato verso la natica fino al limite del
movimento di flessione del ginocchio (135°).
-Iperestensione: il femore è stabilizzato e la parte inferiore della gamba è portata in
avanti oltre gli 0° di estensione. Può essere presente un’iperestensione variabile da 0°
a -10°.
Rotazione tibiale:
la rotazione della tibia è una componente essenziale della normale escursione
articolare del ginocchio. La valutazione dell’ampiezza articolare totale del movimento
di rotazione della tibia è più affidabile della misurazione della rotazione tibiale interna
ed esterna, essendo più difficile la definizione della posizione di partenza equivalente
a 0° dei due movimenti singoli. Una maggiore ampiezza del movimento di rotazione
della tibia è possibile quando il ginocchio è flesso di 90°.
Valutazione dell’escursione articolare passiva:
-Posizione di partenza: il pz è in posizione seduta con il ginocchio flesso di 90° e la
tibia completamente ruotata all’interno. Un asciugamano ripiegato è posto sotto la
parte dorsale della coscia per mantenerla in posizione orizzontale.
-Stabilizzazione: il terapista stabilizza il femore.
-Procedura: a partire dalla posizione di rotazione interna completa, il terapista ruota
esternamente la tibia per tutta l’ampiezza del movimento possibile. Si osserva
l’escursione totale della tibia in rotazione (l’escursione articolare attiva totale è
mediamente pari a circa 58°) e si registra il valore misurato come eccessivo, normale,
ridotto.
-Sensazioni tattili finali: rotazione interna – solidità; rotazione esterna – solidità.
Misurazione con goniometro OB:
si usa questo tipo di goniometro per misurare l’ampiezza articolare del movimento di
rotazione della tibia.
Escursione della patella:
-Posizione di partenza: il pz è in posizione supina con un asciugamano arrotolato posto
sotto al ginocchio per tenerlo in leggera flessione.
-Stabilizzazione: il femore è in posizione di riposo sul lettino.
-Procedura: una mano è applicata contro la base della patella, con l’avambraccio che
poggia lungo la coscia. L’altra mano è posta sopra la prima ed entrambe muovono la
patella in direzione distale fino al limite di movimento consentito. Il movimento della
patella in direzione posteriore comprime la patella contro il femore e dovrebbe quindi
essere evitato. Il terapista annota se il movimento è completo oppure limitato. La
patella si muove verticalmente per un totale di 8 cm nel passaggio dalla piena
flessione alla completa estensione del ginocchio.
-Sensazione tattile finale: solidità.
-Posizione di partenza: il pz è in posizione supina; un asciugamano arrotolato sostiene
il ginocchio in leggera flessione.
-Stabilizzazione: il terapista stabilizza il femore e la tibia.
-Procedura: i pollici sono posti sul margine laterale della patella, i polpastrelli degli
indici sul margine mediale. La rotula viene spostata medialmente dai pollici e
lateralmente dagli indici, secondo movimenti di lateralità. Quando il ginocchio è
esteso, il movimento passivo della patella dovrebbe essere mediamente di 9,6 mm in
direzione mediale e 5,5 mm in direzione laterale. Si prende nota del grado di
escursione articolare: eccessivo, normale, ridotto.
-Sensazione tattile finale: solidità.
Misurazione lunghezza muscoli ischiocrurali:
-Posizione di partenza: il pz è in posizione seduta, con le mani che afferrano i bordi del
lettino e il piede dell’arto non testato appoggiato su uno sgabello. Un asciugamano
ripiegato è posto sotto la parte distale della coscia per mantenerla in posizione
orizzontale. La caviglia dell’arto in esame è rilassata in flessione plantare.
-Stabilizzazione: il terapista stabilizza il femore.
-Posizione del goniometro: il goniometro è posizionato come nel movimento di flesso-
estensione del ginocchio.
-Posizione finale: il ginocchio è esteso fino al limite di movimento consentito in modo
che i muscoli ischiocrurali vengono a trovarsi in fase di stiramento completo. La
caviglia è rilassata in flessione plantare durante l’esecuzione del test, onde prevenire
una contrazione (irrigidimento) del muscolo gastrocnemio derivante da una ridotta
escursione articolare del ginocchio.
-Sensazione tattile finale: muscoli ischiocrurali in fase di stiramento – solidità.
-Movimenti sostitutivi/artificiosi: il pz si piega all’indietro inclinando posteriormente il
bacino ed estendendo l’articolazione dell’anca in modo da determinare una perdita di
tensione dei muscoli ischiocrurali e consentire quindi una maggiore estensione del
ginocchio.
Misurazione retto femorale:
-Posizione di partenza: il pz è in posizione prona. Un asciugamano è posto sotto la
coscia in modo da eliminare la pressione sulla patella. La gamba è in posizione
anatomica con il ginocchio esteso (0°).
-Stabilizzazione: il terapista stabilizza il femore.
-Posizione del goniometro: il goniometro è posto come nel movimento di flesso-
estensione del ginocchio.
-Posizione finale: la parte inferiore della gamba è mossa in direzione posteriore
avvicinando il calcagno alla natica fino al limite del movimento di flessione del
ginocchio. Un’insufficienza passiva del muscolo retto femorale può limitare l’ampiezza
articolare del movimento di flessione del ginocchio quando il pz è in posizione prona.
-Sensazione tattile finale: muscolo retto femorale in fase di stiramento – solidità-
-Movimenti sostitutivi/artificiosi: il pz inclina anteriormente il bacino e flette l’anca in
modo da determinare una perdita di tensione del muscolo retto femorale e consentire
così una maggiore flessione del ginocchio.
Popliteo
Test: rotazione mediale della tibia su femore
Semitendinoso e semimembranoso
Test: flessione del ginocchio di 50°-70° (l’arto è posto in rotazione mediale della coscia
sulla quale ruota medialmente la gamba).
Fissazione: posteriormente sulla coscia.
Quadricipite femorale
TEST PASSIVI SPECIFICI:
Test valgo stress test in valgo per il LCM del ginocchio:
forza in valgo
-Pz supino, il ft applica una all’articolazione del ginocchio
(ovvero il femore viene spinto medialmente mentre la gamba viene
spinta lateralmente); durante la manovra l’articolazione viene
estensione.
mantenuta in
-il test viene considerato positivo quando si verifica un’apertura
eccessiva sul lato mediale dell’articolazione.
-con il ginocchio in estensione, un segno positivo suggerisce la
presenza di lesioni legamentose importanti che coinvolgono il LCM, il
LCP e potenzialmente anche il LCA.
-il test viene ripetuto con il ginocchio in flessione di 20°-30°.
Test del cassetto anteriore per il LCA del
ginocchio:
-Pz supino, a ginocchia flesse, il ft si siede sul piede
della gamba da esaminare, al fine di stabilizzarla;
afferra la porzione prossimale della tibia a livello
della tuberosità per tirarla in avanti.
-un segno positivo si manifesta con un’eccessiva
traslazione anteriore della tibia (una traslazione
normale non dovrebbe superare i 6mm).
-la presenza di una traslazione pari a circa 15 mm
conferma la rottura del LCA.
-occorre sempre confrontare un lato con quello
opposto.
-l’esecuzione di questo test sottopone a stress anche la capsula articolare, il LCM e la
bandelletta ileotibiale.
Test del cassetto posteriore
Test Lachman: test del cassetto anteriore
modificato:
-Pz supino con ginocchio da testare in
flessione a 20°-30° appoggiato sopra la coscia
del ft.
-il clinico afferra la porzione prossimale
mediale della tibia (esempio: ginocchio dx)
con la mano dx e, con la mano sx la faccia
laterale del femore del pz, per stabilizzarlo.
-a questo punto, con la mano destra, cerca di
traslare in anteroposteriore la tibia, per
mettere alla prova il LCA, il legamento obliquo
posteriore e il complesso popliteo arcuato.
-il test di Lachman si è dimostrato
particolarmente sensibile per diagnosticare le lesioni del LCA.
Test del pivot shift o Jerk
test:
-questo test serve a valutare
l’instabilità anterolaterale
dell’articolazione del
ginocchio.
piede rotazione
-con il in
mediale ginocchio flessione a 30°,
e il in si applica uno stress in valgo all’articolazione
del ginocchio mentre si cerca di estenderla.
scatto rumoroso indica un test positivo e suggerisce una patologia
-la presenza di uno
a carico del LCA.
Stress meniscali: corna anterio