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LEGITTIMITA’­­­­­­­­­­­LEGALITA’ COLLEGATI DAL MONOPOLISTA>CUSTODE

Monopolista come custode dell’atto distintivo

Il monopolista della decisione pu ò prendere anche il nome di custode.L’elemento della legalit à

,nonostante sia fissato, è aperto, in quanto deve rispondere di tenere in vita l’unit à politica,le

eventuali decisioni vengono prese dal monopolista che pu ò modificare la sfera della legalit à trovando

così legittimità con il consenso.Fermo restando che le decisioni devono essere dichiarate,esposte ed

accolte.Il monopolista non è detentore in senso assoluto,potrebbe anche avvenire un processo di

delegittimazione che prevede una sostituzione del monopolio,ma al di l à di chi occupa il posto di

monopolista , quest’ultimo posso chiamarlo anche custode dell’atto distintivo.Non è però suf ficiente

che chi detiene,custodisce il monopolio della decisione, è importante esporre i motivi di ordine

pratico,ovvero ci ò che meglio incarna la possibilit à concreta che noi domani possiamo continuare ad

essere quest’unit à politica : è interprete della distinzione or iginar ia.Il monopolista ha invece la

funzione di ordine strutturale di decidere la distinzione amico/nemico,ma non è sempre in grado di

r iuscire a stabilirla e quando succese sono fuor i dal logos politico perch é perdiamo la possibilit à di

essere esclusivi come unit à politica.In tal senso un esempio pu ò essere offerto dall’Europa che non ha

un esercito f isso e quindi il monopolista non ha il monopolio della violenza, e non ha politica estera e

quindi il monopolista non espone le leggi esclusive.Ai tempi di Carl Schmitt si discuteva sulla nascita

della Società delle Nazioni,una sorta di unificazione globale,ma si entra in cr isi in quando il

processo di unificazione europea ha spersonalizzato le unit à politiche e non ha creato un’unit à

politica nuova,ha avuto solo una valenza negativa.Cos ì Gr illo propone di eliminare il processo

dell’unif icazione e cominciare quello di consolidamento dell’unit à politica preesistente.Nel caso

dell’Italia il monopolista della decisione ha costruito un consenso tale da legittimarlo e

funzionalmente utilizzare il piano della legalit à per dichiarare uno stato di emergenza : chi gi à

occupa una porzione di spazio di monopolio ha preso un’iniziativa in virt ù della quale l’unit à

politica del quale è depositar io è a r ischio di estinzione e quindi si è assunto l’onere su come uscire da

questa situazione.Chi ha intenzione di occupare il monopolio della decisione sa che deve rispondere

con un’altra r isposta alla domanda “chi siamo?” e parallelamente destrutturare la r isposta che

attualmente vige perch é per costruire un logos politico devo essere pr ima decostruttivo e poi

costruttivo : ovvero ti dimostro dove sta l’errore dell’attuale monopolista della decisione per buttarlo

fuor i dall’ambito della legittimit à e poi creare una nuova costruzione> ci ò che ha tentato di fare il

movimento 5 stelle.La pars costruens è la possibilit à di r ispondere alla domanda “chi siamo?”, è

importante che il registro costruttivo non pu ò essere lasciato su un piede solo.La parola

MOVIMENTO è dal punto di vista del logos politico il contro altare concettuale dello “status

quo”,stato di stabilit à,l’ordine di risposta al “chi siamo?” dettato dalla pars costruens mira a

costruire una risposta che fa perno sulla parola MOVIMENTO. Sommar iamente quindi legalit à è

l’ambito della conformit à alla legge,mentre legittimit à è l’ambito di conformit à alle disposizioni

dell’ordinamento : il monopolista della decisione occupa questo spazio legittimamente,deve far

r ispettare l’ambito della legalit à. I tempi di questo spazio sono definiti dall’ambito della legalit à

stessa,così l’unità politica è sempre un movimento,un movimento verso la stabilizzazione,ma un

movimento comunque astratto. A seguire il concetto di movimento sono l’interpretazione della

distinzione fondamentale ( è una cosa e non altro) e la custodia dell’unit à politica.Quando viene

def inito lo stato di emergenza bisogna anche uscire da esso,ed uscire da esso significa entrare in una

condizione nuova dell’unit à politica,r isolvere questo comporta sempre una modif ica nei contenuti

dell’interpretazione nella misura in cui la nostra esclusivit à è diversa e tutta da r iscrivere nei

contenuti.Per quanto il tema della modifica,della r iforma,come ad esempio nel caso Italia,sia lo

stesso,i contenuti sono altri e non è detto che sia lo stesso monopolista della decisione a scr iverli, è

una situazione ex novo da fare.All’interno della sfera del politico non c’ è possibilit à di apertura

nuova da costruire che non abbia da transitare per la minaccia esistenziale all’interno ed all’esterno

dell’unità politica,cos ì il nuovo logos politico deve porsi l’obiettivo di fare fuori il precedente

monopolista della decisione, e farsi car ico del primato della soluzione dello stato d’emergenza.

Dall’intuizione di Machiavelli a quelle di Bodin ,Botero e Weber

Bodin,filosofo e giurista francese,scrive nel 1576 l’opera in 6 libri “Stato e repubblica” nella quale d à

una definizione di sovranit à come potere assoluto e perpetuo dello stato : con assoluto intende

nessun modo vincolato da leggi passate e presenti,un potere quindi senza mediazioni ed

esclusivo,mentre con perpetuo intende l’auspicio che non si dia una scadenza.C’ è da dire che non è un

astrazione ma un esercizio continuo,l’unico vincolo del sovrano è il patto che ha con la comunit à,un

patto che combacia con il f ine della sovranit à e dell’unità politica ovvero la sopravvivenza. Una

tappa successiva è data dall’opera del 1589 di Botero “Ragion di Stato” in cui afferma che la

sovranità è la notizia di strumenti atti a fondare,conservare ed ampliare un dominio, e , come per

Machiavelli,si gioca sul piano dell’effettivit à.La sovranit à è un incarnazione di un potere pieno ed

indipendente che si esplica nell’esercizio stesso della costituzione stabile dell’unit à

politica.Successivamente,l’opera “La politica come professione” di Weber ofre una definizione di

stato moderno relativa alla forma di esso nel ‘900 : è un dominio in forma di istituzione che presenta

le caratter istiche di perimetrazione del terr itorio,monopolio della violenza f isica ed il mezzo

dell’esercizio della sovranit à.Lo stato è un concetto stor icizzabile,un concetto che in un deter minato

momento ha preso una forma.Autor it à si può rendere nei ter mini dell’esercizio dell’esercizio della

sovranità,ciò traduce che l’unità politica fosse stabilita come ci ò che si istituisce, come richiamo al

quadro della legalit à,come possibilità di esercizio della sovranit à.L’esercizio di autorit à è prerogativa

della legalità ed ogni volta deve prevederne un ancoramento alla legalit à possibile e

funzionale,diventa una sorta di “promessa”.In effetti quello che abbiamo definito custode è

autor itario perch é è proprio l’incarnazione della legalit à,non esce mai e poi mai fuori di essa.Le cose

possono cambiare quando l’unit à politica è minacciata,r ischia di venire meno il fine primo ed ultimo e

quindi si deter mina una situazione eccezionale. Chi occupa lo spazio di monopolista della decisione

dichiara cos ì lo stato d’emergenza : importante sottolineare come esso debba essere riconosciuto dai

membri dell’unità politica senn ò r imane solo un ipotesi del sovrano. Le cose possono cambiare perch é

la sfumatura dell’ambito della legalit à è diversa ed ho una coloratura nuova di autor it à,non può

esserci un unità politica che non prevede l’ambito della legalit à sempre riconosciuta all’interno­

esterno di essa.L’ambito della legalit à non deve essere mai solo uno strumento ma anche ambito del

reciproco riconoscimento,oppure si tratta di un’unit à politica che si è riscr itta da cima a fondo

facendo meno dell’asse di rotazione dello stato moderno ovvero il rapporto tra legalit à e

legittimità.Nel XX secolo si ver if ica un qualcosa che sconvolge l’asse di rotazione al punto da

abolire l’ambito della legalit à,si è determinata una situazione eccezionale. Lo Stato di eccezione è

uno dei concetti chiave nell'ontologia politica di Carl Schmitt. Partendo da concetti primordiali come

terra, mare, amico, nemico, egli arr iva poi alle differenze tra legalit à e legittimità e correla

strettamente la sovranità con lo stato di eccezione.Da alcuni punti di vista lo stato di eccezione si

contrappone allo stato di diritto, perch é si configura come una situazione in cui il diritto è sospeso.

D'altro canto esso tende a situarsi in una posizione intermedia tra lo stato di natura e lo stato di

dir itto, assumendo un aspetto pre­giur idico.Questa situazione in cui il potere costituito sospende il

dir itto è sotto certi aspetti speculare al dir itto di resistenza altra situazione in cui legalità e

legittimità si differenziano, per ò a favore del popolo e non del potere costituito.Lo Stato

d'eccezione si contrappone allo Stato totale per debolezza a cui Carl Schmitt faceva riferimento

come Stato creato dal compromesso liberal­democratico, ritenuto incapace di decisione politica, di

sovranità, pur occupandosi di ogni ambito della societ à. Lo Stato d'eccezione si configura come

soggetto politico che deve avere e pretendere per s é il controllo totale di ogni ambito della societ à

(Stato che Schmitt vedr à realizzato nel Terzo Reich).Doveva basarsi su tre punti: Popolo (diviso per

ordine razziale); Movimento (manifestazione dell'energia politica vitale del popolo appartenente a

quello Stato); Stato (ambito formale in cui si d à l'ordine concreto).

Il concetto di politico di Carl Schmitt

Carl Schmitt si pone il problema dello stato,ha in mente lo schema offerto dai giuristi precedenti, ed è

stato un filosofo della politica,ha lavorato sulla sfera del politico ed ha messo su delle possibilit à che

hanno avuto a che fare con i motivi della sfera del pol

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A.A. 2014-2015
22 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher VecchioStampo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia morale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Giannini Gianluca.