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INCONTINENZA URINARIA
E' una condizione che si verifica solitamente nelle donne a causa della
cessazione dell'equilibrio di alcune forze che determinano la continenza. Per
parlare di incontinenza è necessario parlare prima di continenza e quindi della
normalità.
Continenza: capacità di rinviare il bisogno di andare ad urinare. Questo
prevede l'integrità di diversi aspetti funzionali, di diverse vie nervose
dell'individuo. La continenza non riguarda solo un organo, è una funzione
complessa garantita da organismi passivi, dal tono di determinate strutture
articolari e fasciali,da meccanismi attivi, sfinterici che prevedono una completa
integrità, quella che noi diamo per scontato che avvenga nella realtà di tutti i
giorni. La continenza,per quanto ci possiamo concentrare esclusivamente sulla
vescica, è un binomio strettamente legato all'uretra perchè è essa a
rappresentare il vero e proprio sistema di continenza e, nel suo rilassamento, di
minzione.
Il binomio focale per la continenza riguarda meccanismi della vescica e
meccanismi dell'uretra. Il primo meccanismo che riguarda la vescica è la sua
capacità, il secondo la compliance.
La capacità indica quanto la vescica riesce a contenere; se noi abbiamo una
vescica che non riesce a contenere una quantità adeguata di urina, ci sentiamo
limitati e condizionati ad andare ad urinare un numero solente di volte. Questa
non è una vera e propria incontinenza ma è un apri pista in quanto la frequenza
ad un certo punto può arrivare ad essere una causa per non riuscire a
contenere bene le urine.
Una capacità media va intorno ai 300-400 ml; se una vescica è in ritenzione
urinaria da molto tempo può arrivare a superare il litro di urina.
Una vescica affetta da un'infezione tubercolare, può arrivare a contenere al
massimo 10 cc. Possiamo renderci conto come lo stesso organo in diversi
contesti riesce ad avere capacità molto diverse.
Per compliance si intende la capacità di mantenere basse pressioni
all'aumentare del volume. Questa è una prerogativa fondamentale della
vescica che può essere paragonata ad un muscolo specializzato nel
determinare proprio questo tipo di meccanismo. Gli equilibri della vescica si
giocano sostanzialmente su dei meccanismi pressori che sono quelli che poi
andremo ad indagare con gli esami diagnostici specifici. All'aumentare della
pressione aumenta lo stimolo e quindi,ad un certo punto, arriverà la
sensazione di urinare ma per tutta la fase che intercorre tra una minzione e
un'altra sarà possibile non avvertire lo stimolo proprio perchè dei meccanismi
di rilassamento permettono alla muscolatura di rilassarsi e mantenere basse
pressioni. La compliance è un elemento caratteristico e distintivo degli organi
cavi.
L'urina è un liquido e in quanto tale è incomprimibile; se io non ho un organo
che si lascia riempire all'aumentare del volume in maniera esponenziale, si
verifica un aumento di pressione che non è positivo per due motivi:
1. perchè può determinare una sensazione di riempimento vescicale
2. perchè il problema è come l'urina scende in vescica(è quello dove si va
ad indagare sull'assetto pressorio della vescica).
L'urina scende infatti per peristalsi dal rene attraverso un bolo urinario che
raggiunge una pressione di 10-15 al massimo 20 cm d'acqua; questo vuol dire
che tutte le volte che in vescica si superano queste pressioni, potenzialmente si
rende inefficace la discesa dell'urina dal rene. Un arresto di questo passaggio
crea un danno funzionale dell'alto apparato urinario.
Incontinenza: è la perdita della continenza. Non è un grave problema di
salute ma assume un valore importante per l'individuo nell'ambito dei suoi
rapporti sociali, nell'ambito della sua autostima e questo rappresenta un
aspetto importante del concetto di salute a tutto tondo. L'incontinenza non è
uguale per tutti. Possiamo riconoscere nella pratica clinica quotidiana
condizioni molto diverse che sono vissute diversamente. La donna attiva, la
donna molto impegnata, può vivere molto male la presenza di piccole perdite
urinarie che capitano ad esempio facendo degli sforzi. La signora più anziana,
la signora che vive in una realtà contadina, lo ritiene un fatto normale, che
capita giunti ad una certa età(vivendo in luogo diverso dalla città può vivere
diversamente questo avvenimento). Entrambi sono casi di incontinenza vissuti
tuttavia in maniera differente, ci sarà dunque una diversa richiesta d'intervento
da parte del medico.
L'incontinenza urinaria prevede vie urinarie integre con una perdita che sia
oggettivamente dimostrabile attraverso un esame obbiettivo e quindi sarà
anche possibile definire un'incontinenza riferita dalla paziente ma che noi non
riusciamo ad evidenziare né con la visita né con gli esami strumentali né con
nient'altro. La classificazione è fondamentalmente questa,i primi due tipi di
incontinenza sono quelli che si riscontrano maggiormente nella pratica
quotidiana.
-Incontinenza da sforzo: nella donna medio-giovane
-Incontinenza da urgenza: nella donna medio-anziana
-Incontinenza riflessa: è un'incontinenza di origine neurogena cioè là dove
c'è un danno neurologico(ad ex. Patologia midollare,traumatica che determina
un tipo di incontinenza diversa).
Incontinenza urinaria da rigurgito: si definisce ISCURIA; in realtà
non è corretto da un punto di vista fisio-patologico definirla
un'incontinenza cioè una perdita in senso stretto ma è in realtà
un'ostruzione protratta talmente lunga che la vescica ha raggiunto la sua
massima capacità anatomica, non è più in grado di contenere una goccia
di urina oltre una certa quantità e quindi per traboccamento fuoriesce
l'urina. In realtà non c'è una minzione ma una fuoriuscita incontrollata di
urina; a monte c'è una vescica distesa, in ritenzione.
Per incontinenza urinaria da sforzo intendiamo le perdite di urina che
possiamo oggettivamente dimostrare durante una visita in assenza di
attività detrusoriale; questa è una diagnosi strumentale, noi non abbiamo
la possibilità di capire se il detrusore si contrae durante un colpo di tosse
o mentre io faccio un piegamento. Il detrusore, contraendosi, produce un
aumento di pressione; bisogna quindi verificare l'assenza della
contrazione del detrusore e contemporaneamente la perdita urinaria. Per
fare ciò inserisco un catetere in vescica e rilevo la perdita di urina con un
misuratore di pressione all'interno della stessa. Osservare la perdita sotto
sforzo non ci autorizza a considerarla incontinenza da sforzo perchè se io
con uno sforzo attivo il detrusore e questo si contrae ecco che dovrà
essere inquadrata con un'incontinenza da urgenza e quindi trattata in un
certo modo.
Per quanto riguarda i meccanismi che entrano in gioco nel determinare
l'incontinenza urinaria da sforzo, dobbiamo tenere in considerazione tutte
quelle che sono le strutture che mantengono in asse la vescica ad es. la
struttura del pavimento pelvico,le strutture muscolari,la fascia endopelvica
(l'ispessimento fasciale che riveste tutte le strutture muscolari sul quale vanno
ad inserirsi gli attacchi di tutte le strutture legamentose, anteriori, uretrali o
centrali che permettono che sia un organo fisso). Le strutture muscolari
dell'elevatore dell'ano rappresentano la massa muscolare più significativa e
meglio rappresentata; il cedimento di queste strutture non è solo deputato alla
perdita dei meccanismi di continenza ma ad es. anche al prolasso.
L'incontinenza urinaria d'urgenza è viceversa legata all'attività del
detrusore che non è un'attività regolare, non rimane ferma, tranquilla ma
è essenzialmente un'attività esaltata che si realizza nella fase di
riempimento. Questo tipo di incontinenza può essere scatenata ad
esempio, da eventi contingenti, una cistite, un'infezione che determinano
un'iperattività del detrusore. Quando si ha una cistite è comune avere un
aumento della frequenza dell'urgenza perchè la risposta infiammatoria
sulla mucosa vescicale imprime al detrusore una maggiore eccitabilità,
una maggiore capacità di contrarsi. L'incontinenza urinaria da urgenza è
quindi legata al rapido incremento pressorio che coinvolge la vescica e
che arriverà ad un certo punto a superare la pressione di chiusura
uretrale determinando la perdita.
L'incontinenza può essere favorita da quelli che sono i cosiddetti LAZ, dei
sintomi minzionali che gli anglosassoni definiscono con questo termine e
rappresentano un insieme di sintomatologie date fondamentalmente dalla
frequenza, dall'urgenza, dalla disuria, dalla stranguria, da tutto quello che
altera la continuità della minzione. Sono elementi che vanno a predisporre
un'incontinenza vera e propria.
Tutta l'attenzione che si deve dare allo studio del basso apparato urinario è
legata alle ripercussioni che si hanno sull'alto apparato urinario. Qualunque tipo
di disfunzione si può gestire adottando diversi mezzi: un pannolone, un
catetere, un farmaco; se la vescica non funziona più non sono in grado di
regolarla ma in qualche modo gli metto un sistema che tampona.
Il concetto fondamentale per quanto riguarda il capitolo delle diagnosi è
importante e finalizzato per le possibili ripercussioni che si hanno nell'alto
apparato urinario. A differenza di altri ambiti della diagnostica dove basta fare
un'urinocultura o una TAC e si hanno delle precise informazioni e si può
inquadrare perfettamente il problema, per quanto riguarda la continua
incontinenza, le cose sono un po' diverse perchè in realtà non c'è un sistema
univoco, non ci sono dei test diagnostici specifici che tutti utilizzano in maniera
comune e con un consenso di termini e di referti, l'incontinenza viene gestita in
ambito ginecologico,urologico, fisiatrico. La fase diagnostica passa
inevitabilmente dall'esame obiettivo; nell'esame fisico tendenzialmente la
paziente viene posta in posizione litotomica o ginecologica e viene fatta tossire
a vescica mediamente piena, questo indipendentemente dal tipo di
incontinenza che manifesta. La visita viene fatta in posizione ginecologica
perchè in questo modo a pavimento pelvico rilassato, è estremamente più
facile notare quello che succede, se ad esempio le st